Cosa succederà al servizio civile?
estate/autunno '99
Le ultime notizie riguardanti paghe e precettazioni sospese non fanno presagire
nulla di buono...
Quali gli sviluppi di questa brutta vicenda?
[Appello a D'Alema]
[il SC sul viale del tramonto?]
[altre opinioni]
[Proposte di legge]
[home]
APPELLO A D'ALEMA:
RILANCIARE SUBITO
IL SERVIZIO CIVILE E
RIPENSARE TUTTA LA DIFESA
di Angelo Cavagna
SUBITO SOLDI AGLI OBIETTORI !
Anche a non voler essere cattivi, è assurdo bloccare il servizio civile degli obiettori, come ha ribadito il ministro della Difesa Scognamiglio al TG1 di lunedì 9 agosto, per 80 miliardi che occorrerebbero a integrazione dei 120 stanziati in Finaziaria, che tutti sapevano essere insufficienti. Quando Scognamiglio chiede per l'esercito volontario un aumento di 2.400 miliardi l'anno per cinque anni e quando i parlamentari si sono appena aumentato lo stipendio di 1.300.000 lire (contro le 70.000 degli operai della Piaggio!) così da raggiungere un mensile di 20.000.000 ciascuno (stipendio lordo di 33.401.000), come si fa a dire che è impossibile raggranellare 80 miliardi complessivi, per dare concreto avvio all'attuazione della nuova legge-obiettori approvata già da un anno e che interessa 71.000 giovani di leva?
Si spera che Lei, on. D'Alema, dia risposta positiva alla lettera inviataLe dai capigruppo della Camera di DS, Ppi e Verdi, invitandoLa a un intervento urgente attraverso il Ministero del Tesoro. E questo SUBITO, se non si vuole uccidere il servizio civile.
RIPENSARE TUTTA LA DIFESA !
Evidentemente, quando Scognamiglio definisce "scandaloso" il servizio civile, in quanto "alimentato da chi non vuole fare il militare", ha un concetto di difesa esclusivamente militaresca e difforme da quanto affermato dalla Corte Costituzionale, secondo la quale il "dovere di difesa della Patria" è "ben suscettibile di adempimento attraverso la prestazione di adeguati comportamenti di impegno sociale non armato" (sentenza n. 164/85). La riserva costituzionale, da Lei accennata, come si vede, è fondata e forte.
E' innegabile che il servizio civile, nel suo complesso, come dice Massino Paolicelli dell'Associazione Obiettori Nonviolenti (AON), "è una scuola di cittadinanza attiva" (in "il manifesto"del 10 agosto '99 p. 14).
C'è tutto il discorso della DIFESA POPOLARE NONVIOLENTA (DPN), completamente ignorato da Scognamiglio e da tanti politici, nonostante le magnifiche e non poche pagine storiche già scritte e nonostante l'APPELLO DEI 20 PREMI NOBEL PER LA PACE perché l'intero primo decennio del 2000 venga dedicato dall'ONU alla educazione di tutti i popoli della terra alla NONVIOLENZA. Che non si tratti di utopie lo dimostra il sostegno esplicito di vari esponenti del mondo accademico, come A. L'Abate (Firenze), A. Drago (Napoli), N. Salio ed E. Peyretti (Torino), Pier Cesare Bori (Bologna), A. Papisca (Padova) e altri.
