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“SORRIDERNE SI PUÒ”

DISEGNI E CARTONI ANIMATI AL SERVIZIO DELLA DISABILITÀ 

di Stefano Borgato

 

L'intelligenza del sorriso     

Un celebre filosofo (Henri Bergson) disse: «Il comico nasce quando uomini riuniti in gruppo dirigono l’attenzione su uno di loro, facendo tacere la loro sensibilità ed esercitando solo la loro intelligenza».

Non credo che abbiamo pensato a questo quando abbiamo deciso di puntare sui disegni e sui cartoni animati come mezzo per comunicare i problemi di cui si occupa la nostra Associazione. Però è certamente il concetto giusto per parlare di quello che abbiamo cercato di fare.

Bisogna prima spiegare un’altra piccola cosa: c’è una differenza importante tra ridere e sorridere.

La risata può essere grassa, sincera, sguaiata, rumorosa. Può essere liberatoria, cioè proprio far bene alla salute, nell’aiutare a “buttar fuori” quello che fa male o che inquieta “dentro”.

Il sorriso invece non è mai né sguaiato né rumoroso. E’ sempre un fatto intimo, frutto di riflessione a volte anche profonda.

Insomma, per dirla molto semplicemente, la risata viene dalla pancia, il sorriso dal cervello e come tale richiede un esercizio di riflessione e di intelligenza complesso. Si può anche dire che la risata è spontanea, il sorriso è il frutto di una scelta.

Perché raccontare tutto ciò? Per far capire che con le nostre vignette, i calendari, i cartoni animati, siamo nel campo del sorriso e non della risata. Infatti, i problemi di cui si parla (malattie gravi, handicap, persone che stanno male e che soffrono) presi in sé sono pesanti, delicati, spesso drammatici. Perché allora sorridere di questi problemi? Perché per farlo ci vogliono appunto la riflessione e l’intelligenza. E dopo il primo impatto “simpatico”, “divertente”, sono la riflessione e l’intelligenza che aiutano a formarsi un’idea precisa sui problemi che si stanno esponendo.

In poche parole: la risata è come un’ubriacatura che fa star bene, ma poi passa e va e spesso ci si dimentica di quello che si è fatto e visto durante la sbornia. Il sorriso resta e dapprima fa riflettere sulla battuta del disegno o del cartone animato, poi su “quello che c’è sotto”.

"Le grandi vignette di DM"    

Nata quasi per scherzo, la rubrica delle Grandi vignette di DM, che occupa da dieci anni la quarta di copertina del giornale nazionale della UILDM, è diventata via via un fenomeno sempre più interessante. Basti pensare a tutte le Sezioni UILDM che hanno utilizzato questa o quell’immagine per realizzare magliette di successo o a quelle Associazioni ed Enti Pubblici locali (Comuni, Province, Regioni) che hanno chiesto l’utilizzo dei disegni per mostre, manifestazioni e altre iniziative. L’attenzione quindi è davvero sorprendente, anche da parte di molti “non addetti ai lavori”.

 

Ma come incominciò tutto questo? Riflettendo sull’idea di coinvolgere “i più grandi disegnatori d’Italia”, e perché no “d’Europa”, o addirittura “del mondo”... a rendersi utili al nostro giornale e all’Associazione, con una propria immagine dedicata al tema della disabilità.

A quel punto ci siamo messi in moto, sulle tracce di tanti personaggi, puntando però subito a nomi importanti del settore, come Bruno Bozzetto, Altan (il creatore della Pimpa) e Silver (Lupo Alberto). Abbiamo avuto fortuna, perché ci hanno detto subito di sì: e così una strada si è aperta.

Da un’idea del momento, e partendo da un tema molto ampio - “semplicemente” la disabilità” - tutti i personaggi che hanno risposto alla richiesta di inviare un proprio disegno si sono sbizzarriti a interpretare a modo loro l’argomento, con risultati dagli esiti talora sorprendenti, che hanno dimostrato come sia possibile coniugare temi seri con il sorriso e la bonarietà.

Inutile dire che prendere contatto con nomi “mitici” come quelli che hanno aderito alla richiesta è stato in certi momenti entusiasmante, anche perché - in genere - il rapporto instaurato per l’occasione ha avuto quasi sempre un seguito.

