Ciò che dicono e scrivono di lei
...Dobbiamo capire che cosa viene fuori da questo gioco, da questo libero gioco a cui la pittrice ci invita. Bene, provate a vedere con quanta disinvoltura e con quanta abilità diluisce i colori, li smorza, toglie loro la virulenza. Questa musicalità, questa tonalità mobile trasforma quello che lei propone in canto, cioè in immagine, in poesia...
...Non cerchiamo di definire il quadro, cerchiamo di gustarlo, di viverlo a seconda della nostra sensibilità, della nostra affinità elettiva con quella dellartista...
...Le inaugurazioni per i pittori sono momenti di grande imbarazzo soprattutto quando un critico vuole puntarne lanimo, perché è un animo angelico in cui noi vorremmo capire anche cosa vi è dietro a ciò che ci propone...
...Vorrei che lei conservasse e ci regalasse quelli che sono gli scomparti di innocenza, gli scomparti di dolcezza (non a caso tra i suoi quadri ve nè uno che si chiama ""Tendresse"") in un mondo come il nostro. Gli artisti sono gli angeli dellamore, sono coloro che seminano sensibilità in un mondo in cui sembra non esservene più
Prof. Giuseppe
Nasillo, critico d'arte
( vernissage presso il Ristorante "Il Ponte" -
Torino, 23 ottobre 2000 )
Daniela Sarasso al Vip Drugstore di Cigliano (La Sesia - 7 novembre 2000)
articolo di Maurizio Regis
Daniela Sarasso "in mostra" al Vip Drugstore di Cigliano (La Sesia - 17 novembre 2000)
articolo di Maurizio Regis
Non è frequente né usuale incontrare una personalità che, per quanto riguarda la sfera della creatività, assommi in sé una poliedricità di interessi e di confluenze che trovano poi espressione completa nel campo della colloquialità visiva, per mezzo di segni e di colori traslati di volta in volta facendo ricorso ad una disposizione tecnica tanto variata quanto efficacemente stimolante e coinvolgente.
A proposito di Daniela Sarasso tutto ciò avviene in virtù di una ricca e speculare interiorità che, gemellata ad una particolare sensibilità, diviene polarizzatrice e mediatrice di percezioni decantate, infinitesimali, consegnate ad organigrammi tonali dove il presente si intride nella memoria, dando vita a simbolografie da intendersi in effetti come delle sincere radioscopie dell'anima.
In un mondo che sembra nutrirsi di sterile, radicale, ottusa negazione dell'esistenza stessa Daniela Sarasso, uscendo dalla stantìa veste della convenzionalità, si cimenta con un convinto impegno di denudamento e di decantazione, facendo ricorso ora ad un cromatismo pastoso, ora a graduali dissolvenze timbriche, ora ad avvampanti agglutinazioni concettuali, ora a stemperate evanescenze, così prossime a quelle assonanze musicali, di cui la sua intelligenza e la sua spiritualità si nutrono.
Come evocazione di materia adagiata su silenziosi e trasparenti fondali, dove alita la suggestione di un esotismo dagli echi fascinosi dell'Oriente, la pittura di Daniela Sarasso si impone piacevolmente per una originale caratterizzazione vuoi morfologica, vuoi ideologica, vuoi emotiva, vuoi immaginaria, al punto da poter essere recepita come la felice risultanza empirica di un processo evolutivo articolato e puntualmente motivato, grazie al quale sembra trovare piena riscontranza e giustificazione per Daniela Sarasso che lo spazio euclideo diventa armonioso, dinamico, lumescente corpo del tempo.
Prof. Giuseppe Nasillo, critico d'arte
( su "" Percorsi d'oggi"" - Edizioni Pentarco - gennaio/febbraio 2001)
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