GaiaMente
Centro Per Il Potenziamento Cognitivo
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“SORRIDERNE SI PUÒ” DISEGNI E CARTONI ANIMATI AL SERVIZIO DELLA DISABILITÀ
Un celebre filosofo (Henri Bergson)
disse: «Il comico nasce quando uomini riuniti in gruppo dirigono
l’attenzione su uno di loro, facendo tacere la loro sensibilità ed
esercitando solo la loro intelligenza». Non credo che abbiamo pensato a
questo quando abbiamo deciso di puntare sui disegni e sui cartoni animati
come mezzo per comunicare i problemi di cui si occupa la nostra
Associazione. Però è certamente il concetto giusto per parlare di quello
che abbiamo cercato di fare. Bisogna
prima spiegare un’altra piccola cosa: c’è una
differenza importante tra ridere e sorridere. La risata
può essere grassa, sincera, sguaiata, rumorosa. Può essere liberatoria,
cioè proprio far bene alla salute, nell’aiutare a “buttar fuori”
quello che fa male o che inquieta “dentro”. Il sorriso
invece non è mai né sguaiato né rumoroso. E’ sempre un fatto intimo,
frutto di riflessione a volte anche profonda. Insomma,
per dirla molto semplicemente, la risata viene dalla pancia, il
sorriso dal cervello e come tale richiede un esercizio di
riflessione e di intelligenza complesso. Si può anche dire che la risata
è spontanea, il sorriso è il frutto di una scelta. Perché
raccontare tutto ciò? Per far capire che con le nostre vignette, i
calendari, i cartoni animati, siamo nel campo del sorriso e non
della risata. Infatti, i problemi di cui si parla (malattie gravi,
handicap, persone che stanno male e che soffrono) presi in sé sono
pesanti, delicati, spesso drammatici. Perché allora
sorridere di questi problemi? Perché per farlo ci vogliono appunto
la riflessione e l’intelligenza. E dopo il primo impatto
“simpatico”, “divertente”, sono la riflessione e l’intelligenza
che aiutano a formarsi un’idea precisa sui problemi che si stanno
esponendo. In poche parole: la risata è come un’ubriacatura che fa star bene, ma poi passa e va e spesso ci si dimentica di quello che si è fatto e visto durante la sbornia. Il sorriso resta e dapprima fa riflettere sulla battuta del disegno o del cartone animato, poi su “quello che c’è sotto”. Nata
quasi per scherzo, la rubrica delle Grandi vignette di DM, che
occupa da dieci anni la quarta di copertina del giornale nazionale della
UILDM, è diventata via via un fenomeno sempre più interessante. Basti
pensare a tutte le Sezioni UILDM che hanno utilizzato questa o
quell’immagine per realizzare magliette di successo o a quelle
Associazioni ed Enti Pubblici locali (Comuni, Province, Regioni) che hanno
chiesto l’utilizzo dei disegni per mostre, manifestazioni e altre
iniziative. L’attenzione quindi è davvero
sorprendente, anche da parte di molti “non addetti ai lavori”. Ma
come incominciò tutto questo? Riflettendo sull’idea di coinvolgere “i
più grandi disegnatori d’Italia”, e perché no “d’Europa”, o
addirittura “del mondo”... a rendersi utili al nostro giornale e
all’Associazione, con una propria immagine dedicata al tema della
disabilità. A
quel punto ci siamo messi in moto, sulle tracce di tanti personaggi,
puntando però subito a nomi importanti del settore, come Bruno
Bozzetto, Altan (il creatore della Pimpa) e Silver (Lupo
