Comitato
Civico
per
il miglioramento dell'ambiente e della qualità urbana
nel
territorio tra il Parco dei Colli di Bergamo ed il Brembo
Progetto
ANAS per la Tangenziale Sud di Bergamo
Tratto
Valbrembo - Villa d' Almè
ricadente
nel Parco dei Colli di Bergamo
OSSERVAZIONI
ALLO
STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
( SIA )
Ottobre 2001
SOMMARIO
1
- METODO DI ESPOSIZIONE,
TERMINOLOGIA, RIFERIMENTI
pag.
1
2 - SCOPO DELLE OSSERVAZIONI pag. 2
3
- L'INCARICO PER LA REDAZIONE DEL SIA ED IL RELATIVO DISCIPLINARE
pag.
3
4
- LA TEMPESTIVITA' DEL SIA E LE ALTERNATIVE PROGETTUALI
pag.
4
5 -
IL
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO - L'ASPETTO URBANISTICO pag.
6
6
- RELAZIONE DEL DOTT. GENELETTI - 21 pagine
1.
Linee generali e contenuti di uno Studio di Impatto Ambientale
2.
Note critiche sull'impostazione del SIA in esame
3.
Osservazioni relative all'analisi delle singole componenti
4.
Considerazioni circa la compatibilità ambientale dell'opera
5.
Conclusioni
7 -
IL TRAFFICO
pag.
9
8 -
LO SMALTIMENTO DEL MATERIALE DI RISULTA E DEI
RIFIUTI
pag.
10
9 -
LA CIRCOLAZIONE DEI MEZZI DI CANTIERE
pag.
10
10 -
LO SVINCOLO DI OSSANESGA E LA TRINCEA NELLA PIANA DI
SOMBRENO.
ESEMPIO DELLA MANCATA CONSIDERAZIONE DI ALTERNATIVE
pag.
11
11 - L' ASPETTO
PAESAGGISTICO
pag.
11
12 -
IL PROGRAMMA
DEI LAVORI
pag.
12
13 - CONCLUSIONI
pag.
12
ALLEGATI
A -
Partecipazione dei cittadini. Rapporto sulla raccolta di firme
B - Memoria del maggio 2001 "Il progetto della variante alla ss 470
dir da Valbrembo a Villa d'Almè" -
Aspetti critici e contributi alla loro correzione".
16 pagine
C - Ritaglio dal Corriere della Sera del 13.07.01 "Superstrada nel
tunnel, oggi via libera al progetto".
D - Memoria dell'ing. Fabrizio Orlandini
sul numero di marzo-aprile 1986
della rivista "Istituzioni e
Territorio - Viabilità: un disegno che supera l'isolamento". 7
pagine
E - Stralcio della carta provinciale della Viabilità aggiornata
all'ottobre 2001.
F - Documentazione fotografica
1 - METODO DI
ESPOSIZIONE,
TERMINOLOGIA, RIFERIMENTI
1.1 -
Metodo di esposizione
L'esposizione sarà fatta per argomenti
definiti e delimitati.
L'argomento trattato farà riferimento al
SIA, a norme legislative, a manuali, a letteratura corrente sull'argomento.
Costituisce parte integrante delle
presenti Osservazioni la relazione del dott. Geneletti che figura come il
capitolo 6 di questo rapporto
1.2 -
Terminologia
SIA - Studio di Impatto Ambientale rispetto al quale
vengono presentate le Osservazioni
Osservazioni - Il presente documento
nella sua interezza
VIA - Valutazione di Impatto Ambientale conseguente al
SIA
Proponente - Autorità o Ente Proponente: ANAS Ente Nazionale per le strade
Competente - Autorità competente: Regione Lombardia
Comitato - Il presente comitato che presenta le Osservazioni
Progetto - Il progetto Anas per il quale è stato redatto il SIA
1.3 -
Riferimenti
CEE 1 - Direttiva 85/337/CEE del Consiglio del 27 giugno 1985
concernente la valutazione dell'impatto
ambientale di determinati progetti pubblici e
privati.
CEE 2 -
Direttiva 971/11/CEE del Consiglio del 3 marzo 1997 che modifica la CEE
1
DPR Mar 96 - Atto di indirizzo e coordinamento per l'attuazione dell'art.
10 comma 1 della legge 22 feb. 94 146
concernente disposizioni in materia di
valutazione di impatto ambientale
REG 20 - Legge regionale 3 settembre 1999 n. 20 - Norme in
materia di impatto ambientale
CIRC 7938 - Circolare 6 dicembre 1999 n. 7938 emessa dal Ministero dei
Lavori Pubblici su
Sicurezza della circolazione nelle gallerie
stradali con particolare riferimento ai veicoli
che trasportano materiali pericolosi
Indirizzi - Indirizzi per la redazione dello Studio di Impatto
Ambientale emesso dalla Reg. Lombardia
nel 1994.
Schede
- Schede degli Indirizzi di cui sopra.
