I L M A R E

CAPITOLO I

Era una giornata piena di sole ed il piccolo Elfo, appollaiato su una roccia, guardava l'acqua del fiume che scorreva veloce.
"Chissà dove va?" si chiese l'Elfo "non si ferma nemmeno un minuto per riposare, deve avere davvero tanta fretta!"
"Ezra! dove ti sei cacciato? torna subito a casa!"
L'Elfo si affrettò ad ubbidire.
"Eccomi, mamma" disse Ezra con il fiatone per la corsa " sono qui, cosa vuoi?"
"E' ora di pranzo e tu sai che a tuo padre non piace aspettare, è già a tavola!"
Madre e figlio si infilarono in una piccola apertura nel tronco di un albero, quella infatti era la loro casa, e si misero a tavola insieme al capo famiglia.
"Papà" disse Ezra "tu lo sai dove va l'acqua del fiume?"
"Va al mare" rispose il padre.
"E che ci va a fare al mare? e poi... scusa, ma ... che cosa è il mare?"
ribatté sbalordito il piccolo Elfo.
"Il mare è una specie di enorme bacinella piena d'acqua e tutti i fiumi ci finiscono dentro."
"Perché i fiumi vanno fino al mare? e quanto è grande questa bacinella? e se tutti i fiumi ci finiscono dentro, che succede quando il mare è pieno? E ..."
"Ezra! la vuoi smettere con tutte queste domande? mangia, altrimenti non diventerai mai grande!"
"Ma io lo voglio sapere, papà!"
"Se finirai di mangiare tutto in un battibaleno, chiederò al saggio Oki di spiegarti tutto ciò che vuoi sapere."
Ezra si affrettò a finire ciò che aveva nel piatto, emozionatissimo all'idea di poter vedere e parlare con l'Elfo più saggio del villaggio.
Più tardi, Ezra bussò alla porta dell'albero più grande, dove abitava il saggio Oki, con il cuore che gli batteva all'impazzata.
"Entra pure, Ezra, la porta è aperta."
Ezra spinse con cautela la porta ed entrò.
Era buio pesto dentro la casa del saggio e l'Elfo non riusciva a vedere nulla.
"Perché è tutto buio?" chiese "non vedo niente! dove sei saggio Oki?"
"Fai sempre tutte queste domande, piccolo Ezra? è buio qui dentro perché a me la luce non serve, e non serve neanche a te, visto che sei venuto qui per ascoltare! ma se proprio ci tieni, sul tavolo alla tua destra c'è una lampada, puoi accenderla."
Ezra cautamente allungò una mano e trovò la lampada; l'accese e guardò subito nella direzione da cui veniva la voce di Oki: un elfo vecchissimo era seduto su una sedia a dondolo e sembrava fissarlo con aria severa.
"Se lo preferisci, saggio Oki, posso spegnere la lampada!"
"Per me non fa alcuna differenza, Ezra, non ti hanno detto che sono cieco?"
"Oh, mi dispiace tanto!" disse costernato Ezra.
"E perché dovrebbe dispiacerti?" ribatté Oki "ho detto che sono cieco, non che non posso vedere!"
"E come fai a vedere se sei cieco?!"
"Credi davvero che si possa vedere il mondo solo attraverso i due buchi neri che abbiamo sulla faccia?"
"Vuoi dire che hai altri occhi?!"
"Forse un giorno capirai cosa voglio dire, ma ora fammi le domande per cui sei venuto."
Ezra fece le sue domande sul fiume e sul mare e rimase immobile e rapito ad ascoltare la storia dei fiumi, del mare, delle nuvole, della pioggia.
"E' ora che tu vada, Ezra" disse il saggio quando ebbe finito il suo racconto "è arrivata la notte e i tuoi genitori ti stanno aspettando."
"Posso tornare ancora, saggio Oki? ho tante domande da farti!"
"Ogni volta che vorrai, piccolo Ezra! ed io risponderò a tutte le tue domande."
Quella notte Ezra non dormì affatto pensando al miracolo dell'acqua che si tramutava in vapore e poi ancora in acqua senza pause, in eterno.
