"Domani saranno / le nostre idee morte..."

ALBRECHT HAUSHOFER

 

Nel corso di tutto il 1945, con la guerra virtualmente persa (il 27 gennaio l'Armata Rossa aveva liberato Auschwitz), i nazisti, pieni di odio e risentimento, eliminarono le 550 persone internate nella prigione berlinese di Moabit. Tra le vittime: il poeta Albrecht Haushofer. Anche dopo aver ricevuto il colpo di grazia, Haushofer continuò a stringere tra le mani un fascio di fogli. In seguito si sarebbe scoperto che era il manoscritto dei Sonetti di Moabit.

"Elogiamo dunque le antiche barbarie.
Oggi sono i crani massificati.
Noi, maestri nell'ammassarli a strati.
" (1)

 

Albrecht Haushofer nacque a Monaco di Baviera il 7 gennaio 1903. Come il padre Karl (anche lui un esperto di geopolitica), era di idee decisamente conservatrici, tanto è vero che nel primo periodo della Repubblica di Weimar - a diciannove anni - si autodefinì "antidemocratico per principio". Lavorò intensamente al progetto di uno Stato corporativo quale alternativa al parlamentarismo, nonché a un piano di ricostruzione dell'Europa su base federalista. Dopo aver compiuto numerosi viaggi, ricoprì per dieci anni (dal 1928 al 1938) la carica di segretario generale della Società Geografica, che aveva sede nella capitale del Reich. Grazie all'intercessione del padre, grande amico di Rudolf Hess (il delfino del Führer), Albrecht non solo fu risparmiato dalle leggi razziali (sua madre era ebrea), ma ottenne anche la cattedra di Geografia Politica all'Università di Berlino.

Il ministro degli Esteri von Ribbentropp lo mandò in missione segreta in Inghilterra, nell'Europa sud-orientale e in Giappone. Albrecht Haushofer sembrava dunque destinato a una brillante carriera all'interno degli organi del Terzo Reich. Ma già nei suoi drammi storici "Scipione" (1934), "Sulla" (1938) e "Augusto" (1938), che contengono chiari riferimenti all'epoca in cui viveva, si nota una presa di distanza dall'ideologia di regime. Fu però dopo l'entrata in guerra della Germania che Haushofer abiurò intimamente il nazismo.

Nel 1941 partecipò ai preparativi del viaggio di Rudolf Hess in Gran Bretagna. Fino a oggi rimangono sconosciuti i motivi di quella missione. Che cosa cercava il potentissimo Hess nella nemica Inghilterra? Hitler era al corrente del volo solitario del suo vice? O quello di Hess è da interpretarsi come un tentativo di fuga? (2) Per capire qualcosa di più in merito a tale tenebrosa vicenda bisognerà attendere il 2017, anno in cui sarà finalmente possibile accedere al Dossier Hess, per ora congelato negli archivi inglesi.

La lotta al comunismo, insieme all’applicazione dell'idea di conquista di spazio vitale a Est (ovvero l’espansione del popolo ariano verso i territori dell’Europa Orientale), erano tra gli insegnamenti di Karl Haushofer, le cui teorie contribuirono all'elaborazione dell'ideologia nazista.

Ora, in seguito alla fallita missione di Hess, fu imprigionato il figlio del celebre professore. Hitler infatti - probabilmente per coprire lo scandalo - ripudiò il suo più fedele discepolo (Hess aveva scritto in carcere, dietro sua dettatura, il Mein Kampf) e, sulla scia della stessa campagna di disinformazione, non poté non condannare chi aveva contribuito a preparare l'operazione. Albrecht Haushofer venne licenziato dal Ministero degli Esteri e trascorse qualche settimana in carcere. Dopodiché, cominciò a frequentare i gruppi cospirativi che si erano prefissi di debellare Adolf Hitler. Il 20 luglio 1944 avvenne il fallito attentato al Führer; Haushofer, il cui nome era sulla lista nera, fuggì da Berlino. Le SS lo trovarono nascosto in una fattoria di Garmisch-Partenkirchen (Baviera) e lo riportarono nella capitale. (3)

I Sonetti di Moabit, scritti nella famigerata prigione, sono un'importante testimonianza di coraggio civile e di resistenza alla dittatura.

Nella notte tra il 23 e il 24 aprile del 1945, mentre le truppe Alleate marciavano su Berlino, quattordici internati, tra i quali Albrecht Haushofer, vennero prelevati dalle loro celle con la scusa di dover essere trasferiti altrove. Appena all'aperto, furono giustiziati con un proiettile alla nuca.

A Berlino, una targa di metallo ricorda le vittime di Moabit (civili, soldati e prigionieri politici, molti rimasti senza un nome). La dicitura si apre con tre versi di Haushofer:

"Der Wahn allein war Herr in diesem Land.
In Leichenfeldern schließt sein stolzer Lauf,
und Elend, unermeßbar, steigt herauf."

