CONTRIBUTIONS
SUMMARY / Sommario
Here you can find:
SHOULDER DISLOCATION
All medical professionals agree that this is a primary risk in canoeing practice. They also agree that the reduction, or setting af a shoulder gone out of place is delicate and risky even if done by an expert. Third important thing: prevention in form of strenghtening gimnastics.
1) LA LUSSAZIONE DI SPALLA
Molto spesso sentiamo parlare di canoisti vittime di questa patologia. Essendo poi la "Sindrome del Barbiere"(*) molto comune quando si discute di certi problemi, ho pensato che alcune nozioni potrebbero essere d 'aiuto nel chiarire un pò le idee, fermo restando il fatto che si sono scritti fiumi di libri sullargomento e non è mia intenzione entrare troppo a fondo nei dettagli. Cercherò di utilizzare un linguaggio chiaro e comprensibile al neurone medio di un canoista medio.
(*)"Sindrome del Barbiere" = Per chi ne soffre, ogni discussione diventa un affare di stato e la propria idea personale è un dogma anche se aveva letto qualcosa a riguardo per la prima volta un mese fa sulla Gazzetta dello Sport... tutto il resto è merda.
COS`E` LA LUSSAZIONE DI SPALLA
Con il termine "Lussazione di Spalla" (LS) si definisce la perdita dei normali rapporti articolari tra la testa dellomero e la superficie articolare della scapola. La testa dellomero esce così dalla sua sede anatomica provocando:
Se la LS si è verificata una volta, è molto facile che si verifichi ancora (LS Recidivante); il rischio di una successiva LS aumenta con laumentare delle recidive (e a questo punto è tempo di pensare seriamente ad un intervento chirurgico). La LS si dice "Ridotta" quando la testa dellomero ritorna nella sua sede abituale.
PERCHE` LA LS E` COMUNE NEI CANOISTI
La LS è abbastanza comune negli adolescenti e adulti. Il rischio è notevole in tutte le situazioni nelle quali la spalla è ipersollecitata nei suoi gradi estremi di movimento (Incidenti stradali motociclistici, whitewater kayak, traumi violenti ciò significa che, se sei in Lambretta e passando su un ponte vai fuoristrada precipitando nella rapida di V+ del fiume sottostante...la probabilità di contrarre una LS è molto alta, anche se la Lambretta è già impostata correttamente per leskimo ). Esistono diversi tipi di LS; il più comune occorre quando il braccio è portato al di fuori dellasse del corpo e ruotato allesterno (es.: impugnando in maniera usuale la pagaia e portandola dietro la testa). Questa posizione è abbastanza comune in canoa quando si eseguono lappoggio alto e leskimo in maniera erronea, soprattutto quando ci si porta troppo indietro col busto facendo pressione sul retrobarca.
COSA FARE
Il concetto generale che mi preme sottolineare è quello di usare il buon senso, mettere da parte gli eroismi e preferire fare di meno piuttosto che fare troppo. Qui di seguito sono proposti due possibili scenari:
Ecco alcune linee guida:
PREVENIRE E` MEGLIO CHE CURARE.
Lo slogan è valido anche in questo caso. Ecco alcuni suggerimenti:
Happy Paddling, Folks!
Dr. Marshmello (Marcello Zavatta)
PS. Quello che ho presentato è solamente un piccolo sguardo su di un argomento molto vasto e complesso. Ho tralasciato molti particolari interessanti che avrebbero potuto rendere difficile il discorso. Spero comunque, con questa paginetta di avere chiarificato un po le idee e soprattutto di avere generato un po di curiosità sullargomento.
