2nd instalment
12 - 13 novembre.
Scrivo mentre i miei nuovi compagni stanno cantando. E' sabato e non so perche'
in tale giorni tutti sono piu' felici e si canta. Lo stesso succedeva a Salisburgo. Il
canzoniere e' quanto mai vario e canzoni nostalgiche si succedono alle ritmiche e alle
comiche: un fritto misto fenomenale. Meno male che a noi italiani non manca il buon
umore e l'ugola d'agento: dappertutto siamo allegri, anche in prigionia.
14 - 15 - 16 novembre.
Cosa debbo dire di questi giorni? L'inverno e' ormai vicino, anzi qua e' gia' giunto.
Infatti la neve e' ormai caduta. Ho talvolta l'impressione che sia Natale e la pastorale mi
viene sulle labbra. Quanta nostalgia! Quanto desiderio di rivedere i miei o di sapere
almeno loro notizie.
17 - 18 - 19 novembre.
Niente di strano e di nuovo. Mercoledi' si e' mangiato molto bene: brodo, patate
(queste non mancano mai) con crauti, dolce, frutta e caffe'. E' un pranzo da signori e non
da prigionieri. Mangiamo cosi' perche' il trattamento e' unico per tutti, per gli operai e per
noi. Pero' la quantita' non e' eccessiva: forse temono che a pancia piena non si possa
lavorare. Infatti il lavoro va sempre piu' a rilento, molto a rilento.
20 - 21 - 22 novembre.
Il tempo passa e tutto e' normale. Il mangiare dipende dall'umore della cuoca, ma
in genere e' buono. Non sempre e' pero' sufficiente. Abbiamo provato anche la pasta
asciutta.
23 - 24 novembre.
Sempre la solita storia, non del pastore ma del prigioniero. Il lavoro su per giu' e'
sempre il solito. Dopo aver aiutato gli operai a fare il cemento, sono ritornato ad essere
scalpellino in un ricovero antiaereo.
25 - 28 novembre.
Scritto a casa il 26. Quattro giorni! Perche' trascuro cosi' il mio diario? Mancanza
di avvenimenti e pigrizia. Si', pigrizia del corpo e della mente, infatti non ho piu' voglia di
pensare e siccome "memoria minuitur nisi eam exerceas" io mi impensierisco. Infatti per
il mio mestiere o meglio professione; la memoria e' necessaria.
29 - 30 novenbre - 1 - 2 - 3 dicembre.
Parlando di quel tizio che voleva farci lavorare ho detto: piccola vendetta di uno
spirito imbecille! La vendetta e' andata oltre. Infatti Di Tullio e' stato cacciato dall'officina.
Lavora allo scoperto. C'e' la neve, la pioggia: qui si lavora sempre.
4 - 5 - 6 dicembre.
Giorni veramente insignificanti. La prima cosa e' una gran fede nei promessi
bombardamenti. Che ci voglia il fragore delle bombe ad aprire la testa ai Tedeschi? Si
dice che l'ultimatum termini a Natale e se non viene accolto, 50 citta' saranno rase al
suolo. Tutti godono, dico godono nel sentire simili notizie.
7 - 8 dicembre.
Ho visto il 7, verso le undici, un certo numero di persone, incolonnate nel cortile
della fabbrica. Sono in massima parte civili francesi, vi sono italiani e alcuni polacchi. Vi
sono anche i poliziotti tedeschi e alcuni rappresentanti della famosa Gestapo. Ce n'e'
uno, vestito di nero, dal volto truce, del tutto simile ai commissari del popolo dei films di
propaganda. Penso che non deve essere molto bello trovarsi nelle sue grinfie.
9 - 10 - 11 dicembre (11- pacco).
I Francesi, nostri vicini di baracca, ogni giorno ci portano delle patate o altre cose,
insomma una parte del loro rancio. Per ringraziamento noi abbiamo comperato quattro
casse di birra e le abbiamo date loro. Io sono stato scelto come interprete per convincerli
ad accettare.
12 - 13 - 14 Dicembre.
Nulla di notevole da segnalare. Il lavoro e' sempre quello: pala, carretti o scaricare qualche vagone alla stazione. Il pensiero e' sempre a casa e l'allegria non manca. Il morale e' alto, perche' un segreto presentimento mi dice che la fine della guerra non e' lontano. Radio campo ha detto che gli inglesi starebbero a Milano, che la flotta italiana sarebbe stata mandata a combattere contro i giapponesi.
15 - 16 dicembre.
Il tempo e' bello, ma la temperatura e' sempre bassa. Il termometro la mattina
segna gia' sei o sette gradi sotto zero, ed il sole anche a mezzogiorno non riesce a
riscaldarci. E' il sole nordico, incolore ed incalore.
17 - 18 dicembre (pacco).
Niente di nuovo; E' un po' pero' anche la pigrizia. Ci hanno passato un' altra
rivista ma senza prenderci niente, anzi ho avuto una camicia di flanella e una mutanda,
che tra parentesi ha le uova di pidocchi.
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