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FRANCESCO MONTEMURRO

L'artista Francesco Montemurro
TAROCCHI - FRANCESCO MONTEMURRO - TAROT TAROCCHI - FRANCESCO MONTEMURRO - TAROT TAROCCHI - FRANCESCO MONTEMURRO - TAROT
Il Matto - The Fool Il Mago - The Magician La Papessa - High Priestess
TECNICHE: Olio su tela
MEDIUM: Oil color on canvas
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Breve scheda dell'autore
  • Francesco Montemurro
  • MOSTRE IN ALLESTIMENTO 
    MILANO 2-24 Aprile 2004
    Sale Reali presso Stazione Centrale
    Patrocinio del comune di Milano - Assessorato Moda, Grandi Eventi e Grandi Stazioni Spa. (IMMAGINI SALE REALI)
    INAUGURAZIONE Lunedì 5 Aprile ore 18,30.
    VENEZIA 10-24 Maggio 2004 - Chiesa di Sant'Apollonia
    VARSAVIA Giugno 2004
  • RECENTI MOSTRE
    Centro Congressi Monte Carlo, 1999
    Personali - C.C. Art Gallery – Metropole, Monte Carlo, 1999
    "Il Quarto Platano", Forte dei Marmi, 1999
    Museo Gilardi, Forte dei Marmi, 2000
    C.C. Art Gallery – Metropole, Monte Carlo, 2000
    Gallery Dunoyer, Saint Paul de Vence, 2000
    Esposition Internationale d’Art Contemporain, Sporting d’Hiver, Place du Casino, Monte Carlo, 2001
    Galleria d’Arte Venanzi, Marina di Pietrasanta, 2001
    Villa Schiff-Giorgini, Patrocinio Comune di Montignoso, 2001
    Castel dell'Ovo, Patrocinio Comune di Napoli, 2002
    Villa Caruso Bellosguardo, Patrocinio Comune di Lastra a Signa, 2003
    Palagio di Parte Guelfa, Patrocinio Comune di Firenze, 2003

Mi permetto di dire brevi cose.
Io non dipingo ciò che vedo, ne' ciò che ho visto.
Mi piace infatti rappresentare ciò che avrei voluto vedere, o ciò che avrei visto. Il che sta a significare quanto segue: così come non amo una realtà che pienamente mi irretisca, altrettanto tento di fuggire dai dolci ricordi. Perché questi mi struggono e mi frantumano troppo, mentre quella m’ingombra. I bambini tutti, così come gli adulti, hanno avuto la possibilità di innamorarsi tanto dei fuochi d'artificio, quanto delle straordinarie figure che il caleidoscopio suggerisce. Evidentemente, noi uomini abbiamo la possibilità di stupirci di fronte a rappresentazioni coloristiche che, apparentemente, si palesano senza costrutto. Il che non é vero. Nel senso che in questa mancanza di costruzione, soltanto apparente, l'uomo riesce a raggranellarsi e a ritrovarsi, come se fosse stato condotto da una magica mano antica, di ogni tempo. La chiave di lettura, a questo punto, é assolutamente chiara: l'uomo ha in se' la capacità di superare, quasi blasfemamente, persino la natura. E' lui, e soltanto lui, che riesce a governare. Ciò ci induce a immediatamente comprendere come costui sia stato in grado di attribuire la forza di un fulmine alla volontà di uno Zeus. E dunque, il sogno ci accompagna sempre, e siamo finanche in grado di governarlo. Abbiamo la forza e la capacità di creare cose non vere. Gli alberi, pertanto, possono essere arancioni, così come la morte può essere vincibile. Molto modestamente, seguendo tutto ciò, avremo la carta che ci consentirà di trasognare: la fantasia e la fantasia.
Null’altro.
Saremo, così, "imprendibili".
Forse.

