"(…) Ma in più, Rumsfeld ha uno scheletro personale nell'armadio.
Si chiama Saddam Hussein. Fu lui, e questa è storia ufficiale, l'inviato
che Reagan spedì a Bagdad per "normalizzare" le relazioni con il
futuro "mostro sanguinario". Fu Rummy a dover incontrare, nel dicembre
del 1983, Saddam e Tarek Aziz, promettendo il benevolo interessamento e
il sostegno del governo americano in quel massacro che il raìs stava
conducendo contro il "Male" del momento, gli Iraniani, a fornire intelligence,
foto satellitari, appoggio di navi nel Golfo contro le siluranti di Khomeini.
E mentre l'Onu denunciava pubblicamente, nel marzo del 1984, l'uso di gas
Sarin e Tabun contro i bambini iraniani mandati a morire dai mullah, armati
soltanto di chiavette di plastica appese al collo per aprire le porte del
paradiso dove sarebbero presto arrivati a migliaia, dove era Donald Rumsfeld?
A colloquio con Saddam, in Iraq (4 marzo 1984).
Gli europei vendevano allegramente armi.
L'America, secondo le testimonianze giurate davanti al Congresso, i
gas."
(Vittorio Zucconi, Repubblica, 31 marzo 2003)