Alberto). Abbiamo avuto fortuna, perché ci hanno detto subito di sì:
e così una strada si è aperta. Da
un’idea del momento, e partendo da un tema molto ampio -
“semplicemente” la disabilità” - tutti i personaggi che hanno
risposto alla richiesta di inviare un proprio disegno si sono sbizzarriti
a interpretare a modo loro l’argomento, con risultati dagli esiti talora
sorprendenti, che hanno dimostrato come sia
possibile coniugare temi seri con il sorriso e la bonarietà. Inutile
dire che prendere contatto con nomi “mitici” come quelli che hanno
aderito alla richiesta è stato in certi momenti entusiasmante, anche
perché - in genere - il rapporto instaurato per l’occasione ha avuto
quasi sempre un seguito. E
così con Bruno Bozzetto ci si è accordati
per un’intervista - successivamente realizzata - sul suo modo di fare
cartoni animati da più di trent’anni, incantati ad ascoltare i suoi
racconti sui “rumori” da abbinare alle immagini, e di come lui si sia
ispirato qualche volta addirittura allo stropiccìo dei maccheroni appena
scolati dalla pentola. Silver,
dal canto suo, con la sua curiosa agenzia McK (“McKenzie Syndicate”,
ovvero sindacato della famiglia di animali protagonisti delle sue
vignette), ci ha detto di non voler “mettere in carrozzina” Lupo
Alberto e ha così voluto farci un grande regalo, “travestendo da
disabile” un personaggio che di solito non ama raffigurare, ovvero se
stesso! Abbiamo
raccolto l’imbarazzo di personaggi navigati che ormai fanno parte della
storia del disegno satirico italiano, come Emilio
Giannelli, Alfredo Chiàppori e lo
stesso Bozzetto, nell’affrontare temi mai
trattati, timorosi, come degli scolaretti, di “offendere la sensibilità
di qualcuno”. Abbiamo
apprezzato la “fulmineità” di un Giuliano,
di un Sergio Staino, di un Massimo
Bucchi che probabilmente già nel corso della nostra prima
telefonata avevano ultimato la loro creazione, mentre con Altan,
il più “misterioso” di tutti, abbiamo avuto la fortuna di ottenere in
concessione uno dei suoi disegni forse più aggressivi e amari (quello
“dello zoppo”) e un altro, recentissimo, che fotografa mirabilmente
“il mondo che cambia” e l’esigenza da parte di tutti - anche delle
persone disabili - di aggiornarsi continuamente di fronte alle nuove
tecnologie. Abbiamo
avuto la disponibilità di un “grande vecchio”, come Osvaldo
Cavandoli, a mettere il suo Signor Linea al servizio della
UILDM per numerose iniziative (in ambito di trasporti, di sport e altri). E
il compianto Jacovitti, con il quale
decidemmo che un suo disegno sull’hockey in carrozzina poteva essere più
importante di cento articoli per promuovere “lo sport dei distrofici”. Un
discorso a sé meritano vere e proprie “star internazionali”, come Quino,
“l’uomo di Mafalda”, rintracciato per caso tramite la sua agenzia
italiana, che dal suo rifugio “misterioso”, in qualche parte
dell’Europa, ha dato la piena disponibilità alla pubblicazione di
alcune sue strisce, rigorosamente in bianco e nero. E Mordillo,
contattato a Parigi - letteralmente dopo due anni di ricerche - che ci ha
detto subito di non voler disegnare nulla di specifico sulla disabilità.
E allora abbiamo raccolto la sua “sfida”, di cercare una sua immagine
- tra le mille e più realizzate - che fosse adatta alla nostra rubrica.
