"Benissimo. Ora, tu sei l'uomo che infila il rampone fino in fondo alla gola di una balena viva e poi gli balza dietro? Rispondimi, svelto."
  "Lo sono, signore, ammesso che sia assolutamente indispensabile; se non si può farne a meno, cioè: ed io non lo credo."
  "Bene di nuovo. Allora, tu, non soltanto vuoi imbarcarti come baleniere per scoprire cos'è la caccia alle balene, ma anche per vedere il mondo? Non è questo che hai detto? Mi pare. E allora, fai un passo laggiù, avanti, da' un'occhiata oltre la prua, poi torna da me e dimmi che cosa vedi da quella parte."
  Per un momento rimasi un po' interdetto a questa curiosa richiesta, non sapendo esattamente come prenderla, se come uno scherzo o sul serio. Ma, concentrando in un cipiglio tutte le sue zampe di gallina, capitan Peleg mi spedì all'incarico.
  Andando avanti e guardando oltre la prua, mi resi conto che la nave, dondolando all'ancora con la marea crescente, stava ora puntando obliqua, verso l'oceano aperto. La prospettiva era illimitata ma assolutamente monotona e repulsiva; non c'era la minima varietà in vista.
  "Beh, che cosa mi dici?" disse Peleg quando fui di ritorno. "Che cosa hai visto?"

 

 

 
 "Non molto," replicai "nient'altro che acqua; un vasto orizzonte, e una tempesta in vista, credo."
  "Beh, e che cosa pensi di vedere del mondo? Vuoi doppiare il Capo Horn per vederne di più? Non puoi vedere il mondo da dove sei ora?"

 

 
 
Traduzione di Cesare Pavese

Foto di Giorgio Gualberti

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