WHEN ANGELS SINGS - CAPITOLO 1

 

L'AMORE E' 

 

<<No, non è possibile>>

<<Ti dico di sì>>

Due ragazze chiacchieravano passando per il mercato del paese. Tutte e due molto belle, una con i capelli neri, a boccoli, occhi verdi e profondi, l'altra con gli stessi occhi verdi più chiari e vispi e i capelli rossi e lisci. Si chiamavano Liv e Lucia, erano due sedicenni che vivevano lì da circa due anni.

<<Allora vuoi dire che l'hanno beccata>> disse Liv.

<<Non solo, gliel'hanno proprio fatta pagare>> Lucia andò davanti ad una bancarella <<vieni, hanno pesce fresco>>

<<Buongiorno, Lucia, come stai?>>il commesso chiese gentilmente.

<<Benissimo, grazie, hai visto, Liv?>>

<<Sì, è proprio bello. Prendiamone per quattro, così ci basterà anche per domani>>

<<E se non dovesse bastare?>> chiese l'uomo impacchettando il pesce.

<<Beh, in quel caso, penso proprio che ci toccherà di nuovo lo stufato di patate>> esclamò Lucia << Grazie, a domani>>

Le due ragazze corsero via. Tutte le persone si voltavano al loro passaggio. Erano speciali: aiutavano sempre tutti, erano sempre sorridenti, e...l'ho già detto che erano veramente belle? Praticamente erano le fidanzate ideali sognate da tutti i ragazzi del paese: erano disponibili, avevano un sacco di storie interessanti da raccontare, sapevano cucinare, erano ballerine e cantanti straordinarie. Beh, che si poteva volere di più? Però, non sapevano una cosa di loro...

 

<<Ho messo tutto in fresco>>

<<Và bene, andiamo di fuori a prendere un po' di legna, prima che faccia buio>>

Infatti ormai erano agli sgoccioli della stagione autunnale e la notte arrivava ogni giorno prima. Uscirono dalla loro casa, che, per di più, era un bungalow: una cucina, una saletta, un bagno, la camera da letto e uno studio con due brande; <<Non si sà mai>> aveva detto Lucia, e quel giorno avrebbe dovuto ringraziare la sua provvidenza.

Infatti, appena si avvicinarono alla catasta di legno videro due figure stese a terra. Già cominciava ad oscurarsi, e quindi non videro chi o cosa c'era, allora presero una torcia e illuminarono quell'angolo: ciò che videro fu due ragazzi pieni di lividi.

<<Accidenti, ma che è successo?>> disse Lucia.

<<Non lo so, ma dobbiamo portarli dentro>>

E difatti li portarono all'interno della casa, li fecero stendere sulle brande e cominciarono a disinfettare le ferite.

Mentre cominciavano a preparare la cena Liv disse:

<<Tu cosa ne pensi, eh?>>

<<Penso che sono proprio carini>>

<<Lucia!>>

<<Che c'è?>>

<<Ti avevo chiesto cosa pensi sia successo a loro!>> si voltò un attimo <<però...hai ragione, carini lo sono>>

<<Io mi prendo quello con il berretto>>

<<Lucia!>>

<<Ma si può sapere che problema hai? Per una volta che vediamo due ragazzi decenti! A quelli del paese è meglio non pensarci, e poi col lavoro che facciamo vediamo solo vecchi barbosi cattivi>>

<<Smettila di lamentarti e cucina; io ho dimenticato il quaderno di là>>

Andò nella stanza dove riposavano i due sfortunati. Liv prese il quaderno sul tavolo e posò lo sguardo sul ragazzo davanti a lei. Mentre il ragazzo menzionato dall'amica si rigirava, lei notò la sciarpa bianca attorno al collo di colui che stava guardando: l'aveva già visto da qualche parte, ma dove? Scacciò via i pensieri e ritornò in cucina.

 

Kei si ritrovò steso su una branda. Si mise a sedere. Cos'era successo? La rissa, l'inseguimento...e poi? Non se lo ricordava. Si alzò e si avvicinò all'altro.

<<Takao, svegliati>> sussurrò.

<<Che...che è successo?>>

<<Non lo sò, sò soltanto che non siamo più nel bosco...>>

Una musica risuonò e loro si affacciarono alla cucina: videro due ragazze che saltellavano maneggiando arnesi da cucina e... cantavano!