Francesco Montemurro

LA FORZA DEL COLORE E LA PASSIONE NELLA PITTURA DI MONTEMURRO 
Francesco Montemurro, uomo versatile, eclettico, con una straordinaria vena pittorica, ma forse sarebbe meglio dire un’ammaliante e assolutamente unica vena artistica.
Il nostro è un personaggio vulcanico, impertinente e tanto intraprendente nella vita così come nella sua pittura. Non è da molto che conosco Montemurro pittore, ma di lui uomo più volte ho sentito parlare e la curiosità, che è donna, mi ha spinta a incontrarlo per cercare di carpire, nei meandri del suo essere "Io", l’altra figura, quella dell’artista, quindi l’altra faccia della medaglia; sì, perché Francesco è due immagini, lato A lato B, di una medaglia che potremmo però definire di primo conio. Francesco Montemurro traspone nelle sue pitture non il pathos, non la vulnerabilità delle cose, elementi a lui disconosciuti o rigettati, ma la consistenza di una filosofia del suo pensiero che percorre i sentieri della razionalità, della magia e, perché no, della realtà della vita che l’uomo Francesco interpreta e vive nella sua pienezza e totalità per poi riflettere con la convulsione del colore e con la precisione del tratto dando materia al Francesco artista; ma qui l’artista torna a riflettersi, non come Narciso, ma nel labirinto dei suoi pensieri quasi a voler confrontare il realizzato con l’idea "in fieri" e, se necessario, confutare l’opera. E così, da suo essere, prendono corpo sulla tela l’impertinente e altezzosa "Puledra", le sinuose e leggere "Meduse" ed anche la pacatezza del "Tramonto toscano", l’"Attesa" e il "Mare di Calabria". La sua pittura è poesia di vita e forse, proprio nel suo essere eclettico, Francesco ha sperimentato il diletto della poesia che in tal caso ritengo sia stato un evento pregnante per il passaggio del suo pensiero alla resa pittorica. Resa pittorica a cui il nostro artista cerca sempre di dare un input di intensità maggiore a dimostrazione di una continua ricerca dello studio dei colori e del loro amalgamarsi. Ma non è solo la fusione, la mescolanza dei colori; nelle tele di Francesco si evidenzia l’amalgama del suo vissuto, del suo desiderato, del suo immaginato, del suo essere e del suo voler essere.
Solo un occhio attento alla lettura dalle opere riesce a comprendere che Francesco non potrebbe mai lavorare per committenza, ma che sulle tele può solo trasporre la libertà del suo pensiero e dei suoi desideri, ma, nello stesso tempo, anche l’occhio che non percepisce l’interiorità delle pitture, senz’altro ne gode per il colore, per la pennellata, a volte nerbosa a volte leggera, o per il complesso dell’immagine, elementi questi che fanno dell’uomo l’artista, della pittura l’opera, dell’opera anche un piacevole elemento di arredo, energizzante nella piatta quotidianità della vita. La forza interiore di Montemurro si manifesta nelle sue tele con i soggetti, con le immagini, ma ancor di più con la potenza del colore che ci scuote come un’eruzione vulcanica, ci penetra, ci avvince, ci induce a riflettere. La solarità della sua pittura e, in altri casi, il calore, caratteristiche entrambe della sua origine "meridionale", sono elementi stuzzicanti, tanto intriganti da stimolare l’interesse a realizzare a Napoli, città di forti contrasti, città unica e inconfondibile, città sempre di cultura, storica e futura, non una personale, ma una mostra dove la disposizione consenta e offra non la mera estatica visione delle singole pitture, ma la comprensione dell’opera tutta di Montemurro, di un uomo artista che definisce il suo un "percorso irto di gioiosa difficoltà e travagliati ripensamenti" ed io aggiungo, di intensa esperienza umana traslata nelle tele con impeto, enfasi, emozioni del suo vissuto corpo-anima.

Dott.ssa Ornella Falco - Dir. Storico dell’Arte - Ministero Attività Culturali

sito ufficiale dell'artistA - ARTIST SITE
www.francescomontemurro.com
 
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