Luca Scarlini La copertina I ed |
Questo articolo è apparso
nel libro “Il Mondo dei Fan Club di Fulvio Paloscia e Luca Scarlini
Adnkronos Libri maggio In questo articolo le
informazioni Bibliografiche relative alla produzione di Valerio Evangelisti
sono aggiornate al momento in cui è stato scritto (estate 1999), ma il contesto
che viene descritto mantiene ancora tutta la sua validità. Fulvio Paloscia scrive su “ Luca Scarlini si occupa di drammaturgia contemporanea e di letteratura comparata.
Insegna Tecniche Narrative presso editrici tra cui Adnkronos Libri e Fazi (alcuni titoli:
Medea di Robinson Jeffers, Perché John Lennon porta la gonna? di Claire Dowie, Sparkleshark di Philip Ridley con Barbara
Nativi). Collabora con numerose istituzioni teatrali italiane come consulente letterario e traduttore (Teatro Stabile di
Parma, Link di Bologna, Teatro Regio di Torino, Festival Intercity di Sesto
Fiorentino, National Theatre di Londra). Come storico dello spettacolo,
attività che svolge in qualità di professore free-lance in varie Università
europee, ha pubblicato numerosi interventi sulla drammaturgia contemporanea
in riviste e volumi, tra cui Un altro giorno felice, La fortuna del teatro di
S. Beckett in Italia dal 1953 ad oggi. Scrive regolarmente sulla rivista
L’Indice come recensore di libri di teatro e spettacolo. Valerio
Evangelisti e' sicuramente l'autore
italiano più acclamato di tutti i momenti che la fantascienza italiana abbia
mai vissuto, autore della mirabile saga di Eymerich, e della saga della vita
di Michel de Nostredame, e' anche autorevole autore di innumerevoli saggi
storici e sulla fantascienza mondiale di tutti i tempi per chi volesse
saperne di più www.eymerich.com. |
Valerio Evangelisti |
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Eymerich
Mailing List Evangelisti può essere caratterizzato come uno scrittore di genere, ma i suoi libri vanno ben oltre questa connotazione. Infatti le sue storie si articolano in modo tale da rendere incerta la distinzione fra bene e male; i suoi scritti non vogliono essere manifesti, ma sicuramente vogliono lanciare messaggi che invitano alla riflessione su una serie di eventi che stanno affliggendo i nostri giorni (i travagli economici di intere nazioni, i conflitti generati dalla differenza di razza o etnia, spettri subdolamente agitati quali l’Aids, al fine di esercitare forme di controllo sulla società). Nei suoi romanzi Evangelisti fonde sapientemente scienza, storia medievale e mistero riuscendo così a costruire delle storie che partendo dal medioevo ne proiettano le conseguenze fino ai giorni nostri e in un futuro più o meno prossimo. La soluzione in generale è di tipo scientifico, ma molto spesso ha anche delle valenze misteriche che trovano fondamento nella cultura medioevale. Gli scritti di Evangelisti sono caratterizzati da una attenzione quasi ossessiva dei particolari con ricostruzioni di tipo storico estremamente puntuali e precise. Volendo definire gli scritti di Evangelisti con un solo termine si possono attribuire al genere fantagotico. Come spesso accade, nemo profeta in patria: infatti Evangelisti ha avuto più riconoscimenti all’estero che non in Italia. In Francia gli sono stati assegnati premi prestigiosi quali Il Gran Prix de l‘Imaginaire e il Prix Tour Eiffel e ha avuto articoli su «Le Monde». Innumerevoli sono state le recensioni anche in Belgio e i sui romanzi sono tradotti anche in Spagna e Grecia, mentre alcuni siti web francesi sono dedicati a lui. Veniamo adesso specificamente alla mailing list ed alle sue attività. Questa è stata fondata da due fan della primissima ora, che con grande abnegazione e sacrificio personale ancora oggi ne sono i list-master: Cicci Serra e Gino Lucrezi. La lista è ospitata in uno spazio offerto da Piermaria Maraziti (nome ben noto nel campo dei giochi di ruolo), nell’ambito dell’associazione Gilda Anacronisti. A oggi ospita circa trecento iscritti dislocati non solo in