E così con Bruno Bozzetto ci si è accordati per un’intervista - successivamente realizzata - sul suo modo di fare cartoni animati da più di trent’anni, incantati ad ascoltare i suoi racconti sui “rumori” da abbinare alle immagini, e di come lui si sia ispirato qualche volta addirittura allo stropiccìo dei maccheroni appena scolati dalla pentola.

Silver, dal canto suo, con la sua curiosa agenzia McK (“McKenzie Syndicate”, ovvero sindacato della famiglia di animali protagonisti delle sue vignette), ci ha detto di non voler “mettere in carrozzina” Lupo Alberto e ha così voluto farci un grande regalo, “travestendo da disabile” un personaggio che di solito non ama raffigurare, ovvero se stesso!

Abbiamo raccolto l’imbarazzo di personaggi navigati che ormai fanno parte della storia del disegno satirico italiano, come Emilio Giannelli, Alfredo Chiàppori e lo stesso Bozzetto, nell’affrontare temi mai trattati, timorosi, come degli scolaretti, di “offendere la sensibilità di qualcuno”.

Abbiamo apprezzato la “fulmineità” di un Giuliano, di un Sergio Staino, di un Massimo Bucchi che probabilmente già nel corso della nostra prima telefonata avevano ultimato la loro creazione, mentre con Altan, il più “misterioso” di tutti, abbiamo avuto la fortuna di ottenere in concessione uno dei suoi disegni forse più aggressivi e amari (quello “dello zoppo”) e un altro, recentissimo, che fotografa mirabilmente “il mondo che cambia” e l’esigenza da parte di tutti - anche delle persone disabili - di aggiornarsi continuamente di fronte alle nuove tecnologie.

Abbiamo avuto la disponibilità di un “grande vecchio”, come Osvaldo Cavandoli, a mettere il suo Signor Linea al servizio della UILDM per numerose iniziative (in ambito di trasporti, di sport e altri).

E il compianto Jacovitti, con il quale decidemmo che un suo disegno sull’hockey in carrozzina poteva essere più importante di cento articoli per promuovere “lo sport dei distrofici”.

Un discorso a sé meritano vere e proprie “star internazionali”, come Quino, “l’uomo di Mafalda”, rintracciato per caso tramite la sua agenzia italiana, che dal suo rifugio “misterioso”, in qualche parte dell’Europa, ha dato la piena disponibilità alla pubblicazione di alcune sue strisce, rigorosamente in bianco e nero. E Mordillo, contattato a Parigi - letteralmente dopo due anni di ricerche - che ci ha detto subito di non voler disegnare nulla di specifico sulla disabilità. E allora abbiamo raccolto la sua “sfida”, di cercare una sua immagine - tra le mille e più realizzate - che fosse adatta alla nostra rubrica. Alla fine ci sembra di averla trovata (un omino che per baciare “la sua bella” da un appartamento “sepolto” ai piani alti di un grattacielo, piega l’edificio con un lazo) e in molti l’hanno apprezzata.

Altri personaggi ci hanno stupito per l’intuizione rapida con la quale hanno capito il significato dei disegni: ad esempio Luca Novelli, che senza alcuna nostra spiegazione, ha raffigurato una significativa carrozzina “travestita” da rombante motocicletta, con i vari adesivi che ricordano il mondo della Formula Uno e che ricoprono effettivamente gli ausili di tanti ragazzi soci della UILDM. E Andrea Valente, che ha puntato sulla sua simpatica “pecora nera”, per richiamare l’attenzione su un concetto tanto fluido, “scivoloso” e relativo, come la diversità.

Ma in genere, da parte di tutti, la disponibilità è stata tanta, con personaggi come i bolognesi Zap & Ida, i romani Manetta e D’Alfonso, Massimo Caviglia, già “vedovo” di Stefano Disegni, ma autore per noi di un’immagine efficace, realizzata con tecnica nuova, assieme a due giovani collaboratori (Modigliani e Sala). Senza dimenticare un vero “maestro dei cartoni animati”, come Lele Luzzati, che ci ha voluto “regalare” il suo personaggio di una vita, Pulcinella, seduto su una carrozzina inseguita da un carabiniere.

