Dal microfono al pennello
Estro ed arte di Gigi Robiola, il gigante buono
 
    Quando lo conobbi - ormai è quasi mezzo secolo - si chiamava Casale. Anzi, l'intera frequenza, tutta l'allora giovane ed esigua famiglia dei radioamatori torinesi, faceva silenzio quando Casale (la Casale, perché era una stazione emittente) faceva CQ.  Un silenzio dettato dall'apprezzamento, dal grande rispetto per quel gigante buono - scarpe grosse e cervello fino - che sapeva portare chiarezza nel QRM, pace nei QTH e serenità nei QRA dell'allora "pirata" CB.
     Casale, Gigi Robiola, l'ho ritrovato decenni più tardi con i pennelli in mano e una verve creativa che non lo ha mai abbandonato. E' sempre lui, quello di allora migliorato, rasserenato, decantato come i buoni vini della sua terra e dei suoi dipinti, opere che sono il fedele riflesso di una personalità  unica.

                                                                                                Josto Maffeo



Frutto di un lungo ed appassionato lavoro di ricerca, l'opera più recente di Gigi Robiola va opportunamente inquadrata nell'intima essenza psicologica dell'artista partecipe di un profondo dramma umano ed esistenziale, arricchito dal pathos di una pittura che non mancherà di conquistare tutti coloro che si avvicineranno ad essa con vero intelletto, per leggerla con passione oltre il lato formale. Sono, infatti, composizioni che penetrano nell'anima e nel cuore del fruitore, cercando di unire il conscio e l'inconscio, in modo da incentivare, con la molteplicità degli interrogativi che suscitano, la formulazione di tante singole risposte che, a lavoro ultimato, formino un completo panorama di sentimenti, permettendo così di entrare nel profondo del nostro essere e risvegliare sensazioni spesso sopite.
  Sono, in fondo, quadri che esprimono la continuità di una scelta e confermano la direzione di un particolare modo di intendere e fare pittura: la ricerca, certo, della verità, legata all'esperienza di una sofferta indagine soggettiva condotta sullo spirito ed il bisogno. Inoltre, di scoprire assolute certezze, misurandosi anche con le altrui quotidiane vicende. Ed è da ciò che la freschezza dell'emozione si amalgama e si armonizza sempre, in Robiola, con l'intensità della pretesa meditativa, e come per incanto l'opera nasce fluida e spontanea dalla meditante e mai paga spiritualità dell'autore.
  La verità è che queste opere scaturiscono da nuove, più inattese esperienze di vita; da nuove motivazioni umane. Il pittore rivela ormai qui i caratteri fondamentali del suo appassionato impegno artistico, diventano voce creativa più scarna, robusta, essenziale. E l'animo segue il fluire della sua pittura, ora sulla scia del sentimento, ora su quella della meditazione o dell'enigmatico abbandono delle forme quale estrema sublimazione di una delicata e profonda sensibilità umana ed artistica.
                                                    Carlo Simonelli

Gigi Robiola ha allestito mostre personali a Torino, Cortanze d'Asti, Lido degli Estensi, Portovenere, Susa, Vicenza, Nettuno, Milano e Madrid.
Con rassegne collettive, concorsi e manifestazioni, è stato presente in diverse località italiane. Da Roma a Milano, da Valdellatorre a Montechiaro d'Asti, da Marsala a Ceres, da Torino ad Assisi.
Ecco alcuni dei riconoscimenti ottenuti da Robiola:
Rosa d'Oro; Cavatappi; Primavera 81; Premio Lunigiana; Premio G. Rossi; Premio Il Centenario; Premio Superga; Premio Portovenere; Immagini del Piemonte; Primo premio Città di Alassio 1991; Premio Festival dei Tre Mondi di Spoleto nella rassegna sull'arte del secondo Novecento; Premio Nuove Proposte  1991 per il collezionista, a Spoleto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 


 
 

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