GREEN
YOGA
L’ARIA
ATTRAVERSO LO STRUMENTO
Pensa
al tuo corpo come se fosse uno strumento musicale, un strumento a fiato. Il tuo
respiro è l’aria attraverso lo strumento. Il respiro è un aspetto molto
importante nello yoga. Tradizionalmente l’aria è considerata il veicolo
primario del prana: l’energia vitale. Il tuo respiro origina profondamente
dentro di te, si irradia all’esterno e all’interno, dona un gentile e solido
ritmo per il movimento, stira e rilascia. A volte respirerai leggermente, altre
volte con vigore, ma il respiro sarà sempre centrale e governerà
l’attenzione. Un’adeguata respirazione
porta vita alle asana , ispira ogni sottile cambiamento e movimento in
ogni asana, e può aiutare a centrare la consapevolezza nell’esperienza dell'
“ora”.
L'idea principale è di coordinare i movimenti con la respirazione. Questo porta qualità di grazia e sensuosità alla tua pratica e trasforma ciascuna seduta yoga in una fluida e creativa meditazione. Come divieni abile in questo, non sentirai distinzione tra respiro e movimento. Li sperimenterai come un'unica azione, inseparabilmente allacciati. Puoi istintivamente respirare come ti muovi o ti tendi, e muoverti o stirarti come respiri.
Certi
movimenti sono sempre fatti in
inspirazione, altri sull’espirazione. Il tipo di atto respiratorio (inspiro o
espiro) deriva da cosa lavora più naturalmente nel corpo. Ogni specifico
movimento dovrebbe iniziare con l’appropriato atto respiratorio. Movimenti di
apertura come estensioni e sollevamento delle braccia sono fatti in
inspirazione. Piegamenti o movimenti di chiusura come flessioni e abbassare le
braccia sono fatti in espirazione. Per esempio solleva le braccia inspirando, e
abbassale espirando. Il movimento, inizia o è ispirato dal respiro ed è
circondato dal respiro stesso.
Questo
modello da il senso, di quello che naturalmente accade. Quando espandi o apri c'è
più spazio, così l’aria entra naturalmente; e quando ti fletti o chiudi,
l’aria è spremuta fuori. Se resti a corto di fiato prima di aver completato
un particolare movimento, ferma il movimento, finisci il ciclo respiratorio in
cui ora sei, (espira se hai appena ha inalato, inala se hai appena espirato), e
continua il movimento con la prossima fase respiratoria. In questo modo un
movimento inspiratorio come alzare le braccia è sempre sul inspiro, anche se in
mezzo richiede un espirazione. Muoviti sempre col respiro, e muoviti solo quando
respiri. Un inspiro più uno espiro è uguale a un singolo respiro.
Ogni
asana coinvolge uno "spingere" ed un "arrendere." Spingere
è una forza attiva che muove il corpo più lontano e più a fondo
nell’asana, dolcemente esplora aree di tensione. Arrendere è una forza
passiva con quale aspetti ed ascolti la reazione del tuo corpo; è un lasciare
andare delle resistenze un permettere alla forza attiva di avere successo senza
essere aggressiva. Gli elementi di spinta e di resa accadono simultaneamente,
come in una danza. Perciò, lo yoga è un modo di intraprendere ed arrendere, di
"fare" e "non-fare," allo stesso tempo.
Il respiro gioca un ruolo chiave in questa
simultanea attività di spingere-arrendere a causa della sua capacità di
funzionare sia automaticamente che sotto consapevole controllo. E il ponte
perfetto tra spingere e arrendere ,tra controllo e rilascio, tra fare e
non-fare. Rappresenta un unico collegamento tra queste due forze. In yoga abilità
implica orchestrare queste due forze col respiro. Questo significa che a volte
spingerai il respiro nelle tue aree strette, o per sfidare la tua resistenza, o
consapevolmente respirando con più vigore ed intensità per aumentare il tuo
senso di "fuoco" ed energia. Altre volte guiderai il respiro per
rendere soffice, addolcire, e mantenere un’asana con minimo sforzo. Con la
respirazione puoi creativamente orchestrare il tono della tua pratica.
