(id.)

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HHH½

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Fantascienza: drammatico

USA
2002

99’

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Musica

Scritto da

Basato su

Diretto da

Cliff Martinez
(HHH)

Steven Soderbergh

"Soltaris"
di Stanislaw Lem
(romanzo)

Steven Soderbergh

 

 

Personaggi e interpreti:

George Clooney_
Natascha McElhone_
Viola Davis_
Jeremy Davies
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Ulrich Tukur
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Chris Kelvin
Rheya
Gordon
Snow
Gibarian

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Slogan_

"Fin dove ti spingeresti per una seconda chance?"
How far will you go for a second chance?

"Ci sono posti in cui l’uomo non è pronto ad andare."
There are some places man is not ready to go.

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Trama_

Lo psichiatra Chris Klein viene inviato sull’astronave Athena, da cui non si hanno risposte da diversi giorni, per investigare su strani fenomeni che stanno accadendo ai membri dell’equipaggio, ed eventualmente per riportarli indietro. A bordo trova che il tecnico Snow e la dottoressa Gordon sono gli unici sopravvissuti di un equipaggio di cinque. Dopo la prima notte, Kelvin si risveglia e trova sua moglie Rheya accanto a sé. Rheya è morta mesi prima.

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Commento_

Il film: Nel 1968 Stanley Kubrick rivoluzionava il mondo, e non solo quello del cinema, con 2001: Odissea nello spazio. Tre anni dopo arrivò Solyaris, dal maestro russo Andrej Tarkowskij, e il suo film venne considerato "la risposta sovietica a 2001". Oggi, stabilire quale sia il migliore tra i due è piuttosto facile, ma va detto che, per quanto poco accessibile (ancor meno di 2001), il Solaris di Tarkowskij è uno dei massimi capolavori della fantascienza del dopoguerra. Non nego che la notizia che ne sarebbe stato fatto un remake, e per giunta da Americani, mi abbia fatto accapponare la pelle, all’inizio. Dopo aver saputo che il regista sarebbe stato Cameron o Soderbergh, però, mi sono rilassato, certo che qualunque fosse il risultato non mi sarei trovato a dire: "È una sciocchezza". Avevo ragione, ma ora, col senno di poi, avrei voluto essere un po’ più entusiasta.

"Solaris" di Steven Soderbergh è un film eccellente, davvero un capolavoro, che però si trova a dover sostenere il confronto col suo nobile predecessore. È inutile tentare di astrarsi, di separare le due cose: a parole ci riescono tutti, nei fatti quasi nessuno. Per me che ho visto e amato (anche se è stato un po’ noiosa) la versione originale, questa altro non è che una revisione, quasi un adattamento televisivo, o un’edizione ridotta, sia in lunghezza che in contenuti. Ciò detto, se in futuro vorrò rivivere questa storia e le emozioni che trasmette, poiché sono fondamentalmente pigro finirò per preferire il film di Soderbergh a quello di Tarkowskij, semplicemente perché è più immediato.

Troppo, questo è sicuro, tanto da sorprendere quando, dopo appena un’ora e mezzo, iniziano i titoli di coda. Il concetto è lì, per carità, i significati di fondo pure, ma dalla storia è stato tolto tutto ciò che è ridondante. Ciò la rende più scorrevole e sicuramente più accessibile a tutti, ma in qualche modo anche meno profonda, perché quell’ora in più nel film del 1972 serviva a incamerare al meglio ogni sfaccettatura dei personaggi, degli eventi, delle considerazioni scientifiche e filosofiche che la trama sollevava. Ne risulta inevitabilmente che questa versione del 2002 appaia affrettata, così come i personaggi, con la sola eccezione di Kelvin, che è abbastanza ben scritto, appaiano bidimensionali.

La storia è fedele a quella del film originale, e ovviamente, in primo luogo, al romanzo di Stanislaw Lem così ingiustamente snobbato ai premi Hugo e Nebula. Peccato che il dramma di Kelvin non sia, a mio parere, abbastanza ben sviscerato da Soderbergh, che spesso glissa su alcuni fatti o emozioni importanti, finendo per far gigioneggiare Clooney in modo talvolta eccessivo. La ricostruzione della astronave Athena è molto fascinosa (così come l’impatto visivo dell’intero film), ma sono i flashback della vita di Chris e Rheya a rubare la scena: semplici, schietti, fattivi eppure molto intensi, con scene che ricordano Traffic per la loro semplicità, efficacia e drammaticità.