 

CAPITOLO II

La mattina dopo, Ezra tornò sulla riva del fiume, si sedette su una roccia, e disse: "Buon giorno, acqua, oggi fa molto caldo, vero?"
Naturalmente l'acqua non si degnò di rispondere continuando a scorrere silenziosa verso il mare. Ezra si tolse le scarpe ed immerse i suoi minuscoli piedi nel fiume. "Acqua" pensò; gli sembrava una parola magica: l'acqua che dissetava gli Elfi, che li lavava, che rendeva fertile la loro terra, l'acqua che si tramutava in vapore, che diventava nuvola, che cadeva di nuovo sulla terra come pioggia.... Ed il mare: il più grande contenitore d'acqua che esisteva...voleva vederlo, decise, si, doveva vederlo!!! Ma come fare per andarci? da che parte era? forse bastava seguire il fiume, si disse; ma se fosse stato pericoloso allontanarsi dal villaggio da solo? Decise che doveva parlare ancora con Oki: aveva bisogno di altre informazioni prima di decidere cosa fare. Così tornò alla casa del saggio. "Saggio Oki" disse quando gli fu davanti "è molto lontano il mare? la strada per arrivarci è pericolosa? noi siamo gli Elfi della montagna, significa che esistono anche degli Elfi che vivono vicino al mare? e tu conosci qualcuno che vive laggiù? e..."
"Ezra!" lo interruppe il Saggio "ti dispiacerebbe farmi una domanda alla volta? allora... sì il mare è molto lontano ed un piccolo Elfo senza esperienza non può nemmeno sognare di arrivarci da solo... hai capito bene, Ezra?"
"Oh, non penserai mica che abbia intenzione di andarci! chiedevo così, tanto per sapere!" mentì spudoratamente Ezra.
"Ah, bene! allora risponderò anche alle altre domande: la strada per arrivare al mare è piena di pericoli; ci sono animali che un Elfo non ha mai conosciuto, ed alcuni sono molto pericolosi e ci sono gli Uomini con i quali non andiamo molto d'accordo. Comunque, anche ammesso che un Elfo della Montagna riesca a superare tutti questi pericoli senza perdere la vita, dovrà vedersela con gli Elfi del Mare. Questi sono nostri nemici da molti anni, per l'esattezza da quando ci fu la guerra degli Elfi della Montagna e degli Gnomi contro gli Uomini e gli Elfi del Mare. Vuoi che ti racconti la storia di questa guerra, Ezra?"
"Oh si, ti prego, Saggio Oki!" rispose Ezra come sempre curioso come una scimmia.
"Tanti e tanti anni fa" cominciò Oki "gli Uomini, gli Gnomi e gli Elfi vivevano in pace; ogni popolo viveva nel suo territorio e commerciava con gli altri i prodotti della sua terra e della sua abilità. Si rispettavano a vicenda ed ognuno aveva bisogno dell'altro, per esempio, nella terra degli Gnomi si trovavano pietre preziose che agli Uomini piacciono tanto, così questi le compravano e davano in cambio agli Gnomi i loro tessuti; gli Elfi sono sempre stati bravissimi a forgiare il metallo e gli Uomini e gli Gnomi, invece, non possedevano quest'arte. Un giorno però, successe qualcosa che avrebbe rovinato per sempre la pace e la tranquillità del mondo. Un uomo, Ebar, penetrò nella terra degli Gnomi senza il loro permesso e rubò la statua tempestata di pietre preziose del ReAsko. Una delegazione del popolo degli Gnomi si recò al castello del Re degli Uomini e chiese che Ebar fosse punito per ciò che aveva fatto e che la statua fosse restituita. Il Re derise gli Gnomi ordinando loro di tornarsene da dove erano venuti. Poi fece cercare Ebar dai suoi uomini e si fece portare al castello la preziosa statua che mise nel suo salone delle feste. Gli Gnomi si arrabbiarono molto e smisero di vendere agli Uomini i loro prodotti e le loro pietre. Gli Uomini allora cominciarono a com- prare da noi Elfi i prodotti che gli Gnomi ci vendevano. Gli Gnomi ci diffidarono ed il Popolo degli Elfi si divise: noi Elfi della Montagna ubbidimmo ed anzi smettemmo di vendere agli Uomini anche i nostri prodotti, invece gli Elfi del Mare, che avevano bisogno delle barche che solo gli Uomini sapevano costruire, si allearono con gli Uomini. Così scoppiò la guerra più orribile che il mondo abbia mai conosciuto: morirono Elfi, Gnomi ed Uomini, ma nessuno riuscì mai a vincere la battaglia definitiva; così, dopo molti anni di guerra inutile, un saggio Re degli Uomini decise che era ora di smetterla con tutto quel sangue e si accordò con i re degli altri Popoli per la pace. Ma troppo odio era stato scatenato in quei lunghi anni di guerra e gli scambi tra i Popoli non ripresero mai più: ogni Popolo, ancora oggi, si arrangia come può senza chiedere aiuto agli altri. Ci ignoriamo a vicenda...." Oki tacque per un po', poi continuò "come vedi, Ezra, non sarebbe saggio per un Elfo della Montagna avventurarsi fuori del suo territorio!"
