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Angeli Custodi |
Incontri |
"Parlare" dell’Angelo Custode
significa parlare di una presenza molto intima e discreta nella nostra
esistenza: ognuno di noi ha instaurato un rapporto particolare col proprio
Angelo, sia che lo si abbia coscientemente accettato, sia che lo si
ignori.
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Padre Pio
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Il pensiero di padre Pio su questo angelo speciale per ciascuno di noi è sempre chiaro e conforme alla teologia cattolica e alla dottrina ascetico-mistica tradizionale. Padre Pio raccomanda a tutti "grande devozione a questo sì benefico angelo" e stima "un grandissimo dono della Provvidenza la presenza di un angelo che ci custodisce, guida e illumina per la via della salvezza". Sfogliando l'Epistolario ci si imbatte in una fioritura abbondante e variopinta di appellativi: piccolo compagno della mia infanzia, buon segretario, angioletto, il mio buon angiolino, inseparabile compagno, celeste personaggio, insigne guerriero, messaggero celeste, come un fratello, come un amico, come un familiare… Il compito dell'angelo custode non si limita soltanto agli aiuti spirituali, ma si estende anche a quelli materiali: previene i pericoli che sovrastano il corpo, come le insidie tese a interrompere e ostacolare i rapporti dell'anima con Dio; spinge a scansare il male ed a praticare il bene; partecipa pure all'azione delle facoltà superiori… illumina la mente con le buone ispirazioni per una maggiore conoscenza della verità; muove e fortifica la volontà con la tendenza al bene. L'angelo custode di padre Pio svolgeva anche compiti particolari, per esempio quello di traduttore: "I celesti personaggi non cessano di visitarmi e farmi pregustare l'ebbrezza dei beati. E se la missione del nostro angelo custode è grande, quella del mio è di certo più grande dovendomi fare anche da maestro nella spiega di altre lingue" (E I, 304). Gli suggeriva i mezzi per smascherare le insidie diaboliche (E I, 321); fungeva da mediatore: "Il venti volgente mese offersi il santo sacrificio per voi. Lo sa il buon angelo mio custode, a cui tante volte gli ho affidato il delicato ufficio di venirvi a consolare" (E I, 394); tramite l'angelo custode, padre Pio presentava a Dio tutte le buone opere e consigliava la stessa pratica alle anime a lui affidate (E I, 251); lo sceglieva come collaboratore delle proprie iniziative di zelo per la propagazione del regno di Dio: "Vorrei avere una voce sì forte per invitare i peccatori di tutto il mondo ad amare la Madonna. Ma poiché ciò non è in mio potere, ho pregato e pregherò il mio angiolino a compiere per me questo ufficio" (E I, 277). Nelle sue lettere si legge: Il tuo angelo custode vegli sempre su di te, sia egli il tuo condottiero che ti guidi per l'aspro sentiero della vita; ti custodisca sempre nella grazia di Gesù, ti sostenga con le sue mani affinché tu non dia del piede in qualche sasso; ti protegga sotto le ali sue dalle insidie tutte del mondo, del demonio e della carne. Come è consolante il pensiero che vicino a noi sta uno spirito, il quale dalla culla alla tomba non ci lascia mai un istante, nemmeno quando osiamo di peccare. E questo spirito celeste ci guida, ci protegge come un amico, un fratello. Ma è oltremodo consolante il sapere che quest'angelo prega incessantemente per noi, offre a Dio tutte le buone azioni e opere che compiamo, i nostri pensieri, i nostri desideri, se son puri. Abbilo sempre davanti agli occhi della mente, ricordati spesso della presenza di quest'angelo, ringrazialo, pregalo, tienigli sempre buona compagnia. Apriti e confida a lui i tuoi dolori; abbi continuo timore di offendere la purezza del suo sguardo. Sappilo e fissalo bene nella mente. Egli è così delicato, così sensibile. A lui rivolgiti nelle ore di suprema angoscia e esperimenterai i di lui benefici effetti (E III, 82-83). (…) Quanto consola il sapersi di essere sempre sotto la custodia di un celeste spirito, il quale non ci abbandona nemmeno (cosa ammirabile!) nell'atto che diamo disgusto a Dio! Di chi dunque può temere l'anima devota avendo sempre con sé un sì insigne guerriero? O non fu egli forse uno di quei tanti che assieme all'angelo san Michele lassù nell'empireo difesero l'onore di Dio contro satana e contro tutti gli altri spiriti ribelli ed infine li indussero alla perdita e li relegarono nell'inferno? Ebbene, sappiate che egli è ancor potente contro satana e i suoi satelliti, la sua carità non è venuta meno, né giammai potrà venir meno dal difenderci. Invocate spesso questo angelo custode, quest'angelo benefico, ripetete spesso la bella preghiera: "Angelo di Dio, che sei custode mio, a te affidato dalla bontà del Padre celeste, illuminami, custodiscimi, guidami ora e