Altro punto che avrei voluto vedere più approfondito è il "pianeta". Chi o che cosa è Solaris? Un pianeta vivo? Abitato da esseri di energia che non si rendono conto del loro impatto sugli esseri umani? Nel suo lavoro, Tarkowskij aveva provato ad analizzare questo aspetto, sebbene anch’egli con risultati non eclatanti, e aveva provato a delineare un tema molto fascinoso, e cioè che le presenze all’interno di Solaris siano una sorta di nemesi dell’umanità, un leviathan della psiche che riflette tutto ciò che vogliamo e desideriamo, come un in nexus che possiamo controllare (un tema, questo, molto sfruttato dalla fantascienza di ogni tempo, dal meraviglioso Marte è il paradiso! di Ray Bradbury, del 1948, a vari episodi di Star Trek). Soderbergh pare dimenticarsene, e s’incentra invece – e troppo – sulla figura di Rheya come creatura che non sa di non essere un umana e che, quando se ne accorge, viene colta da un senso di colpa dalla natura suicida che c’entra ben poco con tutto il resto. E alla fine, di Solaris e dei suoi "visitatori" non sappiamo nulla se non che sono fatti di chissà quali particelle, cosa che Soderbergh spiega con un po’ di techno-chiacchiere che non si sentirebbero neanche in Star Trek: Voyager.

Interpreti: devo ammetterlo: secondo me George Clooney è un buon attore. Sarà che ci rivedo sempre il dr. Ross di ER, in cui era straordinario, ma non ho ancora trovato un film in cui abbia recitato male. The Peacemaker, Out of Sight, Fratello dove sei, Ocean’s Eleven... Batman & Robin... okay, uno l’ho trovato! :-) Scherzi a parte, è un interprete valido, magari incapace di una vasta gamma di espressioni (diversamente dall’altro grande gigione Cruise, spesso Clooney non sa apparire veramente "triste" o "pazzoide") ma in grado di tirare fuori il massimo da quelle che ha. E poi ha un ottimo linguaggio del corpo, tiene bene la scena, ha presenza e statura. In Solaris non fallisce, dando a Kelvin uno spessore niente male, facendone l’unico personaggio appena tridimensionale del film. Anche Natascha McElhone è una buona attrice (The Truman Show, Ronin...), e nonostante qui reciti bene il suo personaggio è, a mio parere, tra i meno convincenti della sceneggiatura. Volti relativamente nuovi sono Viola Davis e Jeremy Davies, quest’ultimo già visto in Twister e qui la "punta interpretativa" del cast: folle, fuori dal mondo, pacificamente alienato, è una delizia a ogni battuta, soprattutto in lingua originale.

Musica: da amante della musica per il cinema, devo confessare che Cliff Martinez non mi è mai piaciuto. Ascoltare un suo CD (Traffic, Narc...) significa spesso addormentarsi dopo qualche minuto, almeno per me. Il punto è che non c’è anima nella sua musica, non c’è una struttura tematica, non c’è uno sviluppo, quasi è indipendente dalla storia e va per fatti suoi (una caratteristica, questa, che è apprezzabile solo e soltanto in presenza di ordine, che qui manca). Tuttavia, nei film le sue note prolungate, le sue evoluzioni elettroniche e le sue folli rapsodie sincopate funzionano dannatamente bene. Era così in Traffic ed è così in Solaris, dove molte sequenze, soprattutto quella dell’incubo in cui Chris rivive la morte di Rheya, vengono decisamente migliorate dall’apporto del compositore. Ciò detto, anche ascoltandola su CD, Solaris è la miglior colonna sonora di Martinez fino ad oggi. Ma è ancora troppo poco perché superi la (mia) sufficienza.

Tecnica: perfetta. Da questo punto di vista ai film di Soderbergh si può dire poco o niente. Fotografia meravigliosa (curata dallo stesso regista, con il solito pseudonimo di Peter Andrews), montaggio lento e cadenzato, mai frettoloso, ottima cura per ogni aspetto visivo, dalla bellissima scenografia futuristica ai grandiosi effetti visivi, dai costumi di Milena Canonero – un delizioso intreccio tra la fantascienza classica, gli anni ‘70 e lo stile dark imposto da Matrix – al sonoro coinvolgente. Tutto eccellente, e fa guadagnare almeno una mezza stella.

In generale: come dicevo prima, in futuro potrei voler rivedere questa versione di Solaris e non quella di Tarkowskij. La si veda non come un tentativo di eclissare il film precedente, ma come una sorta di tributo... stringato. Una specie di riassunto, di consumazione rapida e indolore. Troppo rapida e troppo indolore, naturalmente, altrimenti il giudizio andrebbe ben oltre le tre stelle e mezzo, ma è comunque un buon film. Diciamo che se tutto fosse ridotto a un semplice "sì o no", senza possibilità di vie di mezzo, Solaris per me sarebbe un sì. Ma pronunciato senza troppa enfasi. :-)

Tre stelle e mezzo.