"Ma non è giusto che il mare sia di proprietà degli Elfi del Mare! dopotutto ci finisce dentro anche l'acqua dei nostri fiumi!"
"Hai ragione, Ezra, ma io e te non possiamo farci proprio nulla! almeno per ora!"
Ezra poco dopo salutò Oki e tornò sulla riva del fiume. "Non vedrò mai il mare" pensò "per colpa della stupidità degli Uomini, della loro cupidigia. Se Ebar non avesse rubato la statua, se il Re degli Uomini non se ne fosse appropriato.... "
Verso sera Ezra tornò a casa e quando la mamma vide la sua aria triste gli chiese: "Cosa ti è successo, piccolo mio?"
"Oh, mamma, non vedrò mai il mare!"
"Non mi sembra una gran tragedia, Ezra, io non l'ho mai visto eppure, come vedi, sono felice lo stesso!"
"Ma io, mamma, invece, non sarò mai felice se non potrò vedere il mare!"
"Ti passerà" disse la donna prendendo in braccio il piccolo elfo "tra un po' di tempo non ricorderai nemmeno che esiste il mare!"
Ezra non rispose per non rattristare la mamma, ma sapeva che se non aves- se visto il mare non avrebbe mai potuto essere completamente felice.

CAPITOLO III

Era passato un anno, ma Ezra non aveva dimenticato il mare; la sola cosa che lo rendeva un po' felice erano le chiacchierate con il saggio Oki; da lui aveva imparato molte cose, aveva saputo dell'esistenza di animali che non aveva mai visto, aveva saputo storie bellissime dei tempi in cui gli Elfi potevano girare liberamente nelle terre degli Uomini e degli Gnomi....
Un giorno Ezra entrò, come al solito senza bussare, nella casa di Oki e rimase sbalordito: Oki stava parlando con un essere buffissimo, più piccolo degli Elfi, paffuto e con un naso a patata che lo fece scoppiare a ridere, ma la cosa che più lo sbalordì era che quello strano essere aveva sul mento degli strani peli bianchi: "Chi è questo.... questo...." chiese ad Oki continuando a ridere.
"Ezra!" lo sgridò Oki "questo è uno Gnomo e si chiama Grosko, è un ospite di riguardo, quindi se non sei in grado di comportarti come si deve, ti prego di lasciarci soli!"
"Oh, scusa Oki! ma io non avevo mai visto uno Gnomo e tu non mi hai mai detto che erano così buffi!"
"Buffi?!" intervenne Grosko "noi non siamo buffi! voi siete buffi, con quei capelli gialli e così magri che sembrate sempre sul punto di morire!"
"Noi non siamo affatto brutti!" disse con sussiego Ezra e continuò avvicinandosi allo Gnomo "che ci fai qui? vieni da molto lontano? l'hai mai visto il mare? hai con te qualche pietra preziosa da farmi vedere?"
"Una domanda alla volta, prego!" lo interruppe Grosko.