2) SPALLE IN PERICOLO
Non sono molte le controindicazioni alla pratica della canoa fluviale,
ma la più grave è sicuramente quella di soffrire di lussazione abituale di spalla. Il
motivo è abbastanza semplice: la pagaiata sollecita in modo "improprio" la
struttura di questa articolazione. Gli arti inferiori hanno una preminente funzione di
sostegno, la testa del femore pertanto deve essere collegata al bacino da un'articolazione
molto contenitiva, capace cioè di scaricare peso sul terreno, che chiude, appunto, la
catena cinetica bacino-arti inferiori. Il prezzo che l'anca paga in cambio della sua
grande capacità di "sostenere" è la ridotta escursione articolare degli arti
inferiori. Gli arti superiori, al contrario, costituiscono con le spalle una "catena
cinetica aperta", sono cioè concepiti per esplorare lo spazio, utilizzare gli
strumenti di lavoro, ecc. Per tale motivo la spalla presenta una ridotta superficie di
contatto tra testa dell'omero e glenoide della scapola e affida gran parte delle funzioni
di contenimento alle parti molli periarticolari (capsula, tendini, muscoli). Il prezzo che
la spalla paga in cambio della grande ampiezza di escursione articolare è una certa
fragilità quando viene sottoposta a compressione.
In canoa la catena cinetica aperta si chiude, non con il terreno, ma ,attraversola pagaia,
con l'acqua corrente del fiume. La spalla, quindi, torna ad avere funzioni di sostegno, e
spesso in posizioni (abduzione estrema ed extrarotazione) che non riescono a sfruttare in
modo ottimale la piccola superficie di contatto osseo tra omero e scapola. In queste
circostanze l'omero sfugge alla glenoide della scapola e impegna direttamente le parti
molli periarticolari che possono anche lacerarsi.
Le manovre che mettono maggiormente alla prova la spalla del canoista sono l'appoggio alto
estremo, magari tenuto a lungo se si è finiti di traverso in un buco potente, soprattutto
se all'appoggio si aggiungono i movimenti di pagaiata all'indietro effettuata con il
cucchiaio, per tentare di uscirne. Un altro movimento delicato è la fase finale
dell'eskimo, se eseguito "al volo" e soprattutto se si usa lo stile
"all'indietro". Nelle situazioni che abbiamo ricordato la lussazione si produce
per trauma indiretto, cioè in sostanza per l'applicazione di forze eccessive a un braccio
di leva sfavorevole e mal incernierato sul suo fulcro. Essa però può avvenire anche,
più raramente, per un trauma diretto, come quando si urta contro un masso o un tronco.
Esistono individui che, per cause congenite, (lassità legamentosa) o per pregresse
lussazioni traumatiche, presentano la cosiddetta "lussazione abituale di
spalla". In questa condizione la spalla "esce" spesso e molto facilmente
dalla sua sede naturale e altrettanto facilmente vi "rientra", tanto che i
portatori di questo disturbo sono soliti ridurre da sé le frequenti lussazioni. E' bene
che costoro si convincano che la canoa non fa per loro. La manovra con la quale si riporta
la testa dell'omero lussata in sede si chiama "riduzione", è abbastanza
semplice ma non priva di effetti collaterali anche gravi se mal eseguita, e dato che
questo genere di cose non si impara dai libri evitiamo di descriverla, invitando gli
interessati a frequentare opportuni corsi di addestramento.
Per proteggere meglio questo punto debole e per prevenire al massimo i guai, il canoista
deve innanzitutto dedicare una certa cura al potenziamento graduale e al bilanciamento dei
muscoli che agiscono sulla spalla, e particolarmente dei cosiddetti muscoli
stabilizzatori, distinti in: stabilizzatore continuo (muscolo sopraspinoso);
stabilizzatori occasionali (muscoli deltoide e bicipite-capo lungo). Il canoista deve poi
perfezionare il gesto della pagaiata, dell'appoggio e dell'eskimo e evitare di utilizzare,
quando non necessarie, manovre "teatrali" che finiscono con lo stressare
inutilmente le spalle.
Per concludere, un'ultima osservazione: la ricerca del movimento armonico, che sfrutta il
gioco della corrente e la forza del fiume piuttosto che quella dei muscoli, segue la linea
della minor opposizione, ed evita strappi brutali dove non sono necessari, oltre a
conferire allo stile del canoista il marchio dell'esperienza, riduce il logorio di quei
punti deboli dell'organismo che in canoa vengono maggiormante messi alla prova.
Dr. Marco Forni
BACK-ACHE
According to dr. Marco Forni, back-ache is a general problem. Pain is owed to muscular origin. Prevention: starting with a good canoe school, training, stretching.
