(id.)
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HHHH
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Drammatico |
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UK 2002 |
101’ |
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Musica |
Scritto da |
Basato su |
Diretto da |
Craig Armstrong |
Christopher Hampton |
"The Quiet American" |
Phillip Noyce |
Personaggi e interpreti : |
Michael Caine _Brendan Fraser_ Do Thi Hai Yen_ Tzi Ma_ Pham Thi Mai Hoa_ |
Thomas Fowler |
Robert Stanton _Holmes Osborne_ Quang Hai_ Ferdinand Hoang_ e Rade Serbedzija_ |
Joe Tunney |
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Slogan _ |
"In guerra, l’arma più potente è la seduzione." |
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Trama _ |
S aigon, 1952. L’anziano reporter britannico Thomas Fowler, di stanza in Vietnam come reporter, ha una relazione con la bella Phuong, una ragazza locale. Un giorno s’imbatte in Alden Pyle, un giovane Americano di bell’aspetto che ufficialmente lavora per la Croce Rossa, ma che Fowler sospetta avere qualche secondo fine in Vietnam. Ma dimentica tutto quando Pyle mette gli occhi su Phuong, di cui si innamora perdutamente. |
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Commento _ |
Il film : Graham Greene scrisse questo romanzo nel 1958, in epoca non sospetta, sei anni dopo gli eventi narrati e sei anni prima dell’inizio della "Guerra del Vietnam" così come la conosciamo oggi noi. Ne fu tratto un film anche allora, e il romanzo è considerato tra le migliori opere di Greene... eppure, non sono convinto che allora si potesse apprezzare appieno questa storia, perché non si sospettavano (anche se qualcuno avrebbe potuto immaginarle) le profonde ripercussioni a livello mondiale e sulla società americana che l’imminente guerra del Vietnam avrebbe causato. Oggi, col senno di poi, questa storia è molto più apprezzabile, più ricca di contenuti e più accattivante.Tutto parte dal fatto che questo è uno dei primi film non di guerra ambientati nel Vietnam di quegli anni, e dunque permette innanzitutto di concentrarsi sul paese in sé e per sé più che su plotoni di soldati e operazioni militari. È difficile non farsi contagiare dalla bellezza del Vietnam precedente alla guerra; non di meno, il paese veniva chiamato "la perla d’Oriente" prima che venisse devastato dal conflitto. Greene evidentemente catturò questo aspetto nel suo romanzo (che non ho avuto modo di leggere), e Noyce riesce a portarlo con discreto successo sullo schermo. Il film è di fatto una storia d’amore con elementi di intrigo e suspense ben dosati e di buon impatto. Questa sua dualità è sia il suo punto forte che il suo principale difetto, perché il rapporto che si viene a creare tra Fowler e Pyle a causa della bella Phuong è sì molto interessante e ben delinenato, ma a volte si ha la sensazione che la sceneggiatura cerchi la frase fatta o il colpo di teatro a tutti i costi, rischiando così di tralasciare la trama vera e propria. La quale, per inciso, è davvero fascinosa. Tutti sanno della guerra del Vietnam in sé e per sé, ma ben pochi sono a conoscenza delle ragioni del conflitto. Le ragioni immediate, la classica "ultima goccia", sono da ricercarsi nell’atteggiamento del presidente USA Johnson nei confronti della situazione cambogiana, ma le ragioni remote sono ben più radicate nella società vietnamita. The Quiet American riesce a delinearle con buona precisione e senza diventare troppo noioso, senza, ad esempio, scadere in lunghe e massacranti dissertazioni politiche. Sono sufficienti poche battute a comprendere la tesa, difficile situazione conflittuale tra il Vietnam del Nord, comunista, e il Vietnam del Sud, democratico. Come viene detto nelle interviste agli interpreti (contenute anche negli extra del DVD), Pyle è un po’ "il primo soldato della guerra fredda", perché i suoi tentativi di influenzare la situazione politica vietnamita e di consentire agli Stati Uniti di influenzare un paese straniero strategicamente importante si possono paragonare al lento, complesso e intricato gioco di sotterfugi che USA e URSS intrecciarono dopo la Seconda Guerra Mondiale per accaparrarsi il controllo – non militare, ma quanto più economico e ideologico – sui vari paesi asiatici. Da questo punto di vista, il ritratto di Pyle e il tono del film in generale sono molto accurati, e ne fanno un’esperienza piacevole. Le atmosfere