Oggi si sta lavorando alla costituzione di "Caschi Bianchi" (disarmati), a livello nazionale, europeo e di ONU. Si è costituita in Italia l'associazione dei "Berretti Bianchi", che ha gestito e sta aprendo nuove "ambasciate di pace" in alcuni paesi a rischio. La nuova legge-obiettori prevede esplicitamente, tra i compiti dell'Ufficio Nazionale, quello di "predisporre, d'intesa con la Protezione Civile, forme di ricerca e sperimentazione di difesa civile nonarmata e nonviolenta" (Art. 8 e). E già alcuni obiettori sono partiti in servizio civile autorizzato per il Kossovo e altri si stanno preparando a partire con enti quali Papa Giovanni XXIII e GAVCI.
|
L'APPELLO dei 20 PREMI NOBEL PER LA PACE per l'intero primo decennio del 2000 dedicato alla educazione di tutti i popoli della terra alla nonviolenza è l'occasione d'oro per una svolta radicale della politica difensiva in tal senso.
|
Inoltre il servizio civile, come dice bene Massimo Paolicelli, "rappresenta una vera e propria fucina di coscienze critiche. Se non ci fossero gli obiettori a mobilitarsi anche sul piano politico contro l'istituzione di un esercito professionale, la riforma passerebbe senza troppi problemi" (ivi). Ciò non dipende da antipatia viscerale e ottusa verso il militare, ma da tutta una valutazione culturale e storica di superamento degli eserciti nazionali e regionali (ad es. un ipotetico esercito europeo), nella prospettiva di una ONU democratizzata e rafforzata, dotata anche di un Corpo di Polizia Internazionale, sia armato che disarmato, alle sue dirette dipendenze (vedi la "Campagna antimilitarista per la nonviolenza"). Se poi si considera che gli eserciti puramente professionali sono pensati in funzione del NUOVO MODELLO DI DIFESA (NMD) elaborato dalla Nato a Londra nel 1990 e portato avanti in incontri successivi, la mia coscienza mi grida
ESERCITO VOLONTARIO ? NO ! NO ! NO !
Stando alle "Linee di sviluppo delle Forze Armate negli anni '90", presentate in Parlamento dal Ministero della Difesa nell'ottobre 1991 e stando ad affermazioni simili dei governi americano, inglese, francese, tedesco.., il NMD appare un PATTO SCELLERATO dei paesi industrializzati a spese di quelli del terzo mondo.
Nel migliore dei casi, gli eserciti volontari assomigliano agli eserciti mercenari, senza scrupoli di coscienza, a disposizione di chi li paga. Dubbi del genere affiorano anche in ambienti insospettabili, come il corpo degli alpini o come il generale dell'aeronautica Giancarlo Naldi, presidente dell'Apostolato Militare Internazionale, che pacifista non è e tuttavia ha affermato in un suo discorso: "Il passaggio ormai generalizzato nei paesi occidentali verso il volontariato, con conseguente abolizione del servizio di leva obbligatorio, oltre a far venir meno l'osmosi culturale tra il mondo esterno e quello militare.., rischia di portare ad una concezione errata (di tali militari)... Essi, di norma, vengono dalle classi meno abbienti... Il più povero va a fare il servizio militare per conto del più ricco... Possiamo ancora osservare che (il volontariato) porterà inevitabilmente con sé l'arruolamento di giovani eccessivamente motivati e portati alla violenza... Alcuni recenti episodi (Somalia...), che hanno avuto la prima pagina sui giornali e relativi purtroppo a nazioni di elevato grado di civiltà, dimostrano quanto sia vero quello che si sta affermando... In questo "villaggio globale" i vari popoli sentono la necessità di fare riferimento a un ordinamento sovranazionale, già auspicato dal concilio Vaticano II... Nella realtà delle cose l'ONU si è dimostrata incapace.., anche perchè nel Consiglio di Sicurezza siedono le nazioni più ricche che speculano sui capitali. Essa quindi andrebbe completamente ripensata...". Questa lunga citazione può valere a conferma di quanto affermato recentemente su "la Repubblica" del 5 luglio '99 dal ministro del Commercio Estero Piero Fassino: "Anche gli stessi militari hanno qualche obiezione rispetto all'ipotesi di un esercito totalmente professionale".
