Questo
romanzo è nato in un momento di tristezza infinita. Qui di seguito ho riportato
il prologo più un'altra piccola parte, spero che vi piaccia... Anche "Icy
Warmth", come del resto "Accadde al buio" doveva essere
pubblicato solo una volta finito ma i problemi sentimentali dell'autrice
impediscono il suo proseguimento; sorry -__-
N.B.1 Anche qui i nomi dei personaggi hanno un significato particolare
N.B.2 Per questa prima parte non ci sono scene di sesso, perciò
ci metterei un bel PG13 (ma solo per ora, ehehe^_-)
Aeris*^^*
- Icy Warmth -
Si
strinse nel maglione troppo grande che indossava, mentre gli occhi le si
facevano più tristi.
Dopo qualche attimo riuscì ad alzarli un poco e la lunga manica blu andò a
sistemare una ciocca di capelli dietro l’orecchio, tradendo la sua
trepidazione interiore.
Il suo sguardo sembrava scrutarla sin dentro l’anima, cosicché tirò un po’
più su la scollatura dell’indumento e avvicinò ulteriormente le ginocchia al
petto.
- Allora miss freddezza? – la incalzò – Ti ho appena proposto una soluzione
vantaggiosa per entrambi. – ripeté per l’ennesima volta.
- Non credo che il tuo piano funzionerà se continui a chiamarmi in questo modo
– replicò calma lei – La gente potrebbe pensare che a letto non sei poi
quel mostro di bravura che ti vanti di essere – lo provocò con un sorriso
glacialmente freddo.
- Benissimo – i suoi occhi erano due fessure oro – Se Vostra Grazia avesse
la decenza di dirmi il Suo tanto anelato nome… -
Lo sguardo trasparente della sua interlocutrice lampeggiò:
- Signore, io potrei con più ragione chiedervi di avere la decenza di ricordare
il mio nome, perlomeno visto quello che il futuro ci riserva... –
Dopo alcuni secondi di silenzio il ragazzo inarcò un sopracciglio, spazientito.
- Warmth
– disse allora lei, senza tradire emozione alcuna e osservando con
polare divertimento i suoi occhi spalancarsi per la sorpresa e le sue labbra
aprirsi in un sorriso divertito:
-
Noo, non ci
credo! Ma chi ti
ha dato
questo
nome?
– le chiese battendosi un colpo su una coscia.
- Mi hanno chiamato così per via dei miei capelli – spiegò tranquillamente
la ragazza, agitando leggermente la lunga e inanellata massa rosso scura.
- Calore. – tradusse incredulo il ragazzo – Ti chiami davvero ‘Calore’.
–
- E’ quello che ti ho detto. Se sei sordo sturati le orecchie. – lo rimbeccò
Warmth senza degnarlo di uno sguardo.
- Attenta, ragazza, è questo tuo caratteraccio che ti ha fatto affibbiare il
soprannome di miss freddezza. – la avvertì.
- Accetto. – gli disse allora – Ma ad una condizione –
- Quale? –
- Taci, Will –
-
Ehi, guardate, è lei! – bisbigliò qualcuno.
- Ma è proprio vero che sta con quel figo di quinta? – chiese qualcun altro.
- Sì… Pare proprio che qualcuno sia finalmente riuscito a ‘scaldare’ miss
freddezza! – confermò un ragazzo lì vicino.
- Per me si è inventata tutto! Ha sicuramente messo in giro lei questa voce.
– disse malignamente una ragazza. – Inoltre lui si è da poco lasciato con
Loucy, non è possibile che l’abbia dimenticata così in fretta… -
- E’ possibilissimo! Pensa che un’amica del fratello di mia cugina (…) le
ha riferito che quel ragazzo, Will, è violento e le ha fatto fare cose
inimmaginabili! –
- Davvero? –
- Sì, e dicono anche che…-
Warmth
lanciò diverse occhiate gelide in direzione dei numerosi pettegoli che al suo
arrivo avevano cominciato a bisbigliare animatamente e passò a testa alta
attraverso la piccola folla che la fissava con maligno interesse. Sentiva i loro
sguardi velenosi puntati addosso, ma la cosa che la faceva arrabbiare di più
era non poter scoppiare in un eccesso d’ira e mandarli tutti a quel paese; per
l’ennesima volta strinse i pugni lungo i fianchi fino a conficcarsi le unghie
nei palmi e si diede un morso nella lingua. Aveva imparato che prendendosela non
si otteneva niente e l’unica arma efficace era la gelida indifferenza.
Allontanava qualunque forma di vita nel giro di tre metri e la teneva al sicuro
da qualsiasi coinvolgimento emotivo… l’unico inconveniente era che
alimentava a dismisura i pettegolezzi e le malignità.
Ad un tratto si bloccò, voltandosi nuovamente verso tutta quella gente e li
ammutolì tutti con uno dei suoi sguardi migliori. Li fissò a lungo come se
volesse dire loro “Siete degli insignificanti vermiciattoli, continuate a
strisciare”, poi il gelo nei suoi occhi sfociò in un sorriso di disprezzo. Si
voltò di nuovo, dirigendosi verso la sua classe.
