PROTOCOL #27 - Battle Royal

Stanza 303.

Veloce.

L’aveva trovata!

Quando aprì la porta però si trovò dinnanzi Smith che con tutta la sua rabbia non esitò a sparargli addosso.

Urtò violentemente la schiena contro il muro, provando un dolore atroce, mentre l’Agente scaricava una raffica di colpi sul suo corpo già ferito.

Poi cadde.

Lasciò una scia di linfa scarlatta sulla parete, accasciandosi al suolo.

- Siamo arrivati tardi...- sussurrò Belial, protendendosi lievemente sulla scala antincendio alla finestra che dava sul corridoio, attento a non farsi vedere dagli Agenti.

Il bambino fece per entrare quando sentì la mano di Lucy bloccargli il petto.

- Non è ancora morto.- dichiarò la donna nel momento stesso in cui Jones affermava il contrario.

I tre rimasero in silenzio, come in attesa.

Ed ecco che Neo riaprì gli occhi.

Aveva riconosciuto lo spirito di Trinity dentro di sé. Poteva avvertire la costante presenza della sua compagna che credeva ciecamente in lui.

Moloch serrò repentinamente le palpebre.

Prima che Neo potesse muovere un altro passo, gli lanciò un impulso.

Ad un tratto una voce nel cervello.

“La vita è quello che è, è il modo in cui l'affronti che fa la differenza, Neo.”

L’uomo riconobbe immediatamente il tono di quel ragazzino che poco tempo prima aveva indicato a lui ed ai suoi compagni la via d’uscita nelle fogne per scampare agli Agenti.

Una voce inquietante, quasi metallica... ma capace  di risvegliare in lui il coraggio dell’Eletto.

I tre nemici si accorsero immediatamente del suo risveglio e non esitarono a sollevare le pistole.

Con un gesto semplice Neo immobilizzò i proiettili, poi alzò lo sguardo e li vide: i codici di Matrix. Ora era tutto chiaro, tutto più semplice, fu come riacquisire la vista.

Poche mosse, pochi minuti, poche energie consumate. Smith, che l’aveva attaccato con ferocia, fu scaraventato indietro.

Lucyfer avvertì una fitta al ventre.

- Che succede?- domandò Belial quasi con sconcerto, accorgendosi del movimento istintivo della donna, che fissava a terra.

L’Agente ricevette di nuovo un colpo ben assestato alla spalla da parte del ribelle e Lucy si portò d’impulso una mano sulla scapola.

- É Smith...- rispose sporgendosi per seguire il combattimento. Le sue parole si rivelarono fondate. Poteva avvertire ogni colpo che lui riceveva.

Nessuno poté dire più nulla perché Neo, con un salto, si introdusse nel corpo del nemico, pronto a ferirlo con un pugno. La reazione dell’antagonista lasciò Smith senza fiato, qualcosa si stava muovendo in lui, lo sentiva nelle gambe, nelle mani, nel cervello...

Dal lato opposto del corridoio, sulla scala esterna di metallo, Lucy ebbe un fremito. Strinse i pugni. Era come se qualcosa di estraneo fosse entrato nel suo essere... si muoveva fino a divorarle ogni singolo organo... faceva dannatamente male. Ed era sicura che anche Smith in quell’istante stesse provando le stesse laceranti sensazioni.

Poi alzò di scatto gli occhi in quelli di Belial e si guardò le dita che a poco a poco stavano dissolvendosi.

- Cosa...?!- fece Belial, tentando di afferrale le mani.

Moloch spostava con apprensione lo sguardo da lei a Smith, come se un fatto irreparabile che li legava sarebbe accaduto di lì a poco.

Fu un attimo.

Il corpo dell’Agente si disintegrò mentre lei scomparve completamente, lasciando i compagni nello sgomento più totale.

 

>Protocol#28<