"Ora non è il momento di fare domande Ezra" disse Oki "Grosko ed io dobbiamo parlare di cose molto importanti, quindi siediti e stai un po' zitto! più tardi potrai fare a Grosko tutte le domande che vuoi."
Ezra offesissimo e deluso perché le sue domande dovevano aspettare, si sedette su di una sedia vicino a Oki e Grosko, decisissimo a non perdere una parola di quel che sarebbe stato detto dai due.
"Allora" disse Oki rivolto allo Gnomo "Prudo è tornato dalla sua missione?"
"Chi è Prudo?" intervenne Ezra.
Grosko gli lanciò un'occhiataccia e rivolto ad Oki rispose: "No, è proprio per questo che sono qui a chiedere il tuo aiuto, se non è ancora tornato, significa che gli è successo qualcosa."
"Come posso aiutarti?" disse Oki "io certo non posso venire con te a cercarlo visto che ti sarei solo di peso e non riuscirò mai a convincere nessun Elfo a rischiare la sua vita allontanandosi da qui!"
"Ho bisogno della vostra magia, Oki, o non ce la farò mai!"
"Magia?! quale magia?" interruppe di nuovo Ezra.
Grosko guardò stupito il piccolo Elfo e chiese ad Oki: "Lui non sa.....?"
"No, non è ancora pronto."
"Pronto a cosa?" intervenne Ezra spazientito "di che state parlando?"
"Stai zitto, Ezra, o ti infilo una corteccia in bocca!" sbottò Grosko.
"Davvero non so come aiutarti, Grosko!" disse Oki "potrei anche venire con te, dopotutto, ma.... beh , non credo che riusciremmo a combinare nulla: un vecchio gnomo e un ancor più vecchio Elfo, cieco per giunta!!!"
"Vado io!" urlò Ezra "non so dove e non so perché, ma sono disposto ad andare io!"
Oki e Grosko si voltarono verso di lui e lo guardarono in modo strano.
Ezra rimase immobile, senza quasi respirare perché sentiva che in quel momento si stava decidendo qualcosa di molto importante.
"Forse....." disse Grosko.
"Non credo sia una buona idea, è troppo giovane e inesperto!" ribatté Oki.
"Tu potresti insegnargli."
"Ci vorrebbe del tempo e noi non ne abbiamo: Prudo potrebbe essere già morto!"
"Non abbiamo molte alternative, mi pare!" concluse sconsolato Grosko.
"Va bene," disse Oki "proverò ad insegnargli la magia, poi vedremo."
"Sono pronto!" esclamò Ezra, anche se non aveva ancora capito niente.
"Cominceremo domani mattina, piccolo Ezra. Ora vai a casa e riposati bene."
"Ma non avevamo una gran fretta? cominciamo ora Oki!" disse Ezra.
"Ezra, per imparare la magia bisogna possedere la dote della pazienza, quella della perseveranza, quella dell'umiltà e quella della disciplina.... e non mi pare che tu sia sulla buona strada!" lo rimbeccò Oki.
"Va bene, Saggio Oki, andrò a casa e domani mattina presto sarò qui per imparare." e rivolto a Grosko continuò: "Ti saluto Grosko e spero di rivederti presto."

CAPITOLO IV

La mattina dopo, di buon ora, Ezra era al cospetto di Oki. "Sono pronto, Saggio Oki, cosa devo fare?"
