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Storia di Bivignano e Casavecchia

Come faccio agricoltura e agriturismo con l' energia e l' intelligenza della natura. Un grande giardino dove uomo, agricoltura e natura si fondono. Per esplorare gli aspetti della natura che non avete mai sentito.  agriturismo, toscana, umbria, arezzo, sansepolcro, anghiari, appartamento, natura, prodotti biologici, agricoltura, biologica, naturale, salute, benessere, terapia, pranoterapia, aura, campo energetico, reiki, new age, healing, medicina alternativaLe più lontane notizie attendibili che ci parlano di Bivignano risalgono a poco dopo il mille. Il Repetti ha scritto: "Bivignano nella valle Tiberina. Giace sulla costa dei poggi che diramansi a settentrione del monte Marzana fra i torrenti Padonchia e Cerfone. Costituiva Bivignano sino dal sec. XI un comunello con cura. Più tardi fu eretto in contea, che diede il titolo a una nobile famiglia di Arezzo, la quale conservò il giuspatronato della chiesa di Bivignano sino al 1784; alla qual'epoca la rinunziò alla mensa vescovile. Bivignano ha una popolazione di 350 abitanti." Dopo essere stato nel sec. XI possedimento dei Conti di Galbino, dette origine alla nobile famiglia cui accenna il Repetti e da tutti gli storici ricordata come la famiglia dei Conti di Bivignano. Sembra che si tratti della famiglia degli Aldobrandini. La memoria più antica dei Conti di Bivignano risale al 1145 in una bolla di Papa Eugenio III, da cui si conosce che il Pontefice stesso intervenne in una controversia sorta per il possesso del castello di Sasseto fra il Vescovo aretino Girolamo "et nobilem virum Henricum de Bivignano". Nel 1350, Aldobrandino e Cione di messere Simone di Bivignano furono sepolti nella chiesa di S. Domenico in Arezzo. Fra le imprese dei Conti di Bivignano, ricordiamo, nel 1529, Francesco da Bivignano, detto il Conte Rosso, che per i buoni uffici messi, quale ufficiale dell'esercito imperiale, presso il principe d'Orange, in occasione del transito da Arezzo di un forte esercito che dirigeva a Roma con l'intento di restaurare il governo mediceo di Giulio II, riuscì a ridurre a un decimo l'esosa cifra richiesta per non saccheggiare Arezzo. Il 21 settembre di quell'anno l'esercito se ne andò, lasciando Arezzo senza un soldo ma con un nuovo governatore nella persona del Conte Rosso che, tre mesi dopo, preso il comando di 350 fanti e 100 cavalieri dello spagnolo Don Diego di Mendoza e Valenza, si scontra, presso il Mercatale, con le forze di Napoleone Orsini comprendenti 700 fanti e 150 cavalli; vince la battaglia e fa 200 prigionieri. Nel 1757, Mons. Deodato Andrea dei Conti di Bivignano, fu nominato Vescovo di Sansepolcro, ove rimase fino alla sua morte avvenuta ad Arezzo il 6 Maggio 1770. Ma non sempre i Conti di Bivignano si coprirono di gloria. Qualche volta parteciparono ad atti poco edificanti, come quando, nel 1425, insieme ai Brandaglia e altri, presero a sassate S. Bernardino da Siena che si era recato presso S. Maria delle Grazie per distruggere la pagana Fonte Tuta. Dopo la scomparsa dalle scene degli Aldobrandini, fu la famiglia dei Franceschi a dominare Bivignano per diversi secoli.
Il cimitero di Bivignano si trova a metà strada fra la chiesa e Le Terrine. Le case di Bivignano sono poste in due file a lato di una specie di via centrale; il tutto sopra un rialzo roccioso del terreno, in parte ritoccato per costituire una forte difesa. La popolazione di Bivignano è variata nei secoli da 150 abitanti nel XVI secolo ai 450 nella metà di questo secolo. Attualmente non ci abita nessuno. Sui muri che guardano verso est, si possono vedere ancor oggi egregie strutture in pietra architettonicamente pregevoli. Cinquant'anni fa, una grande quantità di sassi e calcinacci furono gettati dentro una profonda cisterna, durante lavori di ristrutturazione di una colonica. Sarebbe stato interessante esplorare quel pozzo per rendersi conto se sono vere le notizie che ci parlano di gallerie sotterranee e di passaggi segreti.

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E' costituita da due distinti raggruppamenti di case che si trovano a circa 500 metri a nord-est da Bivignano. Le mulattiere che, nei secoli scorsi permettevano agli abitanti di Casavecchia di recarsi alla loro chiesa, sono quasi del tutto scomparse. Giunti a Casavecchia, si incontrano per prime due ex case coloniche ristrutturate e abitate. In queste due case non ci sono elementi che ci possano indicare l'anno in cui furono costruite, ma si pensa che la loro data di nascita si possa collocare intorno alla metà del sec. XVIII, anche se nel fabbricato a monte (Agriturismo Casavecchia), in una parete a Nord, c'è una finestra murata che sembra di epoca precedente.
Continuando la strada per 200 metri, dopo aver lasciato alla destra una fonte di acqua potabile (dove il popolo di Bivignano veniva a prendere l'acqua) si giunge al secondo gruppo di case che è sicuramente stato il più importante. La più grande delle case fu costruita dalla famiglia Alberti verso la metà del 1800. Dieci metri più avanti c'è un altro fabbricato costruito in epoche diverse che rappresenta la casa più vecchia del posto, e che senz'altro ha dato origine al toponimo Casavecchia. Nome col quale fu indicata la casa anche nel catasto del 1558. Fino a poco dopo la seconda guerra mondiale a Casavecchia c'erano sette famiglie: due nelle prime case, quattro nel fabbricato padronale, e una nella casa più antica. Qui abitava già nel sec. XV la famiglia Franceschi che ai primi del 1600 stabilì la sua dimora alle Terrine.

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Azienda agricola naturale, agriturismo "Casavecchia"
Loc. Bivignano 6 , Arezzo, 52030, AR
Tel. 0575-916937
Massimo Conte, email:
casavecchia.conte@libero.it