(id.)
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HHHH
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Thriller, Poliziesco, Horror |
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USA 2002 |
124’ |
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Musica |
Scritto da |
Basato su |
Diretto da |
Danny Elfman |
Ted Tally |
"Red Dragon" |
Brett Ratner |
Personaggi e interpreti : |
Anthony Hopkins _Edward Norton_ Harvey Keitel_ Emily Watson_ Mary-Louise Parker_ Philip Seymour Hoffman_ |
dr. Hannibal Lecter |
Anthony Heald _Ken Leung_ Frankie Faison_ Tyler Patrick Jones_ Lalo Schifrin_ e Ralph Fiennes_ |
dr. Frederick Chilton |
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Slogan _ |
"Ecco Hannibal Lecter per la prima volta." "Prima del silenzio." "Come tutto è cominciato." "L’agente dell’FBI Will Graham sta per entrare nella mente di un killer, ma deve permettere a Hannibal Lecter di entrare nella sua." "Prima del silenzio, c’era il drago." "Per capire l’origine del male, bisogna tornare all’inizio." |
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Trama _ |
D ue famiglie numerose, i Leeds e gli Jacobi, trucidate a un mese di distanza con modalità identiche. L’assassino, che la stampa battezza Lupo Mannaro perché agisce secondo le fasi lunari, si mette in contatto con il dottor Hannibal Lecter, lo psichiatra folle accusato di multipli omicidi e cannibalismo e attualmente rinchiuso in una cella di massima sicurezza. Anche l’FBI, nella persona di Will Graham, che anni prima era stato brutalmente aggredito dallo stesso Lecter, si rivolge a The Cannibal per chiedere assistenza. La caccia al serial killer è aperta. |
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Commento _ |
Una breve introduzione : All’inizio degli anni ‘80, il romanziere statunitense Thomas Harris s’impose sul mercato con Drago Rosso, un thriller sconvolgente che catturò il pubblico e si guadagnò i favori della critica. Pochi anni dopo, il regista Michael Mann ne trasse un film, Manhunter, che nonostante oggi sia apprezzato, al tempo godette di ben poca risonanza. Harris però non si fermò, e dopo aver creato un nuovo detective, scrisse Il silenzio degli innocenti, che nonostante non fosse all’altezza del suo predecessore guadagnò un altro successo di pubblico. Il film che Jonathan Demme ne trasse nel 1991 vinse, tra i numerosi altri premi, cinque Oscar®, tra cui quello per il Miglior Film, e consacrò definitivamente le stelle Anthony Hopkins e Jodie Foster, comunque già noti al grande pubblico. Da allora quel film è diventato termine di paragone di ogni thriller, in particolare di quelli (numerosissimi) incentrati sugli assassini seriali. Frattanto, Harris proseguì la sua opera dando alle stampe Hannibal, un romanzo di classe straordinaria, che puntualmente venne adattato per lo schermo, nel 2000, dal leggendario Ridley Scott. Il risultato fu però deludente, perché sebbene si trattasse obiettivamente di un buon film, non resse il confronto con il suo predecessore, e venne quasi del tutto snobbato nei più importanti festival. Fu però un successo di botteghino, e già allora questo fece pensare a un possibile quarto capitolo, il terzo sceneggiato da Ted Tally. Hopkins stesso, affascinato dal personaggio di Hannibal "The Cannibal" Lecter, scrisse una sceneggiatura, ma prima che potesse essere completata qualcuno ebbe l’idea di ripescare Drago Rosso e di adattarlo nuovamente per lo schermo, stavolta con mezzi più ingenti e nomi più di richiamo. Ed ecco che per una strana ironia, il primo romanzo di Thomas Harris è stato l’ultimo ad aver avuto grande riscontro di pubblico su pellicola.Il film : Non sempre, tuttavia, le premesse (e le promesse) vengono mantenute. "Red Dragon" è un film che si presentò