L'articolo 4 della REG 20 afferma:
< la procedura VIA
si articola in:
a)
misure
di pubblica partecipazione al procedimento secondo quanto disposto dagli
articoli 8 e 9 del DPR 12 aprile 1996>
Nella Presentazione degli Indirizzi, il
coordinatore tecnico-scientifico del Nucleo Studi VIA Pilota della Regione
Lombardia, Brian D. Clark afferma:
<Una valutazione
di impatto ambientale è valida soltanto quando lo sono le informazioni su cui
si basa.>
Sempre nella Presentazione, il
coordinatore Brian D. Clark mette al primo posto tra le quattro tematiche
degli Indirizzi:
<L'informazione e
la partecipazione del pubblico>
Nella Introduzione agli Indirizzi si
legge:
<Lo scoping deve
tener conto, per quanto possibile, non solo delle indicazioni emergenti
all'interno del team tecnico, ma anche delle preoccupazioni effettive del
pubblico coinvolto, che non necessariamente coincidono con quelle tecniche; è
quindi auspicabile una partecipazione anche a questo livello.
Al
capitolo 1, punto g) degli Indirizzi si legge:
<La VIA va intesa
come processo di partecipazione del pubblico e questa è una delle funzioni
principali della procedura; l'informazione e la partecipazione sono momenti di
conoscenza della complessità ambientale e sociale, che consente ai soggetti sociali
di controllare la coerenza e l'efficacia dell'operato delle autorità
competenti.>
Il presente rapporto intende dare corpo
ai principi sopra riportati mediante la
"partecipazione" da
parte di un largo strato di opinione pubblica testimoniato, anche, dalla
raccolta di circa 1500 firme di cittadini tra un pubblico non sempre
correttamente informato. (vedere allegato A).
3 - L'INCARICO PER LA REDAZIONE DEL SIA
ED
IL RELATIVO DISCIPLINARE
L'incarico per il SIA è stato conferito
con la Determinazione n. 396 del 1 marzo 2001 da parte della Provincia di
Bergamo. L' oggetto dell'incarico (spesa di 144 milioni di lire) . è esteso ai
due tratti costituenti il 1° lotto 1° stralcio da Treviolo a Villa d'Almè e da
Zanica a Stezzano
Si riporta qui di seguito la parte
essenziale del Disciplinare di incarico :
a)
descrizione
del progetto in relazione a:
-
parametri
localizzativi: esame del territorio nel quale si inserisce l'opra in relazione
alla accessibilità, alle destinazioni d'uso, ai recettori sensibili quali
servizi, scuole, ecc...;
-
dimensioni:
analisi dei parametri dimensionali utili ai fini della determinazione degli
impatti in relazione alle superfici occupate, impermeabilizzate e coperte, ai
volumi e alle alle altezze fuori terra;
-
caratteristiche
tecniche: valutazione delle tipologie strutturali adottate, nonché
dell'andamento plano-altimetrico del tracciato;
-
finalità:
valutazione delle potenzialità dell'intervento in relazione alla domanda di
traffico e analisi degli scenari di sviluppo;
b)
analisi
dei potenziali effetti sull'ambiente:
-
Rumore e
atmosfera: valutazione dell' impatto conseguente all'inquinamento acustico e
atmosferico direttamente attribuibile agli scenari di traffico determinati;
-
fasi di
cantiere: analisi delle fasi costruttive con particolare riferimento agli
interventi sulla viabilità esistente e ai rischi ambientali alla realizzazione
dell'opera con riferimento all'assetto idrogeologico;
-
assetto
ecosistemico del territorio: analisi delle interferenze con aree verdi
esistenti;
-
paesaggio:
valutazione dell'inserimento paesaggistico dell'opera.
c)
analisi
della programmazione e della pianificazione vigente:
-
Piano
Regolatore Generale: valutazione della conformità dell'intervento secondo le
previsioni di piano;
-
Piani
Territoriali di Coordinamento: valutazione dell'intervento in relazione a lle
previsioni sovracomunali in materia di viabilità;
-
Piano
Urbano del Traffico: analisi delle soluzioni individuate nell'ambito della
programmazione esistente in materia di traffico e viabilità;
-
vincolistica:
analisi del sistema dei vincoli e verifica di conformità dell'opera;
d)
proposta
opere di mitigazione abientale:
-
opere a
verde; individuazione di opere tipologiche preliminari atte alla mitigazione
degli impatti individuati,
-
barriere
fonoassorbenti: localizzazione preliminare delle opere necessarie alla
riduzione degli eventuali impatti acustici individuati secondo le indicazioni
del DPCM 1/3/91 e del DPCM 14/11/97;
-
sistemi
depurazione acque: analisi delle soluzioni progettuali atte all'doneo
trattamento della acque raccolte dalle pavimentazioni in relazione a quanto
previsto dal PRRA e dalla L.R. n. 62 27/5/85
Il Disciplinare sopra riportato, nella
sua mezza pagina di testo, risulta del tutto inadeguato rispetto alle
dimensioni dell'opera, alla delicatezza ambientale dei territori attraversati,
alla deficienza di cura per gli aspetti ambientali apparsa evidente durante
tutto l'iter progettuale precedente, al ritardo con il quale questi aspetti
sono presi in esame. La mezza pagina, peraltro, avrebbe potuto essere
ulteriormente ridotta ad una sola riga:
Il SIA sarà conforme
agli "indirizzi per la redazione
del SIA emessi dalla Regione Lombardia"
Il Disciplinare avrebbe potuto
raccomandare, inoltre, tenuto del
ritardo con il quale il SIA veniva commissionato rispetto a tutto l'iter
progettuale, che il <gruppo interdisciplinare che opera come soggetto
tecnico incaricato delle studio di impatto>
(Introduzione agli Indirizzi)
fosse composto da soggetti non
coinvolti nella progettazione precedente. Ciò ad evitare che il SIA si
risolvesse, come poi si è verificato, in una orazione "Cicero pro domo
sua".