3) IL MAL DI SCHIENA
Mal di schiena male del secolo, si intitola un libro recente del dottor
Robert Maigne, capo di una delle scuole più accreditate di medicina manuale,a significare
la grande diffusione di questo disturbo a la sua stretta connessione con le attività
della vita quotidiana.
Quando si presenta acutamente, il mal di schiena è un dolore intenso, quasi
insopportabile, che impedisce qualsiasi movimento e che preoccupa. Infatti viene quasi
automaticamente attribuito a danni alla colonna vertebrale. Questa è una struttura di
compromesso tra le due necessità fondamentali e opposte a cui deve rispondere: la
necessità di "sostenere" il peso della parte superiore del corpo nelle più
diverse situazioni posturali scaricandolo sul bacino, e quella di contribuire a
"orientare" le appendici relazionali del corpo, cioè capo e arti superiori.
Queste due funzioni sono opposte nel senso che richiedono "rigidità" l'una e
"scioltezza" l'altra, cioè solidità in cambio di scarso adattamanto al
contesto l'una e flessibilità in cambio di fragilità l'altra.
In realtà gli automatismi difensivi del nostro comportamento motorio ci portano molto
più spesso alla rigidità che non alla scioltezza. Studi recenti hanno dimostrato che
sono più accurati a precisi i movimenti (ad esempio di raggiungimento col dito indice di
un bersaglio, o di esecuzione di una traiettoria) realizzati mettendo in gioco il tronco e
l'arto superiore insieme, piuttosto che identici compiti motori eseguiti col solo arto
superiore.
Che c'entra tutto questo con il mal di schiena del canoista? La risposta è semplice: c'è
un modo giusto per ognuno di noi di compiere i gesti complessi, un modo che ci consente di
risparmiare energie sfruttando al meglio le sinergie, e che una volta appreso diventa poi
automatico. La cosiddetta "intelligenza corporea" da sola spesso combina guai
nel tentativo di mettere riparo ai nostri errori: la sua reazione ai nostri movimenti
bruschi o impropri è quella di irrigidire il segmento di colonna interessato, e magari
anche quelli vicini, producendo una contrazione muscolare involontaria, persistente e
dolorosa. Talmente dolorosa che fa nascere spesso l'idea di una frattura. Ciò che si vuol
dire è che molto spesso il dolore viene dai muscoli, e non dalle ossa o dalle
articolazioni, e che questo dolore è dovuto al tentativo, lodevole ma inefficace, del
nostro corpo di reagire a uno stress a cui lo abbiamo sottoposto.
La cura dell'episodio acuto non può che essere sintomatica: -riposo assoluto su un piano
rigido, in posizione corretta, una posizione cioè che attenui l'eventuale iperlordosi
lombare senza stirare le radici nervose che partono dal tratto basso della colonna, e uno
scarico completo delle gambe:
-una cauta mobilizzazione passiva nelle direzioni di movimento libere
dal dolore; un graduale allungamento (stretching) delle catene muscolari posteriori; - un
massaggio superficiale cauto rispettando la regola del non dolore, utilizzo eventuale di
farmaci antinfiammatori per via generale o, meglio, locale. Esistono poi infiniti diversi
approcci, alcuni dei quali decisamente efficaci se eseguiti da mani esperte, che non cito
perché esulano dalla presente trattazione.
Non curare adeguatamente un episodio acuto comporta il rischio della cronicizzazione.
Infatti anche se il dolore è generato dai muscoli contratturati, quindi soggetti ad una
modificazione assolutamente reversibile, il fattore tempo tende ad alimentare un circolo
vizioso. La persistenza del dolore infatti induce la nostra "intelligenza
corporea" non già a ritenere che la soluzione adottata (cioè la contrattura) sia
inefficace, bensì a ritenere che tale soluzione non sia stata realizzata in modo
sufficientemente energico. E' per questo motivo che cure di per sé sintomatiche, come gli
antiinfiammatori, possono diventare risolutive.
Il tempo della prevenzione si basa invece sull'appprendimento del modo corretto di
compiere i movimenti, e, per quanto riguarda il gesto sportivo che ci interessa, su un
corretto apprendimento delle manovre relative al governo della canoa e su un adeguato
allenamento delle strutture muscolari maggiormante inpegnate. Si noti che, alla luce di
quanto detto sopra, allenamento non può voler dire soltanto "potenziamento", ma
anche allungamento e soprattutto lavoro percettivo, per armonizzare e rendere più
efficace il gesto globalmente considerato.
