“...Si accarezzavano a vicenda... l’acqua oleosa
rendeva la pelle ancora più morbida, più scivolosa.
Le ragazze cominciavano a essere eccitatissime. Anna, che doveva
avere un certo ascendente sulla dolce Aurélie, la fece stendere nella
vasca, mentre l’altra le teneva la testa e le spalle fuori dall’acqua
reggendola per le ascelle. Poi le ordinò di masturbarsi.
Subito Aurélie s’infilò nella vagina due dita della mano
sinistra, che faceva andare avanti e indietro, e con movimenti rotatori
della destra sul clitoride si accarezzava freneticamente la fichetta
bionda. Le sue grosse tette bianche fluttuavano sulla superficie
dell’acqua come due palloni, i fianchi ondeggiavano sul fondo della
vasca. Di fronte a lei, io mi masturbavo lentamente, guardando il suo viso
abbandonato contro il seno di Anna e contratto nella ricerca
dell’orgasmo. Anna le dava baci leggeri sui capelli e sugli occhi, e la
incoraggiava sottovoce: ‘sì, piccola mia... Sei bella... Il nostro
amico ti guarda e ti trova così bella che lo fa anche lui... E anch’io,
mi ecciti... Fa’ vedere come godi, piccolina...’ Aurélie ansimava,
mordicchiava le mammelle dell’amica. D’improvviso i suoi fianchi si
sollevarono convulsamente nell’acqua, buttò la testa all’indietro e
godette con acuti mugolii.”
(da
‘Il bagno’, in “Dietro
le Porte” di Alina Reyes,
Ed. Robert Laffont, Paris, 1994)
“‘Troverai una donna, forse la Donna’, mi ripetevo per darmi
forza. Ero infatti vinto all’improvviso da una sorta di prostrazione.
‘Non avresti dovuto masturbarti’, mi dissi. ‘Ora il desiderio è
meno forte e poi, una volta raggiunto, il piacere sembra sempre una cosa
irrisoria.’ Mi ero masturbato così spesso nell’adolescenza. Allora
era una curiosità, una scoperta sempre rinnovata, non rischiavo di
stancarmene. Ma perché continuare a farlo oggi, talora anche quando
potevo senza problemi ottenere il piacere di una donna? Perché non era la
stessa cosa. perché di tanto in tanto avevo ancora bisogno di quel tipo
di piacere, diverso, il piacere solitario, che non somiglia a nessun
altro, nemmeno a quello che si può raggiungere facendosi masturbare da
qualcuno. Tutto il segreto, tutto il fascino di quel piacere stava nella
parola che lo seguiva: solitario. Ecco perché era un piacere intenso, e
che mi lasciava svuotato, con il solo desiderio di dimenticare tutto, o di
ricominciare tutto, che è un modo per dimenticare”.
(da
‘la coppia’, in “Dietro
le Porte” di Alina Reyes,
Editions Robert Laffont, Paris, 1994)