"Prima di tutto voglio che tu capisca bene cosa è la magia, come va usata, e perché non tutti gli Elfi si ricordano di possederla. Dunque... al tempo della guerra di cui ti ho narrato, gli Elfi conoscevano la magia, un'arte che nessun altro popolo conosce bene come noi, e la usarono contro gli Uomini che così non riuscivano mai a distruggere il nostro popolo. Però gli Elfi della Montagna usarono la magia anche contro gli Elfi del Mare: fu una vera tragedia perché questi risposero nello stesso modo; nella loro lotta travolsero tutto ciò che trovarono sulla loro strada: uccisero animali, distrussero pascoli e campi e foreste, sporcarono fiumi, torrenti e laghi con le loro pozioni magiche ed i loro veleni." Oki tacque per un po', poi continuò: "Quando finalmente la guerra finì, gli Elfi della Montagna si resero conto di ciò che avevano fatto, di quanto fosse pericoloso usare la magia in modo sconsiderato, così decisero che non avrebbero insegnato ai loro figli quest'arte. La magia fu tramandata negli anni tramite degli Elfi che, di volta in volta, vennero considerati saggi abbastanza da saperne fare buon uso. Alcuni di questi Elfi diventarono dei maghi molto potenti, altri si limitarono a far uso della magia. Ecco perché io conosco la magia e perché devo insegnarla a qualcuno che ritengo abbastanza saggio da non abusarne. Tu sei un piccolo Elfo un po' speciale, perciò ho scelto te già da tanto tempo, ma avrei aspettato ancora un po' per insegnartela.... ma ora... non c'è tempo.... Però devi capire bene una cosa, Ezra, con la magia si può fare quasi tutto, ma non bisogna usarla per distruggere se non quando non si ha proprio altra scelta, né è ammesso usarla per scopi meramente egoistici. Hai capito bene?!"
"Si" rispose Ezra che cominciava a rendersi conto che il tempo dei suoi giochi di piccolo Elfo era finito.
"Bene... allora possiamo cominciare. Tu, Ezra, hai già in te la magia, come tutti gli Elfi, ma non sai né usarla né controllarla, è questo che io ti insegnerò. Guarda...." Oki allungò la mano con il dito indice sollevato e... la porta si spalancò.
"Sei stato tu?!" chiese Ezra.
"Si." rispose Oki.
"E posso farlo anche io?!"
"Si, basta che tu svuoti la tua mente di ogni pensiero, pensa solo che la porta deve muoversi verso di te... e la porta si chiuderà. Prova!"
Ezra allungò il dito verso la porta e ..... non successe niente! "Non funziona!" disse il piccolo Elfo "forse ti sei dimenticato di dirmi qualcosa?!"
"No, Ezra, non è a causa di qualcosa che non ti ho detto che non sei riuscito. La tua mente ti impedisce di credere, ecco perché non funziona! Smetti di pensare, limitati a volere. Riprova!"
Ezra riprovò, ma neanche questa volta ci riuscì.
"Ezra, senti la magia che è in te, lasciala affiorare. Guarda la porta! ... tu vuoi che si chiuda, lo vuoi ... nella tua mente c'è solo la porta, la porta che comincia a muoversi piano .... la porta che si chiude...."
"Si è chiusa!" urlò Ezra "Oki, guarda, si è chiusa!"
"Lo so, ma io non posso guardare, Ezra, non te lo ricordi? ma vedere, sì, vedere posso! .... Sei stato bravo!"
"Oki, ma allora io ora sono un mago?"
"Oh no, Ezra, ora sai che in te c'è la magia, ma per diventare un mago devi fare ancora molta strada! io ti insegnerò alcune cose, ma la strada per diventare un mago potrai trovarla solo dentro di te."
"Tu sei un mago, Oki?"
"Si" rispose semplicemente Oki.
"Oki, c'è una cosa che non capisco... se tu sei un mago ... se puoi fare delle magie... perché sei ancora cieco?"
"Non ricordi già più quello che ti ho detto poco fa? la magia non va usata per questo tipo di cose! voglio dire che se tu fossi cieco, io potrei usarla su di te, ma su me non posso farlo."
Ezra rimase pensieroso per un po', poi disse: "Se tu non fossi cieco, potresti andare insieme a Grosko a cercare quel ... Prudo. Da quello che avete detto ieri sera, sembra molto importante trovarlo!"
"Sei un piccolo Elfo molto intelligente, Ezra, ed hai ragione! se l'unico modo di trovare Prudo fosse quello che io accompagnassi Grosko, vedendoci.... allora sì che potrei farmi tornare la vista. Ma ci sei tu, Ezra, e con il tuo aiuto avremo molte più possibilità di riuscire... io sono molto vecchio e molto stanco...."
"Morirai, Oki?"