GUIDATO
DALL'INTERNO
Normalmente
pensiamo alla mente consapevole come al controllore del movimento. Ma considera
come si è quando si guida una macchina, si scrive a macchina, correre,
camminare, colpire una palla del tennis; hai dovuto pensare consapevolmente a
quello che dovevi fare? Come un principiante nello yoga o in qualsiasi altra
cosa, devi cominciare pensando. Imparare un’attività coinvolge aree del cervello diverse da quelle usate per
compiere l’azione stessa una volta conosciuta l’attività stessa.
Questa parte del cervello funziona più lentamente ed utilizza più
energia rispetto alle altre, così durante la fase iniziale di apprendimento
avrai bisogno di muoverti dolcemente, lentamente- con elevata consapevolezza.
Avrai bisogno di pensare attentamente all’asana, al respiro, alle linee di
energia, ed avrai bisogno di imparare tutti i fondamenti della tecnica. Solo
quando avrai appreso questo stage, raggiungerai grazia ed efficienza. Questo è
perché la mente consapevole è troppo lenta. C'è
sempre un spazio o apertura tra quello che la mente dice di voler fare e quello
che davvero fa il corpo. In questo spazio tra intenzione ed esecuzione, tra il
"deve" e il "è," c'è sempre una perdita di energia.
Nello yoga questa separazione termina quando permetti al respiro di
sostituirsi la mente pensante, come l'impulso guida dietro a movimento e
stiramento. Questo porta a fondersi così
completamente col respiro che non pensi ad altro. Questo momento, questo
respiro, questo “ora”, è tutto importante. Ti immergi così totalmente che
la separazione usuale tra te e l’asana si dissolve.
Questo
facilita l’ascolto del tuo corpo. Invece di spingere il corpo solo con i
muscoli o la mente, impara a essere guidato dall’interno, a muoventi quando il
tuo corpo dice di essere pronto. Impara a spingere quando è adatto, ed impara
ad aspettare, mantieni, o ritirati quando è necessario. L’appropriatezza è
qualche cosa che non puoi prevedere in anticipo. Sapere quando spingere o quando
acconsentire è conoscibile solo nell'istante in cui sei. Essere così sensibili
è il risultato di avere unito e "diventare uno" con l’asana.
Quando unisci
l’asana al respiro sentirai il respiro dolcemente spingere, convincere,
aprire, tendere, e rilassare i tuoi muscoli e le aree tese. Queste aree sono
energia contratta, parti contratte di te. Rilasciarle, perciò, non solo ti dà
più energia, ma sarai più comodo nel tuo corpo.
La
fusione dell’asana con il respiro aumenterà la tua sensibilità. Sentirai ciò
che accade con più chiarezza. Osserverai che trattenere il respiro rende ottusa
la tua sensibilità, e come lo lasci fluire liberamente e profondamente la
aumenta. Osserverai come la tua respirazione ventila la sensazione, la aumenta e
la chiarifica, eleva la tua abilità di sentirti. Imparare a sentire, e sentire
profondamente, è uno dei apprendimenti più
importanti nello yoga. Una propria respirazione migliorerà direttamente il tuo
sentimento-sensibilità.
L'idea
è aumentare la tua sensibilità al sentimento intimo del tuo corpo e lasciarsi
guidare nell'azione adatta a quel momento particolare. Questo è il segreto, la
prima cosa da imparare. Il trucco è di concentrare dolcemente la tua attenzione
sul flusso del respiro e condurlo nel sentimento-tono dell’asana. Il
sentimento-tono dell’asana allora ti parlerà. Ti istruirà su quello da fare,
quali sottili adattamenti fare, se o non andare
più
a fondo nello stiramento, se respirare con più vigore o più gentilezza, e
quanto mantenere l’asana.
Così
eserciti la tua sensibilità e sviluppi fiducia in te stesso. Il tuo yoga
diventerà in modo crescente più interno. Diverrà proprio tuo. Non sentirai
che stai praticando lo yoga di qualcun altro.
Avrai appreso come
imparare da te stesso, e troverai questa caratteristica molto importante in
tutti aspetti che ti portano ad un’elevazione. Capirai di aver imparato
veramente come fare yoga solo quando sarai diventato il tuo migliore insegnante,
ciò significa essere guidato
dall’interno.
