Il guardiano del faro
Nel mare della vita segui la luce della felicita'
di Sergio Bambarén
Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Parole
Anno: 2002
Pagine: 216
Costo: 10.50 Euro
Quando mi è capitato sotto mano "IL guardiano del faro" di Sergio Bambarén avevo già letto "Il delfino". Quest'ultimo non mi era piaciuto e forse proprio questo fatto ha stimolato la mia curiosità; ho pensato: "vediamo se riesco a cambiare idea su questo autore". Così ho preso a prestito questo romanzo da mio fratello e l'ho letto in poche ore.
La trama è quella di una bella storia d'amore di quelle inaspettate e travolgenti, in cui due persone, per un caso del tutto fortuito, incappano nell'anima gemella. Martin e Paola si conoscono casualmente in un bar e subito tra loro nasce un legame che presto si rivela essere amore. L'uno surfista e industriale filantropo che lavora a Lima, l'altra affascinante architetto che vive ancora con i propri genitori a Santiago del Cile nel giro di una giornata si scoprono e tra loro nasce un amore di quelli fortissimi a presa rapida che cementa la coppia e li porta a pensare di costruire un nido dove quell'amore possa tenerli assieme per sempre.
Proprio nella ricerca del luogo ideale dove vivere, Martin e Paola scoprono un luogo meraviglioso sul mare. E' il posto che entrambi considerano quello giusto: isolato, con una vista spettacolare sull'Oceano, attorniato da una vegetazione folta e verdissima e con la compagnia imponente e rassicurante di un vecchio faro abbandonato. Sarà proprio questo faro, e soprattutto il guardiano che lo abitava quando ancora era attivo, ad incidere sul destino dei due innamorati.
Rispetto a "Il delfino" la scrittura di Bambarén e' migliorata, la narrazione e' più fluida e c'e' più metodo. L'autore in questo romanzo fa buon uso della tecnica di incuriosire il lettore anticipando delle vicende che accadranno nel corso della trama e questo serve a rendere sufficientemente vivace la narrazione.
Lo stile rimane ancora semplice ed a tratti elementare il che, più della storia in sé, rende purtroppo il romanzo prevedibile. La trama è di per sé buona, ma è resa poco plausibile da una serie di vicende che sono poco digeribili. Mi spiego meglio: nella vita certe cose accadono punto e basta. Non c'e' una ragione, se non il caso o, per chi crede, il disegno del Demiurgo. Quindi, nella vita reale, eventi strani o misteriosi sono giustificati dal fatto stesso che accadono. In un romanzo è invece difficile far accettare al lettore una vicenda poco credibile. Nella finzione letteraria, gli eventi di una storia non accadono mai per caso, ad ognuno di essi deve logicamente seguirne un altro o almeno una qualche spiegazione. Lo stesso Pirandello dice: "Le assurdità della vita non hanno bisogno di parer verosimili, perché sono vere. All'opposto di quelle dell'arte [del narrare] che, per parer vere, hanno bisogno di parer verosimili."
Ne "Il guardiano del faro" ci sono degli episodi che sono veramente duri da mandar giù e che rendono la storia poco plausibile. Per non apparire tropo generico faccio degli esempi concreti: si pensi al caso del vecchio che da' le indicazioni sull'Ammiraglio a Martin e poi scompare nel nulla oppure all'episodio che vede l'Ammiraglio, dopo anni passati su di una sedia a rotelle, alzarsi in piedi e, riprendendo a camminare senza alcun aiuto, raggiungere da solo il suo vecchio faro. Insomma, queste sono ingenuità che fanno perdere credibilità alla storia. Non basta uno spirito o un atteggiamento New Age a giustificarle.
Altro punto dolente di questo romanzo è che, come anche accadeva ne "Il delfino", Bambarén dispensa istruzioni su come condurre positivamente la nostra vita. Ci sono molti autori che fanno la stessa cosa, ma, buon per loro, sanno farlo molto meglio. Bambarén invece semina malamente questi "insegnamenti" spesso proponendoli in una forma che li rende tali da sembrare lapidari enunciati di leggi universali. Questa sua scelta rallenta la narrazione e, agendo contrariamente a quello che penso fosse il suo intento, conferisce alla storia uno scarso spessore emotivo.
Forse è proprio questo il difetto maggiore che, nella mia opinione personale, mi sento di attribuire a Bambarén: egli si pone nella posizione di enunciare precetti e fornire al lettore principi di comportamento facendo dei due romanzi che ho letto (degli altri non so nulla) dei piccoli manuali del tipo "Vita e felicità: istruzioni per l'uso". Questo porta i suoi libri, contrariamente alle idee che contengono e che cercano di trasmettere, ad apparire come approcci superficiali e consumistici (quasi dei "fast food dell'anima") a temi importanti e fondamentali.
Per questo credo che lo stile di Bambarén risulti particolarmente efficace per coloro che vogliono poter consumare, nel più breve tempo possibile, anche la spiritualità della vita.
L'incipit:
"
Ci sono viaggi che si devono fare, non importa quanto noiosi possano essere. Se si vogliono coltivare dei contatti, necessari ai propri affari, è indispensabile muoversi.
Questa volta il destino mi ha portato nel Cile, a Santiago, una moderna ed affaccendatissima metropoli ai piedi della Cordigliera delle Ande. Sono nato in Australia, a Sydney, e mi ritengo un surfista esperto proprio per questo motivo alcuni mesi prima mi ero trasferito in Perù. In questo paese tanto lontano di cui avevo sentito dire che è battuto da onde gigantesche, a volte terrificanti."
Una citazione dal testo:
Per Bambarén ed il suo stile di scrivere libri per l'anima faccio un'eccezione e trascrivo alcune delle sue pillole di spiritualità:
"Martin, chi ha conosciuto il mare in profondità non può più essere come gli altri."
"Mia adorata principessa, se c'e' una cosa che io ho imparato nella vita è: se ami qualcosa, fallo. Non pensare al denaro, quello semmai verrà da sé. Mettiti all'opera, non c'e' migliore ragione della tua felicità personale."
"Se vuoi che qualcosa succeda, Martin, prima o poi dovrai rinunciare alla falsa promessa di sicurezza, e prendere il largo facendo rotta verso i tuoi sogni, accettando i rischi che comporta la conquista della vera felicità, della scoperta di chi sei tu veramente."
"Impara a dire addio a tutto ciò che è di impedimento ai tuoi sogni, mia cara. Impara ad attraversare il muro di cristallo. Sii te stessa: questo è il vero segreto della felicità."
Claudio Palmieri, Maggio 2003
Dello stesso autore ho recensito "Il Delfino"
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Pagina aggiornata il 23 Giugno 2003
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