Concludendo, andrebbe, come minimo, recuperato il disegno del governo Prodi e relativo ministro della Difesa Andreatta di un esercito misto di leva e di volontari, con un'apposita legge sul servizio civile allargato, ferma restando la legge-obiettori, il tutto nella prospettiva di una ONU veramente per la PACE !
p. Angelo Cavagna - presidente del GAVCI
Bologna - giovedì 12 agosto 1999
[Appello a D'Alema]
[il SC sul viale del tramonto?]
[altre opinioni]
[Proposte di legge]
[home]
"IL SERVIZIO CIVILE
SUL VIALE DEL TRAMONTO?"
di Oreste Benzi
A tredici mesi dall'approvazione della legge 230, "Nuove norme in materia di obiezione di coscienza", il servizio civile sostitutivo del servizio militare vive una delle peggiori crisi che ci sia mai trovati ad affrontare. Dopo un buon avvio del post-riforma, con l'inizio dei lavori dell'ufficio per il servizio civile, varie forme di sperimentazione con enti pubblici quali ad esempio la Regione Emilia Romagna, lo stabilirsi di buoni rapporti tra stato, enti e obiettori; si assiste ora, ad una campagna di disinformazione anti-obiezione di coscienza, che tende a rigettare tutto ciò che fino ad oggi si è tentato di costruire. L'iniziativa del governo di istituire un esercito professionale, abolendo la leva obbligatoria, non ha fatto altro che bloccare questo processo di innovazione, scoraggiando e abbandonando a se stessi, chi nell'obiezione di coscienza e nel servizio civile crede veramente. Per aumentare il consenso intorno a questa proposta si sono moltiplicati gli attacchi contro il servizio civile: gli enti che risparmiano i soldi e ci speculano, i finti obiettori che cosi` sfuggono al sacro dovere costituzionale, "facendo di tutta l'erba un fascio". Non è emerso il valore effettivo e il ruolo profetico che l'impegno degli enti e dei giovani obiettori ha avuto e ha tuttora: per i poveri della nostra società, per fare crescere una cultura di pace e della tolleranza, per la risoluzione dei conflitti sociali in maniera nonviolenta, per la difesa e l'aiuto delle popolazioni colpite dalla guerra.
Un'inversione logica
Nel dibattito attualmente in atto, per ottenere l'"obbiettivo massimo", del servizio militare professionale, cioè: un esercito di mercenari e di Rambo, finalizzato alla salvaguardia di determinati interessi economici del nostro paese all'estero, destinatario di investimenti pubblici pari a cinque volte la spesa attuale per la difesa, unico "difensore" del paese e unico strumento, riconosciuto dallo stato, per intervenire con la guerra in paesi ove vi siano conflitti e materie prime; si è dovuti arrivare ad operare un'inversione logica. La vittima diventa persecutore e il persecutore diventa vittima. Semplificando, come è normale nell'ottica della violenza, il problema che assieme dobbiamo risolvere: l'esercito deve avere il "monopolio" della risoluzione dei conflitti internazionali e della difesa nazionale? L'inversione sta nel fatto che all'esercito è riconosciuto il diritto e il dovere di sopravvivere, "professionalizzandosi", mentre va "bonificata la palude" del servizio civile, cancellando l'obiezione di coscienza e l'obbligo di leva.
Per superare la guerra non basta togliere, è meglio aggiungere
La nostra posizione non è il pacifismo ma la nonviolenza. La guerra e la violenza sociale non vengono affrontate togliendo qualcosa (in questo caso l'obbligo di leva), ma semmai aggiungendo qualcosa ossia dei "mondi vitali nuovi" dove si possa veramente sperimentare la nonviolenza vivendo quotidianamente i problemi e le violenze che la gente vive (ad esempio nei Caschi Bianchi, gli obiettori che prestano servizio in zone di guerra, nelle Case Famiglia, nelle Cooperative Sociali, nei Pronto Soccorso per bambini o per adulti, ecc.), dove vi è la possibilità di maturare e vivere pienamente una scelta di obiezione di coscienza a partire dalla condivisione di vita con i poveri presenti nelle nostre comunità (nomadi, prostitute, extracomunitari, barboni, malati terminali di AIDS). Per i giovani questa è un'opportunità unica per formare una coscienza critica del mondo in cui vivono e per partecipare attivamente ai tentativi e alle lotte per il cambiamento.