Naturalmente
sentirai il sentimento intimo parlarti se lo ascolti. Se la tua mente è altrove
mentre il tuo corpo è in asana, non stai facendo veramente yoga. Non sei
"in unione" con l’evento. Ci sei però vicino. E’ una
sembianza di yoga, e farlo è meglio di non farlo, ma la vera pratica è
quella di fusione, di divenire uno con ciò
che fai. Stai praticando yoga, aggiogare o "congiungere con. " impara
a unire, aggiogare la tua consapevolezza con la tua esperienza
dell’“ora”-. Educati a tenere la tua attenzione
immersa in ciò che accade.
Specificamente,
impara a stare col flusso del respiro per stare con la sensazione dell’asana.
La sensazione intima ti condurrà e ti dirà che fare. Imparerai come fare yoga
quando sarai diventato disposto a essere guidato dall'interno.
Nel
contesto più largo di quello che significa vivere una vita yogica, l'idea è di
continuare questa consapevolezza per tutto il giorno- non solo nelle asana. Le
asana, oltre a esserti utili per molte ragioni, sono semplicemente un contesto
spirituale nel quale pratichi guidato dall'interno. Durante il giorno pratica
questo stesso ascolto della guida interiore, stai attento a come ti senti e
quindi permettiti di essere guidato dall’interno. Su questo ci sarà altro da
dire più avanti. Per ora, basta dire che con la pratica di asana e della
meditazione è più facile sentire e seguire la tua voce interiore durante il
resto della tua vita. Essi
rafforzano la tua abilità di meditare continuamente, di essere sempre
interiormente in ascolto guidati dalla “Mente Infinita”, e sviluppano la
confidenza necessaria avere fiducia in te e per muoversi con il flusso. Quando
sarai condotto dal interno, avrai imparato il segreto.
EQUILIBRIO
L'uso proprio del respiro porta a un
equilibrio nel modo in cui il tuo corpo si apre allo stiramento. Quando la forza
normalmente usata per spingere il corpo in un’apertura più grande è
bilanciata dal rilascio che proviene dalla respirazione, un nuovo genere di
rilassamento si manifesta. Normalmente pensiamo al rilassamento come un
movimento flaccido, una diminuzione di energia. La propria respirazione
tuttavia, aggiunge un aspetto vitale e dinamico al rilassamento.
In accordo con lo yoga per sentirsi bene è necessario un equilibrio tra spingere ed acconsentire. Il troppo spingere ha una qualità che tradisce una durezza e severità verso sé che probabilmente si estende in altre aree della vita. La tua pratica sarà permeata con un'enfasi su un’energia selvaggia, disorganizzata, e spesso di natura violenta. Un danno, oppure uno stato mentale agitato che ti allontana dal centro è probabilmente il risultato.
L'altro estremo accade quando manchi di
"fuoco" quando non c'è
nessuna spinta esplorativa, quando e predominante la passività. Lo Yoga
praticato in questo modo è ottuso e letargico, sforzo, energia, e intensità
sono evitati. C'è una rilassata e qualche volta sensuosa qualità in questo, ma
uno yoga fatto in modo arrendevole non
sviluppa mai le aperture o la forza che occorre per un rilassamento
rivitalizzante
Dipende
dalla tua personalità, puoi trovarti propenso verso uno o l'altro di questi
estremi. In tutti i casi ci deve essere un adatto equilibrio di queste forze. Se
tendi a essere aggressivo e troppo diretto alla meta, prova a permettere più
arrendevolezza nella tua pratica. Questa volontà non rallenta o interferisce
con tuo avanzata.
Di fatti
apprendere ad acconsentire, ad essere paziente, ed intenzionalmente ad entrare
più lentamente nelle asana, aumenterà la profondità delle asana stesse. Ti
aiuterà ottenere più facilmente quello che ora ottieni attraverso lo sforzo.
La tua pratica maturerà in modo che non avevi previsto, rivelando una ricchezza
inaspettata e profonda.
