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Da "LA GAZZETTA" del 18/6/1997

Pubblico entusiasta e lunghi applausi
"Zia di Carlo" : un successo


Mirella Trombin ci accoglie subito dopo la prima del suo ultimo lavoro, che è già un successo. Lo fa nell'angusto retroscena del troppo piccolo palco che ha visto l'esibizione di "Mia magna la baronessa", una commedia dialettale brillante in tre atti (due ore piene di spettacolo) di Alberto Rossini, liberamente tratta dall'inglese "La zia di Carlo" di Brandon Thomas, ambientata in un pensionato di Torino nei primi del '900. Sorride e ne ha ben donde: la sua settima "creatura" è nata sana ed in piena salute, alla presenza di un tutto esaurito (oltre 180 partecipanti). Il pubblico che segue gli adattamenti teatrali dei "Tre di picche", il nome della compagnia che dal 1982 - ma con regolarità solo dal 1991 - offre annuali rappresentazioni scacciapensieri, dialettali, allegre. Con ingredienti che non hanno mai sofferto dell'inclemenza dei tempi che cambiano: equivoci, battute spiritose, gestualità provocatorie, parole e tonalità giuste al momento giusto. Valori oggettivi sapientemente selezionati (come l'uscita di scena, tra il pubblico, in un inseguimento previsto dal copione) al quale la bravura degli attori rende attualità e concretezza.

Tra gli interpreti maschili, generalmente più efficaci, ci pare proprio che Stefano Trombin nell'ambivalente ruolo di uomo/donna prevalga, senza nulla togliere ai trascinanti Piero Amateis e Fabrizio Mariuzzo (due commendatori, serioso e giovanile il primo, quanto spiritoso e vecchiotto "con bollenti spiriti", il secondo), all'efficacia interpretativa di Diego Mariuzzo e Giancarlo Soffietti, (Angelo e Vittorio, due studenti innamorati di due ragazze "bene": Maria e Anna) che vivono in un austero pensionato, e del "povero" cameriere Tiburzio (Giuseppe Caveglia Sartur) che oltre a rimetterci qualche soldino, deve assistere a scene che ne capisce ne digerisce.

Allo stesso modo, nella valutazione al femminile, abbiamo personalmente gradito Rosanna Nervo (nella parte della baronessa De Saittis), ce "Viene da Catania, paese di arance olive e limoni; sapesse quante limonate si fanno laggiù !" a dirla con il commendatore Aquilone. Il ruolo molto serioso delle amiche Maria (Alessandra Chiambretti) e Anna (Laura Bogaudo) oltre a quello di Elena (Stefania Garzena), ha portato ad un minor risalto della loro recita, ma non per questo sono risultate meno gradite negli applausi finali.

Infine come accade per tutte "le portate" che conquistano i commensali, è stato necessario" il giusto condimento". Pur limitati nelle condizioni del salone della scuola materna, Leo Micheletta e Silvio Mariuzzo (luci e audio) e Benito Fiorucci e Massimo Serra (scenografie), hanno fatto quasi miracoli. "Abbiamo letto svariati copioni ci dice infine Miietta - ma poi non abbiamo pensato a noi ma al pubblico che viene a vederci: si tratta quasi sempre di gente che vuole passare una serata allegra, senza pensieri ed ecco che la scelta diventa facile. Cinque mesi per allestirla; sempre con il solito autofinanziamento, ed eccoci qua al vostro giudizio".

Il ricco calendario di repliche, dopo quella fianese, di sabato 14, sembra dar ragione a questa scelta; il 28 giugno a La Cassa, l'11 luglio a Levone, il 19 a Balme, il 20 a Mezzenile, il 21 a Front; poi ancora il 5 settembre ad Altessano ed il 26 a San Maurizio, per concludere l'11 ottobre a Castellamonte e il 6 dicembre a Venaria.

Franco Cortese


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