PENSIERO TRIASSICO

Se pensano certi uomini, che paiono avere la zucca più dura della croda e più vuota di un landro da camosci, figuratevi se non pensano le Dolomiti. Certo, il loro è un pensiero semplice, elementare e lento, ma che contiene in sé l'esperienza dei milioni di anni. Le Dolomiti hanno un pensiero triassico. Non le sconvolge la tempesta dell'inverno né il temporale estivo, non le sfiora la valanga né il solleone. Ricordano i dinosauri e parlano con i mughi e i licheni. E parlano fra di loro. Lentamente. Hanno appena cominciato a raccontarsi di quelle migliaia di uomini che sono venuti a spararsi e a morire per quelle cose che chiamano confini, mentre gli unici confini che le Dolomiti conoscono sono quelli del cielo, verso l'alto, e verso il basso quelli dei grandi fiumi che ne trascinano la polvere al mare. E per gli uomini invece i confini sono righe su pezzi di carta, e per quelle righe erano venuti a massacrarsi sui monti. Le Dolomiti hanno un pensiero semplice: sono ancora convinte che se il problema era il pezzo di carta, si sarebbe fatto prima a bruciare il pezzo di carta, piuttosto che distruggere tante vite. Adesso alle Dolomiti è giunto sentore che gli uomini non si ammazzano più per i confini, però litigano ancora tanto per i loro pezzi di carta. "Hai sentito?" dice il Pelmo al Sassolungo "A Roma hanno deciso che la Marmolada è del Trentino!" "Ah sì?" risponde il Sassolungo, ancora immerso nella nostalgia del chiacchiericcio che facevano fra loro i megalodonti "Che significa Roma? E che cos'è il Trentino?" "Ah", mormora Pelmo, "E chi lo sa! Provo a chiedere alle Tofane..." Ma le Tofane, ancora immerse nel dolore per la perdita del loro Castelletto, non rispondono. Guardano le altre Dolomiti, e una lacrima di ghiaccio scende loro lungo una guancia. Ma gli uomini la chiamano Pis de Tofana, e non capiscono.

Pier Aldo Vignazia

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