"La follia regnò sovrana nel Paese.
Muore la sua corsa nei camposanti
e, smisurato, s'innalza il pianto.
" (4)

In uno dei sonetti più conosciuti, dal titolo "Schuld" ("Colpa"), Haushofer si fa l'esame di coscienza, autoaccusandosi di non aver reagito prima al fenomeno nazista.

"(...) ich kannte früh des Jammers ganze Bahn -
ich hab gewarnt - nicht hart genug und klar!"

"riconobbi subito l'erronea via...
e misi in guardia... ma non chiaro e forte!
" (5)

I Sonetti di Moabit (ottanta in tutto), pubblicati la prima volta nel 1946, rispecchiano tanto l'educazione conservativa del loro autore quanto il suo cosmopolitismo. Scritti in un linguaggio semplice, fornirono nel dopoguerra un punto di orientamento a quei tedeschi che non volevano rinunciare al patriottismo e ai valori ereditati dei padri. Ma rappresentano soprattutto un document humain: mostrano un uomo che affronta la minaccia della morte con grande coraggio e serenità. La minaccia è trina ("il cappio tedesco, / la pallottola russa (...), / la bomba britannica..." IL), e l'autore sa che non potrà salvarsi. Ma proprio di questa consapevolezza si ciba la sua libertà interiore; lotta per mantenersi in vita, ma è "pronto a restare così come ad andare" (XXIX).

Haushofer paragona Hitler - "la personificazione del Male" - al pifferaio di Hameln ("Rattenzug") e al "signore assoluto Shi Hwang Ti", che faceva bruciare i libri e uccidere gli uomini sapienti. Alla disperazione fa seguire aneliti di speranza: "Un giorno i motori taceranno, / sarà la pace una danza di campane." Accomuna ai Signori del Male anche il genitore ("Mio padre, ancora cieco di potere"), contrapponendovi le cose e le persone "che resistono e conservano": amore, fiducia, patria, religiosità; sua madre, gli amici... Cerca dei punti fermi per lo spirito, considerando la propria situazione nell'ottica delle vitae di Socrate, il cardinale Balue, Tommaso Moro, Fritjof Nansen, Albert Schweitzer e Boethius ("La sua morte non evitò la caduta - / ... / La sua morte nobilitò la caduta"). Vi troviamo l'angoscia ("Come un gioco d'ombre / m'appare la vita: insensata, vuota") e l'incertezza del proprio destino ("Non so quali vie mi toccherà prendere..."), che, nel sonetto finale ("Zeit"), si concretizzano in dure certezze (l'immagine dell'imbarcazione alla deriva, tra le sue predilette).

Haushofer riconosce infine che, con la disfatta del nazismo, anche le componenti del suo pensiero non avranno più valore: "Domani saranno / le nostre idee morte. Fiocchi nel vento, / vani, allo spuntare del nuovo giorno." (6)

peter patti

 

NOTE

(1) cfr.: Sonetti di Moabit; "Barbarie".

(2) Secondo alcune teorie, Hess si era recato in Gran Bretagna per conto dello stesso Führer: avrebbe dovuto contattare Winston Churchill e convincerlo a stringere un patto di alleanza con la Germania, allo scopo di aggredire a forze unite il nemico bolscevico.

(3) Karl Haushofer, che pure era fedele al regime, a causa dell'azione del figlio venne internato nel campo di concentramento di Dachau, dove si suicidò.

(4) cfr.: Sonetti di Moabit; "Verso la fine".

(5) cfr.: Sonetti di Moabit; "Colpa".

(6) cfr.: Sonetti di Moabit; "Tempo".

Altre opere di Albrecht Haushofer non citate nell'articolo: I macedoni (1941), Leggende cinesi (1943), Allgemeine Politische Geographie und Geopolitik (1951, postumo).

 

BIBLIOGRAFIA

Haushofer, Albrecht: Moabiter Sonette. dtv, N. 10099 (München 1976)

Haiger, Ernst; Ihering, Amelie: Albrecht Haushofer. Bildmonografie. Eine zeitgeschichtlich-biografische Darstellung. Langewiesche-Brandt (2002)

Sandvoß, Hans-Rainer: Widerstand in Mitte und Tiergarten. Band 8 der Schriftenreihe über den Widerstand in Berlin von 1933 bis 1945. Gedenkstätte Deutscher Widerstand (1994)

Voß, Karl: Reiseführer für Literaturfreunde: Berlin. Ullstein TB-Verlag (1980)

Lexikon deutschsprachiger Schriftsteller. Von Kurt Böttcher, u. a. Olms (1999)

 

                                                                                                              I Sonetti di Moabit 

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