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Parlare della LUCANIA non è semplice, ma cercherò
di darvi alcuni spunti per la vostra curiosità; e in
coloro che riuscirò a sensibilizzarla, consiglio vivamente
di rifarsi della sezione "LINK" riguardante la Lucania,
essa potrebbe esservi davvero utile.
Visitate la Basilicata è davvero bella, credetemi;
non è progaganda pubblicitaria è realtà
visibile.
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La
Lucania o Basilicata. Questa piccola regione rappresenta geograficamente
il cuore del sud, inserita com’è tra Calabria,
Puglia e Campania. E’ una delle terre meno conosciute
e più misteriose d’Italia e forse proprio per
questo riesce ad affascinarmi, viene travolta dai contrasti
morfologici che ne fanno una regione ora dolce e accogliente,
ora selvaggia e dura. E’ l’unica regione italiana
ad avere due nomi; Lucania, il nome più antico, significa,
secondo alcuni, terra dei boschi, dal latino Lucus (bosco),
secondo altri invece terra della luce, per me terra di luce
e di boschi. Il nome Basilicata le venne dato all’epoca
dell’impero Bizantino, dal nome di alcuni suoi funzionari,
i cosiddetti Basilikoy. |
Le
prime notizie certe su Lauria si hanno a partire dal 1079,
con la "Bolla di Alfano" che riguarda la giurisdizione
del vescovo di Policastro e nella quale Lauria figura con
il nome di "Uria" proprio come vuole la tradizione.
Probabilmente il nucleo originario sorse, nel X secolo, intorno
alla laura basiliana sita nel luogo ove poi è stato
edificato il Santuario della Madonna dell'Armo. Probabilmente
furono i Saraceni, che si stabilirono nella zona detta Ravita
(dall'arabo Rabit zona vicina) che edificarono il castello
oggi detto "di Ruggiero". Dal XII Lauria fu sicuramente
sede di un feudo normanno in cui fiorivano artigianato e commercio.
Lauria era il centro politico ed economico della Valle del
Noce: il feudatario era il capo incontrastato di questo microcosmo
autonomo. Capostipite della baronia normanna è Gibel
de Loira cui seguì Riccardo (dal 1254 al 1266), fedelissimo
di re Manfredi, che, insieme a lui, trovò la morte
nella battaglia di Benevento. Il primogenito Ruggiero divenne
celebre perché fu nominato Ammiraglio d'Aragona da
Pietro III.Oggi Lauria è il comune più grande
del sud-ovest della Basilicata. Esso è suddiviso in
due rioni e fa delle campagne la sua forza. |
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Ammiraglio
di Sicilia e di Aragona sotto Pietro, Giacomo e Federico d'Aragona,
Ruggero nacque a Lauria.Sconfisse provenzali, francesi e pugliesi
delle flotte di Carlo d'Angiò nel Tirreno, nello Jonio
e nel Mediterraneo.La sua qualità fu il genio militare
e navale che gli permise di vincere tutte le battaglie in
cui si impegnò. Macchiò, però la sua
fama perchè fu molto spietato e duro con i vinti ed
i prigionieri ed inoltre fu eccessivamente avaro. Le sue più
brillanti campagne sono quelle del 1284 e 1285. Ricordiamo
le varie incursioni in Grecia e le numerose battaglie navali
e di terra in Sicilia, Calabria, Basilicata e Campania. Egli
non fu mai sconfitto in combattimento e riuscì, più
volte, ad uscire vittorioso da scontri con la flotta Angioina.
Morì il 17 gennaio 1305 a Valenza (Sapgna) dove fu
sepolto.
