Formazione
Formazione è azione dell'indirizzare, dello sviluppare secondo
una direttiva, per l'acquisizione di una determinata consistenza
spirituale. Questa fondamentale attività umana è spesso
considerata sinonimo di un altro termine, invero ad essa molto
simile: "educazione".
1) Si può infatti dire che la formazione è un atto
completamente e totalmente dell'uomo rivolto ad un uomo.
2) La formazione, inoltre, racchiude in sé una particolarissima
parola, "forma", che ci richiama alla mente uno dei
concetti più immaginifici della storia del nostro pensiero. La
profondità in cui agisce la formazione è quella dell'animo
stesso dell'uomo, dei sui più intimi pensieri, delle sue più
intime convinzioni.
3) L'educazione è formativa quando, infine, garantisce nuove
competenze, maggiore sensibilità, più affinata capacità
percettiva, maggiore sicurezza nel dare significato e spiegazione
a fatti abitualmente trascurati o ignorati. Esso può essere
osservato e colto nel cambiamento e nell'evoluzione del rapporto
persona-realtà; un rapporto più stretto, significativo e
diretto; un rapporto in cui la persona viene modificata e, a sua
volta, modifica la percezione della realtà. Garantisce, cioè,
una vita più profondamente umana, dandogli unità dei suoi
elementi
Se si intende il concetto di f. con l'ampiezza e la comprensività
che gli spettano, non si può fare a meno di accettare due
conclusioni fondamentali, e cioè:
1) Da un lato che non esiste società umana, per primitiva e
informe che sia, che non possieda le sue istituzioni e le autorità
formative.
2) Dall'altro che la f. investe e copre l'intera vita dell'uomo.
La trasmissione della cultura, intesa, in senso profondo, come
complesso delle acquisizioni spirituali di un dato periodo, da
una generazione all'altra è il compito primario di quella che si
chiama f.: se non ci fosse stata la f., l'uomo avrebbe dovuto a
ogni generazione riaffrontare ex novo i problemi dell'esistenza e
non sarebbe mai riuscito a evadere dalle condizioni della più
grama materialità.
Una storia dei metodi, dei contenuti e degli ideali formativi
coinciderebbe praticamente con la storia stessa della civiltà.
Non si può parlando di formazione integrale e quindi formazione
ad umanità vera e profonda non ricordare S. Paolo: "Conformatevi
a Cristo". O con S. Pietro "la sua unzione è verace e
non menzognera e v'insegna tutte le cose, rimanete con lui come
ella vi ha insegnato".
In quanto "cattolici" dobbiamo sottolineare tre aspetti
fondamentali della nostra azione:
1) L'opera di formazione alla teologia. Rinnovare continuamente
il nostro amore per Dio, implica necessariamente che si facciano
tutti gli sforzi possibili per cercare di conoscere più a fondo
l'oggetto della nostra Fede, e la teologia è strumento principe
per conoscerne natura, essenza degli attributi e delle
manifestazioni di Dio, attraverso gli schemi offerti alla
speculazione intellettiva dalla logica e dalla metafisica e per
giungere ad una conoscenza profonda delle verità rivelate
("Gaudium et spes"). Essa deve avere come oggetto
soprattutto noi stessi, per maturare nella nostra fede e nella
nostra capacità missionaria, ma anche la grande massa di giovani
incapace o impossibilitata per pregiudizio, preconcetto,
disattenzione o atrofia speculativa di avvicinarvisi. Essa,
inoltre, sfocia in una rinnovata attenzione alla preghiera
personale e comunitaria.
2) L'opera di formazione biblica. Necessario e imprescindibile
per una Fede adulta è la conoscenza della Sacra Scrittura,
veicolo imprescindibile della Rivelazione e spesso negletto per
un'attenzione eccessiva verso il "movimentismo".
3) Una formazione culturale, potrebbe già riassumersi nei due
punti precedenti. La conoscenza e l'approfondimento delle verità
cristiane hanno, se portati avanti con convinzione e lasciati
pervadere le coscienze un effetto vivificante sulla vita dei
credenti e sono "filo rosso" d'ogni iniziativa di
"formazione culturale", laicamente intesa come sintesi
di cognizioni, sentimenti ed esperienze. A questo livello non
bisogna, però dimenticare che il nostro modello formativo è
tale "nella storia". Il fatto di seguire in modo acceso
il dibattito culturale del nostro tempo è condizione
imprescindibile per non rimanere isolati.