Alla fine ci sembra di averla trovata (un omino che per baciare “la sua
bella” da un appartamento “sepolto” ai piani alti di un grattacielo,
piega l’edificio con un lazo) e in molti l’hanno apprezzata. Altri
personaggi ci hanno stupito per l’intuizione rapida con la quale hanno
capito il significato dei disegni: ad esempio Luca
Novelli, che senza alcuna nostra spiegazione, ha raffigurato una
significativa carrozzina “travestita” da rombante motocicletta, con i
vari adesivi che ricordano il mondo della Formula Uno e che ricoprono
effettivamente gli ausili di tanti ragazzi soci della UILDM. E Andrea
Valente, che ha puntato sulla sua simpatica “pecora nera”, per
richiamare l’attenzione su un concetto tanto fluido, “scivoloso” e
relativo, come la diversità. Ma
in genere, da parte di tutti, la disponibilità è stata tanta, con
personaggi come i bolognesi Zap & Ida, i
romani Manetta e D’Alfonso, Massimo
Caviglia, già “vedovo” di Stefano Disegni, ma autore per noi
di un’immagine efficace, realizzata con tecnica nuova, assieme a due
giovani collaboratori (Modigliani e Sala). Senza dimenticare un vero
“maestro dei cartoni animati”, come Lele Luzzati,
che ci ha voluto “regalare” il suo personaggio di una vita,
Pulcinella, seduto su una carrozzina inseguita da un carabiniere. Oggi
Le grandi vignette girano anche in Internet (www.uildm.org/dossier/vignette/),
alcune persone in più le possono vedere e costituiscono un messaggio
importante di come si possa sorridere su tutto, specie se a farlo sono
persone sensibili, professionali e pronte a raccogliere ogni più piccolo
messaggio che “gira nell’aria”. Se
qualcosa ci ha stupito, infatti, è stato proprio quello di vedere come la
maggior parte di questi disegnatori andasse a toccare temi centrali del
nostro lavoro quotidiano, veri “tic” e luoghi comuni del mondo della
disabilità, senza alcuna imbeccata da parte nostra.
I
calendari del 2000 e del 2001
«C’è un piccolo problema pratico
che in genere viene risolto inconsciamente e meccanicamente: quello del
prurito al naso... Di solito infatti non ci si accorge neanche che un dito
provvede. Per me invece è un piccolo dramma. Un tormento, talvolta.
Sembra che un esercito di formiche si accanisca sul mio naso e vada
all’assalto anche delle guance e del mento. Se delle mani amiche
arrivano al contrattacco (perché si accorgono del problema interpretando
le mie smorfie), tutto è risolto. Ma se sono solo, a nulla vale muovere
il naso come un coniglio... Devo mettere in atto una strategia: cerco di
concentrarmi intensamente su qualcosa. Un pensiero, un’immagine o una
scena di un film... ma spesso passano decine di minuti prima che arrivi
qualcuno a sbloccare la situazione! Resto coi miei pensieri e con
quell’esercito di formiche...». Abbiamo scelto la storia di Marco,
che ha trent’anni e la distrofia muscolare, sia per illustrare il primo
calendario UILDM intitolato Sorriderne si può, sia come
“cuore” di uno dei tre cartoni animati di cui ci occuperemo poi. Il racconto di Marco è un’ottima
sintesi di uno dei problemi dei quali ci occupiamo nel nostro lavoro
quotidiano: l’assistenza alle persone con un grave handicap fisico. Ed
è un’ottima sintesi perché si sofferma su un
momento quotidiano, banale per ogni persona, come quello del
grattarsi il naso, un gesto istintivo, automatico che diventa un
“piccolo dramma” per chi non può usare
da solo le mani. E poi ci sono le “famose” (o
“famigerate”) barriere architettoniche che
impediscono l’entrata a edifici pubblici (il Comune, l’Ospedale, le
scuole) o privati a uso pubblico (bar, ristoranti, alberghi, discoteche,
teatri, campi sportivi, spazi concerto ecc.). E ancora, la possibilità di muoversi
in macchina, in autobus, in metropolitana, in treno, in aereo come tutti