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La
settimana dell'Ammiraglio concretizza le celebrazioni che
l'amministrazione comunale organizza, ogni anno, per rievocare
la figura dell'Ammiraglio Ruggiero di Lauria. Le manifestazioni
sono aperte da un corteo che si snoda lungo i quartieri del
centro storico: l'Ammiraglio accompagnato da Donna Bella Lancia,
sua madre, e da Saurina d'Estenca, suo seconda moglie, dai
figli, e dignitari e da un drappello di fedelissimi ufficiali
del feudo rappresentano uno straordinario colpo d'occhio per
tanti appassionati di storia. Ogni sera sono aperte le taverne
gastronomiche nelle quali turisti possono gustare pietanze
prodotti tipici della tradizione contadina. I pomeriggi della
settimana sono, invece, caratterizzati da convegni, dibattiti,
tavole rotonde dove si avvicendano storici, giornalisti, politici,
ricercatori. In linea con la tradizione dei tornei in cui
le casate mettevano in campo prestigio blasone è organizzata,
poi, la Disfida che vede la presenza anche di partecipanti
stranieri. |
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Domenico
Lentini, ultimo di cinque figli, nacque a Lauria 20 settembre
1770 da Macario e Rosaria Vitarelli. Chiamato alla vita religiosa,
a quindici anni, vestì l'abito talare e cominciò
di studi letterari teologici presso il seminario di Policastro
Bussentino. Osservò scrupolosamente i precetti della
religione cattolica, imponendosi una vita strettamente povera:
tutto ciò che era in lui proveniva dal ministero sacerdotale
ed dall'insegnamento lo distribuiva i poveri per alleviarne
la miseria. Rimaneva lunghe ore in preghiera e adorazione
davanti a SS. sacramento e celebrava l'eucarestia con intensa
partecipazione, si da essere descritto dai contemporanei un
"angelo dell'altare". Dedicò il tempo disponibile
alla predicazione: la sua voce echeggiò, oltre che
nelle chiese di Lauria, in quelle di Lagonegro, Castelluccio,
Latronico, Rivello, Trecchina, Sapri, Torre Orsaia, Vibonati.
Si trovò ad operare in tempi non semplici e sereni
della Chiesa e per la storia d'Italia e d'Europa: furono gli
anni della rivoluzione francese e della successiva epoca napoleonica,
della restaurazione e dei primi moti risorgimentali. Morì
il 25 febbraio 1828. Il suo corpo rimase colorito per otto
giorni con il sangue che scorreva ancora nelle vene, tanto
che non fu sepolto prima di una settimana e intorno al suo
feretro si compirono numerosi miracoli. Nel 1842 Monsignor
Laudisio iniziò il processo canonico per onorarlo all'aureola
di santo. Il 27 gennaio 1935 Papa Pio XI ne riconobbe l'eroicità
delle Virtù proclamandolo venerabile. Il 12 ottobre
1997, in piazza San Pietro, sua Santità Giovanni Paolo
II lo ha solennemente proclamato Beato. |
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Il
litorale di Maratea, ricoperto dalla vegetazione tipica della
macchia mediterranea ed impreziosito al largo da scogli ed
isolotti, si snoda per circa 30 km. tra il Canale di Mezzanotte
e la foce del fiume Noce, con pareti rocciose alte e ripide
che ora s'incuneano a mo' di promontorio nel Mar Tirreno ora
si ritraggono accogliendo piccole cale e spiagge sabbiose.
Anche se non lucana non bisogna dimenticare Sapri o comunque
tutto il Golfo di Policastro. Gl'incontaminati fondali marini,
particolarmente apprezzati dai subacquei, sono popolati da
una ricca varietà faunistica (attinie, gorgonie, stelle
marine, spirografi) e custodiscono vestigia dell'antichità
di cui solo una parte (ancore e vasi di pregevole fattura)
è stata portata alla luce. |
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Cosa
dire ancora, dopo il mare abbiamo anche i monti (Monte Sirino)
con i suoi fiumi ed un lago e poi il Parco del Pollino (immagine
a destra: rappresenta il suo emblema, il pino loricato). La
natura rappresentata in tutto il suo splendore. |
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