I giovani vanno presi sul serio
Spesso si dice che la legge attuale obbliga i giovani a dichiarare il falso. Se un giovane sceglie il servizio civile e si dichiara obiettore, a prescindere dalle motivazioni personali, lo fa in piena libertà e consapevolezza. Se un giovane vuole evitare l'obbligo di leva, oggi, e per fare questo si dichiara obiettore, non può addebitare difetto alla legge: è sua precisa responsabilità conseguente alla scelta che ha fatto. I giovani vanno presi sul serio, non vanno manovrati per interessi politici o di parte: chi non è d'accordo con l'obiezione di coscienza al servizio militare (per lo meno come la definisce la legge italiana e l'ordinamento internazionale) ha tre strade:
- svolgere il servizio militare;
- dichiararsi obiettore totale caricandosi delle conseguenze penali previste;
- farsi raccomandare da qualcuno in un ente o in una caserma dove ha la possibilità di non fare nulla;
Obiettare in Italia significa proporre un'alternativa.
Con grande rispetto per l'obiezione totale, in Italia a differenza di altri paesi come la Spagna e la Germania il movimento degli obiettori ha scelto la strada della nonviolenza e della costruzione di una proposta alternativa agli eserciti anche attraverso il servizio civile sostitutivo di quello militare. Non dimentichiamoci, che furono i primi obiettori (inizialmente quelli che prima della legge 772/72 andarono in carcere) ad inventare il servizio civile, non gli enti e tanto meno lo stato. Ne è la dimostrazione la presenza stabile di molti obiettori non più in servizio civile nelle associazioni che oggi lo promuovono.
Due ottiche diverse una scelta per il futuro.
Si può parlare di abolizione dell'obbligo di leva, si può parlare di esercito professionale, si può parlare di servizio militare o di servizio civile volontario, ma è l'ottica che si deve scegliere. Se si sceglie l'ottica prettamente libertaria ed individualistica, ovviamente ne consegue che bisogna togliere tutto quello che limita la libertà dell'individuo e quindi l'obbligo di leva sarà uno dei primi da eliminare, poi il divieto di assumere sostanze stupefacenti e cosi` via. Individui così liberi, tanto da potersi organizzare singolarmente o a gruppi per sperimentare la propria auto distruzione e quella dei propri simili. Madre Teresa a proposito diceva che l'arma più pericolosa è l'indifferenza nei confronti del prossimo che soffre.
|
"L'esercito deve avere il monopolio della risoluzione dei conflitti internazionali e della difesa nazionale?
La nostra posizione non è il pacifismo ma la nonviolenza. La guerra e la violenza sociale non vengono affrontate togliendo qualcosa ma semmai aggiungendo qualcosa ossia dei mondi vitali nuovi."
|
Se si sceglie l'ottica personale e comunitaria, la libertà individuale viene concepita all'interno di un arco di possibilità, di modo che le libertà individuali vengono rispettate ma all'interno di regole del gioco decise insieme (democrazia), esigendo responsabilità da parte di tutti come sancito dalla costituzione italiana con il "dovere di solidarietà e quello di partecipare tutti alla difesa della patria". E' chiaro che nella prima ipotesi si sacrifica la comunità, nella seconda l'individuo. Decidere per l'una o per l'altra, significa decidere per il futuro.
Rimini, 13.09.1999
Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
Il Presidente
don Oreste Benzi
[Appello a D'Alema]
[il SC sul viale del tramonto?]