Infatti la rossa cominciò:

<<L'amore, quando il peso di due corpi messi insieme, invece di sommarsi si sottrae..l'amore quando l'acqua di due fiumi bagna un seme, che nasce e poi non muore mai>>

E insieme: <<L'amore è...la luce che uno ha dentro di sé, l'amore è...la luce che uno ha dentro di sé >>

La mora continuò:

<<l'amore, quando un cucciolo di uomo fra le mani, risponde a tutto quello che non sai, l'amore, quando immagini la vita di domani, e sai che in qualche modo ci sarai...>>

E di nuovo insieme:<<..l'amore è, la luce che uno ha dentro di sé, l'amore è, la luce che uno ha dentro di sé.........l'amore, quando al centro esatto dei tuoi dispiaceri, ci stà uno spazio di serenità...l'amore quella cosa misteriosa in fondo ai cuori, che ti fà parte dell'eternità...l'amore è, la luce che uno ha dentro di sé, l'amore è, la luce che uno ha dentro di sé...e ti fà gli occhi accesi come fari nella notte, nella notte del mondo, per le strade del mondo.........che mi portano da te!...che mi portano da te... l'amore, l'amore è, la luce che uno ha dentro di sé...l'amore è la luce che uno ha dentro di sé, e ti fà gli occhi accesi come fari nella notte, nella notte del mondo, per le strade del mondo...che mi portano da te...per le strade del mondo, che ti portano da me>>

Che dire, involontariamente si voltarono 'bruscamente' e si ritrovarono davanti i ragazzi. Rimasero totalmente bloccate.

<<Accidenti...>> accennò Lucia.

<<Accidenti cosa?>> chiese Takao.

Si sentì un rumore strano.

<<Accidenti la pasta, sta bruciando!>> si voltarono tutte e due per evitare il disastro: avevano già fatto la loro porca figura cantando, non si potevano permettere di servire del cibo bruciato!

<<Uhf, appena in tempo>> disse Lucia<<voi siete?>>

<<Io sono Takao e lui è Kei>>

<<Allora, a parte la nostra performance, avete qualcosa da domandarci?>> chiese Liv. Ecco una delle sue caratteristiche: la capacità di restare calma.

<<Sì>> Kei fece un passo avanti <<cosa ci facciamo qui?>>

 

Dopo aver cenato, si sederono  e cominciarono a chiarire la situazione.

<<...dopo aver preso una torcia vi abbiamo visti in faccia e vi abbiamo portato dentro>>

<<E vi abbiamo medicato le ferite>> concluse Lucia.

<<Di questo vi siamo grati, ma ora è meglio cercare una locanda, o qualcosa del genere>> disse Kei.

<<Non ne troverete>> disse Liv <<in questo paese non sono ben accetti gli stranieri. E' un miracolo che ci viviamo noi>>

<<Perciò stanotte ve ne state qui>> finì Lucia.

<<Grazie davvero>> disse Takao.

Liv si alzò un attimo per prendere la brocca d'acqua sul davanzale della finestra. Per un secondo rimase pietrificata, poi si voltò.

<<Lucia, arrivano>>

<<Accidenti>>

Lucia si alzò e prese una chiave.

<<Venite, se no ci restate secchi>>

Kei e Takao seguirono le due ragazze.

Lucia aprì l'armadio dello studio e ne scoprì un passaggio segreto.

<<Forza, entrate>>

Prima entrarono i ragazzi, a cui seguirono Liv e Lucia che chiuse la porticina di legno. Si ritrovarono in una stanzetta di pietra, umida.

<<Ma cosa...>>stava per chiedere Takao.

<<Shhh>> Lucia gli tappò la bocca con la mano.

Di sopra si sentì la porta sbattere e poi, il caos totale: cocci che si rompevano, il tavolo che cadeva.

Passarono circa 5 minuti, poi ogni rumore si fermò. Aspettarono qualche minuto, poi uscirono. Avevano praticamente distrutto tutto.

<<Ci hanno trovate, Lucia>>

<<Sì, lo sò>> si fece strada tra i cocci dei piatti.

<<Stanotte dobbiamo andarcene>> disse Liv <<ho paura che non potrete dormire molto>> si rivolse ai ragazzi.

<<Abbiamo dormito abbastanza, già ci avete offerto la cena>> disse Takao.

<<Sì>>disse Kei <<ci avete aiutati: stanotte noi aiuteremo voi>>

<<Grazie, ragazzi>> disse Lucia raccogliendo un po' dei bicchieri rimasti intatti <<ora andate a coricarvi, noi facciamo le valigie. quando sarà ora di partire vi sveglieremo>>

Takao si avviò. Kei e Liv si guardarono per un attimo negli occhi, poi Kei si voltò e Liv fece il cenno di seguirlo, ma ritornò indietro portando la mano al ciondolo a forma di ballerina che portava al collo: era un regalo di un ragazzino che aveva incontrato da piccola. Possibile che quel ragazzino fosse lui?

