N.165 L'ISOLA DEI
CANI
Trama: I sogni di David Balfour,
impiegato presso uno studio legale, sono infestati dall'enigmatica
figura del capitano Moore, leggendario pirata del settecento che
imperversò nella zona di Londra. Solo Dylan Dog può
capire il significato di quelle apparizioni...
Commenti: Per la prima volta a scrivere
"Dylan Dog" è Mauro Boselli, uno degli autori di punta della
casa editrice. Si è fatto conoscere scrivendo "Tex" e "Zagor";
passando alla serie di Sclavi, porta con sé i temi principali
della sua narrativa, ma non fatica più di tanto ad adattarsi
al personaggio. Imbastisce una storia di pirati, con tanto di isola
misteriosa e mappa del tesoro; si butta sul classico per non
sbagliare. Invece incappa in una serie di errori ; Dylan in questo
n.165 non è certamente il personaggio introspettivo,
intimistico e sentimentale creato da Sclavi, anzi. Come se niente
fosse fa una ricerca tramite Internet, si butta a capofitto in
un'indagine che all'apparenza non ha niente di paranormale e, durante
la nottata trascorsa nell'Ivory Tower, non si accorge dei sanguinari
omicidi che si verificano nel palazzo. In compenso, nel suo
snaturamento del personaggio, Boselli cancella la donna del mese;
Julie viene infatti trattata alla stregua di un soprammobile. Ormai
sembra che solo autori estranei a Dylan siano capaci di calpestare
questa tradizione.
La trama di fondo è buona, anche se non ha niente di
originale, mentre tutte le sequenze oniriche sono intriganti. Tutto
sommato la matassa viene tenuta bene dall'autore, fino al finale; da
uno scrittore così navigato non mi sarei aspettata la classica
confessione del cattivo, accompagnata dal banalissimo happy end.
La figura di David è ben caratterizzata, mentre dispiace
parecchio che il personaggio del capitano Moore sia tracciato a linee
soltanto generali; Boselli, come si può intuire, non è
esattamente un narratore introspettivo. Per una serie del genere
può essere un difetto notevole; il suo esordio desta
più di una perplessità.
E' un peccato che Giampiero Casertano abbia messo il suo tratto
efficace a disposizione di una storia piuttosto scarsa; visivamente,
il capitano Moore è perfetto, così come la
ricostruzione della Londra settecentesca, le scene nei pub e le
tipiche distorsioni oniriche. Mi sforzo di trovare qualche pecca
nelle illustrazioni, ma sembra tutto fatto a regola d'arte; anche la
ricostruzione di navi e velieri è esemplare, ed i volti degli
abitanti della Isle of Dogs trasudano sentimento (vedi pagg. 30, 35,
45...). Decisamente Casertano poteva essere usato in maniera
migliore.
Anche Angelo Stano, per la sua copertina, attinge a piene mani
dall'elemento onirico della storia, congiungendolo alle sue doti di
impressionista; il risultato è sicuramente
angosciante.
Voto: 6
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