Giovanna d'Arco
Giovanna d'Arco, dramma lirico
in un prologo e tre atti su libretto di Temistocle Solera. ["Nell'orribile
foresta / sempre infuria la tempesta; / fra l'orror di lampi e tuoni /
là convergono i demòni. / Là coi maghi e con le streghe
/ fanno i patti e le congreghe, / e con filtri avvelenati / ammolliscono
i peccati /...": è un brevissimo esempio dello "stile" che il Solera
ha utilizzato nella versificazione della riduzione del dramma schilleriano.]
L'opera ebbe la sua prima rappresentazione al Teatro alla Scala di Milano
il 15 febbraio 1845. Primo violino e capo d'orchestra era Eugenio Cavallini
e gli interpreti principali: Erminia Frezzolini (soprano), Giovanna; Antonio
Poggi (tenore), Carlo VII; Filippo Colini (baritono), Giacomo. La fonte
del libretto fu il dramma di Schiller Jungfrau von Orleans, rappresentato
a Lipsia nel 1801: Solera ne ricavò un lavoro confuso, aggiungendo
e togliendo scene a suo piacimento e rendendo conseguentemente il soggetto
(e i versi con i quali esso viene narrato) incredibilmente assurda. In
breve, si riassume la vicenda.
L'opera ebbe un buon successo e alcuni
motivi melodici divennero così popolari da essere suonati per le
strade, "incisi" sul rullo di un organo ambulante, il che procurò
a Verdi, fra l'altro, critiche e dileggi da parte degli austriaci.
Sono alcuni dì", scriveva Emanuele Muzio ad Antonio Barezzi, "che
è sortito un organo ambulante di gran dimensione,[...] ove c'è
quasi per intero la Giovanna d’Arco [...] La polizia non permette
che lo facciano girare di sera, perché fa unire troppa gente e le
carrozze non possono andare [...]."
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