 

Alle tre di notte Liv e Lucia svegliarono i ragazzi. Si avviarono verso la parte opposta del bosco. Si fermarono a mezzogiorno, avendo raggiunto la meta, sotto l'ombra di una quercia. Mangiarono, poi Lucia e Takao si addormentarono, l'una appoggiata all'altro. Liv e Kei rimasero svegli.

<<Allora, che ci fate qui?>> chiese Liv dopo un lungo silenzio.

<<Siamo degli agenti della RFA, siamo qui per trovare due componenti della PC>>

<<Paradise Company?>>

<<Sì, precisamente due ragazze che si fanno chiamare Crazy Angels>>

<<Non dovresti sbandierarlo in giro>> Liv si sedette <<quelle due non sono delle stupide>>

<<E tu come lo sai?>>

<<Voci che girano. RFA, eh? E' un'associazione buona: come mai ce l'avete con la Paradise?>>

<<Cose del gran capo, dice che i ragazzi di quella compagnia "ci hanno traditi", ma secondo me è che, siccome è geloso, la ragazza l'ha lasciato>>

<<La ragazza è al comando della PC?>>

<<Si>>

Vi fu un altro momento di silenzio.

<<Lo fate molto spesso?>> chiese Kei.

<<Cosa?>>

<<Cantare come pazze in cucina>>

<<Oh, quello. Sì, ci capita abbastanza spesso>>

<<Hai una bella voce>>

Liv si voltò stupita.

<<Oh, gr..grazie>>

A prima vista non sembrava un tipo da complimenti, ma lei era felice di riceverli. Con lui si sentiva al sicuro, non aveva paura di niente, anche se avrebbe dovuto averne. Poi pensò: "Si è riferito solo a me, ma anche Lucia ha una bella voce. Perché?"

<<Ma guarda che bella coppia di piccioncini!>>

Si voltarono. Lucia e Takao si erano svegliati.

<<Buongiorno, Lucia>>

La ragazza sbadigliò. Takao fece lo stesso.

<<Toglietemi una curiosità>> disse quest'ultimo<<ma quanti anni avete voi due>>

Kei con un pugno lo buttò a terra.

<<Non si chiede l'età ad una signora>>

<<Ad una signora...accidenti, non siamo così vecchie, tantomeno sposate>> Lucia si avvicinò a Liv.

<<Abbiamo tutte e due sedici anni>> disse Liv con espressione serena.

Talmente serena, che Kei non poté fare a meno di pensare ad una ragazzina che aveva incontrato da piccolo. Le aveva dato un ciondolo a forma di ballerina. Era forse lei?

<<E voi?>>

<<Noi cosa?>>

<<Quanti anni avete?>>

<<Diciassette>>

<<Mmm...la disgrazia>> disse Lucia.

<<Ehi, smettila! Scusate, le piace da impazzire l'Italia, e lì il 17 è un numero sfortunato>>

<<Aspetta, io non ho detto che ci porteranno sfortuna...>>

<<Sì, lo sò...>>

Si voltarono sorridenti verso i ragazzi.

Abbassarono un attimo lo sguardo, arrossendo leggermente. Allora anche loro erano capaci di imbarazzarsi!

<<Bene, credo sia ora di andare, giusto Lucia?>>

<<Sì>> rispose lei, poi si voltò nuovamente verso Takao e Kei <<ora potete andare, ci avete aiutato anche troppo>>

<<E perché?>> disse Takao sistemandosi il berretto <<vi aiutiamo volentieri, siete state così gentili con noi, giusto, Kei?>>

<<Sì, giusto>>

Liv sospirò piano. Invece, la reazione di Lucia fu alquanto diversa...

<<Meno male...>> un attimo di silenzio <<...che mi sono portata quel braccialetto, pensavo di essermene dimenticata!>>

Takao rise di cuore: per quanto facesse la dura e sicura di sé, era una ragazza dolcissima e anche molto insicura, e tutta la sua dolcezza e insicurezza trasparivano quando era addormentata. L'aveva osservata a lungo, e, sinceramente, aveva provato il forte desiderio di baciarla, ma non voleva rovinare il rapporto con una ragazza appena conosciuta di cui, per giunta, si era innamorato.

<<Allora andiamo?>> chiese Kei.

Gli altri tre sorrisero. Liv rispose:

<<Andiamo>>

I quattro ragazzi si incamminarono verso ovest; il sole cominciava a scendere. 

 

CAPITOLO 2