L'Haiku tra Oriente e Occidente
L'haiku è il momento decisivo della letteratura Giapponese. Nell'haiku si celebra l'essenza più profonda della cultura nipponica.
La condizione alla base dell'haiku è la convinzione dell'inadeguatezza del linguaggio rispetto al compito di testimoniare la verità, l'esigenza di sfidare il linguaggio, di provocarlo ad aprirsi, a tornare al mondo "così com'è", nella sua nudità. Nessun aspetto del reale, neanche il più semplice, è indegno di essere trattato dai maestri di haiku: in ogni cosa è l'energia vitale ad offrirsi e a svelarsi una volta che la mente, liberata dagli schermi del giudizio e dalle proprie abitudini percettive, riesce a captare l'essenza del tutto. Proprio perché l'energia vitale è movimento, anche l'haiku, seppure nella sua semplicità, dovrà permettere a questo movimento di esprimersi, attraverso le sillabe, (che secondo la scuola del poeta , inventore dell'haiku, devono essere diciassette, suddivise in tre versi di cinque, sette e cinque) e di esprimere a sua volta la comunione, l'esigenza dell'uomo di disciogliersi nella natura.
Anche se veicolo di questa comunione, l'haiku, però, non diventa mai semplice descrizione realistica, e va sempre interpretato come testimonianza di una visione.In Occidente l'haiku inevitabilmente si modifica nei contenuti e nella forma, e così nascono haiku che trattano i più vari argomenti, dall'amore alla malinconia, dal sociale all'introspettivo, e nella forma assistiamo talvolta all'abbandono dello schema tradizionale per una più libera espressione del pensiero (cosa che fanno anche i poeti giapponesi di oggi).
Antologia di Haiku di Angelo Scotto