gli altri, pur portandosi dietro una carrozzina. E infine riuscire ad andare a scuola,
all’università, al lavoro come tutti. Senza mai dimenticare che se questi
sono tutti ostacoli importanti, ma fisici (e quindi più facilmente
eliminabili), ci sono anche ostacoli meno visibili:
quelli che stanno dentro alle teste. Le chiamano barriere
culturali e significa semplicemente che molti ritengono impossibile
che una persona con un handicap possa riuscire a fare nella vita le stesse
cose degli altri, con le medesime opportunità. Si vedono meno e perciò
sono ancora più difficili da trovare e poi da eliminare. Tutti questi problemi sono quelli che
cerchiamo di risolvere con il nostro lavoro, con l’Associazione, con il
giornale DM. E siccome spesso sono problemi difficili anche semplicemente
da spiegare, torniamo al discorso iniziale di far contemporaneamente
“sorridere e riflettere”, per aiutare tante
persone “distratte” innanzitutto a capirli, quei problemi. In questo senso, il nostro percorso
era già iniziato con le vignette. Ma guardandoci attorno abbiamo visto
anche che gli ultimi anni hanno coinciso con una vera e propria
“esplosione” di calendari di ogni tipo. La maggior parte con attrici,
donne (o anche uomini) dello spettacolo, altri con automobili, prodotti
commerciali e così via. Perché quindi non utilizzare anche
noi questo mezzo così diffuso, per mettere assieme le nostre vignette,
unendole ad alcune frasi significative tratte dal nostro giornale? Significava lasciare davanti agli
occhi di più persone, per un mese, la stessa immagine e la stessa frase:
un mese, cioè, voleva dire ampliare il tempo a disposizione di una
persona “per sorridere e riflettere”. E il calendario del 2000 ha avuto un
impatto così positivo che l’anno dopo abbiamo deciso di ripetere
l’esperienza, con altri disegni e altre piccole frasi, puntando questa
volta sulla storia di Stefano e dei muscoli della mente. «Pratico il gioco degli scacchi, che
ho scoperto nel corso degli anni, rendendomi conto via via che è molto
affascinante, che dà la possibilità di incontrarsi con persone diverse,
di varie classi sociali, e che davanti alla scacchiera ogni handicap come
per magia scompare. Non ci sono pregiudizi, invidie, ostilità: c’è
solo un mondo dove le menomazioni fisiche o sensoriali non contano nulla e
tutto quello che importa è la potenza cerebrale, per poter giocare
una partita». I muscoli
della mente, appunto, ben fotografati da Osvaldo Cavandoli nel
disegno che ha costituito la copertina del calendario del 2001,
anch’esso di grande successo. Muscoli della mente
che funzionano benissimo (anche meglio di quelli degli altri, perché no),
quando i muscoli delle braccia, delle gambe o del collo non funzionano per
niente. A questo punto quei disegni non
restava che “animarli”, “metterli in movimento”: e quindi il
passaggio ai cartoni animati era quasi logico. Logico, ma non certo facile. Infatti,
i cartoni animati costano tanti soldi e bisognava anche venire a contatto
con dei professionisti del settore. Noi,
però, eravamo certi della nostra scelta: infatti, Il concetto del sorriderne
si può era ormai stato capito, prima grazie ai disegni, poi grazie ai
calendari. Ma i cartoni animati avevano
addirittura qualcosa in più. Intanto
hanno il vantaggio di non identificare quello che vogliono dire (nel
nostro caso i vari problemi della disabilità) con dei volti precisi,
cosicché “nessuno si offende”, nessuno si identifica in quella
persona che potrebbe essere raffigurata in un film o in un documentario. E
sempre partendo da questo concetto, i cartoni animati hanno un altro
grande vantaggio: permettono di esagerare, in tutti i sensi. Non è
una persona quella raffigurata, ma è appunto un cartone animato.