Italia, con uno scenario di aderenti che contempla magistrati, esperti di informatica, ingegneri, biotecnologi, scrittori di fama quali Luca Masali, Vittorio Catani, Sandrone Dazieri, Riccardo Valla, traduttori di sci-fi, esperti di storia latino-americana, docenti e studenti di ogni ordine e grado; ma vi è anche tanta gente che apprezza la narrativa di Evangelisti e spesso partecipa alla lista senza intervenire. Per il fatto che gli scritti di Evangelisti offrono infiniti spunti di riflessione, in lista hanno diritto di cittadinanza anche argomentazioni che si possono considerare off-topics rispetto ai personaggi creati dallo scrittore: non esiste infatti alcuna forme di censura. Fra l’estate del 1998 e
la tarda primavera del Alcuni fan, studenti del liceo scientifico di Alghero hanno messo in scena due lavori teatrali scritti da Antonio Arca, tratti da Il mistero dell’inquisitore Eymerich, dal titolo “I bambini di Reich” ed “EymeReich”. Un gruppo di iscritti esperti di giochi di ruolo ha strutturato una storia su un personaggio non propriamente della saga di Eymerich: Pantera tratto dal volume Metallo urlante (pubblicato anche nella collana Vertigo della Einaudi) e questo gioco di ruolo è stato presentato al Ludex2000. Altri <<listaroli>> si dilettano a scrivere racconti comici che vedono come protagonista un Eymerich messo sapientemente alla berlina. Queste simpatiche parodie sono a disposizione su apposite pagine Web. Valerio Evangelisti è un grande
esperto della rete delle reti ed è così gentile e disponibile che interviene
praticamente tutti i giorni per rispondere alle questions che vengono poste
in lista, sia specificamente sui suoi personaggi (ricordiamo anche che
Evangelisti è autore della trilogia dedicata alla vita romanzata di Michel de
Nostredame pubblicata in tre volumi, che ha venduto oltre 100.000 copie) che
sui temi che di volta in volta si discutono. In lista vengono anche
organizzati degli incontri con l’autore, in occasione degli spostamenti
in Italia di Evangelisti e questo grazie alla grande disponibilità e
affabilità dello stesso, che ha così modo di incontrare i suoi fan. In buona
sostanza Per iscrizioni alla lista e per saperne di più su Evangelisti e sui suoi personaggi, si può far riferimento alla Official Eymerich Page www.geocities. com/SunsetStrip/3980/eymerich.htm (oggi www.eymerich.com ndr) Tre
domande a Valerio Evangelisti Sei uno dei pochi
scrittori italiani contemporanei ad avere un fan club dedicato alla propria
opera, come accade ai maggiori giallisti o autori di fantascienza americani ed
inglesi. Qual è il tuo rapporto con il fan club e cosa pensi di questa
dinamica? Credo di avere, nella scena letteraria italiana, una posizione molto isolata e peculiare. A parte il tipo di narrativa che tratto, già diversa da quella corrente, non ho i comportamenti che di solito si attribuiscono a uno scrittore: vale a dire che tengo molto raramente delle conferenze, non mi faccio vedere in giro, rilascio una quantità limitata di dichiarazioni, appaio pochissimo in Tv. Ho pochi rapporti anche con i colleghi, a parte un gruppetto a me molto vicino. Una giornalista di «Elle» mi definì «scorbutico». In realtà, non si tratta di questo. Il fatto è che fin dall’inizio ho privilegiato il rapporto con i miei lettori, attraverso un uso intensissimo dei mezzi informatici. Prima c’è stata la rete telematica Fidonet, poi è venuta Internet. Me ne sono servito per entrare in diretto contatto con chi mi leggeva, per dialogare con loro, raccoglierne pareri, sottoporre al loro giudizio i miei romanzi, chiedere consiglio. A Napoli è nato in questo modo il primo nucleo del fan club, totalmente affidato alla comunicazione via computer, ma con una sua consistenza effettiva e dei risvolti pratici tutt’altro che trascurabili (per dirne una, i miei corrispondenti mi informano in tempo reale sullo stato della distribuzione dei miei romanzi, e io passo le notizie all’editore). Piano piano mi