Le recensioni  

 

 

Le ali del tempo

di Richard Bach

Casa editrice: Rizzoli

Collana: Bur

Anno: 2002

Pagine: 94


Vi e' mai capitato di addormentarvi con un pensiero in testa, un problema da risolvere per il quale magari avete cercato la soluzione a lungo, ma che, nonostante gli sforzi, non e' arrivata? Poi, al mattino, appena aperti gli occhi ecco che avete  un'intuizione, quasi una visione, e tutto diventa chiaro. Bene questo e' il motivo conduttore del libro "Le ali del tempo" di Richard Bach, nel quale egli ci parla di come la passione per un Piper Cub, un vecchio monomotore ad ala alta, lo porti a rompersi la testa per pensare a piccole soluzioni tecniche per apportare delle migliorie al suo vecchio aereo.  Le soluzioni ideali per tali problemini tecnici stentano ad arrivare fino al momento in cui accade quanto detto: al risveglio dal sonno notturno o da un riposino pomeridiano, Bach materialmente vede la soluzione, semplice e lineare, disegnata davanti ai propri occhi.

Bach, sa bene che nulla accade per caso, e che anche per queste apparizioni dopo il sonno deve esserci un motivo ben preciso...

Cosi' in "Le ali del tempo" Bach scopre, attraverso le porte del sonno, una dimensione parallela, un anno 1923 diverso da quello del nostro passato, ma altrettanto reale e tangibile tanto che vi trova una fabbrica di aerei dove ci sono meccanici sporchi d'olio, progettisti con i loro rotoli di carta da disegno sotto il braccio e dove Bach incontra un sogno: una donna affascinante che disegna aeroplani.

"Le ali del tempo" e' un romanzo breve in cui ogni pagina e' pervasa dalla profonda passione dell'autore per il volo. In questo libro Bach ci porta a pensare alla possibilità che oltre al mondo in cui ci troviamo a vivere, potrebbero essercene altri, in una dimensione parallela, in cui le cose possono andare diversamente da cio' a cui siamo abituati. Mondi in cui una passione comune riesce ad annullare l'odio e la guerra ed ad avvicinare gli esseri umani; posti in cui la vita da' spazio anche ai tipi tranquilli ed ai prudenti che poco ne hanno nella nostra realta'.

Chi ha avuto la fortuna di volare e frequentare la gente che ha questa passione, sa quanto ciò che Bach ci dice in questo romanzo possa corrispondere al vero: il mondo del volo e' una realtà "parallela" che avvicina le persone e che, forse oltre a sollevare i corpi,  a volte riesce anche ad innalzare gli spiriti.

L'incipit:

"Il problema era il portello. Non c'era verso che rimanesse aperto.

Il portello di un Piper Cub e' formato da due pezzi: la metà superiore ampia e trapezoidale, parzialmente in plexiglas per consentire la visibilità; la metà inferiore ricoperta di tela gialla come il resto dell'aereo. Quest'ultima non pone problemi perché appena sganciata si rovescia in giù e resta bloccata dal suo stesso peso. Ma l'altra ruota su se stessa aprendosi verso l'alto ed e' dotata di un piccolo dispositivo di fermo che tiene spalancato il portello quando il pilota o il passeggero entrano o escono dall'abitacolo. Tale dispositivo tiene bloccato il portello in posizione aperta anche durante la fase di rullaggio e di decollo. "



Una citazione dal testo:

"Molto tempo addietro avevo imparato che c'e' un motivo ben preciso perché tutto sia proprio com'è. Le briciole sul tavolo non solo ci ricordano i biscotti cha abbiamo mangiato a colazione, ma restano lì perché abbiamo scelto di non toglierle. E' sempre così. C'è un motivo per tutto, e ogni più minuscolo particolare è un indizio."


Claudio Palmieri, Ottobre 2002

Dello stesso autore ho recensito "Atterraggio di fortuna"

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Pagina modificata il 13 Maggio 2004