benissimo già in fase di promozione, all’inizio del 2002: un cast impressionante e una produzione di tutto rispetto, ma i più già storcevano il naso alla scelta del regista. Brett Ratner, un giovane e quasi esordiente che fino ad allora si era dilettato con commedie con tutt’al più qualche significato introspettivo (il pur noioso The Family Man).I risultati furono però sorprendenti da ogni punto di vista. Red Dragon è un film eccezionale, di grande impatto narrativo, girato con un ritmo frenetico e velocissimo che non lascia un attimo di fiato allo spettatore – troppo frenetico, purtroppo, e Ratner evidentemente non sa o non riesce a dare i giusti tempi alla sua regia. Persino in Aliens, tutt’oggi il miglior film "d’azione" della storia del cinema, James Cameron doveva concedersi qualche minuto di riposo; Ratner non lo fa, limitando quasi a zero non solo le pause, ma anche i momenti introspettivi. Va anche detto che con una tale gamma di personaggi da gestire è comprensibile se tutti appaiono più o meno sfocati e non ben calibrati come dovrebbero essere. Inoltre, chi ha letto il romanzo prima di vedere il film è stato trascinato in un turbine di emozioni scioccanti perfettamente descritte, e quando vede passaggi importanti bruciati in cinque secondi, o sottintesi, o addirittura omessi, rischia di innervosirsi. D’altro canto, Harris aveva a disposizione trecento pagine e un grande talento narrativo, mentre in un film le cose sono diverse; c’è chi dice che per adattare un romanzo per il grande schermo regista e sceneggiatore non devono provare a essere fedeli al libro, ma piuttosto raccontare una storia più o meno simile con altri mezzi e se necessario in altre forme. Non so voi, ma vedere un film tratto da un gran bel romanzo e scoprire che la storia è stata quasi del tutto alterata mi manda su tutte le furie; d’altro canto, ecco cosa succede quando si cerca di essere fedeli alla lettera: il film sarà anche fedele – e Red Dragon lo è, e molto – ma rischia di mancare di inventiva, di non brillare di luce propria. Tipici esempi sono le saghe di Jurassic Park e di Harry Potter, perfette visualizzazioni delle proprie controparti stampate, ma lontani dall’essere capolavori. Ciò detto, se si mette da parte tutto questo per un momento, Red Dragon è un film godibilissimo. Certo, molti passaggi sono affrettati, e spesso non si ha tempo per incamerare a dovere le reazioni e i comportamenti di un personaggio che il film ha già fatto un balzo in avanti, costringendo lo spettatore ad affannarsi e a seguire con la massima attenzione per non perdere un dettaglio. Qualcosa di questo genere è ammissibile, e anzi benvenuta, nei legal-thriller alla John Grisham (ricordate Il rapporto Pelican? Complesso e cervellotico, ma grandioso), ma in un film che dovrebbe prima di tutto inquietare non vanno molto bene. Paradossalmente, Red Dragon è troppo fedele al romanzo da cui è tratto, segue con troppa attenzione il processo investigativo di Will Graham, e perde di vista i punti intorno a cui Harris aveva fatto ruotare la sua opera: il duello a distanza Graham/Lecter; la figura stessa dello psichiatra cannibale, che nel film è intrigante come sempre grazie a uno strepitoso Anthony Hopkins, ma con cui la sceneggiatura non è affatto clemente; il personaggio di Freddy Lounds, una vera delizia sulla carta, e purtroppo poco più una macchietta sullo schermo, salvata, ancora una volta, dal grandissimo Philip Seymour Hoffman. Ed ecco che ci si accorge come siano gli interpreti a risollevare un film che di per sé avrebbe qualche falla di troppo. Un merito, tuttavia, Ratner ce l’ha, ed è quello di aver saputo rendere degnamente la figura di Francis Dolarhyde: grazie anche a Ralph Fiennes, il serial killer di turno è una figura di grandissimo