INCONTRO CON JOHNNY NEL BRACCIO DELLA
MORTE
da
Bianca Cerri
Sono
arrivata ad Huntsville in una bella giornata di primavera. Sono
venuta a trovare un ragazzo con il quale corrispondo da tempo.
E la prima volta che vedo questo posto e le guardie alla
porta sembrano cordiali. Purtroppo, mi faccio prendere da uninfantile
risentimento e non ho voglia do ricambiare la loro cordialità. E
difficile essere cordiali trovandosi nello stato americano con il
maggior numero di esecuzioni. Ho sentito troppe storie di abusi
legate a questo posto e quindi non mi va di comunicare con chi ci
lavora.
Cè con me la mia amica Barbara e questo migliora un po la
mia emotività. Alcuni amici della Comunità di SantEgidio
ci hanno chiesto di fare visita ad un progioniero che sarà
giustiziato tra alcuni giorni. Barbara gli farà la prima visita
mentre faremo
insieme la seconda. Ci accordiamo per fare la seconda visita lultimo
giorno del nostro viaggio qui.
Vado dunque ad incontrare il mio amico Rodney, col quale faremo a
gara per mantenerci entro livelli accettabili di emotività et
non faci prendere dalla commozione.
Giorni dopo faccio visita a Robert Fratta. La presenza di sua
sorella Jill è assai opportuna per mitigare il senso di
disperazione che provo nel pensare che tutti questi ragazzi
seduti oltre il vetro aspettano la morte. Riesco persino a
trovare la calma necessaria a discutere con Robert Fratta del suo
caso legale.
Il nome del prigioniero che gli amici di Roma ci hanno chiesto di
andare a trovare è Johnny Paul Penry.
Appena lo vedo intuisco subito che non sarà molto facile con lui
mantenersi sui binari di una conversazone normale. Cosi mi
trovo a parlare nel tono esageratamente enfatico che di solito
riserviamo ai bambini. Sono costretta a falo dalla fatica che
vedo fare a Johnny per seguire un dialogo.
La sera prima, lamico Ron Carlson mi ha fatto vedere un
disegno di Johnny. Il disegno rappresenta una casetta che sembra
precipitare da un lato e piegarsi. La casetta ha davanti una
macchina che sembra in procinto di sbattere contro un albero. E
un disegno che potrebbe essere stato fatto da un bambino di due
anni. Anzi, credo che se anche il disegno fosse stato fatto
DAVVERO da un bambino di due anni, si tratterebbe allora di un
bambino di due anni con dei grossi problemi...
E la prima volta che vedo Johnny Paul Penry e di lui so
solo che sta per essere giustiziato.
Vedendolo, mi chiedo se allora è vero che alcuni esseri umani
sono destinati dalla nascita ad essere infelici. A volte, lidea
che ci facciamo della pazzia è quella dei libri, quindi
facilmente attribuiamo alla pazzia delle caratteristiche
"letterarie". Ma Johnyy non ha niente di letterario...
Nel suo aspetto esteriore niente caratteristiche
"letterarie".
Ma Johnny non ha niente di letterario...Nel suo aspetto esteriore
niente riconduce alla pazzia. Johnny non ha nulla che lo
qualifichi come "malato" o come depresso: Johnny è
REALMENTE un bambino. TUTTO in lui ha smesso di crescere e quello
che ho davanti è un bambino di 6 anni impaurito.
Durante il colloquio, per tutto il tempo, vedo Johnny appogiare
le mani al vetro, come fanno quasi tutti i condannati a morte
quando cercano il conforto della vicinanza con un altro essere
umano. La differenza è che mi accorgo subito che Johnny non ha
conscienza dei propi movimenti, non controlla la forza che
impiega in un gesto. Mi racconta che a volte lo picchiano, ma
"non troppo".
Spera che a Pasqua gli regalino un uovo colorato, dato che
mancano solo due giorni a Pasqua... Si eccuta allidea dellnuovo
colorato e lo vedo spingere sul vetro aggiungendo pressione. Poi
cerca in ogni modo di dirmi qualche cosa di sè, ma fa molta
fatica
ad articolare le parole. Se non le avessi davanti, non avrei mai
portuto credere ad una tale atrocità, alla imminente esecuzione
di un bambino che lotta per pronunciare une frase...
