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Luisa Miller
Di Salvatore Cammarano, che aveva
già collaborato con Verdi per Alzira e La battaglia di
Legnano, è anche il libretto per Luisa Miller, che ebbe
la sua prima rappresentazione al Teatro San Carlo di Napoli l'8 dicembre
1849. Il soggetto venne tratto da Kabale und Liebe (Amore e raggiro) di
Schiller e coincise con il momentaneo abbandono da parte di Verdi di narrazioni
epiche o legate a vicende storiche. L'opera, strutturata in tre atti titolati:
L'amore,
L'intrigo,
Il
veleno, ebbe tra i suoi primi interpreti: Marietta Gazzaniga (soprano),
Luisa Miller; Settimio Malvezzi (tenore), Rodolfo; Teresa Salandri (contralto),
Federica di Ostheim; Achille de Bassini (baritono), Miller; Marco Arati
(bass), Wurm; Antonio Selva (basso), Conte di Walter.
L'azione
ha luogo in un villaggio del Tirolo: il vecchio Miller, militare a riposo
del Conte di Walter, è preoccupato perché la figlio, Luisa,
è innamorata di un certo Carlo che in realtà è Rodolfo,
il figlio del Conte. Rodolfo minaccia il padre, che non vuole ch'egli sposi
Luisa, di rivelare il suo passato: il Conte si è infatti impadronito
del potere facendo assassinare da Wurm il cugino, erede legittimo. Anche
Miller si ribella alle prepotenze del Conte e viene incarcerato. Il Conte
di Walter annuncia al figlia di avergli destinato in sposa la nipote Federica,
ma Rodolfo, che non accetta tale decisione, si reca da Luisa e fa giuramenti
sulla sincerità del suo amore per la ragazza. Sopraggiunge il Conte,
il quale accusa Luisa di aver sedotto Rodolfo. Il castellano Wurm, innamorato
respinto di Luisa, le offre la vita del padre in cambio di una lettera
nella quale la giovane dovrà dichiarare di avere ingannato Rodolfo,
di amare Wurm e di essere decisa a fuggire con quest'ultimo. La lettera
di Luisa viene recapitata a Rodolfo, il quale si ritiene tradito e sfida
a duello Wurm che si sottrae però allo scontro. Mentre Luisa medita
il suicidio, il padre, libero, torna a casa: è consapevole del sacrificio
compiuto dalla figlia e progetta di lasciare, con lei, il villaggio. Giunge
Rodolfo: ha in mano la lettera di Luisa. La ragazza, timorosa per la sorte
del padre, gli conferma il contenuto della lettera. Rodolfo che, non visto,
ha versato del veleno in due coppe, fa bere Luisa e beve lui stesso: avverte
poi la ragazza che entrambi morranno avvelenati, e Luisa gli svela, ormai
troppo tardi, la verità. Rodolfo raccoglie le ultime forze per uccidere
il perfido Wurm, nel frattempo sopraggiunto con il Conte, e muore maledicendo
il proprio padre.
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L'opera ottenne a Napoli un tiepido
successo: venne poi ripresa da diversi teatri italiani con alterna fortuna,
ma, almeno nell'Ottocento, scomparve poi quasi del tutto dai programmi.
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