5 ANNI DI GUERRA (1941-1945)

Ricordi di Michele Notte


L'Armistizio

Il 3 Settembre la nostra radio annuncio' l'Armistizio. Rimanemmo tutti strabiliati e felici della inattesa notizia, sia noi italiani che i tedeschi. Anzi essi tirarono fuori una bottiglia di sciampagne per festeggiare! Senonche' non tardo' molto a trapelare la notizia che solo l'Italia aveva firmato l'armistizio, non la Germania. Allora i tedeschi si rinchiusero nelle loro baracche, certamente attendendo ordini sul da farsi, ed insicuri della nostra reazione.
Ricevetti dal Comando Difesa l'ordine di inviare a casa tutti i soldati alle mie dipendenze, ma di presentarmi il giorno dopo al comando alle 10:30 del mattino. Tutti gli ufficiali ebbero tale ordine.
Cosa fare? Ero certo che i tedeschi, appena ripresisi dallo smarrimento, mi avrebbero arrestato. Ero proprio li' con loro, unico ufficiale italiano e praticamente disarmato. Le nostre buone relazioni del passato non avrebbero contato. Nemmeno potevo ritirarmi a casa, che era a due passi e conosciuta a loro. Era anche impensabile andarmi a rifugiare da un lontano parente, che viveva in centro, a via XX Settembre, per non comprometterlo.
Decisi allora di mettermi in borghese e rifugiarmi in un paesetto di Serravalle Scrivia, che era raggiungibile con un trenino a scartamento ridotto, che faceva il pendolare per portare la gente al lavoro in citta' . Fui ospitato da contadini, che mi offrirono anche la cena, mangiando tutti assieme da un unico piatto da portata .
I miei possedimenti piu' cari allora erano una macchina fotografica Leica e la pistola Beretta. Lasciai tutte e due in consegna al parroco, che promise di prenderne buona cura (ma, come seppi dopo la guerra, le aveva fatte sparire entrambe). Dormii sulla paglia, nella stalla, con parecchi della famiglia ospitante.
La mattina feci il segno di fermata ( facoltativa) al trenino delle 10. Non si fermo', certamente perche' troppo pieno. Cosi' dovetti aspettare quello delle 10:30, che arrivo' in citta' dopo una ventina di minuti. Non essendo avvezzo a fare ritardi, mi avviai di corsa verso il comando, quando, svoltato l'ultimo angolo del palazzo, vidi soldati tedeschi col mitragliatore spianato che facevano salire tutti i miei colleghi su un autocarro, prigionieri!
Nel frattempo arrivarono, anch'essi in ritardo, altri due colleghi. Per fortuna nessun altro si era accorto di noi, e cosi' potemmo scappare. Fummo i soli a salvarci su 52 ufficiali. Gli altri, si seppe piu' tardi, furono deportati in campi di concentramento in Polonia, dove uno mori'. Un altro caso di protezione speciale di forze occulte? Perche' poi a noi? Il caso fa di questi scherzi.
Assistetti anche al bombardamento da parte dei tedeschi di due piccole imbarcazioni che stavano partendo dal porto di Genova. Non perdettero tempo a mostrare il loro vero volto!
Al prossimo capitolo: A Casa!