spessore, molto più del killer de Il silenzio degli innocenti. Il suo travaglio interiore, la sua orribile, straripante schizofrenia sono rese quasi alla perfezione, e le scene in cui è protagonista fanno davvero venire la pelle d’oca. Quasi rivaleggia con Hannibal stesso in quanto a presenza scenica, e questo è un bene. In definitiva, Red Dragon sarebbe un film fantastico, se non fosse che appartiene a una saga che ha già avuto il suo capolavoro, e che quel capolavoro, nonostante i vari tentativi di imitazione (anche in altri campi, come i pur eccellenti Se7en e Il collezionista di ossa), non potrà essere ripetuto. Interpreti : Si legga per una attimo la lista: Anthony Hopkins, Edward Norton, Harvey Keitel, Emily Watson, Philip Seymour Hoffman, Mary-Louise Parker e Ralph Fiennes. Impressionante! Era forse dai tempi di quello straordinario Codice d’onore che non si vedeva un cast tanto ricco di ogni ben di Dio – dal punto di vista artistico-interpretativo, s’intende. Onestamente non so da dove cominciare, quindi comincio dall’inizio. Hopkins non interpreta Lecter, Hopkins è Lecter. Inquietante, da brivido, e nonostante egli dichiari nelle interviste di essere solo un salariato che fa il suo lavoro, l’impressione che dà è di un’identificazione magistralmente riuscita. Norton è l’enfant prodige della Hollywood anni ‘90, subito nominato all’Oscar® dopo la prima uscita in Schegge di paura, e in seguito ottimo interprete, tra gli altri, di American History X. Qui è magari un po’ chiuso in un ruolo che Ted Tally non sa rendere alla perfezione, ma dimostra comunque il suo grande talento. Harvey Keitel è Harvey Keitel, fisicamente incapace di recitare male: bastano il suo volto da Indio e la sua voce pastosa a renderlo una figura di supporto più che decente. Watson è una delle migliori (e forse, purtroppo più sottovalutate) attrici britanniche di sempre; Gosford Park, Le onde del destino – fu una scoperta di von Trier, quasi assuefatta al dogma, non si dimentichi – qualunque cosa faccia la fa bene, e il suo ritratto di Kathy, qui, lascia senza fiato per la sua potenza espressiva. E lo stesso si può dire di Mary-Louise Parker, un’altra interprete di talento che non ha avuto la possibilità di esprimersi come avrebbe potuto e dovuto. Philip Seymour Hoffman è forse la maggior sorpresa degli ultimi anni: venuto alla luce, artisticamente, in Twister, è passato da un ruolo drammatico all’altro e in modo sempre eccezionale, raggiungendo il picco in Happiness, sfiorando l’Oscar® con Magnolia. È sempre in grado di regalare interpretazioni indimenticabili qualunque sia il suo ruolo, e non è poco. C’è da sperare che ottenga un riconoscimento importante, prima o poi.E per concludere, Ralph Fiennes. La critica si è sempre divisa su questo attore, giudicandolo ora uno scapolone impenitente incapace di vera recitazione, ora una specie di "nuova stella del firmamento hollywoodiano". Io propendo più per la seconda: è un interprete grandioso, che non ha sbagliato un film (va be’, forse Un amore a cinque stelle con Jennifer Lopez poteva risparmiarselo!), che è passato dal ruolo intenso e fascinoso de Il paziente inglese alla follia di Spider, dai fasti richiesti da Kathryn Bigelow per Strange Days al cinema d’azione con The Avengers. Qui è al suo primo vero ruolo da ‘cattivo’, e riesce alla perfezione là dove Tom Noonan, nel 1985, aveva quasi fallito, e cioè nel dar vita ad un personaggio di grande profondità emotiva con classe e umiltà. Complimenti. Musica : Il destino gioca strani scherzi, non è così? Pur funzionando alla perfezione nel film, creando atmosfera e tutto, la colonna sonora scritta da Danny Elfman per Red Dragon è tutt’altro che buona; ha i suoi momenti, sì, ma è musicalmente poco interessante, povera dal punto