sempre". Qual sarà la consolazione quando, al momento della morte, l'anima vostra vedrà quest'angelo sì buono che vi accompagnò lungo la vita e fu sì largo di cure materne? (E II, 403-405) Racconta poi uno dei biografi: "Ero un giovane seminarista quando padre Pio mi confessò, mi diede l’assoluzione e poi mi chiese se credevo al mio angelo custode. Risposi esitante che, per la verità, non l’avevo mai visto e lui, fissandomi con sguardo penetrante, mi tirò un paio di ceffoni e aggiunse: Guarda bene, è là ed è molto bello!. Mi girai e non vidi niente, ma il padre aveva negli occhi l’espressione di qualcuno che davvero guarda qualcosa. Non stava fissando il vuoto. I suoi occhi brillavano: riflettevano la luce stessa del mio angelo". Una lettera di padre Pio del 1912 racconta della "lite" col suo angelo, il quale se n’era stato via troppo a lungo lasciandolo in balìa delle tentazioni: Lo rimproverai severamente per essersi fatto attendere così a lungo, sebbene non avessi mai smesso di chiamarlo in mio soccorso. Per punirlo, decisi di non guardarlo in faccia: volevo andarmene, sfuggirgli. Ma lui, poverino, mi raggiunse quasi in lacrime. Mi afferrò e mi fissò, finché non alzi gli occhi, lo guardai in faccia e vidi che era molto dispiaciuto. Disse: "Ti sono sempre vicino, mio caro protetto, ti circondo sempre con l’affetto che ha fatto nascere la riconoscenza verso il beneamato del tuo cuore. L’affetto che provo per te non si spegnerà nemmeno con la fine della tua vita". A quanti poi gli domandavano se veramente sentisse la voce dell’angelo, rispondeva ironicamente: "Credi forse che sia sordo?".
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Anna Caterina Emmerich |
Anna Caterina Emmerich (Germania 1774-1824), monaca agostiniana, è la stigmatizzata alle cui visioni il poeta Paul Claudel dovette la sua conversione al cattolicesimo. La santa fin dall’età di nove anni ebbe visioni angeliche che la seguirono poi intensamente per tutta la vita; oltre a leggere nel pensiero e sollevarsi dal suolo, usciva dal corpo e veniva trasportata dal suo angelo custode a migliaia di chilometri dal suo villaggio natale (Dulmen, in Vestfalia) il che le permetteva di portare in anteprima notizie provenienti da molto lontano. Una volta riferì al suo parroco di aver scorto il Papa che poneva una corona in capo ad un piccolo personaggio. Alcuni giorni dopo giunse la notizia che Napoleone Bonaparte era stato incoronato imperatore. Questi strani poteri misero in sospetto tanto le autorità civili che quelle ecclesiastiche, le quali, sospettando una frode, sottoposero Caterina a ripetuti controlli e verifiche per rilevare i possibili imbrogli: i risultati furono costantemente negativi. A proposito del suo angelo custode diceva: Lo splendore emanante da lui è pari solo al suo sguardo: un raggio di luce. A volte passavo intere giornate con lui. Mi mostrava delle persone che conoscevo e altre che non avevo mai visto. Con lui attraversavo i mari alla velocità del pensiero. Potevo vedere molto lontano. Mi condusse dalla regina di Francia (Maria Antonietta) mentre era in prigione. Quando arriva per portarmi con sé solitamente vedo un debole chiarore e poi improvvisamente mi appare dinanzi come la luce di una lanterna che illumina le tenebre... La mia guida è sempre davanti a me, a volte al mio fianco e non ho mai visto i suoi piedi muoversi. E’ silenzioso, fa pochi movimenti, ma talvolta accompagna le sue brevi risposte con un cenno della mano, o inclinando il capo. Oh, com’è brillante e trasparente! E’ serio e gentile e ha capelli setosi, fluttuanti e brillanti. Il suo capo non è coperto e l’abito che indossa è lungo e di un candore abbagliante... Gli parlo liberamente e tuttavia non ho mai potuto guardarlo in viso. Mi inchino dinanzi a lui ed egli mi guida con diversi cenni. Non gli faccio mai troppe domande perché la soddisfazione che provo solo sapendolo al mio fianco, mi trattiene. E’ sempre molto breve nelle sue risposte... Una volta mi persi nei campi di Flamske, ero terrorizzata, cominciai a piangere e pregare Dio. Improvvisamente vidi davanti a me una luce, simile a una fiamma, che si trasformò nella mia guida. La terra sotto i miei piedi diventò secca e né pioggia né neve cadevano più su di me. Ritornai a casa senza nemmeno bagnarmi. |
Emanuel Swedenborg |
Emanuel Swedenborg (Stoccolma 1688 - Londra 1772), appartenente alla Chiesa protestante e fino a 56 anni "semplice" scienziato, cominciò ad avere, da quell’età in poi e ininterrottamente per decenni, sogni misteriosi che si trasformarono in visioni e viaggi mistici. Così afferma riguardo gli angeli custodi: Angeli di ogni società sono inviati agli uomini per salvaguardarli dai pensieri e dai desideri sbagliati. Se costoro li ricevono liberamente, inviano loro buoni sentimenti che li aiutano ad allontanare le intenzioni malvagie. Tutte queste funzioni sono funzioni del Signore, svolte attraverso gli angeli, perché gli angeli le svolgono non per se stessi, ma in base all’ordine divino. |