Se
la tua tendenza è di acconsentire e non essere assertivo, tenta di essere più
avventuroso, energico, ed esplorativo. Questo può funzionare a tuo vantaggio ed
è molto piacevole, senza essere difficile o stressante.
Come di primo
mattino ci viene in mente di sbadigliare e stiracchiarsi. Se al risveglio
semplicemente tieni le braccia ai
lati, non lo sentirai cosi soddisfacente come stirarle con entusiasmo, ci si
sente meglio investendo un po’ di energia, tendere con più intensità. Non è
difficile fare questo. E’ esilarante, corroborante.
Un
modo effettivo di portare equilibrio riguardo gli estremi verso i quali tendi,
coinvolge l’uso della respirazione e delle linee di energia (le quali
descriverò più tardi) per generare energia.Questo soddisferà la fame di
spingere per quelli che tendono a spingere, e rispetterà la tendenza di
rilasciare degli altri. Insegnerà qualcosa anche a chi ama spingere come
acconsente, e a chi ama acconsentire come spingere.
In questo modo
forza, resistenza, e flessibilità aumenteranno con un ritmo che il tuo corpo può
assimilare e trattenere. Diverrai più forte, più agile, più rilassato,
sensuoso, e comodo nel tuo corpo, con la giusta intraprendenza e la giusta
arrendevolezza.
Lo
Yoga ha un proprio meraviglioso equilibrio tra le sensazioni attive e passive.
Non essere troppo aggressivo o intorpidito, ma una miscela armoniosa e
complementare di spingere ed acconsentire. Essere sia vigoroso che quieto,
perfettamente centrato come la cima di una trottola gira così veloce appare
immobile.
Assicurati di
capire, comunque, ciò che coinvolge
spingere ed acconsentire. A volte è più adatto spingere e generare energia;
altre volte sarà più adatto acconsentire e ci si sentirà meglio arrendere,
lasciare andare, ed essere passivi
L'idea
importante da tenere in mente è di essere sempre guidato dal feeling interno.
Questo è uno degl'insegnamenti primari nello yoga. Qui nella pratica fisica,
ascolta il tuo corpo.
Costruisci la
base. Ascolta
internamente gli impulsi sottili che sorgono mentre sei in un’asana. Segui
gl'impulsi del momento- tendi qui, tendi là, respira più profondamente o con
più morbidezza, crea sottili adattamenti interni, aumenta o diminuisci
l'intensità dell’asana, qualunque cosa di cui hai bisogno. Il bisogno è fare
qualunque cosa che sia necessaria per rendere questo momento perfetto, fare
quello che ti fa sentire meglio.
Impara a fare questo, permettiti di fare questo. Le tue sensazioni, a proposito,
sono una guida fidata all’ azione perché solo quello che è meglio può farti
sentire meglio. Porgi il tuo
migliore interesse
al cuore.
Nelle
asana ascolta gli impulsi del momento e segui la tua guida interiore, sviluppa
sensibilità e fiducia in te stesso. Ricorda che avere fiducia
in te stesso, ricorda è più che credere in te stesso.
E’
quella qualità di essere che sorge quando comprendi che non ti sei creato da
solo, quello che sei è espressione della Forza creativa divina, e che c'è un
ordine spirituale in tutte le cose e che ne sei una parte. Aver fiducia in te
stesso, perciò, è aver fiducia in quella più profonda essenza che è la fonte
di te. Essere fiducioso te stesso diventa il cammino più intimo
per essere fiduciosi con l'universo.
L’uso
proprio del respiro migliorerà la tua capacità sentire, ascoltare l’interno,
e di esserne guidato, e quindi a imparare da te stesso. E’ anche una tecnica
per focalizzare l’attenzione per lunghi periodi di tempo. Con questo si
rinforzano la tua capacità di resistenza mentale. La respirazione in ujjayi in
particolare è uno strumento molto utile per la concentrazione. Come tieni
attenzione al suono del respiro, la qualità della tua partecipazione migliorerà
drammaticamente. Questa nuova qualità di attenzione e di piena partecipazione faciliteranno la tua personale
esperienza nello yoga. Un senso di unicità allora ti guiderà e ti dirà quello
da fare, e noterai che diventi più creativo e dotato d'intuito, non solo nello
yoga ma anche nella vita.