patinate con cui Noyce gira alcune scene ricordano L’amante di Jean-Jacques Annaud dei primi anni ‘90, senza però raggiungere scene di erotismo tanto spinto, e senza riuscire a comunicare lo stesso fascino esotico dell’Asia, a dire il vero. Nondimeno, il regista britannico fa un ottimo lavoro, alternando abbastanza sapientemente intrighi sentimentali, vicende politiche e azione. Interpreti : Citando Brendan Fraser in un’intervista: "Michael Caine è... be’, è Michael Caine". Heh, nulla di più vero. Quest’uomo è una leggenda vivente, il cui Oscar® per Le regole della casa del sidro ("The Cider House Rules", ‘96) sapeva molto più di riconoscimento alla carriera che di un premio vero e proprio. Alla faccia di chi lo voleva come "uno in fin di carriera", dopo quell’Oscar® l’ormai settantenne Caine ha girato la bellezza di quindici altri film. Niente male. In The Quiet American esprime tutta la sua grande capacità interpretativa, ricca di intensità, eppure semplice, senza fronzoli, tipicamente Inglese. La sua ossessione (per la salvezza del Vietnam, per Phuong...) e la sua fuga dalla madrepatria (dal lavoro, dalla moglie...) sono perfettamente ritratte, ed è merito dell’attore tanto quanto dello sceneggiatore. Brendan Fraser, dal canto suo, riesce nel non facile compito di non sfigurare accanto a un tale istrione. Personalmente, l’ho sempre considerato un interprete valido, fin dai primi lavori in sordina come Airheads. Il vero lancio è avvenuto con La mummia, ma film come Demoni e dei ("Gods and Monsters", ‘98) e lo stesso The Quiet American dimostrano come il giovine di belle speranze abbia anche discrete doti da interprete drammatico – anche se dalle interviste che rilascia, asettiche e tipiche da contadinotto americano, non si direbbe proprio! Poco si può dire della signorina Do Thi Hai Yen, che dei Vietnamiti ha il tipico nome articolato, ma anche la straordinaria bellezza. Sarà quasi senza dubbio un "carneade", che non rivedremo in altre produzioni internazionali, ma è stato un bel vedere, questo è sicuro. Per una ragazza che non parlava neanche inglese fino all’inizio delle riprese, ha ottenuto ottimi risultati.Musica : Fin da quando compose parte delle musiche per Romeo+Juliet, Craig Armstrong si è fatto notare come uno dei compositori di maggior talento a Hollywood. Eppure, per un motivo o per un altro, ha sempre scelto la via più "intima", dedicandosi a progetti di natura personale più che a film di grande rilievo, con l’eccezione del capolavoro composto per Il collezionista di ossa ("The Bone Collector", ‘99). Per The Quiet American – di nuovo, non un film di primissimo piano – Armstrong persiste nello stile che lo rende tanto apprezzabile: semplice, drammatico ma senza eccedere, senza essere troppo elegiaco. Si affida principalmente agli archi, ma utilizzando il pianoforte per descrivere i momenti più intimisti della storia. È un compositore valido e sa come fare senza strafare, e il suo commento musicale aggiunge non poco al film.Tecnica : Phillip Noyce non è esattamente l’ultimo scemo del villaggio, per così dire, e non ci si può che aspettare una certa qualità dai suoi film, tanto per un discorso tecnico che artistico. Nonostante la sua regia per questo film abbia alti e bassi, come ho già detto, dal punto di vista prettamente tecnico non ci si può lamentare. La ricostruzione del Vietnam degli anni ‘50 è fascinosa e ben curata, anche perché da allora il paese non è poi cambiato tantissimo, il che deve aver facilitato non poco il compito degli scenografi. Fotografia, costumi e tutti gli altri aspetti sono discreti, collocabili in una fascia media o medio-alta. Senza infamia e senza lode in generale.In generale : Lasciando da parte per un attimo tutte le riflessioni di cui sopra, è anche importante l’impressione "a pelle" che un film è in grado di comunicare. In altre parole, The Quiet American, semplicemente, mi è piaciuto. È un film che si lascia vedere, anche se effettivamente è impossibile guardarlo a diversi livelli: è piuttosto di nicchia come impostazione, e se non si è attenti o piuttosto ferrati sulla storia di quel periodo, è facile perdere molte sfumature. Confesso di non essere un esperto conoscitore della civiltà vietnamita in sé e per sé, quindi non so quanti altri dettagli e sfumature siano sfuggiti a me, ma anche rimanendo su un semplice "mi piace/non mi piace", posso affermare che è un’esperienza interessante, arguta e coinvolgente. Il sarto di Panama incontra L’amante, e tutti e due vanno a braccetto con Apocalypse Now. In generale, ben fatto.Quattro stelle. |