Vero che il SIA, in effetti, ha
superato la genericità dell'incarico pur rimanendo lontanissimo, come sarà
ripetutamente dimostrato in queste Osservazioni, dalle norme di Legge e dagli Indirizzi.
Queste critiche non hanno una valenza
puramente formale ma tendono a confermare
che il SIA, redatto su incarico
dalla Provincia e poi assunto dall'Anas
alla fine del processo progettuale, non è nato da una sincera ed effettiva consapevolezza dei valori
ambientali della zona interessata ma, semplicemente, come atto burocratico e
come tale è stato condotto.
4 - LA TEMPESTIVITA' DEL SIA
E LE
ALTERNATIVE PROGETTUALI
Nella Introduzione agli Indirizzi si
afferma:
<E' necessario che
le implicazioni di ordine ambientale intervengano quanto prima possibile nella
progettazione.
Non può ritenersi
corretto un procedimento tecnico in cui lo studio di impatto ambientale sia
stato effettuato solo a valle della progettazione (sarebbe un documento di tipo
puramente giustificativo). In sostanza, la progettazione e lo studio di impatto
ambientale devono essere per quanto possibile contestuali: il prodotto finale,
inteso come documento tecnico presentato in sede amministrativa, avrà anche il
compito di evidenziare quale sia stato il ruolo effettivamente svolto dalle
analisi e dalle valutazioni ambientali all'interno della progettazione.>
Subito dopo, nella Introduzione, si
afferma:
<....E' necessario
che il gruppo interdisciplinare che opera come soggetto tecnico incaricato
dello studio di impatto abbia individuato con chiarezza i possibili effetti
critici delle varie alternative progettuali.>
Nel capitolo 1 (Linee Generali) degli
Indirizzi al punto si afferma:
< c. una VIA, in
quanto processo di decisione, cioè di scelta, esplica le sue maggiori
potenzialità in presenza di una pluralità di alternative, fra le quali
scegliere; ciò pone il problema di definire le alternative di progetto, ivi
compresa ovviamente l'alternativa zero, di analizzarne gli impianti tenendo
conto della durata prevista per il progetto, e di compararne le alternative
entro un dato sistema di obbiettivi e/o vincoli;
d. ..........non
esiste un "momento giusto" per la VIA: in linea generale essa andrebbe collocata il più a monte possibile del processo decisionale; è chiaro
peraltro che è diverso operare su un progetto esecutivo, in cui alternative
sono molto spesso solo misure di mitigazioni, oppure su di un progetto di
massima, in cui si esaminano le alternative tecnologiche e/o di localizzazione,
o, invece, lavorare su di uno studio di fattibilità in cui il confronto avviene
tra le grandi opzioni strategiche, estremamente aperte;
e. per interventi o
azioni da assoggettare a VIA vanno intesi non solo le opere, ma anche gli
strumenti di piano, i programmi, le norme, le decisioni che interferiscono
direttamente o indirettamente con l'ambiente;.........
Il richiamo alle alternative da parte
degli Indirizzi prosegue poi diffusamente al capitolo 3 (La fase di orientamento)
e al capitolo 4 (La fase di
descrizione). La trattazione dell'argomento viene poi ampliata a pagina 30, Alternative nel campo dei trasporti.
Il SIA non produce e non cita alcun
documento relativo a precedenti studi di impatto ambientale, propriamente
detti, eseguiti durante il pur lungo percorso progettuale iniziato già alla
fine degli anni '80 né fa cenno ad alcuna alternativa progettuale. E dire che
ripetute richieste e sollecitazioni in
tale senso erano venute da associazioni e da privati tra i quali quelli riuniti
in un comitato civico simile a quello che agisce in questa sede. I documenti
relativi a queste sollecitazioni, culminate in un ricorso al TAR, sono a
disposizione della Autorità competente.
Il fatto che il Progetto sia stato sottoposto a VIA soltanto nella
fase esecutiva non può esimere il Proponente dal percorrere, anche a
ritroso, tutte fasi che caratterizzano
un corretto SIA. E ciò tanto più in quanto lo stesso quadro programmatico generale
in cui il Progetto è inserito non era stato, a quanto ci risulta, sottoposto a
VIA .
