AMBIENTE
La
vegetazione ripariale che un tempo
avvolgeva il Volturno, oggi si organizza
solo in aree limitate in formazioni
igrofile consistenti e dotate di un
buon grado di naturalità. Tra
di esse assume particolare importanza
naturalistica il bosco igrofilo delle
Mortine esteso oltre 100 ha, di cui
il nucleo boschivo concesso dall'ENEL
al WWF rappresenta un frammento intatto
da almeno 45 anni. In quest'area,
interposta tra le Mainarde ed il Matese,
il Volturno penetra una fitta coltre
boschiva igrofila, frazionata dai
suoi rami secondari che circoscrivono
isole impenetrabili dalle caratteristiche
uniche nel corso del fiume. Poc'anzi
lo sbarramento dell'ENEL il fiume
si allarga e le sue acque lente permettono
lo sviluppo di un canneto che borda
anche le sponde del contiguo bacino
di regolazione.
Pur essendo affidati al WWF circa
30 ettari di territorio contiguo all'impianto
ENEL "Presa Volturno" (realizzato
negli anni cinquanta a seguito di
un Decreto Regio del marzo 1942),
il comprensorio abbraccia una estesa
isola demaniale fluviale ed un lago
artificiale, interessando in totale
oltre 50 ettari.
L'intero comprensorio è da
considerare, sia dal punto di vista
storico che paesaggistico, il limite
settentrionale della Reale Caccia
Borbonica di Venafro e Torcino.
Dalle lettere di Luigi Vanvitelli
(architetto di corte) al fratello
Urbano si apprende che le battute
di caccia a Venafro si tenevano nei
mesi di febbraio e marzo, e duravano
una decina di giorni.
Durante il soggiorno a Venafro Ferdinando
IV andava a cacciare nelle "mene"
del Colle di Santa Lucia, Castagneto,
Mortina, Castellone, Mortina delle
Colonne, Colle di Torcino e Selvone.
FLORA
Nella
zona umida sono rappresentate le diverse
formazioni della serie ripariale:
la vegetazione ad idrofite, ad elofite,
la vegetazione di greto, l'arbusteto
ed il bosco igrofilo. Quest'ultimo
è dominato dal saliceto con
la presenza del Salice da ceste, del
Salice rosso dal Salice bianco e dal
Pioppo bianco; altro albero dominante
ò l'Ontano nero che in un area
del bosco va a costituire una tipica
ontaneta, con strato arbustivo dominato
dal sanguinello, dal nocciolo, dal
ligustro e dal luppolo. Nei margini
esterni più asciutti del bosco
igrofilo compaiono l'Orniello, l'Acero
campestre, l'Olmo e qualche esemplare
di farnia a testimonianza delle antiche
selve planiziali che si estendevano
sulla Piana di Venafro. Questo è
un bosco allagato; frassini, olmi
e più all'interno grandi pioppi
si specchiano in pozze d'acqua limpide
create dai rami minori del fiume che
si sfiocca in una rete di corsi d'acqua
e risorgive variamente anastomizzati.
Nei fossi e nei canali che tagliano
il bosco e negli specchi d'acqua effimeri
è presente la flora semisommersa
formata da giunchi, nasturzi, veroniche
e arbusti di salice che ai margini
del bosco colonizzano il greto opponendosi
all'erosione. Tracce degli antichi
coltivi della Piana di Venafro sono
ancora presenti con antiche cultivar
di noce, fico, olivo, prunastro, perastro
e melastro che sono disseminate ai
margini del bosco.
FAUNA
La
zona umida Le Mortine è intercalata
in rotte migratorie secondarie collegate
ad ambienti umidi disposti in sequenza
(Foce del Volturno, zona umida di
Ponte Annibale, Lago Matese, Lago
dei Cigni di Ciorlano, Lago di Falciano,
Bosco igrofilo di Ripaspaccata, Serra
del Lago di Colli a Volturno, Sorgenti
del Volturno, Lago di Castel San Vincenzo,
Pantano di Montenero Valcocchiara).
Questa ubicazione favorisce la frequentazione
della tipica avifauna delle zone umide.
Numerose le anatre (Germano reale,
Moriglione, Fischione, Marzaiola,
Alzavola, Mestolone, Moretta, Codone,
che fanno la spola con il contiguo
bacino della Tenuta di Torcino), mentre
molto rara è l'Oca selvatica.
Gli aironi sono rappresentati soprattutto
dall'Airone cenerino, la cui figura
ieratica domina le acque calme della
zona umida Le Mortine, più
rara nei periodi migratori è
la presenza dell'Airone rosso; assai
frequente è l'appariscente
Garzetta. Con le minori aggressioni
venatorie dovute all'istituzione del
Parco, ha fatto la sua comparsa anche
l'Airone bianco maggiore (11 esemplari
censiti in febbraio-marzo 2003).
Sporadico in primavera è il
passo del Cavaliere d'Italia. Parente
stretto della onnipresente Folaga,
il Porciglione, dal verso stridente
simile ad un grugnito, vive ai margini
del canneto. Nel bacino di regolazione
ENEL nidifica lo Svasso maggiore,
variopinto uccello di lago, abilissimo
pescatore. Tra i rapaci più
frequenti nell'area si annoverano
il Nibbio bruno,il Nibbio reale, il
Falco pellegrino, l'Albanella e la
Poiana. Più rari l'Astore e
lo Smeriglio.
L'Oasi insieme alla Riserva di Persano
(Oasi WWF) risulta essere, in base
a recenti censimenti, il maggior dormitorio
per il Cormorano della Regione Campania
(oltre 250 esemplari censiti).
Tra gli avvistamenti più rari
va annoverato quello di una Cicogna
nera nella primavera 2003.
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