Maria Lataste |
Maria Lataste (Francia 1822-1847), morta a soli 25 anni, entrò in convento e scrisse lungamente di angeli sotto dettatura medianica, specie nel quarto libro della sua opera, intitolato "Gli angeli e gli uomini". Eccone un estratto:
La più intima unione dell’uomo è con gli angeli ed è un’unione destinata a durare per sempre, fino all’eternità. L’unione con la creatura materiale invece è a un livello molto più basso ed è solo transitoria; dura solo fino alla soglia della vita. L’unione dell’anima con l’angelo è la più forte, poiché essa non è mai passiva, ma operante, attiva. Tra l’uomo e gli angeli c’è comunicazione e intesa; tanto che l’uomo finisce per somigliare all’angelo e innalzarsi con lui... Due cose gli angeli hanno il potere di creare negli uomini. La prima è l’illuminazione dell’intelligenza, la seconda è il moto della volontà. Essi illuminano gli uomini in tre modi: annunciando loro i divini misteri, istruendoli ed esortandoli. Li illuminano manifestandosi a loro visibilmente o invisibilmente. Invisibilmente, quando non si servono di nessun oggetto sensibile per manifestarsi, agendo direttamente con l’anima sull’anima, parlando come da spirito a spirito, come da un angelo ad un altro angelo. E ciò avviene sia quando l’interlocutore è sveglio, sia quando dorme. Gli angeli si avvicinano a tutti quelli che si interessano a loro e che vi si rivolgono ispirati da buoni pensieri. Quanto alla volontà, essa rimane libera e né gli angeli, né Dio stesso, possono imporre un movimento verso il bene se l’anima non lo vuole. Il moto dell’anima è una disposizione, un’attitudine verso il bene. Solo in questo modo gli angeli possono agire, eliminando gli ostacoli che la limitano... Dio ha affidato l’esecuzione degli atti della Provvidenza ai propri ministri, che sono gli angeli. Ha creato l’uomo e lo ha affidato a loro, perciò gli angeli rimangono sempre al suo fianco, come suoi custodi. Tutti gli uomini hanno un angelo custode perché tale è la volontà del Padre, nel cielo, il quale sempre per il bene e la salvezza dell’uomo. Gli angeli custodi sono stati creati da Dio fin dal principio. Tutti gli uomini ne hanno ricevuto uno che vegli su di loro... Ecco quello che l’angelo custode fa per voi e quello che voi dovete fare per lui. Egli allontana da voi i mali del corpo e dell’anima; lotta contro i vostri nemici, vi incita a fare il bene; porta a Dio le vostre preghiere e incide sul libro della vita le vostre opere buone; prega per voi, vi segue fino alla morte e vi porterà in seno a Dio se vivrete nella giustizia durante il vostro passaggio sulla terra. Un nonnulla può affliggere il vostro corpo per sempre, un incidente può per sempre carpire la vita della vostra anima. Non siete abbastanza preparati per scavalcare e allontanare tutti i pericoli; e quand’anche lo foste, spesso non lo potreste fare da soli. Ciò che non vedete, il vostro angelo può vederlo per voi e proteggerà il vostro corpo e la vostra anima allontanando tutto quello che potrebbe creare danno; lo fa senza che voi ve ne accorgiate. Se qualche volta ci riflettete e vi domandate come mai siete sfuggiti a tale incidente, a tale disgrazia, toccherete con mano l’azione del vostre angelo... Infine il vostro angelo custode vi seguirà dappertutto, ogni giorno della vostra vita e quando Dio vi ritirerà da questo mondo, vi presenterà davanti a Lui. |
Eugenio Ferrarotti |
Padre Eugenio Ferrarotti, superiore della Chiesa di San Filippo a Genova ed esorcista riconosciuto, riceve messaggi dal proprio angelo custode tramite la scrittura automatica. Ecco le sue parole: Stabilire un contatto con l’angelo custode è semplice. Prima di tutto pensandolo: se non lo si pensa, lui è quasi con le mani legate. Però ci dà ugualmente assistenza e protezione e chissà quante volte ci ha salvato da pericoli spirituali e corporali. L’angelo bisogna invocarlo, raccomandandosi a lui, giusto per mantenere aperto il canale di comunicazione. Io lo faccio spesso, specie se devo incontrarmi con persone difficili... Funziona sempre. E non lo penso solo io. Una volta papa Pio XI confidò a monsignor Roncalli, il futuro Papa buono, che quando doveva incontrare certe persone faceva la commissione al suo angelo custode e le cose poi andavano meglio. Consiglio a tutti di provare... prima o poi l’angelo trova il modo di rivelarsi a chi lo invoca. La sua presenza è per me una certezza. Lo dicono anche le Sacre Scritture: "Ecco, io mando un Angelo davanti a te, perché ti guidi durante il cammino e ti conduca al luogo che ti ho preparato. Rispetta la sua presenza e ascolta la sua voce" (Esodo, 23 20). |