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Il trovatore
Il Trovatore, opera in quattro
atti (Il duello, La gitana, Il figlio della zingara,
Il
supplizio), su libretto di Salvatore Cammarano e Leone Emanuele Bardare
tratto dal dramma teatrale, rappresentato nel 1836, El Trobador
di Antonio Garçia Gutiérrez, andò in scena al Teatro
Apollo di Roma il 19 gennaio 1853. Primo violino e direttore d'orchestra:
Emilio Angelini. I cantanti che interpretarono le parti principali furono:
Carlo Baucardé (tenore), Manrico; Emilia Goggi (mezzosoprano), Azucena;
Rosina Penco (soprano), Leonora; Giovanni Guicciardi (baritono), Conte
di Luna; Arcangelo Baldesi (basso), Ferrando.
L'azione
ha luogo in Aragona e in Biscaglia, nel XV secolo. Ferrando, luogotenente
del Conte di Luna, narra alle sue guardie la spaventosa storia di una zingara,
accusata anni addietro di aver gettato il malocchio su uno dei figli del
vecchio Conte (il padre del Conte di Luna) e condannata perciò al
rogo. Azucena, figlia della zingara, aveva rapito per vendetta questo figlio
del Conte: sul luogo nel quale la madre era stata arsa viva vennero rinvenuti
poi i resti bruciati di un bimbo ["Sparve il fanciullo... e si rinvenne
/ Mal spenta brace nel sito istesso / Ov'arsa un giorno la strega venne!...
/ E d'un bambino... ahimè!... l'ossame / Bruciato a mezzo, fumante
ancor!": sono un esempio di come Cammarano, in questo punto dell'opera,
mise in versi la vicenda]. Il vecchio Conte, incerto che si trattasse del
proprio figlioletto, scongiurò dal letto di morte l'altro figlio
perché rintracciasse Azucena e scoprisse la verità. La zingara,
in effetti, accecata dall'odio per l'uccisione della propria madre, anziché
il figlio del Conte aveva gettato nel fuoco, per un tragico e folle errore,
il proprio bambino. Leonora, dama di corte amata dal Conte di Luna, è
innamorata a sua volta di un giovane trovatore, Manrico, che altri non
è se non il bimbo scambiato e allevato da Azucena come proprio figlio.
Dopo una serie di avvenimenti drammatici che vedono in primo piano la rivalità
e la gelosia tra Manrico e il Conte di Luna, Leonora, dopo aver deciso,
per disperazione, di entrare in convento, si avvelenerà e morirà
tra le braccia di Manrico. Quest'ultimo, catturato dal Conte di Luna insieme
ad Azucena, verrà fatto decapitare. Subito dopo l'orribile esecuzione,
il Conte saprà dalla zingara che Manrico non era altri che il proprio
fratello.
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