Come persone impegnate nel mondo universitario riconosciamo che
il primo servizio che possiamo e siamo chiamati ad offrire alla
comunità cristiana è quello di una seria formazione personale,
che consiste in un lavoro di ricerca, approfondimento personale e
studio, confronto e apertura al nuovo, attraverso alcune scelte
prioritarie:
1.1 L'elaborazione culturale,
attraverso un lavoro paziente di confronto, di dialogo, di "mediazione
culturale" che ci renda capaci di ascoltare, di confrontare
prospettive culturali tra loro differenti, di riconoscere con
coscienza critica le tensioni di fondo che attraversano il nostro
tempo e gli orientamenti che guidano le scelte degli uomini e
delle donne di oggi. Ciò può avere un importante risultato
pratico. La formazione si fa, anche, attraverso delle esperienze
concrete, forti e ben fatte. Si è detto: "se ascolti
dimentichi; se vedi ricordi, se fai capisci". Le esperienze
riescono a far superare quei pregiudizi che ci sono nei confronti
della fede e della morale cristiana.
Questo significa, al tempo stesso, crescere nella capacità di
offrire proposte culturali ci confrontiamo e viviamo.
Un posto speciale nella formazione dei fedeli laici dev'essere
riconosciuto alla dottrina sociale della Chiesa, perché li
illumini e li stimoli nella loro opera, secondo le urgenti
esigenze di giustizia e bene comune, cui devono portare il loro
deciso contributo nelle urgenti opere e servizi che la società
reclama.
1.2 La formazione teologica
Il soggettivismo della fede e il permissivismo morale, ma pure
una carente formazione religiosa ed una scarsa esperienza di vita
liturgica ed ecclesiale, espongono i fedeli di non poche comunità
cristiane, in Europa, in America e in Africa, all'attrazione
esercitata dal proliferare delle sette o "nuove forme di
religiosità", come oggi si usa denominarle. Ad esse dedicò
la sua attenzione la II Assemblea straordinaria del Sinodo dei
vescovi nel 1985. In quella sede ci si interrogò se, pure in
ambito cattolico, sia stato sufficientemente manifestato il senso
del sacro.(32) Sull'argomento è poi intervenuta la Santa Sede,
con apposito e articolato documento preparato da alcuni Dicasteri
romani.(33) Anche le Conferenze episcopali, soprattutto le
Conferenze generali dell'Episcopato latinoamericano, hanno
riflettuto sul tema. Giovanni Paolo II vi fa frequente richiamo
sia nel ricevere i vescovi in visita ad limina sia nel corso dei
suoi molteplici pellegrinaggi apostolici.
E' chiaro che questi "nuovi movimenti religiosi"
pochissimo hanno in comune con un'autentica ricerca di Dio e per
questo, sia nelle loro dottrine sia nei loro metodi, si
propongono come alternative, in opposizione non soltanto alla
Chiesa cattolica ma anche alle altre Chiese e comunità
ecclesiali.
Alla diffusione di questi nuovi movimenti religiosi è necessario
reagire con un'opera pastorale che pone al centro la persona, la
sua dimensione comunitaria e il suo anelito ad un autentico
rapporto personale con Dio
L'esigenza di una fede pensata, di una vita cristiana autentica,
di un impegno di evangelizzazione che sentiamo essenziale nel
nostro attuale vissuto universitario, ma soprattutto per ciò che
ci attende "domani" ci richiama l'esigenza di un
approfondimento e di un confronto con le ragioni della fede.
1.3 La cura per la vita spirituale
e del percorso personale di sequela del Signore ci vede attenti
al cammino di ciascuno
Lo sviluppo del fenomeno associativo costituisce, in questo
ambito, una grande ricchezza della Chiesa post-conciliare. Con la
diversità delle loro ispirazioni, queste nuove realtà
aggregative, insieme con quelle di più antica data, offrono a
molti fedeli un sostegno insostituibile per il progresso della
loro vita cristiana e fanno crescere l'insieme della Chiesa. L'esortazione
apostolica postsinodale Christifideles laici ha ricordato che
tutte queste associazioni, movimenti e gruppi, pur nella loro
legittima diversità, debbono però convergere nella finalità
che le anima, ossia quella di partecipare responsabilmente alla
missione della Chiesa di portare la luce del Vangelo.
1.4 La passione per la ricerca,
fatta crescere attraverso l'acquisizione di un metodo e di
strumenti culturali, l'acquisizione di conoscenze specifiche e la
maturazione di una competenza professionale rigorosa ci fanno
valorizzare lo studio quotidiano, l'abitare l'università e l'avvalerci
di quegli strumenti che l'università stessa ci offre a questo
riguardo (laboratori, seminari, incontri...).