Valeria entrò sotto la doccia e cominciò a
lavarsi i capelli. Era felicissima per la telefonata appena
ricevuta e mentre lo shampoo le fluiva lungo il corpo sinuoso,
sotto il getto dell'acqua, con gli occhi chiusi cercava di
immaginarsi la serata che l'aspettava. Aveva cercato in tutti i
modi e con tutti i mezzi, che solo una bellissima donna sa usare,
di avere Bruno una sera tutto solo per lei. Finalmente, dopo mesi,
lui prese il coraggio a due mani e, vincendo la sua enorme
timidezza, organizzò una cena a lume di candela in uno dei
ristoranti più belli e di moda della città.
Lei sapeva che non poteva e non doveva sbagliare.
L'aveva sempre visto vestito, ma era evidente che era un uomo dal
fisico perfetto e muscoloso. Senti un brivido di eccitazione
correrle lungo la schiena al solo pensiero di poterlo possedere
per tutta la notte.
Mentre con l'acqua, mista a shampoo, le mani scorrevano lungo la
pelle delicata andando su e giù per il corpo, il pensiero di
Bruno e del suo corpo le fece inturgidire i capezzoli.
Incominciò a palparsi le tette con sempre più veemenza,
lasciandosi trasportare dalla voglia di sesso che le cresceva
dentro. Con l'unghia dell'indice della mano destra tracciò dei
cerchi concentrici sulla tetta sinistra fino ad arrivare al
capezzolo, che pizzicò con forza. Gemette per la sensazione di
godimento.
Capì che non doveva fermarsi.
Avvicinò le labbra carnose, dalle quali spuntava la lingua, alla
tetta destra strizzata tra le dita della mano e incominciò a
leccarsi il capezzolo. Quando fu turgido da sembrare di gomma
dura, incomincio a fargli dei succhiotti. Continuò, come se
stesse facendo un pompino aspirando a più non posso, finché non
le fece male e poi cambiò tetta. Stava godendo sempre di più e
sentì che la passera era bagnatissima. Insistette portando alla
bocca entrambi i capezzoli, che incominciò a mordicchiare e
leccare, poi li masturbò insistentemente con i polpastrelli e le
unghie lunghe. Infine, mentre accarezzò nuovamente con la punta
della lingua il grande capezzolone formatosi con l'unione dei
seni, si accorse di aver raggiunto l'orgasmo.
Gemette, mentre le gambe le cedettero per un attimo e un fiume in
piena scese dalla figa infuocata. Godette talmente, che desiderò
riprovare ancora il piacere.
Le mani non si fermarono. Si appoggiò con la schiena al muro,
della doccia, divaricò le gambe e con le mani sull'inguine
incominciò a massaggiarselo avvicinandosi sempre più alla zona
erogena intorno alle grandi labbra della vagina.
Quando entrambi gli indici divaricarono le grandi labbra partendo
dall'alto e lambirono le piccole, un altro brivido le pervase lo
stomaco. Pur con l'acqua che le scrosciava lungo il corpo finendo
là dove le sue dita erano pronte a fare di tutto, sentì che la
sua passera era allagata del liquido proveniente dal profondo del
suo ventre.
Mentre l'indice e l'anulare della destra divaricarono le piccole
labbra andando su e giù per tutta la loro lunghezza, portò
l'indice della mano sinistra alla bocca avida di assaporare il
sapore della figa.
Quando le dita si fermarono al culmine superiore il medio
incominciò a strofinare il clitoride alternando il polpastrello
al tocco leggero e duro della perfetta unghia color rosso
carminio. Le gambe le cedettero nuovamente.
Erano anni che non praticava più l'autoerotismo, forse dai tempi
dell'adolescenza, quando aveva incominciato a scoprire il sesso e
il desiderio la portava a toccarsi anche parecchie volte al
giorno.
Si pentì di aver abbandonato per così tanti anni
quell'abitudine, perché il piacere provato in quel momento era
immenso. L'indice e l'anulare della mano sinistra si sostituirono
alla destra e allargarono le piccole labbra fino al massimo
dell'estensione, mentre il medio iniziò a trastullarsi con il
clitoride, già infuocato dalla masturbazione precedente. L'indice
della destra affondò nella vagina allagata e incominciò a
entrare e uscire lentamente. Poi aumentò via via il ritmo
affiancandovi anche il dito medio.
La masturbazione combinata del clitoride e delle dita dentro la
figa la fecero godere. Sentiva dentro di lei montare la voglia di
godere. Avrebbe continuato in eterno. Divenne molto vogliosa di
cazzo e capì che avrebbe dovuto averne uno a sua completa
disposizione entro poche ore.
Erano tre mesi che non ne aveva uno per le mani, da quando si era
mollata col suo fidanzato. Solo lei sapeva quanto le costasse
l'astinenza sessuale, ma lo sconvolgimento per quella storia
durata cinque anni, era stato troppo grande.
La nottata di Bruno era dunque segnata.
Il basso ventre incominciò a sussultare per gli spasmi precedenti
l'orgasmo e dalla gola provenirono gemiti sempre più forti. Si
ficcò allora entrambe le dita nel profondo della vagina e
incominciò a descrivere movimenti circolari e a divaricarle
all'interno. Lo strofinamento delle lunghe unghie dure sulle
pareti interne della figa e il veloce movimento del polpastrello
sul clitoride le procurarono l'orgasmo culminante con una serie di
urletti.
Sentì un fiume inondarle le dita e il palmo della mano, che si
affretto a portare alla bocca per berne il contenuto, pur se
allungato con l'acqua della doccia, che continuava a scendere.
La felicità per l'orgasmo appena raggiunto era tanta.
Il suo obbiettivo ora era il cazzo di Bruno. Lo avrebbe preso
assolutamente, e sperava che fosse delle dimensioni giuste...