Tornando al problema delle alternative,
si propone la lettura dell'allegato B
"Il progetto della variante alla ss 470 dir da Valbrembo a Villa
d'Almè - Aspetti critici e contributi per la loro correzione".
La soluzione tecnica accennata in
questa memoria, le due sedi stradali sovrapposte, non ha la pretesa di assumere
alcuna valenza progettuale ma è basata su esperienze non solo
"cantierate" ma anche effettivamente realizzate (esempio tangenziale
di Verona) . La soluzione delle piste sovrapposte sembra sia stata adottata
anche dall'Anas per il collegamento tra l'uscita di Cinisello Balsamo sulla A4
e Monza (vedere allegato C).
5 - IL QUADRO DI
RIFERIMENTO PROGRAMMATICO - L' ASPETTO URBANISTICO
Nella Premessa della
Relazione Generale, a pagina 3, il SIA riporta:
< La necessità
dell'opera trova come prima motivazione la soluzione del problema legato alla
congestione del traffico veicolare sulle arterie di penetrazione in Bergamo ed
in particolare sulla (ex) S.P. 53 di cui il progetto, come detto, costituisce
in parte ammodernamento in sede e parte completamento quale congiunzione tra la
S.S. 470 della Valle Brembana e la Tangenziale Sud di Bergamo II lotto (già
realizzata).
Lo studio di impatto si presenta come
attività di verifica della progettazione ed è finalizzato ad assicurare una
realizzazione intesa alla soluzione corretta dei problemi dello sviluppo del
territorio, nonché al raggiungimento di valori ambientali e di qualità della vita
rispettosi di una moderna visione "sostenibile" delle politiche
legate alla mobilità.>
Nel capitolo 2 (Quadro di riferimento programmatico),
a pagina 12 si dice ancora:
< L'area interessata
dall'intervento si colloca pertanto nel sistema urbanizzato dell'Hinterland di
Bergamo, e risulta caratterizzato da notevole concentrato di carico antropico;
alcuni dei tratti in esame tuttavia si sviluppano in aree caratterizzate da
ambienti naturali da salvaguardare, mentre i fenomeni di crescita ipertrofica
dei principali centri urbani, unitamente ad una dinamica intensa dell'apparato
produttivo, hanno contribuito a sviluppare maggiormente le conurbazioni
presenti nel territorio situato a nord della autostrada A4
La ragione di tale
scenario deriva da una visione ad ampia scala delle condizioni di circolazione
e risulta pertanto necessario completamento della rete di attraversamento delle
zone di cui sopra; il miglioramento delle condizioni di circolazione
nell'ambito dell'intera area non può che favorire il recupero di tutte le
qualità urbanistico-ambientali che attualmente risultano particolarmente
compromesse dalla presenza di un ingente carico del traffico di attraversamento
delle aree urbanizzate.>
Al punto 2.2.2 (Piani regolatori generali dei Comuni
unteressati), a pagina 19 si dice :
< Le previsioni di PRG
risultano conformi con l'esclusione dei comini di Valbrembo, Paladina,
Almè, Villa d'Almè,
Sorisole ma (che), ad eccezione di quest'ultimo, tali comuni risultano firmatari di uno specifico protocollo di intesa in data 4/12/2000, di seguito
allegato.
Si nota che il PRG del
comune di Sorisole è stato modificato, e che la viabilità in esame risulta
attualmente inserita come risulta dallo stralcio allegato approvato con
delibera C.C. n. 39 del 28/03/2000.
Nella seguente tabella (pag. 20) si descrive il profilo
urbanistico delle aree attraversate con la quantificazione della lunghezza
parziale e totale delle destinazioni d'uso delle aree prospicienti (a) cui si
attribuiscono dei coefficienti di impatto per una valutazione complessiva.>
A sua volta, il testo del Protocollo di
Intesa riporta:
<Si conviene
1 ) di riconfermare la validità del progetto
esecutivo del 1° lotto 1° stralcio (Zanica-Stezzano e Treviolo Villa d'Almè)
della Tangenzialw Sud di Bergamo;
2 ) di sollecitare Anas e
Regione Lombardia, ognuno per le loro competenze, a dar seguito con
sollecitudine ad ogni atto utile alla realizzazione dell'opera;
3 ) di impegnare la
Provincia a predisporre uno studio dattagliato per gli interventi di
mitigazione ambientale e la riqualificazione degli ambiti territoriali
prospicienti la nuova infrastruttura;4 ) che all'atto
dell'esecuzione dei lavori
siano concertate con i Comuni interessati le misure atte ad impedire che il
traffico venga deviato all'interno dei centri abitati.>
Con quanto sopra citato, il SIA prima riconosce, molto correttamente, un
ruolo preminente all'aspetto urbanistico e della qualità della vita e poi
assume come quadro programmatico dell'aspetto urbanistico stesso (normalmente
costituito da ponderosi PRG) una intesa di nove righe nella quale di tutto si
parla fuorchè di urbanistica. Si rilevi, tra l'altro che la tabella di pagina
20 non riporta alcun <coefficiente di impatto per una valutazione
complessiva>.
