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                  * LE MIE RAGIONI *

 
 

  sito dello scrittore torino luigi

 

 

L'AUTOIRONIA

ovvero come vincere la disperazione.

 

      Tra le varie forme di disperazione, le più dif­fuse sono due:

-- la disperazione delle piccole cose di ogni giorno. Non è per nulla eroico o esaltante il nostro tran-tran quotidiano, fatto di vicende insignificanti, monotone (spendere una mattinata per pagare la bolletta della luce), a me­no di non considerare un atto di eroismo quello che ogni mattina compiamo, accettando di rico­minciare da capo a sopportare noi stessi e la no­stra banalissima storia.

-- la disperazione esistenziale di chi si interroga continuamente sulla vita e sul suo significato «Perché vivo? Qual è il mio de­stino? Se non sto male Oggi, non posso gioirne, starò male domani. O dopodomani. O fra trent'anni. E sarà così per tutti ».

Queste disperazioni possono essere affrontate e combattute con l'enfasi dei pensieri alati e con il compiere grandi imprese, oppure con l'ironia e l'autoironia.

      Dopo una battuta di spirito il mostro dispe­razione ha perso gli artigli: nel profondo resta ciò che era, ma, come per miracolo, non fa più paura. La battuta di  spirito è stata sempre la grande risorsa degli uomini sensibili e fragili, intelligenti e vulnerabili. Questi uomini, essendo troppo profondi per abituarsi alla vita, per vivere felici devono essere tanto leggeri da innamorar­sene.

 

 

MIA MOGLIE, IO E LA VERITÀ

Mia moglie, come un po’  tutte le donne, è convinta di non sbagliare mai, di essere sempre nel giusto, di possedere la verità.  

         

Io, al contrario, come avviene in genere per gli uomini, ho paura di sbagliare, spesso sono assalito da rimorsi e sensi di colpa e sono inde­ciso sul da farsi.

Mia moglie, sarà un caso, porta di cognome Greco ed in greco la parola verità (aletheia) significa visione: la verità, secondo la concezione greca, esiste già nel mondo delle idee, nell' Iperuranio, e l'azione é un adaequatio  alle Idee eterne in esso contenute.

Io, invece, leggo spesso i Vangeli, e nel Van­gelo secondo Giovanni è scritto: « Colui che fa la verità », (3,21).

In ebraico, infatti, verità (emet) significa fare, quindi azione: la verità, secondo la concezio­ne ebraica, non esiste già, ma si fa. La verità non è un modello descritto nel Cielo, ma un' azione che si compie sulla terra, senza alcuna garanzia e senza anticipazione del bene e del male.

Sono quasi sedici anni che parlo, discuto, litigo con mia moglie, e i nostri punti di vista sui fatti erano e restano differenti. E pensare che,

tra l'altro, sono anche professore, cioè maestro. Ma, come giustamente osserva Cartesio, i modi di pensare non si apprendono dai Maestri, affonda­no invece le loro radici nell'educazione che si è ricevuta, nell'ambiente in cui si è cresciuti. Le idee, i modi di pensare si bevono col latte della balia che ci ha dato il primo nutrimento.

 

Io, al contrario, come avviene in genere per gli uomini, ho paura di sbagliare, spesso sono assalito da rimorsi e sensi di colpa e sono inde­ciso sul da farsi.

Mia moglie, sarà un caso, porta di cognome Greco ed in greco la parola verità (aletheia) significa visione: la verità, secondo la concezione greca, esiste già nel mondo delle idee, nell' Iperuranio, e l'azione é un adaequatio  alle Idee eterne in esso contenute.

Io, invece, leggo spesso i Vangeli, e nel Van­gelo secondo Giovanni è scritto: « Colui che fa la verità », (3,21).

In ebraico, infatti, verità (emet) significa fare, quindi azione: la verità, secondo la concezio­ne ebraica, non esiste già, ma si fa. La verità non è un modello descritto nel Cielo, ma un' azione che si compie sulla terra, senza alcuna garanzia e senza anticipazione del bene e del male.  

Sono quasi sedici anni che parlo, discuto, litigo con mia moglie, e i nostri punti di vista sui fatti erano e restano differenti. E pensare che,

tra l'altro, sono anche professore, cioè maestro. Ma, come giustamente osserva Cartesio, i modi di pensare non si apprendono dai Maestri, affonda­no invece le loro radici nell'educazione che si è ricevuta, nell'ambiente in cui si è cresciuti. Le idee, i modi di pensare si bevono col latte della balia che ci ha dato il primo nutrimento.   

 

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