di vista tematico e in generale non ben conforme all’atmosfera della storia. Meglio aveva fatto Howard Shore, che con le sue melodie asettiche fatte di soli violini aveva svolto un ottimo lavoro per Il silenzio degli innocenti. Eppure, per quella strana ironia di cui sopra, è Hans Zimmer ad avere la meglio su tutti, componendo per Hannibal una delle migliori colonne sonore degli anni ‘90; il fatto che venga dal peggiore dei tre film di questa saga è, appunto, solo uno strano scherzo del destino...Tecnica : ... e lo stesso dicasi per l’aspetto tecnico. Fotografia a parte, Hannibal troneggiava su Il silenzio degli innocenti da quasi tutti i punti di vista, in generale perché Ridley Scott dà una pista su tutto a Jonathan Demme sei giorni su sei e due volte la domenica. Red Dragon è, semplicemente, inferiore a entrambi. So che ridurre una recensione a un semplice confronto fra i tre film sarebbe riduttivo. Certo è che mentre Hannibal si abbandonava a virtuosismi stilistici, a volte anche eccessivi, Red Dragon è molto più elementare, più essenziale, senza troppi fronzoli, ma anche senza un vero e proprio taglio conferito dal regista. Dall’altra parte, questo è anche un bene, poiché non ci sono gravi cadute di stile in alcun campo: fotografia più che buona, montaggio azzeccato, costumi e scenografia a posto, uso intelligente degli effetti sonori e visivi. Alla fine, è probabilmente il tatuaggio di Francis Dolarhyde, che ha richiese otto ore di trucco per essere applicato, a lasciare il segno nella memoria dello spettatore.In generale : Sono convinto che molti film, molti più di quanti si possa immaginare, abbiano qualcosa, non importa cosa, per cui essere ricordati. Persino The Cell, uno dei thriller più scadenti mai visti al cinema, è memorabile per quanto riguarda costumi e scenografia, che sono davvero senza precedenti (e probabilmente senza successori). In Red Dragon, a mio parere, l’unico elemento distintivo è lui, sempre e soltanto lui, Hannibal "The Cannibal" Lecter, il miglior cattivo della storia del cinema. Hopkins lo interpreta perfettamente, ma l’aura di Hannibal, il modo in cui aleggia sulla storia va oltre la performance artistica del suo interprete, e fa di Red Dragon un film ‘della saga’ a tutti gli effetti. È sufficiente? Vi piacerà. Non basta? Potrebbe non piacervi. Sì, a volte è così semplice.Quattro stelle. |
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In breve… _ |
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Curiosità _ |
Þ Dante Spinotti è direttore della fotografia qui e lo era stato anche in Manhunter. È il preferito di Michael Mann, che con lui ha girato anche L’ultimo dei Mohicani e Heat.Þ Frankie Faison è l’unico a essere apparso in tutti e quattro gli adattamenti cinematografici dei romanzi di Harris, poiché faceva parte del cast anche di Manhunter (ma in un ruolo diverso).Þ Harvey Keitel interpreta il ruolo che fu di Dennis Farina in Manhunter. Anche in Get Shorty (1995) Keitel interpreta il ruolo che è di Dennis Farina nel "film all’interno del film".Þ Il "tatuaggio" sulla schiena di Ralph Fiennes ha richiesto otto ore di trucco per essere applicato.Þ Il carattere cinese "chu", nel gioco del Mah Jongg vuol dire "centro", e infatti è il tassello centrale all’inizio della partita. Esso si traduce come "drago rosso" soltanto nella versione inglese del gioco.Þ Il film contiene diverse scene di nudo integrale di Ralph Fiennes, di cui una frontale; inizialmente doveva essere tagliata, ma poiché si tratta più che altro di un "flash" la produzione decise di lasciarla.Þ Il personaggio di Francis Dolarhyde è vagamente ispirato a un serial killer realmente esistito, nella zona di Wichita, che si faceva chiamare "Bind, Torture, Kill" (= lega, tortura, uccidi... blaah).