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Il concetto di valore linguistico è fondamentale per la linguistica strutturale prima, e per la semiotica poi. E' una nozione abbastanza ovvia ma su cui forse nessuno riflette molto.
Secondo il metodo strutturale la funzione dei segni non è pertinente ai fini di indagine scientifica, bensì lo è la loro organizzazione in sistema, per cui bisogna occuparsi delle relazioni che un segno intrattiene con gli altri.
Bisogna innanzi tutto sfatare il mito che un linguaggio, qualsiasi sistema di segni (forma espressiva), rappresenti il mondo. Entriamo nel merito delle lingue: tra gli elementi del mondo e gli elementi di una lingua non c'è un rapporto di 1 a 1. E dimostrarlo è abbastanza semplice.
Vi sono parole che non hanno referente, vale a dire non si riferiscono ad alcun oggetto esistente nel mondo. Ad esempio: il - se - dunque - bellezza - babbo Natale - minotauro - ippogrifo - finalmente. Parole astratte, articoli, preposizioni, oggetti immaginari, avverbi, e alcune cambiano addirittura referente a seconda del contesto (questo, io, domani). Che dire poi degli oggetti tecnologicamente più recenti? Molto spesso le parole che li designano vengono coniate dopo la "messa al mondo" di quegli oggetti. Il lessico informatico può essere d'aiuto in proposito: pixel - byte - modem. La lingua è uno strumento straordinario perché consente di fare economia del mondo è non vincolata dai referenti, dal tempo, dallo spazio.
Passo successivo: ogni lingua ritaglia il mondo a modo suo. Si pensi alle traduzioni. E' luogo comune che una perfetta traduzione non esista. Tra l'altro gli innumerevoli software di traduzione automatica danno risultati molto spesso ridicoli. Ma perché? Primo perché una lingua non è composta da parole, ma anche da parti e concatenazioni di esse, e in secondo luogo perché ogni significato è interno alla lingua, ogni lingua conosce il mondo a modo suo.
Si dice che i popoli dell'antartide abbiano dodici parole diverse per riferirsi alla neve. A prescindere se ciò sia vero, è inconfutabile che i significati viaggino in seno alla lingua e ai significanti. Ad esempio: come tradurreste la parola italiana tempo in inglese? Con time? E se si deve chiedere a qualcuno "che tempo fa?"? Weather sarà la corretta traduzione. Le due parole a prima vista sembrano analoghe, ma non è così. Si potrebbero fare praticamente infiniti esempi del genere.
Dice Saussure che il valore linguistico è quello proprio del senso economico: la moneta è come un segno. Con una moneta di 2€ posso comprare un panino. Il panino è quindi il significato di 2€, e la moneta in sé (che si può toccare e guardare) ne è il significante. Il valore, però, è cosa diversa: posso pensare 2€ come 4 monete da 50 centesimi; è dato, cioè, dalla relazione con altri segni dello stesso sistema (altre monete).
Per cui il tempo italiano avrà più valore del time inglese, perché l'inglese conosce anche la parola weather.
Per capire quali siano le relazioni possibili tra i segni, si rimanda alla descrizione dei sintagmi e dei paradigmi.
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