[altre opinioni]
[Proposte di legge]
[home]
Dichiarazioni alla stampa
Mons. Giovanni Nervo: "I partiti dovrebbero stare attenti, perché in questo modo si allontanano sempre più dalla società civile, soprattutto dai giovani che coltivano valori ideali. E` proprio con un esercito non più di popolo ma più temibile che l'Italia avrà un ruolo internazionale maggiormente incisivo? I fini umanitari che si pensa di affidare alle Forze armate fuori dai confini nazionali, se non sono la copertura per mimetizzare più concreti interessi economici, potrebbero essere raggiunti meglio attraverso una polizia internazionale ben formata e ben equipaggiata. Una proposta di questo genere qualificherebbe un Governo di centro-sinistra!"
Mons. Benito Cocchi (presidente Caritas Italiana): "Sorprende che non si colga il fatto che il servizio civile non è volontariato. Si è fatta una grande confusione. Il servizio civile non è volontariato perché è obbligatorio e chi lo fa, lo sceglie in alternativa alla leva.
Il mondo cattolico, la Caritas, non sono favorevoli a questa impostazione per gli stessi motivi per cui egregi uomini di sinistra, a partire da Vittorio Foa, si sono detti favorevoli all'obiezione di coscienza esortando chi di dovere a non perdere l'unica tradizione italiana di un servizio gratuito alla propria patria Di fronte a un provvedimento che - oltre tutto - non mi sembra in linea con la Costituzione, non ci rimetterà la Caritas o il volontariato, ma i poveri, gli ammalati e i bisognosi".
L'altra campana del dibattito:
C'è chi esulta per l'abolizione della leva
L'ESERCITO DI LEVA COSTA MENO ALLE CASSE DELLO STATO, PERCHÉ I COSTI SONO RIPARTITI SULLE FAMIGLIE
Apprendiamo con piacere che il Ministro Scognamiglio si sia reso finalmente conto che i tempi sono maturi anche in Italia per l'abolizione della leva. Speriamo che questo suo proposito sia messo in atto il prima possibile e che i tempi di transizione siano rapidi.
Quanto alla questione dei costi, pensiamo che essi vadano inquadrati in un ottica un po' più ampia. Se in Italia l'esercito di leva costa poco è perché le paghe dei soldati e degli obiettori sono praticamente simboliche - 170.000 lire al mese - dato che persone costrette a svolgere un servizio obbligatorio, con l'alternativa del carcere, non hanno alcuna capacità contrattuale. Questo comporta per ogni famiglia italiana che abbia un figlio maschio sano una spesa per il suo mantenimento non solo durante il servizio di leva, ma anche nei mesi (a volte anni) precedenti, durante i quali ben difficilmente il futuro coscritto trova lavoro perché non militesente. Quindi l'esercito di leva costa meno alle casse dello Stato, perché i costi sono ripartiti sulle famiglie.
Ma questi non sono i soli costi da tener presenti; ci sono i costi dovuti al mancato guadagno del coscritto, i costi di chi deve interrompere gli studi o i corsi di formazione, ma soprattutto il costo sulla libertà di ogni singolo cittadino sottoposto alla leva, che a nostro avviso non ha prezzo.
Facciamo notare fra l'altro che i posti di lavoro che si verrebbero a creare (si parla di 96.000 militari volontari), sommati ai posti di lavoro lasciati liberi dagli oltre 50.000 obiettori, sarebbero anche una valvola di sfogo per la disoccupazione - soprattutto giovanile.
Nelle varie dichiarazioni rilasciate in questi giorni si parla raramente del servizio civile. Noi speriamo che il servizio civile obbligatorio sia abolito contestualmente alla leva, e ricordiamo che l'art. 14 della Convenzione Europea per i Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali vieta di imporre i lavori forzati tranne che a criminali e obiettori di coscienza. Venuta meno la coscrizione militare quindi, non c'è alcun motivo per imporre una generalizzata leva civile.
"Né giusta né utile - Movimento per l'abolizione della leva obbligatoria militare e civile"
[inizio pagina]
[Appello a D'Alema]
[il SC sul viale del tramonto?]
[altre opinioni]
[Proposte di legge]
[home]