Rosario Castellanos

Traduzione di Carlo Coccioli e Tullio Ristori


Destino

Uccidiamo quel che amiamo. Il resto
non é stato vivo mai.
Nessuno é cosi vicino. Nessun altro é ferito
da un oblio, da un'essenza, a volte da meno.

Uccidiamo quel che amiamo. Finisca ormai questa asfissia
di respirare con un polmone altrui!
L'aria non basta
per entrambi. E non basta la terra
per i corpi uniti
e la razione della speranza é poca
e il dolore non si può spartire.

É l'uomo un animale di solitudini,
cervo con una freccia nel fianco
che fugge e perde sangue.

Ah, ma l'odio, la sua fissità insonne
dalle pupille di vetro; il suo modo d'essere
che al tempo stesso è riposo e minaccia.

Il cervo va a bere e nell'acqua appare
il riflesso di una tigre.

Beve il cervo l'acqua e l'immagine. Diventa
—prima che lo divorino— (complice, affascinato)
uguale al suo nemico.

Diamo la vita solo a quel che odiamo.


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