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Ernani





Dramma lirico in quattro atti, Ernani andò in scena al Teatro La Fenice di Venezia il 9 marzo 1844. Francesco Maria Piave fu il librettista, ed era pressocché agli inizi della propria carriera allorché conobbe Verdi e iniziò a collaborare con il musicista alla creazione di quest'opera. Divenne, in seguito, l'autore di testi preferito dal compositore: approntò i libretti di ben dieci opere verdiane, tra le quali due certamente sono le più popolari in assoluto del musicista bussetano, Rigoletto e Traviata. Nato a Murano (Venezia) nel 1810, Francesco Maria Piave dedicò prevalentemente la sua attività letteraria alla creazione di libretti d'opera. Fu anche direttore degli spettacoli presso i Teatri La Fenice di Venezia (1848-1859) e alla Scala di Milano (1860-1866). Morì a Milano nel 1876. Primo violino e direttore d'orchestra della prima esecuzione di Ernania Venezia fu Gaetano Mares, e fra gli interpreti i principali furono: Carlo Guasco (tenore), Ernani; Sophie Loewe (soprano), Elvira; Antonio Selva (basso), da Silva; Antonio Superchi (baritono), don Carlo; Laura Saini (soprano), Giovanna.
 

 
L'azione è ambientata sui monti della regione spagnola dell'Aragona nel 1519. Il proscritto Ernani (che in realtà è il nobile don Giovanni d'Aragona), alla testa di un gruppo di ribelli, si propone di vendicare suo padre, ucciso dal re (padre di don Carlo). Progetta inoltre di rapire, aiutato dai suoi fidi, Elvira. Egli l'ama, corriposto, ma la giovane è destinata dalla famiglia al matrimonio con uno zio, Ruy Gomez de Silva, Grande di Spagna, che per sottrarla ad altri pretendenti la tiene rinchiusa nel proprio castello. Anche don Carlo (il futuro imperatore Carlo V) ama Elvira e tenta di rapirla, coinvolgendo l'anziana nutrice Giovanna nel suo piano: appare improvvisamente Ernani, che affronta brutalmente Carlo. Interviene anche de Silva. Quest'ultimo non tradisce però Ernaniconsegnandolo, in quanto bandito, a don Carlo; costringe però Ernaniad accettare forzatamente un accordo ricattatorio: dovrà unirsi ad alcuni cospiratori e riuscire nell'intento di uccidere lo stesso don Carlo. De Silva pretende inoltre che Ernanigli giuri che qualora questi oda il suono del corno (che appartiene allo stesso Ernanidal quale de Silva l'ha ricevuto in pegno) si dia la morte. Carlo nel frattempo ha rapito Elvira e si trova nei sotterranei della cappella funeraria di Carlo Magno ad Aquisgrana. Qui giungono anche i congiurati ed Ernaniviene designato quale uccisore di Carlo. Si odono però i colpi di cannone che annunciano la nomina di Carlo a imperatore: questi esce inaspettatamente dal luogo nel quale si trovava celato e si mostra ai congiurati. Cedendo alle preghiere di Elvira, Carlo, ormai assurto alla dignità imperiale, perdona tutti i nemici e autorizza anche il matrimonio tra Elvira ed Ernani. De Silva, folle di rabbia, medita tuttavia la vendetta, e troverà presto il modo di attuarla. Mentre si svolgono i festeggiamenti per le nozze di Elvira ed Ernani, si aggira nelle sale una lugubre e misteriosa figura ammantata di nero: si ode a un certo punto lo squillo di un corno. Ernanine comprende il significato e, fedele al patto stipulato con de Silva, è costretto a uccidersi, mentre Elvira cade svenuta sul suo corpo e, con un ghigno, de Silva mostra infine la propria diabolica soddisfazione.

Si avverte, nell'opera, la ricerca da parte di Verdi di un linguaggio più personale e incisivo nel descrivere situazioni e sentimenti; sono ridotti, anche se sempre importanti all'interno dell'equilibrio generale dell'opera, la funzione e l'intervento del coro; le melodie, specialmente quelle destinate alla voce baritonale, sono più ispirate e di più intensa cantabilità; è maggiormente approfondita l'attenzione al carattere e alla "costruzione" psicologica dei personaggi. Rispetto ai precedenti lavori, Ernani segna dunque un deciso progresso verso la precisazione di quelle che saranno le caratteristiche peculiari della più matura drammaturgia verdiana. Un'ultima notazione: Victor Hugo si opporrà sempre alla rappresentazione dell'opera verdiana in Francia, perlomeno secondo il testo del libretto approntato da Piave. Fu per questo motivo che l'opera, al Théâtre Italien di Parigi, verrà ribattezzata Il proscritto e l'azione si svolgerà non in Spagna ma in Italia con personaggi del tutto diversi da quelli originariamente previsti in Ernani.
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