In sostanza, per il tratto Valbrembo-Villa
d'Almè tutto il quadro urbanistico è imperniato sul Protocollo di Intesa sopra
citato. Si osserva intanto che:
-
in sede di presentazione
del progetto Anas e di firma del Protocollo, le amministrazioni comunali non
vennero informate che, a norma della Legge Regionale n. 20, il progetto non
poteva assumere alcuna forza normativa prima del formale "giudizio di
compatibilità ambientale da parte della Regione".
-
solo a Villa d'almè ed a
Sorisole il Protocollo di intesa è stato discusso in Consiglio Comunale e
sottoposto ad una
assemblea di cittadini.
-
A Sorisole il Progetto è
stato rifiutato.
Per una corretta interpretazione del
Quadro di Riferimento Programmatico, il SIA avrebbe dovuto tener conto, in una
visione integrata del territorio, sia della sua evoluzione storica sia degli sviluppi che sono maturati dopo
la data del Protocollo di Intesa del dicembre 2000.
Sotto l'aspetto "storico", il
caposaldo è costituito dal "Piano provinciale viabilità grande
comunicazione" del 1986 di cui esiste una ma illustrazione dell'ing.
Orlandini sulla rivista Istituzioni e Territorio del secondo bimestre del 1986
(allegato D).
Questo Piano ha costituito il punto di
riferimento per le realizzazioni viabilistiche attorno a Bergamo dagli anni novanta fino ad oggi. Esso, per il collegamento Dalmine-Villa d'Almè
prevedeva il completamento della impostazione originaria per la strada
provinciale 153 sui sedimi già in possesso della Provincia. All'altezza di Almè
era previsto un (certamente problematico ma evidentemente non impossibile)
sdoppiamento della carreggiata per superare il
"tappo" della urbanizzazione di Villa d'Almè nella strozzatura
della valle sul Brembo. Non vi era alcun cenno di soluzione del collegamento Est-Ovest.
Di fronte alle difficoltà, ma non
all'impossibilità, di filtrare
attraverso l'urbanizzazione selvaggia che nel frattempo era stata consentita
nella zona, l'Anas venne incaricata di studiare un'alternativa che non poteva
non sboccare, tenuto conto della proverbiale vocazione ambientalista ed urbanistica
dell'Anas, altro che sulla zona verde del Parco dei Colli. Se un tale progetto
fosse stato sottoposto subito a VIA esse sarebbe stato certamente respinto ma
il suo carattere "viabilistico e
trafficistico" lo sospinse, di piano triennale in piano triennale, fino
all'esito descritto nel SIA dove, ancora, non appare alcuna soluzione per il
collegamento Est-Ovest.
Proprio recentemente, tuttavia, la
Provincia è diventata consapevole della necessità di questa soluzione, anche in
connessione con lo sbocco dell'asse interurbano fino a Mapello ed oltre, ed ha
previsto (allegato E) , un
collegamento, appunto, che attraverserebbe il Brembo sotto Paladina all'incirca
all'altezza dello storico Ponte della Regina
e che, dopo aver intersecato la ex S.P. 153 si collegherebbe (in qualche
modo) all'asse Almè-Bergamo nel tratto ormai urbano della S.S. 470. Ai due
megasvincoli di Ossanesga e di Petosino, al trincerone nella piana di Sombreno,
a tutto il sistema di gallerie, si prevede ora di aggiungere una bretella nella zona verde a nord del colle di Monte Breno,
bretella che non si sa come possa
collegarsi razionalmente sia alla ex SP 153, sia alla SS 470, sia alla nuova
strada in progetto da parte dell'Anas.
L'asse Est-Ovest attraverso il nuovo
ponte della Regina mette in forrte evidenza l'errore di spostare decisamente ad
Est l'asse Nord-Sud. Il traffico che scende dalla Valle Imagna e dagli Almenni
e diretto verso Treviolo (asse
interurbano) e Dalmine troverà ancora
più convenienza ad imboccare la ex SP 153. Per di più, lo svincolo di Petosino
prevede uno "switch" tra le direttrici Nord-Sud e Est Ovest che, per
motivi di sicurezza, non potrà essere regolato che da un semaforo che si
aggiungerà a quelli già esistenti nel tratto ormai urbanizzato della strada
statale 470 da Villa d'Almè a Dalmine con buona pace del :
< raggiungimento di valori ambientali e di qualità della
vita rispettosi di una moderna visione "sostenibile" delle politiche
legate alla mobilità> e del < miglioramento delle condizioni di circolazione
nell'ambito dell'intera area (che) non
può che favorire il recupero di tutte le qualità urbanistico-ambientali che
attualmente risultano particolarmente compromesse dalla presenza di un ingente
carico del traffico di attraversamento delle aree urbanizzate.>
E' vero peraltro che la Provincia
prevede di ripristinare, per i soli passeggeri, il collegamento ferroviario tra
Bergamo e Petosino ma in questa ipotesi
sarebbe certamente necessaria una zona di interscambio con parcheggi ed
altrezzature terziarie.