Gli aspetti peculiari, per quanto riguarda l'assetto della colonna vertebrale durante
l'attività canoistica, sono tre: l'iperestensione del tratto lombare della colonna (più
frequente in canadese che in kayak); l'eccessiva torsione della colonna, a carico del
tratto dorsale ( più frequente in kayak che in canadase); la "sospensione"delle
braccia che impugnano la pagaia al muscolo trapezio superiore con l'eventualità di
contratture nella regione nucale, dorsale (soprattutto parascapolare) e a livello del
profilo superiore delle spalle.
E' chiaro che più il bacino è ruotato in avanti, tanto più accentuata sarà
l'iperlordosi che si produce durante una pagaiata eventualmente eseguita usando più il
tronco che le braccia.
Il maggior vincolo del bacino al sedile nel kayak (in canadese un certo grado di rotazione
può essere assorbito dalle gambe) aumenta il momento di inerzia del cingolo pelvico
rispetto a quello scapolare durante un forte movimento rotatorio ( come quello necessario
ad esempio per fare un aggancio in "debordée"). I dolori da
"sospensione" delle braccia sono analoghi a quelli dell'automobilista non
abituato a tenere rilassati gli arti superiori duranti i lunghi percorsi, aggravati dal
peso delle pagaia applicato agli estremi distali.
Esistono poi patologie del rachide che possono sconsigliare, se non controindicara, la
pratica della canoa fluviale, o che ne consentono la pratica solo in modo non esasperato:
scoliosi (cioè deviazioni della colonna sul piano frontale) gravi e in fase evolutiva (di
soliti fino ai 15-18 anni) possono peggiorare. A proposito di scoliosi è importante
notare come non sia l'eventuale "asimmetria" del gesto a costituire un pericolo
(nel qual caso la canadese dovrebbe essere controindicata), quanto il peso che globalmente
grava sulla colonna e l'effetto di trazione della muscolatura ipertrofica fatalmente più
potente dal lato concavo della curva. La "simmetria" della pagaiata in kayak è
infatti solo apparente, dato che il fisiologico processo di lateralizzazione e ancor più
l'eventuale scoliosi fanno sì che tra pagaiata destra e sinistra sia comunque diverso il
contributo percentuale dell'arto superiore che sta sopra e che spinge rispetto a quello
che sta sotto e che tira; marcate ipercifosi e/o iperlordosi lombari (cioè deviazioni
della colonna sul piano sagittale) possono aggravarsi: le prime soprattutto in kayak, le
seconde soprattutto in canadese; la spondilolistesi, cioè lo scivolamento di una vertebra
sulla sottostante (di solito a livello lombo-sacrale) determinato dalla lisi istmica
bilaterale dell'arco vertebrale, peggiora soprattutto con l'esecuzione di movimenti
associati ed estremi di torsione ed iperestensione, come quelli che avvengono in occasone
di appoggi alti mal eseguiti o nella fase finale dell'eskimo; fragilità della colonna
determinate da pregresse fratture mal consolidate.
Prima di intraprendere l'attività canoistica dunque: fatevi visitare accuratamente;
consigliatevi con lo specialista se siete molto giovani e avete una scoliosi evolutiva;
frequentate una scuola di canoa e fatevi seguire da istruttori preparati: lo
"stile" infatti non è soltanto un vezzo estetico, ma la garanzia di movimenti
eseguiti con la massima efficacia e il minor stress per l'organismo.
Dr. Marco Forni
PREVENTION
4) ESERCIZI DI PREVENZIONE
Io ho subito tre anni fa' una sublussazione della spalla destra peggiorata in seguito per una brutta caduta sugli sci; ho rimediato al tutto in modo a dir poco ottimo eseguendo in palestra una serie di esercizi di extra-rotazione e intra-rotazione atti a rinforzare la muscolatura della spalla (Il tutto su consiglio di un istruttore che proveniva dalla canoa olimpica) Questi esercizi andrebbero eseguiti con pesi e cavi, ma si possono anche fare con gli elastici utilizzati dalle palestre (tipo lacci emostatici per intenderci) reperibili nei negozi di articoli sportivi. Non e' semplice spiegare a parole un esercizio per cui anche voi dovrete fare un notevole sforzo mentale .
