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Manifesto del Maronnisme

1 » Intro

La confraternita dei Maronnisti è stata fondata ufficialmente il 2 luglio 2003 ad opera di TheLegs e Katabasi.

Si tratta di una corrente letteraria che forse sfocierà anche in tendenze interartistiche, ma questo dipenderà soltanto dall'esito degli esperimenti tutt'ora in corso sulla possibilità di produrre sperma in diversi colori e spingere il catarro verso gamme cromatiche oltre il verde e il giallo.

Le influenze letterarie sono varie e si basano su una ricerca di sintesi eclettica di aprosdoketon oregliana e insulto Crusca-style, simbolismo ironico, asintattismo e distorsione del linguaggio. Le tematiche del gruppo EeLST, inoltre, costituiscono per noi un incipit interessante riguardo al tema della demenzialità che illustreremo in dettaglio più avanti.

2 » Ontologia

Al contrario di certi esaltati che si divertivano a provocare il pubblico per fare quattro soldi noi non esaltamo né lo schiaffo né il pugno, né la forza né la violenza. Questi ben noti soggetti utilizzavano questi strumenti per esprimere il tema del dinamismo, punto centrale della loro tesi artistica. Noi invece basiamo la nostra produzione sul tema della demenzialità.

Mallarmé si lamentava che la tribù dei parlanti aveva (e ha ancora) rovinato il significato della parola. A noi di quello che diceva in realtà ci frega ben poco, però il problema è simile: in quest'epoca tutto ha come fine la demenzialità pur non volendolo. Anche chi cerca di sembrare una persona seria scade nel ridicolo. Berlusconi è un vecchio ridicolo. I due Bush sono assassini ridicoli. I genitori sono ridicoli. Va a finire che ti accorgi che anche il tuo cane è ridicolo. Anche tuo figlio è ridicolo nel suo dannato piangere perché non gli hai comprato il suo giocattolo preferito, oppure perché s'è fatto sgamare a fumare una canna mentre cercava di buttarglielo nell'ano della sua ragazza, pur avendo 8 anni e la metà di centimetri di pene. Ma anche tu stesso sei ridicolo, perché hai 18 anni e ti vergogni senza motivo delle tue tendenze onanistiche e magari è l'unica cosa che puoi fare per motivi tuoi.

Se la gente non si facesse troppe pippe mentali (e magari pensasse a farsi quelle vere!) si farebbe una risata su tutto. Finirebbero per ridere pure di sé stessi, se si potesse veder vivere sé stessi. E a quel punto le risate sarebbero più forti di quelle che ti faresti se morisse la persona più cara.
Manca quindi un atteggiamento ottimistico, anzi, davvero ridicolo nei confronti della vita, che dopotutto non abbiamo neanche noi Maronnisti; e allora è importante la demenzialità, per chi la riesce ad apprezzare, perché può educarti a questo modo di vedere e contemporaneamente può distrarti quanto basta dal mal di vivere. Tuttavia, se tutti si stanno mostrando ridicoli, spesso magari senza sapere perché lo fanno, o magari semplicemente per tendenza, è necessario tentare elevare la demenzialità al livello dell'arte, e proporre una guida, una sorta di punto di riferimento, e gli strumenti secondo noi più giusti per raggiungere questo obiettivo e rendere quindi la dea Demenza una guida spirituale per le pecorelle smarrite della nostra società in progresso verso la distruzione.

Pascoli, altro tipo di cui non ce ne fregherebbe un cazzo, se non fosse che l'abbiamo studiato a scuola e quindi dobbiamo pure sfruttarlo un po', spiegò il suo c.d. pessimismo storico asserendo che la Natura aveva posto all'uomo primitivo un velo di inganni per proteggerlo nella sua ignoranza, e quindi il progresso della civiltà non è altro se che l'attività dell'uomo che continua a strappare questo velo per vedere cosa c'è dietro, e questo è male perché non è altro che un passo in più verso il degrado. Invece quello che vogliamo cercare di fare noi è mostrare l'amarezza della nostra società mescolando sia quello che Pirandello chiamava il comico sia l'umoristico. E secondo noi fare ciò non è sbagliato: l'uomo deve innanzitutto ridere, e contemporaneamente deve capire cosa c'è dietro a tutto questo. E certo farsi una risata, seppur con un retrogusto di amarezza, è sempre meglio che bersi assenzio senza lo zucchero sul bordo del bicchiere. Tanto se una persona non ha voglia di cambiare niente non lo farà indipendentemente dal modo in esprimi il concetto: tanto vale provare nuove strade, magari tentando di portare agli estremi quella grande forma di critica che è la satira.

3 » Metodi

Tornando ai tossicodipendenti degli anni '20 del XX secolo che abbiamo citato prima (a cui noi peraltro ci ispiriamo alla lontana), abbiamo strumenti diversi per esprimere la demenzialità:
  • la finezza: non pensare a frasi del tipo "è un personaggio colto e fine" o "la finezza dei dettagli"; la finezza è la definizione che daresti trovandoti di fronte ad una cagata mostruosamente bella come un Torso del Belvedere, schiacciata con le proprie mani contro il muro del bagno pubblico affinché sia mostrata con orgoglio a tutti durante il suo lento scivolamento verso il pavimento appena pulito;
  • la gastema, qui inteso come insulto provocatorio di enfasi e violenza inaudita e sconvolgente, a cui non sapresti più che rispondere se non il fatidico "MARÖNNNN!" (es. Se ti dicono "Perché non provi a piombare il tuo culo?" che puoi fare? Rispondere per le rime o restare rassegnati al fragore di una risata accompagnato dal suddetto commento?);
  • l'aprodosketon, cioè la contraddizione delle attese, che ha una lunghissima tradizione letteraria (prendete ad esempio la novella di ser Ciappelletto di Boccaccio) e rende bene l'idea di quel misto tra "umoristico" e "comico".

Ora però forse sarà necessario fare un piccolo excursus per ricordare di cosa parlava Pirandello quando usava i termini "umoristico" e "comico", dato che saranno già 3 volte che abbiamo messo in mezzo la buon'anima di Pirandello e nessuno ne sa ancora niente.
Nel saggio sulla Poetica dell'Umorismo Pirandello fa l'esempio della "vecchia imbellettata": cosa faresti vedendo per strada una vecchia che si atteggia a giovane, tutta truccata e incipriata, vestita elegantemente e così via? Ti verrebbe da ridere, perché la in un primo momento avverti qualcosa contrario all'abitudinario, alla normalità. Questo è il livello comico, più superficiale. Se invece pensi che magari quella vecchia si atteggia così perché ha un marito più giovane, e per non perderlo cerca disperatamente di dissimulare la sua vecchiaia, cominci a provare compassione per quella persona, e anziché ridere al massimo sorridi: questo invece è il livello umoristico più superficiale. È un po' come la differenza tra una barzelletta ed una vignetta satirica: la prima ti vuole comunicare l'"avvertimento del contrario", l'altra invece oltre a far questo ti porta inevitabilmente a riflettere sulla critica che l'autore ha voluto comunicare.

4 » Conclusioni

Non ci sono conclusioni. Niente può essere concluso. Tutto è in continuo divenire, fino alla morte, e allora a che cazzo serve trarre conclusioni? Anche il tuo buco del culo non si fermerà mai di crescere. In larghezza. Perciò preparati al Cavernous Ass-Hole Project.

TheLegs

No © 2003 TheLegs & Katabasi [aka TheMaronnistCrew]
There are details about the copyright notice.