sono trovato a vivere in simbiosi con i miei fan, trasformatisi in amici che conosco uno per uno. Passo diverse ore al giorno a rispondere alla loro posta e a dialogare, attraverso la mia mailing list sui temi più svariati. E faticoso, ma lo considero parte del mio lavoro. Di recente, poi, ho rinunciato pressoché del tutto alle pubbliche apparizioni. Preferisco prendere il treno e andare a trovare i miei lettori/amici là dove vivono, incontrandoli durante cene o serate in osteria. Lo trovo produttivo gratificante, sia sotto il profilo professionale che sotto quello personale. Non so se ci sono altri scrittori al mondo che fanno la stessa cosa. Io la faccio, e non sono disposto a rinunciarci. So che il fan club
italiano ha scritto un romanzo <<a catena >> con i personaggi
delle tue opere e in primo luogo Eymerich; hai letto queste trasposizioni? E
cosa ne pensi di questo tipo di operazione, che a mio parere è la massima
dimostrazione di vitalità di un ‘opera? Ho sempre cercato di incoraggiare la produzione di apocrifi, «regalando» il mio personaggio più noto, l’inquisitore Eymerich, per gli usi più svariati: non solo scritti, ma anche brani musicali, dipinti, disegni, giochi di ruolo, e così via. Questo anzitutto perché mi rifaccio, sia pure in chiave moderna, a canoni di narrativa popolare che in passato videro certi personaggi sopravvivere al loro autore e sovrastarne la fama: si pensi a Sherlock Holmes, Fantomas, Nero Wolfe, James Bond ecc. In secondo luogo perché credo alla multimedialità e alla necessità che la narrativa, se vuole durare, si proietti fuori dal proprio terreno d’elezione, aderendo alle forme di comunicazione del mondo attuale. Il romanzo a più mani è nato entro queste coordinate, e in più ha provocato un’ulteriore forma di avvicinamento tra me e i miei lettori più appassionati. Questi sono diventati, in un certo senso, addirittura «me stesso»: da fruitori passivi si sono fatti creatori. Un’esperienza insolita (quando l’operazione è cominciata non ce n’erano molte altre di simili sul Web) e per me inebriante. Il risultato è stato un romanzo di 250 pagine. Ha, naturalmente, molti difetti stilistici, anche se la trama è ottima. Spero che venga rivisto (non ho per ora il tempo di farlo personalmente) e pubblicato. Ma forse la sua collocazione migliore sarebbe su Internet, dove è nato. Credo comunque che si tratti della migliore dimostrazione cosa sia il mio fan club, e fino a qual punto si spinga l’osmosi tra me e chi mi legge. Come scrisse Fritz Leiber parlando della sua breve relazione
d’amicizia con H.P. Lovecraft, «istituire una relazione con i nostri
scrittori preferiti fa esplodere le nostre potenzialità creative» (o qualcosa
del genere). Pensi che l’esperienza del fan club possa essere una
palestra di scrittura? Non esageriamo. Personalmente non ho la vocazione dell’insegnante, e la scrittura collettiva è solo un aspetto collaterale della vita del fan club. Certo, chi vi è portato può anche essere sollecitato, dal clima che vi regna, a manifestare la propria creatività. Molte delle espressioni multimediali a cui accennavo nascono da quell’ambito: c’è chi si dedica alla scrittura di racconti satirici su Eymerich (sono ormai numerosi, tanto che esiste un sito Web che li raccoglie), chi compone canzoni o poesie, chi inventa giochi ecc. Ma si tratta capacità preesistenti. Se accettassi il concetto di palestra dovrei vedere me stesso come maestro di ginnastica. Panni del genere mi stanno stretti: rifiuto il concetto di scrittore come personalità eccezionale e sovraordinata. Ho letto da qualche parte di un parlamento di scrittori, diretto da Salman Rushdie e altri pontefici, inclusi alcuni italiani. Ecco, io in un parlamento così metterei una bomba. Sono un anarchico della narrativa (ah, che bella frase! Devo ricordarmela). Non un anarchico individualista, però, visto che al mio fianco ho il piccolo stuolo dei miei «fan».
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