 

Oggi Le grandi vignette girano anche in Internet (www.uildm.org/dossier/vignette/), alcune persone in più le possono vedere e costituiscono un messaggio importante di come si possa sorridere su tutto, specie se a farlo sono persone sensibili, professionali e pronte a raccogliere ogni più piccolo messaggio che “gira nell’aria”.

Se qualcosa ci ha stupito, infatti, è stato proprio quello di vedere come la maggior parte di questi disegnatori andasse a toccare temi centrali del nostro lavoro quotidiano, veri “tic” e luoghi comuni del mondo della disabilità, senza alcuna imbeccata da parte nostra.

 

 

I calendari del 2000 e del 2001    

«C’è un piccolo problema pratico che in genere viene risolto inconsciamente e meccanicamente: quello del prurito al naso... Di solito infatti non ci si accorge neanche che un dito provvede. Per me invece è un piccolo dramma. Un tormento, talvolta. Sembra che un esercito di formiche si accanisca sul mio naso e vada all’assalto anche delle guance e del mento. Se delle mani amiche arrivano al contrattacco (perché si accorgono del problema interpretando le mie smorfie), tutto è risolto. Ma se sono solo, a nulla vale muovere il naso come un coniglio... Devo mettere in atto una strategia: cerco di concentrarmi intensamente su qualcosa. Un pensiero, un’immagine o una scena di un film... ma spesso passano decine di minuti prima che arrivi qualcuno a sbloccare la situazione! Resto coi miei pensieri e con quell’esercito di formiche...».

Abbiamo scelto la storia di Marco, che ha trent’anni e la distrofia muscolare, sia per illustrare il primo calendario UILDM intitolato Sorriderne si può, sia come “cuore” di uno dei tre cartoni animati di cui ci occuperemo poi.

Il racconto di Marco è un’ottima sintesi di uno dei problemi dei quali ci occupiamo nel nostro lavoro quotidiano: l’assistenza alle persone con un grave handicap fisico. Ed è un’ottima sintesi perché si sofferma su un momento quotidiano, banale per ogni persona, come quello del grattarsi il naso, un gesto istintivo, automatico che diventa un “piccolo dramma” per chi non può usare da solo le mani.

E poi ci sono le “famose” (o “famigerate”) barriere architettoniche che impediscono l’entrata a edifici pubblici (il Comune, l’Ospedale, le scuole) o privati a uso pubblico (bar, ristoranti, alberghi, discoteche, teatri, campi sportivi, spazi concerto ecc.).

E ancora, la possibilità di muoversi in macchina, in autobus, in metropolitana, in treno, in aereo come tutti gli altri, pur portandosi dietro una carrozzina.

E infine riuscire ad andare a scuola, all’università, al lavoro come tutti.

Senza mai dimenticare che se questi sono tutti ostacoli importanti, ma fisici (e quindi più facilmente eliminabili), ci sono anche ostacoli meno visibili: quelli che stanno dentro alle teste. Le chiamano barriere culturali e significa semplicemente che molti ritengono impossibile che una persona con un handicap possa riuscire a fare nella vita le stesse cose degli altri, con le medesime opportunità. Si vedono meno e perciò sono ancora più difficili da trovare e poi da eliminare.

 

Tutti questi problemi sono quelli che cerchiamo di risolvere con il nostro lavoro, con l’Associazione, con il giornale DM. E siccome spesso sono problemi difficili anche semplicemente da spiegare, torniamo al discorso iniziale di far contemporaneamente “sorridere e riflettere”, per aiutare tante persone “distratte” innanzitutto a capirli, quei problemi.

In questo senso, il nostro percorso era già iniziato con le vignette. Ma guardandoci attorno abbiamo visto anche che gli ultimi anni hanno coinciso con una vera e propria “esplosione” di calendari di ogni tipo. La maggior parte con attrici, donne (o anche uomini) dello spettacolo, altri con automobili, prodotti commerciali e così via.

Perché quindi non utilizzare anche noi questo mezzo così diffuso, per mettere assieme le nostre vignette, unendole ad alcune frasi significative tratte dal nostro giornale?

Significava lasciare davanti agli occhi di più persone, per un mese, la stessa immagine e la stessa frase: un mese, cioè, voleva dire ampliare il tempo a disposizione di una persona “per sorridere e riflettere”.

