(Una versione leggermente modificata di questo saggio è apparsa su "Cyberian Express" di marzo/aprile 1999, una pubblicazione degli editori Barnes & Noble.)L'avvento di Internet sta portando alcuni drastici cambianenti nell'industria del software. Di solito pensiamo che il maggior pregio (e la più grande sfida!) di Internet sia la possibilità di effettuare comunicazioni e transazioni a costi incredibilmente bassi. Questa è la parte più discussa e meglio evidenziata della rivoluzione di Internet.
Ma c'è dell'altro. La tradizione ingegneristica di Internet, la sua cultura nativa e perfino il suo folklore, si stanno rivelando portatori di insegnamenti che saranno critici per l'economia del prossimo secolo, fortemente incentrata sulla creatività e sul software.
Il colpo, udito in tutto il mondo, in questa rivoluzione più sommessa fu il rilascio del codice sorgente del browser 'Mozilla', di Netscape, alla mezzanotte del primo aprile del 1998. Questo portò all'attenzione della stampa di massa e dell'opinione pubblica il faccia a faccia tra due stili di sviluppo del software profondamente diversi e fondamentalmente opposti -- un confronto latente che si andava sviluppandosi da trent'anni, ma che divenne inevitabile dopo l'avvento del World Wide Web e l'esplosione di Internet presso il grande pubblico, nel 1993-94.
Uno di questi stili è quello che abbiamo ormai imparato a chiamare 'closed-source' (sorgenti chiusi) -- il classico modello induistriale di produzione del software, tipico dei programmi proprietari, in cui il cliente riceve un blocco di bit sigillato, che non può essere esaminato, modificato o migliorato. L'esempio tipico di questo approccio è Microsoft.
L'altro è l''open-source' (sorgenti aperti), la tradizione ingeneristica di Internet, in cui il codice sorgente è generalmente disponibile per l'analisi, il confronto indipendente dei pari, e una rapida evoluzione. L'esempio tipico di questo approccio è il sistema operativo Linux.
Gli ormai famosi Documenti di Halloween ratificano con le parole della stessa Microsoft ciò che è diventato sempre più chiaro negli ultimi nove mesi -- che il modello a 'sorgenti aperti' è sulla buona strada per rendere obsoleto quello a 'sorgenti chiusi'. Ma per capire perchè, e cosa questo significhi per il futuro, dobbiamo fare un passo indietro rispetto alle particolarità di Microsoft e Linux, e considerare da un punto di vista generale tre aspetti del software: l'affidabilità, il costo totale di possesso [TCO, ndT] e i rischi.
Storicamente, il modo per ottenere risultati ingegneristici altamente affidabili è istituzionalizzare la revisione tra pari. I fisici non nascondono i progetti dei loro esperimenti; al contrario, controllano con scetticismo il lavoro degli altri. Gli ingegneri non costruiscono dighe o ponti sospesi senza che prima i loro progetti siano stati corretti da altri ingegneri, indipendenti rispetto gruppo di progetto originale.
Nell'industria del software, la nostra affidabilità è storicamente pessima. Blocchi dei programmi e del sistema operativo, perdite di dati e simli sono tuttora comuni. In più non facciamo, di regola, una revisione tra pari. Si può pensare che questi fatti non siano connessi, finchè non si guarda all'infrastruttura di Internet. Tutto il software su cui Internet si basa è a 'sorgenti aperti' -- e la sua affidabilità è estremamente buona. Questa è una dimostrazione ancora più forte se consideriamo che Internet è multipiattaforma, eterogenea, internazionale ed è rimasta essenzialmente compatibile all'indietro attraverso trent'anni e molte generazioni di tecnologie.
Il modello è semplice ed irresistibile. Dove abbiamo software open-source, abbiamo revisione tra pari e grande affidabilità. Dove questo non c'è, l'affidabilità ne soffre terribilmente. Questo fatto in sè è forse sufficiente a rendere marginale lo sviluppo di tipo closed-source nel futuro.
L'open-source ha un grande effetto anche sul costo totale di possesso [TCO, NdT]. In un mondo closed-source, il produttore del software può farsi pagare i bit e detiene un effettivo monopolio sull'assistenza. di conseguenza, i maggiori pacchetti closed-source costano migliaia di dollari all'acquisto, e migliaia di dollari all'anno in assistenza e aggiornamenti.
Nel mondo open-source i bit sono gratuiti e il fornitore non ha il monopolio sulla vostra attività di aggiornamento e assistenza. Conseguentemente, sia il costo all'acquisto che i costi annuali di servizio/supporto sono bassi. Indecentemente e minacciosamente bassi, per gli standard Microsoft.
L'effetto indiretto dell'open-source sul TCO è ancora maggiore. Le istituzioni scolastiche, spesso a corto di fondi, amano il software poco costoso; amano specialmente il software open-source, perchè permette agli studenti di esaminare e sperimentare in modi molto importanti per l'apprendimento. Le univeristà e le scuole tecniche stanno cominciando a produrre un'ondata crescente di laureati/diplomati con preparazione su Linux, ognuno dei quali è molto più esperto del sistema operativo di quanto un MCSE potrà mai esserlo a proposito di Windows (che è closed-source). Il potenziale impatto di ciò sui costi del personale e dell'addestramento non dovrebbe essere difficile da immaginare.
Ma il più importante effetto a lungo termine dell'open-source sarà sui rischi del software. Per capire perchè dobbiamo considerare di nuovo il monopolio che il fornitore detiene nel modello closed-source. Supponiamo che voi siate il CTO in un'azienda delle Fortune 500 e che abbiate appena speso milioni di dollari in un sistema aziendale strategico realizzato con software di cui non potete analizzare l'interno, che non potete modificare e la cui assistenza dipende da un signolo fornitore.
Ora... questi sistemi cambieranno per adattarsi ai vostri piani aziendali o a quelli del vostro fornitore ?
Quando essere bloccati da un'insana dipendenza dal proprio fornitore era l'unica alternativa possibile, era difficile valutare il software closed-source come un rischio. Ma l'open-source ridà al consumatore di prodotti software il controllo del proprio destino. Crea un mercato per miglioramenti, assistenza e servizi per l'acquirente; permette una varietà di opzioni tra cui lo sviluppo interno o la stipulazione di contratti di assistenza con uno delle tante aziende di supporto in competizione.
Per essere concreti: se il vostro SO è Windows, Microsoft è l'unica scelta che avete -- siete bloccati, intrappolati. Se è Linux, Red Hat deve fornire un buon supporto o vedrà la propria fetta di mercato spostarsi verso Caldera o S.u.S.E. E se Caldera o S.u.S.E. falliscono, migliaia di sviluppatori su Internet lanceranno nuove distribuzioni utilizzando la stessa base di codice gratuito, libero, e approfonditamente testato.
Abbiamo visto che l'open-source mette il cliente sul posto di guida, abbasa drasticamente il costo totale di possesso [TCO, NdT], ed è l'unica ricetta valida per un'alta affidabilità. Per queste ottime ragioni, non passerà forse molto tempo prima che comprare software closed-source per qualsiasi sistema che debba essere veramente affidabile sia considerato assolutamente irresponsabile.
Sì, dopo la rivoluzione silenziosa potreste essere licenziati per aver comprato Microsoft -- e, se continuate, probabilmente lo meritate.
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