Quindi può saltare, volare via, cadere nel burrone come Vilcoyote e
rialzarsi senza alcun danno. Può fare capriole smisurate, picchiare altri
cartoni animati, schizzare in alto e ricadere tranquillamente da cento
metri. Nessuno
si fa male, nessuno si
offende: si possono far compiere al cartone animato tutte le
azioni che si vogliono, ad un attore no, ovviamente. Questo
dà più libertà di creare situazioni curiose e simpatiche e aiuta anche
a rendere ancor più chiaro quello che si vuole dire. Alla
fine il contatto con i “professionisti” è arrivato: Silvio
Pautasso e Giorgio Valentini (La
freccia azzurra, La gabbianella e il gatto, oltre a tante
esperienze commerciali, come con la Ferrero: le Magicozze, i Magotti, i
Lunes). Ci hanno spiegato la difficoltà e i costi dell’operazione, noi
abbiamo spiegato loro cosa volevamo trasmettere a chi vedesse i cartoni
animati. E
assieme abbiamo lavorato bene. La UILDM - consapevole sia dei costi che
delle difficoltà di distribuzione - ha capito l’importanza di questo
investimento per far riflettere e ragionare tante persone in più (tenendo
anche conto che i cartoni sono stati realizzati nel 2001, ma potranno
essere utili ancora per anni) e alla fine sono nati i tre Muscoli di
cartone, grazie anche alle voci efficaci (concesse gratuitamente) di Fabrizio
Frizzi e Claudio Bisio. Il
titolo della campagna è anch’esso significativo: si riferisce infatti
sia alle difficoltà date dalle distrofie muscolari (muscoli che diventano
letteralmente “di cartone”), sia al fatto che stavamo scegliendo lo
strumento dei cartoni animati (un altro nome possibile era ad esempio Ruote
animate). I
tre mini-cartoni animati (Decide chi progetta, il più
apprezzato dalle persone disabili; La mosca, quello che ha più
colpito le persone non disabili; Sport, forse il più simpatico di
tutti) affrontano altrettanti argomenti: - le
barriere architettoniche negli autobus (e nei trasporti in generale);
-
l’importanza dell’assistenza alla persona con grave handicap;
- le
potenzialità delle persone con handicap fisico nell’ambito dello sport.
Un
lavoro di due anni, con una continua collaborazione per la stesura
dei testi e per il miglior abbinamento possibile con le immagini. Con
professionisti che hanno scelto efficaci tecniche di racconto (come quella
della rivelazione finale dell’handicap, che in due cartoni
animati si capisce appunto solo all’ultima scena, cercando quindi di
mantenere attento lo spettatore sino alla fine), lavorando con noi, senza
alcun problema, cercando a volte, di “esagerare” - come dicevano prima
- parlando delle possibilità offerte dai cartoni animati. Basti
pensare all’allenatore “sergente di ferro” (ma in realtà “cuore
d’oro”) di Sport, dove si vuole chiaramente mettere l’hockey
in carrozzina sullo stesso piano di tutti gli altri sport nei quali gli
allenatori “sergenti di ferro” non mancano di certo e spesso aiutano a
risvegliare la forza e la reazione degli atleti.
Per
il momento il percorso disegni-calendari-cartoni animati si è chiuso. Un
quarto cartone sull’amore è rimasto incompiuto, soprattutto per
motivi di costi. Era anche, forse, il più difficile
da realizzare, perché parlava appunto di questioni delicate e intime come
l’amore e il contatto con l’altro sesso da parte di una persona con
disabilità. Insieme agli autori ne avevamo però già pensate alcune
versioni possibili. Dicevo che questo progetto per ora è
rimasto in sospeso, ma crediamo che in futuro sarà proprio su temi così
profondi che si dovrà lavorare. Infatti, per tornare a quanto si diceva
prima sulle barriere fisiche, visibili e su quelle della mente, il lavoro
che ci aspetta riguarda proprio le seconde. Certo, vogliamo che tutti - anche chi
si muove con tanta fatica - possano andare a scuola, al lavoro, sugli
autobus, ai concerti, al cinema, alla partita: e per questo lavoriamo ogni
giorno. Ma crediamo anche che tutti debbano poter andare in vacanza,
trovarsi con chi vogliono e quando vogliono, costruire un proprio rapporto
d’amore. E queste
saranno le sfide su cui ci impegneremo, senza mai dimenticare
l’importanza delle immagini, dei cartoni animati e del sorriso.
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* "DM" è il giornale nazionale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare)
Nata nel 1961, la UILDM è oggi presente su tutto il territorio nazionale con Comitati regionali e Sezioni provinciali, in cui gli iscritti:
Grande importanza ha per l'associazione l'impegno sociale.