INTERESSE,
ATTENZIONE, E GODIMENTO
E
difficile stare attento a qualche cosa se non ne sei interessato. Ma è anche
difficile esserne interessato se non stai attento. Ad esempio puoi guardare il
miglior film del mondo, ma se pensi a qualche cosa altro e non stai attento,
perderai le sfumature sottili quello che rende il film così buono, e non
apprezzerai o trarrai diletto dalla visione come potevi. Interesse, attenzione,
e godimento sono evidentemente collegati. Se ora non ti sei interessato nello
yoga, dovresti realmente fare qualche cosa d’altro. O forse ne sei interessato
ma incapace di mantenere attenzione per un certo periodo di tempo. Respirare in
Ujjayi può produrre quello focalizzazione. Ogni respiro ti può ricordare a
essere qui ora, considera questo momento molto importante, e ripetutamente
afferma il fatto che ora sei esattamente dove vuoi essere, che stai facendo
esattamente quello che vuoi fare. Sarai probabilmente sorpreso di quanta energia
improvvisamente è a tua disposizione. Quando la tua attenzione non è più
frammentata e dissipata con conflitti, indecisioni, o incertezze, sperimenterai
un aumento in energia e ti sentirai più vivo.
Questo
è particolarmente interessante perché troverai che la tua mente si affatica
prima del corpo. Quando la tua mente comincia a stancarsi, il tuo corpo comincia
ad essere stanco. Come il tuo interessa comincia a diminuire, divieni meno
attento. Cominci a pensare ad altre cose, desideri essere altrove. La tua
energia va altrove. Consideri con meno cura il tuo corpo e il tuo yoga, con meno
rispetto; ed automaticamente ma non sorprendentemente, il tuo corpo, che segue i
dettami della tua mente, perde la sua energia e ottiene fatica. Ma quando
chiarisci a te stesso che è questo quello che vuoi fare ora, potrai sostenere
interesse ed attenzione per periodi di tempo più lunghi. Come la tua capacità
per attenzione aumenta, così fa la tua energia, la tua energia fisica attuale.
Il
tuo atteggiamento mentale, perciò, è la vera fonte di energia ed entusiasmo, e
nello yoga imparerai questo molto
rapidamente. Interesse è la chiave. Sii interessato nella qualità della tua
partecipazione, scopri dove veramente giace tuo interesse. Nota quello che
attira la tua attenzione e ciò che ti motiva. Osserva come tuo interessa
fluttua, come in certi momenti sei
più interessato di altri. Questo
non è solo il cuore dello yoga, è il cuore della vita.
Nota
se la qualità della tua partecipazione è esitante, frammentata, e contrastata,
allora quella sarà la tua esperienza, e non sarà cosi soddisfacente o
adempiente come potrebbe essere.
Vale
fare un piccolo sforzo per disciplinare te stesso mentalmente ed essere attenti
e presenti con qualsiasi cosa accada ed in ogni momento. Un modo per stare più
interessato è per tenere la tua attenzione su quale è il vero evento. Educa te
stesso a stare nell'ora. Specificamente, sta col respiro e con la sensazione del
posto. Se ascolti e stai attento puoi sentire l’asana parlarti. Talora pratica
con vigore, qualche volta pratica con dolcezza, e la maggior parte del tempo che
sarà in qualche luogo li in mezzo. Yoga non è meccanico. La chiave è
l’interesse, ed il trucco è essere attento a ciò che suscita il tuo più
pieno entusiasmo.
La qualità del tuo yoga, e della tua vita, dipende solamente da come ne sei interessato nel viverli. L’interesse rilascia l'energia della passione, e la passione si esprime come qualità. Perciò, specialmente verso la fine di una sessione quando sia il corpo che la tua attenzione cominciano a stancarsi, intenzionalmente continua a respirare in ujjayi. Non è faticoso, e così fortifichi la tua capacità di attenzione. Fortificare la tua capacità per attenzione è la vera chiave dello yoga, e la tua respirazione è la chiave per questa capacità. Questo è più importante che essere in grado di toccare le tue dita del piede, o di rimanere in equilibrio sulla tua testa.