La R.U.A. - Rudimenti di Urti Armonici
è un gruppo di Napoli formato da 4 persone (basso, batteria, chitarra
elettrica e violino) che suonano insieme da circa tre anni segnati da diverse
esperienze. Le più significative sono state i concerti tenuti in vari
locali della Campania anche da supporto a gruppi affermati quali i francesi
Ulan Bator o i Soon e a Bracciano nell'ambito della rassegna musicale Rockness
2000. Abbiamo inoltre lavorato a registrazioni autoprodotte recensite da riviste
e fanzine specializzate (ne accludiamo alcune in calce).
Abbiamo ora realizzato un demo di quattro tra i nostri brani che esprimono
il nostro progetto musicale definibile, al limite, come il tentativo di fondere
dissonanze post-rock a ricercate melodie con testi in italiano.
Potete contattarci spedendo una mail all'indirizzo
r_u_a_@hotmail.com
oppure telefonando ai seguenti numeri telefonici:
081.544.03.94 Paolo
340.27.82.883 Michele
328.932.60.05 Antonio
EQUILIBRIO PRECARIO
La direzione sonora dei napoletani R.U.A. appare decisamente quella di una
contaminazione delle proprie origini folk con rumorismi post rock, violini
malati e decadenza dark. Tappeti sonori inquieti, implosivi e sotterranei
fanno da sfondo a cantati che, a volte, hanno quasi il sapore di nenie, a
metà tra la monotonia ossessiva e la ricerca melodica tipica di certa
tradizione popolare.
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FREAK OUT
Promo di tre brani (in realtà due più un reprise) per i RUA, una
delle band più interessanti del circuito underground napoletano. "Cambio",
l'opening track, fa collidere il post di una band come gli Ulan Bator (vedi
l'inquietante arpeggio portante), il folk come base di lancio per i nostri,
e il noise di "youthiana" memoria. Chitarre distorte, ritmi ipnotici
nel loro incedere comunque vario, e un violino che esce fuori dal nulla con
l'effetto del colpo basso inaspettato. Si continua, poi, con "L'amore al
tempo della Guerra" (oggetto del reprise successivo, con finale diverso),
sofisticato affresco di sensibilità "antica", che mette in
mostra la capacità del gruppo di scrivere "canzoni" di assoluto
livello; qui, la decadenza "gotica" dell'armonia (fate conto, approssimando
abbondantemente, alcuni release della 4AD) viene trasfigurata in men che non
si dica, in "qualcosa" non meglio definibile, per cui apprezzabile
visto l'ottimo livello complessivo, che ti può ricordare tutto o niente.
Da sottolineare, last but not least, i testi delle song in questione, intensi
e mai troppo autoindulgenti. Una band da supportare, che immagino nel grande
party dei gruppi "in" di Napoli in disparte in un angolo poco illuminato,
a fumare sigarette bevendo vino e facendo discorsi interessanti
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STABIAWEB.COM (LIVE REPORT)
E' una notte buia e tempestosa a far da cornice al live set dei RUA, promettente
band del circuito della "Napoli che non si vede". Questa è
la recensione del loro concerto al Pegaso di Torre del Greco e un assaggio
della loro musica!
Sale sul palco il quattro di Napoli, e l'impressione suscitata al primo impatto è notevole, conferma della natura atipica di una band che, approssimando per difetto, possiamo definire noise-folk. Ebbene sì. Noise-folk perché nel momento in cui ti vengono in mente i Tindersticks, eccoli virare prepotentemente in quel territorio che parte dai Sonic Youth per finire agli Ulan Bator ( con tutto quello che si trova in mezzo). Noise-folk perché se l'uso (sapiente) del violino ti fa presagire una melodia di fondo soave e vellutata (cosa che a tratti accade ), ecco che lo senti intrecciare trame oscure e "rumorose". Su tutto questo, ecco stagliarsi l'enorme qualità dei testi delle canzoni, veri e propri gioiellini "decadenti", con quel tocco cantautoriale che va da De Andrè ai La Crus. Una band che, considerando le dovute proporzioni, te la puoi ritrovare tanto sulla Touch And Go quanto sulla Chemikal Underground. Insomma avete capito che definire i RUA non è cosa semplice, e queste poche righe certo non rendono loro giustizia. Sul palco, poi, si comportano egregiamente rendendo coinvolgente quanto più non si potrebbe una formula che presenta in sé non poche controindicazione agli "easy-listener". Peccato per un calo di corrente che ha interrotto un loro brano sul più bello. Ma il finale, "L'amore al tempo della guerra", credetemi, ha riscattato quella piccola delusione. Non allineati. Coraggiosi. Da supportare. Alla prossima.
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ROCK SOUND
... ora infatti filastrocche dissonanti si fondono con un lento incedere,
oppure rumorose accelerazioni si mescolano con atmosfere sofisticatamente
d'autore. Si potrebbero citare Sonic Youth, dEus, ma anche Branduardi o i
Velvet Underground, per descrivere sonorita' interessanti, arricchite dalla
presenza di un violino.
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BLOW UP
Nella prima traccia Filastrocchedellabuonanotte, un tema dalla vaga forma
tarantellata viene arrangiato alla dEUS con tanto di archetto. America immalinconisce
in un ibrido rock triste e lento, forse incerto e ingenuo, ma che offre interessanti
spunti compositivi. Freddo, che veste i toni popolar-cantautorali di una ballata
sull'orlo della cupezza con un velo di elettrificazione cucito dalla melodia
del violino, si propone come pezzo forte. La buona vena della scrittura e
lo spirito aperto del gruppo (oltre al violino c'è anche un rumorista
e un giocoliere) sembrano promettere cose interessanti. Chissà come
sono dal vivo? Un (6) tendente al rialzo.
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ROCK IT
e per quanto riguarda le sonorità, cercano atmosfere raffinate
in bilico tra melodia e rumore: forti linee di basso, batteria dal suono pulito
e sottofondi di chitarre distorte "generano" una musica che partendo
dal folk-rock d'autore "approda" in un dark di classe e mai noioso.
Ma la strumentazione utilizzata non è quella classica per un gruppo
rock: c'è infatti un violino che, spiccando su tutti gli altri strumenti,
è in grado di trasmettere forti emozioni. Diciamo che del rock mancano
proprio i cliché dal momento che i testi non contengono minacce a terzi
o intenzioni pseudo-trasgressive, ma anzi evocano immagini poetiche che fanno
dei R.U.A. una formazione che deve ovviamente crescere, ma che già
si distingue per una proposta musicale di un livello molto alto.