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In breve… _ |
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Curiosità _ |
Þ Costato all’incirca 30 milioni di dollari, il film ne ha incassati meno della metà, anche se ha avuto un successo relativamente alto in fase di distribuzione a noleggio.Þ Do Thi Hai Yen, l’attrice selezionata per interpretare Phuong, non parlava Inglese prima dell’inizio delle riprese. Il regista Phillip Noyce ha ovviamente insistito perché prendesse lezioni.Þ Il film è stato girato quasi interamente in Vietnam, tra Hanoi e Saigon (oggi Ho Chi Mihn City). Il regista Phillip Noyce ha vissuto lì per nove anni per cercare le location adatte alle riprese. Alcuni degli interni sono stato girati a Sydney, Australia.Þ Uno dei primi libri sulla recitazione che Brendan Fraser lesse da ragazzo, e che lo avviò alla carriera di attore, fu scritto proprio da Michael Caine.Þ L’ho visto… 1 volta in DVD. |
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Scene _da vedere_ |
L ’inizio – L’arrivo di Pyle a Saigon – Il villaggio sterminato – La torretta di avvistamento – L’esplosione in centro – "L’agguato" e il finale. |
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Valutazione _ |
HHHH |
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PREMI |
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Australian Screen Sound Guild ® – sonoro in un film, colonna sonora dell’anno |
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Bangkok International Film Festival (Golden Kinnaree ®) – attore P (Michael Caine) |
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Golden Satelite ® – attore P (Michael Caine, alla pari con Daniel Day-Lewis per "Gangs of New York") |
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London Critics Circle Film Awards (ALFS ®) – attore dell’anno (Michael Caine), regista dell’anno (Phillip Noyce, anche per "Rabbit-Proof Fence") |
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National Board of Review (NBR ®) – regia (Phillip Noyce, anche per "Rabbit-Proof Fence") |
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Political Film Society (PFS ®) – menzione speciale "Peace" |
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San Francisco Film Critics Circle (SFFCC ®) – attore P (Michael Caine), citazione speciale per Phillip Noyce, anche per "Rabbit-Proof Fence" |
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Claud ® (i miei premi) – nessuno |
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NOMINATION |
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Academy Awards (Oscar ®) – attore P (Michael Caine) |
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British Academy Awards (BAFTA ®) – attore P (Michael Caine) |
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Bangkok International Film Festival (Golden Kinnaree ®) – miglior film |
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Golden Globe ® – attore P (Michael Caine) |
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Golden Satellite ® – miglior film, regia, attrice NP (Do Thi Hai Yen) |
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World Soundtrack Award ® – canzone originale ("Nothing in This World") |
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Claud ® (le mie nomination) – coppia (Michael Caine, Do Thi Hai Yen) |
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SEI GRADI DI SEPARAZIONE Brendan Fraser con… Steven Tyler (leader degli Aerosmith): |
1 . Brendan Fraser recita con Rachel Weisz ne La mummia ("The Mummy", ‘98);2. Weisz recita con Liv Tyler in Stealing Beauty ("Io ballo da sola", ‘96); 3. Liv Tyler è figlia di Steven Tyler. |
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IMMAGINI
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da 1. a 7. Michael Caine – 8. e 9. Brendan Fraser – da 10. a 13. Do Thi Hai Yen –
da 14. a 19. Michael Caine e Brendan Fraser – da 20. a 23. Michael Caine e Do Thi Hai Yen –
24. e 25. Do Thi Hai Yen e Brendan Fraser – 26. e 27. Michael Caine, Do Thi Hai Yen e Brendan Fraser –
28. e 29. Michael Caine e Tzi Ma – 30. Un’immagine dal film – 31. e 32. Immagini dal dietro le quinte – 33. Poster.
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