Di questi orientamenti non si fa cenno
nel Quadro Programmatico rilevato dal SIA.
Così come non fanno parte di esso le
previsioni del PRG di Valbrembo di destinare ad attività commerciale un
tassello del Parco dei Colli accanto al previsto svincolo di Ossanesga né
quella di una intensa edificazione accanto allo svincolo di Scano.
A nessuno, ora, e tanto meno in sede
regionale, può sfuggire la necessità di una riprogettazione
integrata di tutto il sistema viabilistico della zona con una visione
urbanistica che superi le impostazioni comunali le quali, come già detto,
derivano da uno scenario che viene ora
corretto dagli stessi promotori del progetto in esame.
In un nuovo esame dello scenario
urbanistico della zona potrebbe trovare posto, almeno a livello di ipotesi, il
collegamento ferroviario diretto tra la Valle Brembana gli assi ferroviari Bergamo-Lecco e
Bergamo-Treviglio in considerazione del fatto che tra il sedime ferroviario
della vecchia ferrovia della Valle Brembana a Paladina ed il passaggio a Curno
della Bergamo-Lecco vi è una distanza di appena 4 chilometri.
In conclusione, tenuto conto della mole
dell'opera cui il SIA si riferisce, il Quadro di Riferimento Programmatico non
può basarsi su di un episodico Protocollo di Intesa ma deve estendersi, nello
spazio e nel tempo, ad una visione completa dello sviluppo del territorio.
7
- IL TRAFFICO
Il SIA tratta sommariamente l'argomento del traffico veicolare al punto
2.1.3 della Relazione Generale (pagine 14-17).
Si osserva quanto segue:
-
i dati di riferimento si
riferiscono a censimenti obsoleti (strade provinciali 1992-93 e 1997 ( ? ),
strade statali 1985 ( ! );
-
non è stato fatto alcun
tentativo di aggiornamento e di previsione sia pure basato su indici
statistici;
-
è stato fatto
riferimento al TGM (Traffico Giornaliero Medio) senza specificarne il metodo di
calcolo;
-
non è stata analizzata
la tipologia dei veicoli;
-
non sono state
analizzate le conseguenze della strozzatura delle due corsie da Treviolo a
Villa d'Almè tra i tratti a quattro corsie che vi confluiscono da sud e da
nord;
-
non sono state espresse
le conseguenze sulla portata reale della nuova strada del fatto che lungo tutto
il suo tracciato di sei chilometri sarà operante il divieto di sorpasso e
quindi la velocità di transito sarà determinata dal veicolo più lento.
Circa l'intervallo tra veicolo e
veicolo (altro fattore che determina la portata della strada) non c'è cenno
alla circolare del Ministero dei Lavori Pubblici del 6 dicembre 99 n. 7938 che impone una distanza di sicurezza tra i
veicoli di almeno 100 metri in gallerie di lunghezza superiore ai 2000 metri
(la lunghezza totale delle gallerie da Petosino alla Ventolosa è di circa 3
km);
-
non è stata analizzata
l'nfluenza che esercita sulla portata l'esistenza degli imbocchi e degli
svincoli;
-
non è stata valutata
l'influenza sulla fluidità del traffico dell'incrocio di Petosino tra
direttrice nord-sud e direttrice est-ovest. Questa confluenza, per motivi di sicurezza, dovrà essere regolata da un semaforo;
-
non è stata verificata
la adeguatezza del Progetto rispetto agli aumenti di traffico e non è stata
definita, sia pure di larga massima, la fattibilità di un ampliamento
eventualmente necessario;
-
non è stato conto tenuto
della recente emersione, in sede di pianificazione provinciale, del progetto di
collegamento Est-Ovest medianti un nuovo ponte sul Brembo all'altezza di
Paladina (vedere pagina 11 di questo rapporto);
Tutto quanto sopra avrebbe dovuto
essere integrato in un modello dinamico esteso alla intera rete viaria
interessata dal Progetto che tenesse conto non solo dei valori medi di traffico
ma, soprattutto, delle punte. Non aver
considerato i valori di punta (giornalieri e settimanali) con la loro ampiezza e con la loro frequenza
è l'aspetto più criticabile del SIA per quel che riguarda il traffico veicolare
Il SIA avrebbe dovuto indicare in quale reale misura, per quale reale estensione geografica e per quale estensione
temporale il Progetto risolve, o
allevia, i problemi di traffico anche in
relazione al costo dell'opera.
Ci si riferisce, in particolare, alla effettiva influenza sul traffico
di attraversamento dei centri abitati di Valbrembo, Paladina, Almè e Villa
d'Almè, Petosino.