Þ Il regista Brett Ratner (The Family Man) ha anche diretto Rush Hour 2, in cui compare un casino chiamato "Il drago rosso"... tant’è vero che il titolo Italiano di Rush Hour 2 fu proprio Colpo grosso al drago rosso.Þ Le voci di "nonna Dolarhyde" e di "Francis da bambino" sono eseguite rispettivamente da Ellen Burstyn e da Alex D. Linz, la prima una grande attrice di fama mondiale (L’Esorcista), il secondo uno dei più giovani e migliori doppiatori statunitensi (Titan A.E.).Þ Nel ‘cast’ figura anche la produttrice esecutiva Veronica De Laurentiis, nei panni di una delle ospiti alla festa indetta da Lecter all’inizio. Sempre nelle scene iniziali, nel concerto a teatro, il direttore d’orchestra è Lalo Schifrin, storico compositore degli anni d’oro della Hollywood musicale (autore, tra le tante altre cose, del famigerato tema di Mission: Impossible). Un altro cammeo eccellente sarebbe stato quello di Frank Langella, che avrebbe dovuto doppiare la voce fuori campo del "drago rosso", ma tutte le sue sequenze furono tagliate in fase di montaggio.Þ L’ho visto… 1 volta in DVD.Þ Ci sono quattro errori in questo film. |
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Valutazione _ |
HHHH |
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PREMI |
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London Critics Circle Film Awards (ALFS ®) – attrice NP (Emily Watson) |
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World Stunt Awards (Taurus ®) – miglior stunt con il fuoco (per la scena della sedia a rotelle in fiamme) |
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Young Artist Award ® – giovane attore (10- anni) in un film cinematografico (Tyler Patrick Jones) |
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Claud ® (i miei premi) – nessuno |
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NOMINATION |
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Saturn ® – miglior film: azione/avventura/thriller, attore NP (Ralph Fiennes), attrice NP (Emily Watson) |
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Empire Award ® – miglior attrice britannica (Emily Watson) |
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Hollywood Makeup Artist and Hair Stylist Guild ® – miglior trucco per un personaggio (Ralph Fiennes) |
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Sitges ® – miglior film |
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Claud ® (le mie nomination) – miglior film: thriller/horror, miglior cast |
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SEI GRADI DI SEPARAZIONE Ralph Fiennes con… Michael Crichton (autore): |
1 . Ralph Fiennes recita con Angela Bassett in Strange Days (‘95);2. Bassett recita con Jena Malone in Contact (‘97); 3. Malone recita con Ron Eldard in Bastard: Out of Carolina (‘94). 4. Eldard ha fatto parte per tre anni del cast della serie televisiva ER (‘94-??), che è stata creata da Michael Crichton. Naturalmente, sarebbe bastato dire che Fiennes recita in questo film, che è un adattamento di un romanzo di Thomas Harris, e che sia Harris che Crichton sono autori di grido… ma sarebbe stato troppo facile, hehe. |
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da 1. a 4. Anthony Hopkins – da 5. a 7. Edward Norton – da 8. a 11. Ralph Fiennes – 12. Harvey Keitel –
13. e 14. Emily Watson – 15. e 16. Anthony Hopkins e Edward Norton – da 17. a 19. Ralph Fiennes
e Emily Watson – 20. Edward Norton e Harvey Keitel – 21. Edward Norton e Mary-Louise Parker –
22. Philip Seymour Hoffman, Harvey Keitel, Edward Norton – 23. Mary-Louise Parker, Tyler Patrick Jones –
da 24. a 26. Fotografie dal set – da 27. a 30. Sfondi per il desktop – da 31. a 34. Alcuni poster ufficiali del film.
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