Mi chiedo come possa mai un impero economico potente come lAmerica
organizare lomicidio
legale di un bambino. E talmente evidente che non ha alcun
controllo sulle proprie pulsioni! Quando parla arriva quasi ad
intonare una cantilena, proprio come fanno i bambini. Non riesce
a modulare le parole con un suono normale. Mi sento quasi sfinita
emotivamente. Lo vedo chinarsi sempre più in avanti verso il
vetro e gli chiedo se sa che siamo al Venerdi Santo,
perchè non credo capisca il trascorrere del tempo. Riesce a
spiegarmi che anche che se non ha mai imparato a contrare...
Sa che tra alcuni giorni verranno a prenderlo per "metterlo
a dormire". Non sa bene tra quanti giorni, ma sarà molto
presto.
Mi sento invadere da una tristezza infinita. Non dico niente, ma
sono sicura che Johnny non capisce affatto la finalità della
morte. Johnny Paul Penry ha passato qui lunghi anni.Tutta la sua
vita è stata un abuso: gli è stato negato laffetto, non
ha avuto uno slivuppo normale et, infine, adesso gli viene negata
la giustizia.
Quando gli prometto di scrivergli non appena saro a casa, lo vedo
piegarsi ancora di più avanti.
Adesso sta sorridendo e vuole sapere se anchio avro un uovo
a Pasqua. Gli dico di si, sono sicura cha lo avro, e allora
vuole conoscerne il colore. Blue, dico. Un nuovo
colorato di blu. Poi si sforza di communicarmi la sua paura che
il suo uovo colorato non sara del colore che spera. Non ama che
il verde ed il blue. Lo rassicuro e gli dico che sono certa che
il suo uovo sarà di un magnifico colore.
Lunica cosa che vorrei veramente è andamene, perchè
comincio ad avvertire une forta ribellione allidea che
questuomo debba essere ucciso. Mi chiedo: come sarà
possibile per lui spportare il terrore, la solitudine, la
disperazione che precedono lesecuzione? Come fa un bambino
spavento ad affrontare tutto questo? E che cosa spera di
guadagnare lAmerica dalla sua morte?
Cerco di non spaventarlo con la mia disperazione... Non riesco a
credere che une nazione potente desideri la morte di questa
creatura balbettante. Mi trovo a pensare come abbia potuto la sua
mente semplice affrontare anni ed anni di appeli, processi,
ricorsi legali. Non si rende conto neanche di cio che ha intorno.
Como possono imporre tutto questo terrore ad un bambino? Johnny
ha gli occhi vuotti, non sembra seguire la realtà. Non sembra
neanche essere consapevole del tempo che continua a trascorrere.
Ammettendo che la pena di morta sia una vendetta collettiva, come
possono desiderare di vendicarsi di Johnny? E quasi ora di
andare e Johnny vuole darmi un motivo per esere orgogliosa di
lui.
Mi annuncia fiero di aver imparato a contrare sino a 20. Lo vedo
aprire il palmi delle mani et poggiarli aperti sul vetro di
separazione. "10", dice. Poi ripete il movimento
dicendo "20". Ci metto quasi un minuto a capire che mi
ha appena dato la dimonstrazione del suo peculiarissimo modo di
contare. Mi rendi conto che non conosce le unità. Riesce a
contare solo sommando le decine.
Questo è TUTTO quello cio che il Dipartimento di Giutizia
Criminale del Texas ha insegnato a Johnny Paul Penry. Dopo quasi
20 anni nel braccio della morte, Johnny è arrivato a contare
somando due decine.
Credo che questo illustri abbastanza bene quanto sono tenuti in
contro i programmi riabilitativi per i prigionieri.
Dentro di me non posso che sperare con tutto il cuore che Johny
riesca a trovare la pace necessaria a sopportare cio che lo
attende.
E ora di andare e voglio farmi vedere tranquilla. Quando
esco dal parlatorio e riprendo il mio passaporto al banco dellentrata,
faccio appena in tempo ad arrivare alla porta a vetri che separa
il braccio della morte dal mondo libero ed è liche
appoggio il viso al vetro e mi concedo finalmente il sollevo
delle lacrime.
© Bianca Cerri
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