8 - LO SMALTIMENTO DEL MATERIALE DI
RISULTA E DEI RIFIUTI
Questo argomento è affrontato
sommariamente nel SIA nel capitolo 2.2 (Rete idrica superficiale e assetto
geologico e idrogeologico) alle pagine da 16 a 19.
Nelle pagine citate viene confrontato,
per grandi cifre, l'esubero di materiale con le disponibilità di smaltimento e
si conclude che "la disponiblità di deposito è ampiamente garantita "
e quindi, implicitamente, che non esiste impatto ambientale su questo versante.
E' del tutto corretto l'esame del
problema dello smaltimento dei materiali di risulta in ambito almeno
provinciale ma se ne contesta la sommarietà e la conclusione
Sul fronte degli esuberi di materiale
(stimati in circa 1 milione di metri cubi) sarebbe stato opportuno sottoporre
all'Autorità competente una matrice
avente come assi: la tipologia dei materiali (compresi i rifiuti
di cantiere, legno, metallo, carta, plastica, ...) ; i cantieri di origine ;
le quantità ; il tempo . L'ultimo parametro è particolarmente
importante in quanto è difficile pensare che, all'interno del sistema di opere
esaminato, ad ogni specifica necessità di smaltimento possa corrispondere
contestualmente una disponibilità. In altre parole, l'esubero
"localizzato" potrebbe risultare molto più elevato di quello stimato
per grandi numeri e sulle medie.
All'assorbimento delle punte e,
complessivamente, del totale, dovrebbe provvedere il sistema delle
disponibilità stimate in 1,7 milioni di metri cubi. L'ipotesi di destinazione
di una quota importante di questa disponibilità alle sole esigenze dell'Anas è
un approccio sbagliato in quanto non tiene conto delle molto probabili esigenze
di altri settori rispetto ai quali la
sottrazione di spazio, rappresenta, per se stessa un vero e concreto
impatto ambientale. In ogni caso, non
sta all'Anas decidere circa la disponibilità delle capacità di smaltimento.
Sarebbe come dire che Milano potrebbe continuare a non depurare le sue acque di
scarico perché esse costituiscono una quota irrilevante della capacità dell'
Adriatico.
Si fa rilevare che l'impatto
ambientale, oltre che non essere misurato per la soluzione di progetto,
non è stato confrontato con quello relativo a possibili alternative generali o
all'interno del progetto stesso.
9
- LA CIRCOLAZIONE DEI MEZZI DI CANTIERE
Questo punto è trattato a pag 36 e 37
della Relazione Generale del SIA.
Per quanto riguarda il tratto Valbrembo
- Villa d'Almè il SIA stima che, per la durata di 29 mesi, il traffico
aggiuntivo sul sistema viario esistente sarà di 7,5 viaggi all'ora.
Questa cifra deriva dalla
considerazione dei soli viaggi sotto carico e va quindi raddoppiata per tener
conto dei viaggi a vuoto. Si arriva quindi a 15 viaggi all'ora.
Ad essi vanno aggiunti tutti i
movimenti per i mezzi di cantiere e quelli per il trasporto, sotto carico ed a
vuoto, dei materiali da costruzione e degli impianti.
Il tutto andrebbe giudicato, come
sempre, non rispetto alla media ma rispetto ai valori di punta dei quali,
peraltro, non viene fornita alcuna indicazione quantitativa.
Il SIA, comunque, si limita a dare una
misura (inesatta ed incompleta) delle dimensioni del problema e non traduce
queste dimensioni in impatto ambientale quantificato.
10 - LO SVINCOLO DI OSSANESGA E LA TRINCEA
NELLA PIANA DI SOMBRENO.
ESEMPIO DELLA MANCATA
CONSIDERAZIONE DI ALTERNATIVE
Lo svincolo di Ossanesga, per la sua
incidenza sul territorio, avrebbe meritato uno studio di impatto ambientale
specifico. Ad esso, peraltro, si sarebbe potuto applicare il principio della
scelta ponderata tra diverse alternative commentata nelle linee generali al punto
3 del presente rapporto.
Le diverse alternative avrebbero potuto
essere articolate sui seguenti punti:
- utilità o meno dello svincolo a
distanza di circa 1400 metri dallo svincolo di Scano, rappportata al costo
dell'opera ed all'effetto negativo sulla fluidità del traffico
che, comunque, uno svincolo provoca;
- in caso di conferma della utilità
relativa dello svincolo, scelta tra le due alternative: su di una zona a vivaio
di
essenze arboree e sull'asse visivo del parco della seicentesca Villa Lupi
oppure su di un attiguo deposito di
attrezzature per movimentazione terra;
- per il prosieguo verso nord, scelta
tra trincea e galleria artificiale
tenuto conto del grave impatto paesaggistico
sia della trincea che del seguente imbocco di galleria a pochi metri dal
confine parco di una villa neoclassica.