 

E il calendario del 2000 ha avuto un impatto così positivo che l’anno dopo abbiamo deciso di ripetere l’esperienza, con altri disegni e altre piccole frasi, puntando questa volta sulla storia di Stefano e dei muscoli della mente.

«Pratico il gioco degli scacchi, che ho scoperto nel corso degli anni, rendendomi conto via via che è molto affascinante, che dà la possibilità di incontrarsi con persone diverse, di varie classi sociali, e che davanti alla scacchiera ogni handicap come per magia scompare. Non ci sono pregiudizi, invidie, ostilità: c’è solo un mondo dove le menomazioni fisiche o sensoriali non contano nulla e tutto quello che importa è la potenza cerebrale, per poter giocare una partita».

I muscoli della mente, appunto, ben fotografati da Osvaldo Cavandoli nel disegno che ha costituito la copertina del calendario del 2001, anch’esso di grande successo.

Muscoli della mente che funzionano benissimo (anche meglio di quelli degli altri, perché no), quando i muscoli delle braccia, delle gambe o del collo non funzionano per niente.

I "Muscoli di cartone"    

A questo punto quei disegni non restava che “animarli”, “metterli in movimento”: e quindi il passaggio ai cartoni animati era quasi logico.

Logico, ma non certo facile. Infatti, i cartoni animati costano tanti soldi e bisognava anche venire a contatto con dei professionisti del settore.

Noi, però, eravamo certi della nostra scelta: infatti, Il concetto del sorriderne si può era ormai stato capito, prima grazie ai disegni, poi grazie ai calendari.

Ma i cartoni animati avevano addirittura qualcosa in più.

Intanto hanno il vantaggio di non identificare quello che vogliono dire (nel nostro caso i vari problemi della disabilità) con dei volti precisi, cosicché “nessuno si offende”, nessuno si identifica in quella persona che potrebbe essere raffigurata in un film o in un documentario.

E sempre partendo da questo concetto, i cartoni animati hanno un altro grande vantaggio: permettono di esagerare, in tutti i sensi. Non è una persona quella raffigurata, ma è appunto un cartone animato. Quindi può saltare, volare via, cadere nel burrone come Vilcoyote e rialzarsi senza alcun danno. Può fare capriole smisurate, picchiare altri cartoni animati, schizzare in alto e ricadere tranquillamente da cento metri.

Nessuno si fa male, nessuno si offende: si possono far compiere al cartone animato tutte le azioni che si vogliono, ad un attore no, ovviamente.

Questo dà più libertà di creare situazioni curiose e simpatiche e aiuta anche a rendere ancor più chiaro quello che si vuole dire.

 

Alla fine il contatto con i “professionisti” è arrivato: Silvio Pautasso e Giorgio Valentini (La freccia azzurra, La gabbianella e il gatto, oltre a tante esperienze commerciali, come con la Ferrero: le Magicozze, i Magotti, i Lunes). Ci hanno spiegato la difficoltà e i costi dell’operazione, noi abbiamo spiegato loro cosa volevamo trasmettere a chi vedesse i cartoni animati.

E assieme abbiamo lavorato bene. La UILDM - consapevole sia dei costi che delle difficoltà di distribuzione - ha capito l’importanza di questo investimento per far riflettere e ragionare tante persone in più (tenendo anche conto che i cartoni sono stati realizzati nel 2001, ma potranno essere utili ancora per anni) e alla fine sono nati i tre Muscoli di cartone, grazie anche alle voci efficaci (concesse gratuitamente) di Fabrizio Frizzi e Claudio Bisio.

Il titolo della campagna è anch’esso significativo: si riferisce infatti sia alle difficoltà date dalle distrofie muscolari (muscoli che diventano letteralmente “di cartone”), sia al fatto che stavamo scegliendo lo strumento dei cartoni animati (un altro nome possibile era ad esempio Ruote animate).

 

I tre mini-cartoni animati (Decide chi progetta, il più apprezzato dalle persone disabili; La mosca, quello che ha più colpito le persone non disabili; Sport, forse il più simpatico di tutti) affrontano altrettanti argomenti:

- le barriere architettoniche negli autobus (e nei trasporti in generale);  

- l’importanza dell’assistenza alla persona con grave handicap;  

- le potenzialità delle persone con handicap fisico nell’ambito dello sport.  

