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I masnadieri






Da Die Räuber di Schiller (1781) Andrea Maffei trasse il libretto dell'opera in quattro atti I masnadieri, scritta da Verdi per l'Her Majesty's Theatre di Londra e diretta dallo stesso compositore nella prima esecuzione, il 22 luglio 1847, e in una successiva replica. Il direttore d'orchestra fu, in quella edizione londinese, Michael Balfe. Tra i principali interpreti: Jenny Lind (soprano), Amalia; Italo Gardoni (tenore), Carlo Moor; Filippo Coletti (baritono), Francesco Moor; Luigi Lablache (basso), Massimiliano Moor; Lucien Bouché, Moser; Leone Corelli, Arminio.
 

 
La vicenda si svolge in Germania, nel Settecento. Massimiliano Moor ha due figli: Carlo e Francesco e una nipote, Amalia, amante di Carlo: quest'ultimo conduce una vita dissoluta e viene scacciato dal padre. In una taverna, Carlo attende una lettera che gli comunichi l'avvenuto perdono da parte del padre: gli giunge invece un messaggio del fratello Francesco, la cui mira è impadronirsi del potere, che gli annuncia che se rientrerà in famiglia sarà immediatamente rinchiuso in prigione. Carlo decide allora, per reazione all'atteggiamento dei familiari, di mettersi a capo di una banda di masnadieri che terrorizzano la Boemia. Liberatosi del fratello, Francesco fa intendere al padre che Carlo sia morto in battaglia: rinchiude poi suo padre in una segreta del castello, diffondendo la notizia che anche questi sia morto. Francesco decide infine di sposare Amalia. Con l'aiuto del camerlengo Arminio, Carlo ottiene la liberazione di Amalia: alla giovane Arminio spiega quanto è avvenuto a opera di Francesco. Quest'ultimo affronta quindi Amalia, rinnovandole le proprie dichiarazioni d'amore, che la ragazza non può e non vuole ricambiare: alla fine la giovane fugge, dopo aver sottratto la spada a Francesco, e giunge in una foresta, nella quale si addentra, incontrando alfine Carlo al quale narra tutti gli avvenimenti accaduti al castello. Carlo scopre anche che il padre, Massimiliano, è prigioniero e ordina ai masnadieri di assalire il castello: il vecchio Moor, in condizioni ormai disperate, viene liberato. A Francesco, che si pente, viene negato il perdono dal pastore Moser. Infine Carlo che, per giuramento, non potrà più rinunciare alla sua vita di bandito, accoglie la preghiera di Amelia: la giovane chiede di morire, pur di non essere costretta a separarsi da lui. Carlo la uccide, davanti al padre morente.

Il difetto principale dell'opera consiste nel libretto, malcongegnato, che rasenta l'assurdità complesso, il pubblico che assistette a quella prima londinese decretò un tiepido successo al nuovo lavoro verdiano. "Il gusto dell'orrore, del macabro, questo vecchio seppellito vivo che riappare, la cattiveria senza rimedio di Francesco, la situazione di Carlo forzatamente legato ai masnadieri, il destino di Amalia, il tutto espresso con versi orribili, rasentano spesso il ridicolo." [Da G. Tintori, cit.].
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