Dalla lettura del SIA appare di tutta
evidenza che gli autori del progetto e gli estensori dello Studio si sono resi
conto solo nominalmente che il Progetto interessa una delle zone più preziose
della Lombardia sotto l'aspetto paesaggistico e storico tanto da meritare il
vincolo sulla base della legge 1497 del '39, vincolo che rese poi possibile la
formazione del Parco dei Colli.
L'argomento è infatti liquidato in poche righe (pagina 3 del capitolo
2.3 Paesaggio, uso del territorio e assetto ecosistemico).
< Il tracciato
lungo i tratti all'aperto si sviluppa in trincea, con minime interferenze con
le aree di intervisibilità e con gli elementi del paesaggio. Il piano stradale
ed il conseguente ingombro dinamico del traffico in fase di esercizio risulta scarsamente evidente dai luoghi di
comune percezione, anche per la frammentazione dei tratti fuori galleria>
Agli autori di una simile prosa sembra
vano tentare di spiegare che infrastrutture del tipo in oggetto esercitano sul
territorio circostante un "campo" malefico che va ben al di là dei
pseudo mascheramenti in trincea od
anche in galleria, per non
parlare delle cosiddette mitigazioni.
A poche centinaia di metri dallo
svincolo di Ossanesga e dalla trincea nella piana di Sombreno si trovano la
seicentesca Villa Lupi con il suo parco, il santuario di Monte Breno, il
gioiello neoclassico del Pollack con villa e parco a Sombreno, il santuario
della Madonna della Castagna, la chiesa di Fontana, la chiesa di San Rocco. Per
non parlare dei centri storici di Scano, Ossanesga, Paladina, Sombreno ognuno
con la sua parrocchiale e con notevoli
edifici storici.
La manomissione di questo contesto
costituisce una provocazione verso tutti coloro che hanno accettato finora con
pazienza e senso civico gli stretti vincoli imposti dal Parco dei Colli. In caso di realizzazione del Progetto non
sarà facile mantenere questa accettazione per cui tutto il Parco dei Colli,
rimosso dalla testa della gente, finirà anch' esso in pasto alla speculazione
dalla quale la passione civile dei bergamaschi lo aveva salvato agli inizi
degli anni sessanta.
Quanto citato sopra appare poi in contrasto con quanto detto a pagina 3 del
capito citato:
<La visione del
territorio da una quota elevata consente infatti di riconoscere elementi
strutturali non sempre percepibili dal piano di campagna e di valutare in modo
più completo l'ingombro sul territorio delle opere in progetto>
Basta affacciarsi dal piazzale del
Santuario di monte Breno, immaginare lo svincolo di Ossanesga e lo sfregio
della trincea di Sombreno per capire come l'opera progettata sia perfettamente
omogenea con il disastro urbanistico
provocato dalla ignoranza dei valori veri e duraturi del territorio.
Non si entra nel
merito del grafico esposto nella
Relazione Generale le cui conclusioni rimangono di responsabilità del
Proponente. Si fa rilevare, comunque, che non sono state previste le attività
di rimozione delle interferenze che appaiono particolarmente gravi in una zona
densa di altre infrastrutture.
Si fa rilevare che
sui tempi esposti non viene espressa alcuna previsione di variabilità. Non si
conosce, in sostanza, l'andamento della
curva della probabilità in funzione dello scostamento (positivo o negativo) del
tempo totale di costruzione rispetto a quello indicato nel SIA. Qualora una
curva del genere fosse stata tracciata sulla base dei dati statistici delle
realizzazioni Anas, potrebbe esserci,
ad esempio, l'80 % di probabilità che
il tempo totale raddoppi rispetto al previsto e un buon 5 % di probabilità che
l'opera rimanga incompiuta a tempo indeterminato (Val Camonica a nord di Breno,
Val Sabbia, galleria di Marone....).
13 - CONCLUSIONI
Il SIA
presentato dall'Anas non assolve alla sua funzione di informazione per un
corretto giudizio di compatibilità ambientale
in sede di procedura VIA . Esso va corretto ed integrato con quanto
espresso in questo rapporto e con il contenuto di altri eventuali contributi in
modo che l' Autorità Competente possa
giungere consapevolmente:
alla
richiesta di modifiche progettuali e di misure di contenimento e di
compensazioni necessarie ad assicurare la compatibilità ambientale
dell'intervento" (art. 4 della legge regionale 3 settembre 1999 n. 20).
Se, come è
probabile, non sarà possibile trovare
una sintesi armonica tra il SIA dell'Anas e le osservazioni di terzi, una soluzione potrebbe essere trovata
nell'affidare la redazione di un serio Studio di Impatto Ambientale ad un
organismo di livello universitario o ad un team di tecnici di dimostrata
esperienza nella materia previo studio ed aanalisi delle soluzioni alternative.
Per il Comitato, i
Consiglieri
Bergamo 27 ottobre
2001-10-25
Recapito operativo c/o Giuseppe Pasquali Coluzzi
Via Patrioti
18 - 24030 VALBREMBO
tel. e fax 035 527 447 Email stasgpc@tin.it
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