Di tutto un po'
Un mondo maschile
di Eva Figes (1969)
La prima cosa che colpisce a proposito dell’immagine speculare che costringe noi donne a seguire alla perfezione le sue movenze, è il fatto di essere state create dall’uomo, non dagli uomini e dalle donne congiuntamente per fini comuni, non dalle donne per se stesse, ma dagli uomini. Si potrebbe dire che proprio qui risieda la difficoltà vera, nel fatto che si tratta di uno specchio deformato. La visione della donna non è obiettiva, ma è la combinazione imbarazzante di ciò che l’uomo desidera che la donna sia e di ciò che teme che sia: è questa l’immagine speculare alla quale la donna deve uniformarsi. Anche all’uomo si chiede di adeguarsi ad una certa immagine la quale, però, essendogli stata offerta su misura dal padre, si attaglia più facilmente ai suoi desideri.
Alla donna si insegna a desiderare non già quel che per se stessa desiderava sua madre, bensì quel che suo padre e tutti gli uomini trovano desiderabile in una donna. Non quella che è, ma quella che dovrebbe essere.
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Verso se stesso l'uomo è di gran lunga più compiacente: afferma che gli uomini devono essere coraggiosi e altruisti, però il fatto di essere personalmente debole ed egoista lo considera semplicemente come una spiacevole deviazione dal metro di misura ideale che, unico e solo, deve applicarsi al genere umano. Per contro, poiché il criterio della femminilità è stabilito dagli uomini per gli uomini, nessuna deviazione può essere tollerata: o la donna è donna in assoluto, oppure non è nulla di nulla, da rifiutarsi in blocco. Ecco perché l'immagine che il maschio si fa della donna presenta la curiosa tendenza a spaccarsi in due, in bianco e nero senza sfumature intermedie, Vergine Maria e Donna Scarlatta, angelo di misericordia e prostituta, compagna gentile e intollerabile suffragetta.
E' ragionevole presumere che quando gli uomini parlano di donne o le donne di uomini sia inevitabile una certa carenza di obiettività. Eppure sulle donne sono stati pubblicati a migliaia libri, studi, poesie, saggi psicologici e filosofici scritti da uomini. La cosa si è ripetuta con tale insistita regolarità, che alla fine si è giunti a dare per scontato che a parlare ed a scrivere delle donne potessero essere soltanto gli uomini.
Continua
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