 

Un lavoro di due anni, con una continua collaborazione per la stesura dei testi e per il miglior abbinamento possibile con le immagini. Con professionisti che hanno scelto efficaci tecniche di racconto (come quella della rivelazione finale dell’handicap, che in due cartoni animati si capisce appunto solo all’ultima scena, cercando quindi di mantenere attento lo spettatore sino alla fine), lavorando con noi, senza alcun problema, cercando a volte, di “esagerare” - come dicevano prima - parlando delle possibilità offerte dai cartoni animati.

Basti pensare all’allenatore “sergente di ferro” (ma in realtà “cuore d’oro”) di Sport, dove si vuole chiaramente mettere l’hockey in carrozzina sullo stesso piano di tutti gli altri sport nei quali gli allenatori “sergenti di ferro” non mancano di certo e spesso aiutano a risvegliare la forza e la reazione degli atleti.

Oppure all’omino in carrozzina che schizza fuori dall’autobus sulle molle: certo, se non fosse stato un cartone animato, questo sarebbe stato impossibile realizzarlo con una persona vera...

 

Conclusioni    

Per il momento il percorso disegni-calendari-cartoni animati si è chiuso. Un quarto cartone sull’amore è rimasto incompiuto, soprattutto per motivi di costi.

Era anche, forse, il più difficile da realizzare, perché parlava appunto di questioni delicate e intime come l’amore e il contatto con l’altro sesso da parte di una persona con disabilità. Insieme agli autori ne avevamo però già pensate alcune versioni possibili.

Dicevo che questo progetto per ora è rimasto in sospeso, ma crediamo che in futuro sarà proprio su temi così profondi che si dovrà lavorare. Infatti, per tornare a quanto si diceva prima sulle barriere fisiche, visibili e su quelle della mente, il lavoro che ci aspetta riguarda proprio le seconde.

Certo, vogliamo che tutti - anche chi si muove con tanta fatica - possano andare a scuola, al lavoro, sugli autobus, ai concerti, al cinema, alla partita: e per questo lavoriamo ogni giorno. Ma crediamo anche che tutti debbano poter andare in vacanza, trovarsi con chi vogliono e quando vogliono, costruire un proprio rapporto d’amore.

E queste saranno le sfide su cui ci impegneremo, senza mai dimenticare l’importanza delle immagini, dei cartoni animati e del sorriso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

* "DM" è il giornale nazionale della 

UILDM 

(Unione Italiana 

Lotta alla Distrofia Muscolare)

 

 

 

 

Nata nel 1961, 

la UILDM è oggi

 presente su tutto il

 territorio nazionale

 con Comitati

 regionali e 

Sezioni provinciali,

 in cui gli iscritti: 

  •  prestano la loro opera a titolo di volontariato, in conformità alla propria professionalità, 

  • collaborano con le strutture universitarie e socio sanitarie, sostenendo la ricerca scientifica sia sulla distrofia muscolare che su altre malattie genetiche.

 Grande importanza ha per l'associazione l'impegno sociale.

 

 Essa lavora pertanto per la piena integrazione sociale delle persone con grave handicap fisico. 

 

Ciò significa che lavora per il superamento delle barriere architettoniche in qualsiasi forma: 

nei trasporti, negli edifici pubblici, nei luoghi di ritrovo e anche di svago, presupposto indispensabile per una vita uguale a quella degli altri.

 Muoversi permette di conoscere, vivere e crescere. 

 

Ma significa anche che lavora per il superamento di altre barriere, culturali e psicologiche. Barriere legate a pregiudizi nei confronti dell'handicap.

 

 Spesso i "normodotati" hanno difficoltà ad entrare correttamente e veramente in relazione con persone che vivono realtà diverse: situazioni spesso difficili e "pesanti" da affrontare, in quanto legate a limitazioni dell'autonomia, 

a sofferenze e talvolta al confronto con la morte.

 

 

 

 

 

 

La UILDM opera anche attraverso la pubblicazione della sua rivista, "DM", che viene distribuita in 45.000 copie ed è consultabile su Internet. 

 

Essa affronta 

temi di carattere medico-scientifico, legislativo e sociale, con interviste a personaggi della politica, 

della cultura, dell'economia, 

della scienza, 

dello spettacolo o dello sport 

in merito alla disabilità e alle 

varie tematiche 

a essa connesse. 