INTRA-ROTAZIONE PIANO VERTICALE - elastico fissato al muro in basso (30 cm dal pavimento) - posizione di partenza con spalle parallele al muro a circa 1 metro, avambraccio perpendicolare al terreno rivolto VERSO IL BASSO, braccio parallelo al terreno e al muro, mano che impugna la maniglia dell'elastico senza piegare il polso dare le spalle al muro - rotazione avambraccio VERSO L'ALTO fino a portarlo parallelo al pavimento tenendo il braccio il piu' possibile fermo (3 serie da 15 ripetizioni ... tensione dell'elastico via via crescente)
EXTRA-ROTAZIONE PIANO VERTICALE - elastico fissato al muro in alto (200 cm dal pavimento) - posizione di partenza con spalle parallele al muro a circa 1 metro, avambraccio perpendicolare al terreno rivolto VERSO L'ALTO, braccio parallelo al terreno e al muro, mano che impugna la maniglia dell'elastico senza piegare il polso dare le spalle al muro - rotazione avambraccio VERSO IL BASSO fino a portarlo parallelo al pavimento tenendo il braccio il piu' possibile fermo (3 serie da 15 ripetizioni ... tensione dell'elastico via via crescente)
INTRA-ROTAZIONE PIANO ORIZZONTALE - elastico fissato al muro all'altezza del bacino - posizione di partenza con spalle perpendicolari al muro a circa 1 metro - braccio disteso lungo il tronco - avanbraccio a 90 gradi rispetto al braccio, parallelo al terreno e al muro - mano che impugna la maniglia dell'elastico senza piegare il polso (lavora l'avambraccio piu' vicino dal muro) - rotazione avambraccio in orizzontale fino a portarlo a contatto con l'addome portando l'elastico in tensione tenendo il braccio il piu' possibile fermo (3 serie da 15 ripetizioni ... tensione dell'elastico via via crescente)
EXTRA-ROTAZIONE PIANO ORIZZONTALE - elastico fissato al muro all'altezza del bacino - posizione di partenza con spalle perpendicolari al muro a circa 1 metro - braccio disteso lungo il tronco - avanbraccio a 90 gradi rispetto al braccio, parallelo al terreno e al muro - mano che impugna la maniglia dell'elastico senza piegare il polso (lavora l'avambraccio piu' lontano dal muro) - rotazione avambraccio in orizzontale fino a portarlo all'esterno in una posizione allineata alle spalle portando l'elastico in tensione tenendo il braccio il piu' possibile fermo (3 serie da 15 ripetizioni ... tensione dell'elastico via via crescente)
ALZATE LATERALI - braccia distese lungo il tronco che impugnano due manubri (pesi via via crescenti), impugnatura verso il tronco - alzare braccio e avambraccio (allineati) fino alle spalle lateralmente, cioe' allineato alle spalle (3 serie da 15 ripetizioni)
ALZATE CON BILANCIERE (EXTRA e INTRA ROTAZIONI) - le mani impugnano il bilanciere ad una distanza di 50 cm, distese lungo il tronco e con impugnatura (palmo) rivolta verso l'interno - portare il bilanciere verso l'alto fino ad avere le braccia parallele al pavimento e sullo stesso piano delle spalle, ruotare il polso verso l'alto e distendere il bilanciere verso l'alto, riabbassarlo fino ad avere le braccia parallele al pavimento e allineate alle spalle, ruotare il polso verso il basso e riportate il bilanciere verso il basso Il peso del bilanciere deve essere moderato
MUSCOLI INTERESSATI: - Extra-rotazioni: sottospinato e piccolo rotondo, cuffia rotatori - Intra-rotazioni: sottoscapolare, grande rotondo, cuffia rotatori - alzate laterali: deltoide e sovraspinato Non so se sono stato chiaro, anzi ho dei dubbi ... sono comunque esercizi semplicissimi nell'esecuzione ma formidabili per irrobustire le spalle .... provare per credere!
Dario Bassignano
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