Will
era immobile in cima alle scale. Non riusciva a muoversi, tanto era rimasto
affascinato da quella indiscutibile prova di coraggio. Quella ragazza aveva un
qualcosa di unico, con il suo portamento fiero e i suoi modi orgogliosi! Era
tanto bella quanto fredda, si ritrovò a pensare. I suoi occhi di ghiaccio
stridevano con i capelli dai riflessi caldi, così come quei vestiti troppo
grandi con il corpo che si riusciva appena ad intravedere al di sotto, ma nulla
era così in contrasto come il suo nome con il suo carattere. Era capace di
raggelare chiunque, anche se animato dalle più nobili intenzioni e questo la
manteneva in un isolamento quasi sacro. Sembrava che attorno a lei si agitasse
una strana aura, una barriera che la rendeva inattaccabile, quasi divina…
Fu solo quando la vide passare davanti a sé che si riscosse dai suoi pensieri,
prendendo subito ad inseguirla. Dopotutto per la buona riuscita del piano era
necessario agire. Da subito.
Si
sentì prendere con dolcezza per un braccio, così si voltò lentamente
trovandosi davanti, come previsto, il suo ragazzo. Quel pensiero le fece
venir voglia di esplodere in una risata beffarda, anche se non c’era proprio
nulla di divertente.
- Will. – era una affermazione priva di qualsiasi emozione.
- Warmth. – sussurrò lui in risposta, con un luccichio nei caldi occhi oro.
Aveva usato quel tono così basso per non metterla in imbarazzo e fu solamente
la novità di sentir pronunciato il suo nome che le fece provare quel brivido
lungo la schiena, nient’altro, si disse lei.
- Beh? C’è qualche ‘favore’ che vorresti chiedermi? – lo interrogò,
notando il suo sorriso complice, che si allargò ulteriormente:
- Sì – disse semplicemente e lei capì cosa avesse intenzione di fare.
- No. – ribatté lei, impassibile – Devi essere impazzito se pensi che mi
renderò ridicola in questo modo davanti a tutti – concluse con voce piatta.
Will le strinse un po’ di più il polso:
- Forse è meglio se sorridi, perché ci stanno guardando tutti e se continui a
tenere quell’espressione non credo che il nostro piano avrà successo. –
- Nessuna obiezione – ribatté lei, mentre le sue labbra piene si schiudevano
in un sorriso.
Quel
sorriso era tanto falso quanto bello. Ecco un’ altra caratteristica di quella
ragazza. Le sue labbra così seducenti allo stesso tempo attiravano e
allontanavano…veniva da chiedersi se erano effettivamente morbide come
sembravano o congelate, soprattutto dopo essere state a contatto con dei denti
così bianchi.
Sentì che tutti lì attorno, al pari di lui, stavano trattenendo il respiro
davanti a quella visione.
- Ehm – si schiarì la gola – Così va meglio – e le sorrise di nuovo.
- Comunque quello a cui alludevi non lo farò mai, neanche morta. – specificò
allora lei, continuando a sorridere nonostante il tono duro della voce – Buona
giornata, tesoro. – lo schernì con fredda ironia, dopodiché girò i
tacchi e fece per andarsene, ma lui la trattenne per il braccio e la fece
voltare di slancio verso di sé. Non poteva compromettere l’esito del loro
accordo. Non appena lei fu abbastanza vicina le andò incontro e le catturò le
labbra con le proprie.
La sentì mugolare subito di disappunto, ma le labbra erano ugualmente
morbidissime e semiaperte… Oh, ed erano anche calde, molto calde! Era un vero
piacere baciarla e poi, lei era veramente bella e non avrebbe fatto nessuna
fatica a fingersi il suo ragazzo.
Dopo qualche attimo cedette all’impulso di esplorare la sua bocca con la
lingua e sentì che lei tratteneva il respiro. Sì sentì improvvisamente
prendere per il viso e trascinare verso il basso poi, nel giro di qualche
secondo, Warmth gli morse il labbro inferiore, così forte da farlo sanguinare.
Will fece per staccarsi, ma lei lo trattenne, impedendogli qualsiasi movimento,
poi gli passò la lingua sul labbro per asportare il sangue e infine sorrise:
- Che ti serva di lezione – gli sussurrò a fior di labbra con artica furia.
Alla fine lo lasciò e con un ultimo, furioso sorriso andò verso la sua classe,
accompagnata dai commenti degli studenti che avevano assistito al bacio, senza
però notare quel morso.
<<E’ furba >>, dovette riconoscere Will <<Nessuno si è
accorto di nulla, ma lei è riuscita a farmela pagare >> sorrise,
compiaciuto << Mi sta sempre più simpatica! >> pensò prima di
dirigersi a sua volta in classe.