 

Da alcuni anni 

(dal '99) questa rivista pubblica inoltre vignette sul tema della disabilità, 

realizzate in esclusiva da famosi disegnatori che hanno voluto così contribuire a modificare l'immagine culturale della disabilità stessa.

 

 

 

 

 

 

Nella sua opera di sensibilizzazione circa i problemi e i concetti legati alla disabilità, 

la UILDM ha 

inoltre realizzato campagne di pubblcità-progresso che usano lo strumento del cartone animato, che ben si presta a trattare questi temi in modo accattivante ma 

non superficiale.

 

 

 

 

 

 

 

La UILDM è disponibile per organizzare mostre di queste vignette

e la EOS s.r.l. 

(società di servizi legata alla UILDM) per organizzare incontri di sensibilizzazione presso scuole o altre istituzioni. 

 

Per esempio, per le scuole inferiori e superiori vengono proposti incontri di circa due ore - tempo che consente di mantenere viva l'attenzione del pubblico. 

 

Un programma 

di base - adattabile a richiesta -  comprende:

  • Proiezione guidata dei tre cartoni animati che compongono la campagna UILDM Muscoli di cartone. 

  • In parallelo presentazione e spiegazione dei principali disegni che compongono la serie Le grandi vignette di DM.

  • Proiezione guidata del cortometraggio "Homer, la sfortuna di essere normodotato", consistente in una breve antologia, curata dalla redazione di DM, degli episodi della celebre serie televisiva I Simpson, nei quali si parla di disabilità.

  • Oppure, in alternativa, una sintesi di "Vip mio fratello superuomo", un film a cartoni animati di Bruno Bozzetto girato nel 1968 che riesce, attraverso l'ironia, a far riflettere sulla disabilità senza parlarne in modo diretto. 

 

Chi fosse interessato a simili iniziative può contattare:

l'Ufficio Stampa UILDM 

c/o EOS s.r.l. 

Via Vergerio, 19/3 35126 Padova  

tel. 049/8025248 fax 049/8025249

 

Oppure la 

Redazione di DM

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GaiaMente 

ospita con vero

piacere sul suo sito questo intervento di Stefano Borgato proprio in quanto apprezza la volontà di affrontare temi molto delicati 

e legati alla sofferenza con un linguaggio nuovo, che attraverso l'ironia, la satira,

la parodia intende cambiare l'immagine del disabile, e ricordare che è prima di tutto una persona. 

 

Una persona che non va identificata con la sua condizione o malattia, per quanto ciò non sia facile, dato che si deve tenere conto delle sue difficoltà specifiche, delle sue obiettive limitazioni, e nello stesso tempo saper vedere oltre queste.

 

Raggiungere tale obiettivo richiede di liberarsi non solo da pregiudizi ma anche da "tabù", come quelli per cui certe parole non possono essere dette, certi temi non possono essere affrontati, se non con imbarazzo o pietismo. 

 

L'ironia aiuta a raggiungere questa liberazione, è un'arma potente in tal senso. 

 

Però è anche pericolosa: c'è sempre il rischio di superare i limiti, di risultare molesti, di offendere la sensibilità di qualcuno. 

 

Perciò è particolarmente indicato a farne uso chi è oggetto del pregiudizio: il disabile o chi è a esso strettamente legato, per motivi personali o professionali.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un'altra pubblicazione 

della UILDM 

davvero esemplare di questo approccio divergente alla tematica della disabilità è 

"Il Mio Distrofico", 

a cura di Gianni Minasso. 

Non periodica e 

di carattere fortemente satirico-parodistico, tale pubblicazione nasce da importanti esigenze:

  •  raccontare qualcosa sulla distrofia, e più in generale sul rapporto con la malattia, portando alla luce quanto, ufficialmente, non si può riferire in pubblico o, peggio ancora, si deve mascherare.

  •  raccontarlo con levità: i temi sono estremamente seri, ma sono trattati con tanta voglia di divertirsi, e di sdrammatiz- zare, secondo il motto: "Sdrammatiz- zare è sempre meglio che disperare (anche i più cupi pensatori non potrebbero fare a meno di approvare questa ovvietà)".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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