VENEZIA - Diventa un caso nazionale l'inchiesta del pm di Venezia Felice Casson sul fenomeno dell'elettrosmog, l'inquinamento elettromagnetico prodotto da elettrodotti o antenne trasmittenti per i cellulari. La svolta è arrivata ieri, con tre avvisi di garanzia ad altrettanti dirigenti dell'Enel Salvatore Machì, responsabile nazionale della rete di trasmissione e delle bonifiche, Edoardo Gambardella, direttore della distribuzione, e Domenico Cappellieri, capo esercizio e manutenzione, entrambi per il Veneto. Le ipotesi di reato sono omicidio, lesioni, disastro (tutti nella fattispecie colposa) e rifiuto d'atti d'ufficio.
Un'inchiesta partita in sordina la scorsa estate dalle denunce di un comitato di genitori che si erano rifiutati di mandare i propri figli in una scuola nuova costruita proprio sotto un elettrodotto, a Mirano, cittadina dell'entroterra veneziano. Ma poi sono arrivate denunce da altri comuni della provincia e il magistrato ha raccolto oltre seimila cartelle cliniche, anche se finora sono una trentina i presunti casi di morte o malattia collegabili all'elettrosmog, in particolare per leucemie infantili e tumori che colpiscono il sistema linfatico.
Nel voluminoso dossier di Casson sono nove i casi di morti sospette. Alcuni riguardano ragazzini deceduti dopo anni di calvario in centri specializzati, a Milano o ad Ancona, dove qualcuno ha provato anche il trapianto di midollo osseo. Vere odissee vissute drammaticamente anche dai genitori, che spesso hanno speso tutti i propri risparmi sperando in un miracolo.
Ma nessuno o pochi pensavano che quei tumori potessero essere stati causati in qualche modo dall'esposizione ravvicinata e prolungata ai campi magnetici. Finché un giorno non è arrivato a Mirano il professor Maltoni, del Conacem (Comitati nazionali contro i campi elettromagnetici), prospettando i rischi e seminando l'inquietante interrogativo in molti genitori.
Ma ora è necessario accertare l'eventuale nesso di causalità tra elettrosmog e patologie segnalate. Per questo il pm ha chiesto al gip di effettuare con incidente probatorio una superperizia medico-legale, epidemiologica, biologica, radiologica, tossicologica e ingegneristica. È la prima del genere in Italia in questo campo, anche se Casson aveva seguito lo stesso metodo per le morti e le malattie degli operai del petrolchimico di Marghera esposti alla lavorazione di sostanze cancerogene, come il cloruro di vinile. Ma per l'inquinamento da onde elettromagnetiche si tratta di un'inchiesta pilota più difficile, con minori certezze scientifiche e maggiori rischi economici per le aziende elettriche nel caso dovessero adeguare gli impianti già esistenti.
Per essersi rifiutati di farlo a Mirano, come aveva chiesto il pm,
è scattata anche l'ipotesi di rifiuto d'atti d'ufficio nei confronti dei tre dirigenti
Enel. Ma la società si dice tranquilla e preferisce esprimersi "nelle sedi
competenti", cioè in quelle giudiziarie, convinta di rispettare l'unica legge finora
in vigore, un decreto del 1992 che fissa il limite massimo a 100 microtesla, mentre lo 0,2
fissato da una recente legge della Regione Veneto riguarderebbe solo gli impianti nuovi e
non quelli già esistenti.
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di persone che si sentono male
Casson Dr. Felice
Sostituto Procuratore
Procura della Repubblica
c/o Tribunale Venezia
San Polo 185
30121 Venezia Italy