Essa lavora pertanto per la piena integrazione sociale delle persone con grave handicap fisico.
Ciò significa che lavora per il superamento delle barriere architettoniche in qualsiasi forma: nei trasporti, negli edifici pubblici, nei luoghi di ritrovo e anche di svago, presupposto indispensabile per una vita uguale a quella degli altri. Muoversi permette di conoscere, vivere e crescere.
Ma significa anche che lavora per il superamento di altre barriere, culturali e psicologiche. Barriere legate a pregiudizi nei confronti dell'handicap.
Spesso i "normodotati" hanno difficoltà ad entrare correttamente e veramente in relazione con persone che vivono realtà diverse: situazioni spesso difficili e "pesanti" da affrontare, in quanto legate a limitazioni dell'autonomia, a sofferenze e talvolta al confronto con la morte.
La UILDM opera anche attraverso la pubblicazione della sua rivista, "DM", che viene distribuita in 45.000 copie ed è consultabile su Internet.
Essa affronta temi di carattere medico-scientifico, legislativo e sociale, con interviste a personaggi della politica, della cultura, dell'economia, della scienza, dello spettacolo o dello sport in merito alla disabilità e alle varie tematiche a essa connesse.
Da alcuni anni (dal '99) questa rivista pubblica inoltre vignette sul tema della disabilità, realizzate in esclusiva da famosi disegnatori che hanno voluto così contribuire a modificare l'immagine culturale della disabilità stessa.
Nella sua opera di sensibilizzazione circa i problemi e i concetti legati alla disabilità, la UILDM ha inoltre realizzato campagne di pubblcità-progresso che usano lo strumento del cartone animato, che ben si presta a trattare questi temi in modo accattivante ma non superficiale.
La UILDM è disponibile per organizzare mostre di queste vignette e la EOS s.r.l. (società di servizi legata alla UILDM) per organizzare incontri di sensibilizzazione presso scuole o altre istituzioni.
Per esempio, per le scuole inferiori e superiori vengono proposti incontri di circa due ore - tempo che consente di mantenere viva l'attenzione del pubblico.
Un programma di base - adattabile a richiesta - comprende:
Chi fosse interessato a simili iniziative può contattare: l'Ufficio Stampa UILDM c/o EOS s.r.l. Via Vergerio, 19/3 35126 Padova tel. 049/8025248 fax 049/8025249
Oppure la
GaiaMente ospita con vero piacere sul suo sito questo intervento di Stefano Borgato proprio in quanto apprezza la volontà di affrontare temi molto delicati e legati alla sofferenza con un linguaggio nuovo, che attraverso l'ironia, la satira, la parodia intende cambiare l'immagine del disabile, e ricordare che è prima di tutto una persona.
Una persona che non va identificata con la sua condizione o malattia, per quanto ciò non sia facile, dato che si deve tenere conto delle sue difficoltà specifiche, delle sue obiettive limitazioni, e nello stesso tempo saper vedere oltre queste.
Raggiungere tale obiettivo richiede di liberarsi non solo da pregiudizi ma anche da "tabù", come quelli per cui certe parole non possono essere dette, certi temi non possono essere affrontati, se non con imbarazzo o pietismo.
L'ironia aiuta a raggiungere questa liberazione, è un'arma potente in tal senso.
Però è anche pericolosa: c'è sempre il rischio di superare i limiti, di risultare molesti, di offendere la sensibilità di qualcuno.
Perciò è particolarmente indicato a farne uso chi è oggetto del pregiudizio: il disabile o chi è a esso strettamente legato, per motivi personali o professionali.
Un'altra pubblicazione della UILDM davvero esemplare di questo approccio divergente alla tematica della disabilità è a cura di Gianni Minasso. Non periodica e di carattere fortemente satirico-parodistico, tale pubblicazione nasce da importanti esigenze:
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