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In breve…_

 La storia è ancora intrigante. Tecnicamente eccelso. Buoni interpreti. Musica accattivante. Spettacolare ma mai banale, intenso ma mai noioso.

 Affrettato. Non esaurisce a fondo un tema troppo importante: tralascia troppi aspetti che meritavano almeno mezzora in più di film. McElhone fuori parte.

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Curiosità_

Þ Il film è costato 47 milioni di dollari alla Lightstorm Entertainment, e ne ha incassati poco meno in tutto il mondo (soltanto 16 negli USA!). Per un film dove George Clooney appare nudo, è una cifra relativamente bassa! :-)

Þ In ogni scena ambientata sulla Terra, fuori sta piovendo (come, tra l’altro, in Blade Runner).

Þ I nomi dei personaggi sono più meno gli stessi del film di Andrej Tarkowskij: Kris Kelvin è diventato Chris Kelvin, Khari è diventato Rheya, Snauth è diventato Snow, Gibaryan è diventato Gibarian.

Þ La MPAA, la società americana che regola i divieti cinematografici, aveva valutato Solaris come "R" (= restricted, ovvero tutti i minorenni sarebbero dovuti essere accompagnati da maggiorenni) per via di alcune scene di nudo di George Clooney, ma Soderbergh fece reclamo: altri film molto più osé e più violenti di questo non avevano avuto tali restrizioni. Dopo averlo valutato, la MPAA accettò il suo reclamo.

Þ La poesia citata è "And Death Shall Have No Dominion" (= e la morte non dominerà), del poeta novecentesco statunitense Dylan Thomas.

Þ Originariamente James Cameron avrebbe anche dovuto dirigere il film, ma infine si "limitò" a produrlo. Per il ruolo di Kelvin fu considerato anche Daniel Day-Lewis.

Þ L’ho visto… 1 volta in DVD.

Þ Non sono ancora stati trovati errori in questo film.

Þ Ottima edizione video, audio discreto. Lingue: Italiano, Inglese. Sottotitoli: Italiano, Inglese, Spagnolo, Portoghese, Croato, Francese. Extra brevi ma piuttosto interessanti: uno speciale sul film a cura dell’emittente televisiva americana HBO (13’) e un dietro le quinte ben realizzato (17’). Inoltre il commento audio da parte di Steven Soderbergh e James Cameron e, novità, l’intera sceneggiatura, schermata dopo schermata. Non l’avevo mai vista prima in un DVD :-)

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Scene_
da vedere_

L’arrivo sulla Athena – Il sonno di Chris – L’incubo di Chris e il ricordo della morte di Rheya.

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Valutazione_

HHH½

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PREMI

 

Golden Satellite® – suono

 

Claud® (i miei premi) – nessuno

 

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NOMINATION

 

Saturn® – miglior film: fantascienza, attore P (George Clooney), attrice P (Natascha McElhone)

Berlino (Orso d’Oro®) – miglior film

Golden Satellite® – attore NP in un film drammatico (Jeremy Davies)

 

Claud® (i miei premi) – miglior film: fantascienza

 

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SEI GRADI DI SEPARAZIONE

Natascha McElhone con… Brad Pitt:

1. Natascha McElhone recita con Jim Carrey in The Truman Show (‘96).
2. Carrey è stato fidanzato per un periodo con Jennifer Aniston, sul finire degli anni ‘90.
3. Jennifer Aniston è l’attuale moglie di Brad Pitt.

Che cos’è questa roba?

 

 

Cosa pensate della recensione? Siete d’accordo? Avete idee diverse? Parliamone insieme!

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IMMAGINI dal FILM

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46. __47. __48.

49. __50. __51.

52. __53. __54.

 

da 1. a 14. George Clooney è Chris Kelvin – da 15. a 26. Natascha McElhone è Rheya –
da 27. a 30. Viola Davis è Gordon – da 31. a 34. Jeremy Davies è Snow – 35. e 36. Ulrich Tukur
da 37. a 41. George Clooney e Natascha McElhone – 42. e 43. George Clooney, Natascha McElhone,
Viola Davis e Jeremy Davies – 44. George Davis e Viola Davis – 45. George Davis e Shane Skelton
da 46. a 48. Il regista Steven Soderbergh con gli interpreti sul set – 49. I produttori Rae Sanchini e Jon Landau
50. Sfondo per il desktop – da 51. a 54. Poster ufficiali del film.

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INDICE M/Z