"Tutti muoiono, Ezra, ma noi Elfi siamo molto fortunati perché viviamo molto più a lungo di qualsiasi altro essere. Ma il mio tempo è quasi finito.... ho più di duecento anni, sai?"
Ezra rimase in silenzio, rattristato al pensiero di perdere il suo amico Oki.
"Ezra, non morirò proprio ora, quindi non è il caso di rattristarsi!" disse Oki, poi aggiunse: "per favore, Ezra, ho bisogno di vedere tuo padre, fallo venire qui."
"Si, Oki, vado a chiamarlo." rispose l'Elfo avviandosi verso la porta. "Non ti ho detto di andarlo a chiamare, ti ho detto di farlo venire qui." "E come faccio, se......." Ezra si interruppe di botto, poi chiese: "Vuoi dire che dovrei farlo venire qui usando la magia?!"
"Si."
"Come devo fare?"
"Come hai fatto per la porta." rispose Oki.
Ezra si concentrò, si concentrò.... diventando tutto rosso... ma suo padre continuò beatamente a dormire nel suo letto caldo. "Oh, non ci riesco!" esclamò stizzito il piccolo Elfo.
"Non c'è bisogno di fare tutti quegli sforzi, Ezra, devi solo volere che una cosa accada e questa accadrà!"
"Oh, se sei tanto bravo, chiamatelo da solo!"
"Va bene." rispose Oki.
"Allora?! non ci riesci neanche tu?" disse dopo un po' Ezra.
"Pazienza, Ezra, pazienza! ricordi? pazienza, perseveranza, umiltà ed obbedienza!"
Il piccolo Elfo scosse la testa pensando: "Una cosa è chiudere una porta, ma costringere una persona a fare quello che vuoi tu è un altro paio di maniche, caro Oki!"
"Permesso?" disse il padre di Ezra entrando "passavo di qui e ho pensato di venire a vedere se Ezra fosse qui."
"Per tutte le cortecce del bosco!" esclamò Ezra.
"Che modo di parlare è questo, Ezra!" lo rimbrottò il padre.
"Benvenuto, Callom" si intromise Oki "volevo giusto parlare con te." "Ezra ha combinato qualcuno dei suoi pasticci?" chiese allarmato Callom.
"No." rispose Oki "ciò di cui devo parlarti è tutt'altra cosa. Ecco ... occorrerebbe il tuo permesso..."
"Devo compiere una missione molto importante" lo interruppe Ezra "e forse vedrò anche il mare e..."
"Ezra!" lo apostrofò Oki con aria minacciosa "stai zitto!"
"Di cosa state parlando?!" chiese Callom.
"Dicevo, Callom, che occorrerebbe il tuo permesso perché Ezra possa venire con me a fare un viaggio, ci accompagnerà anche uno Gnomo molto saggio e molto forte. Non ti nascondo che potremmo incontrare qualche pericolo...."
"Ezra non si muoverà di qui." lo interruppe perentorio Callom.
"Vorrei che ci pensassi bene prima di dire di no. Ezra è una persona molto speciale ed è destinato a fare grandi cose."
"Io ho molto rispetto per te Oki, ma credo che l'età ti porti a sragionare. Ezra è un normalissimo piccolo Elfo!"
"Ezra" disse Oki "fai vedere a tuo padre quello che ti distingue da qualsiasi altro Elfo.... ricorda Ezra, tutto dipende da te, ora!"
Ezra capì subito cosa Oki voleva dire e si concentrò con tutte le sue forze e con tutta la sua volontà sul coltello che suo padre portava appeso al fianco. Il coltello scivolò fuori dal fodero, veleggiò fino al tavolo e si piantò con un tonfo sordo in una forma di pane.
"Cosa..... cosa succede?!" esclamò sbalordito Callom.
"Sono stato io, padre." disse Ezra.
"Tu?! e come.... come....." balbettò stordito Callom.
"Ezra è un predestinato, Callom, e tu non hai il diritto di impedirgli ciò che deve fare!"
Callom, traballando uscì dalla casa di Oki.
"Credi che dirà di si?" chiese Ezra a Oki.
"Dirà di si, ha solo bisogno di un po' di tempo. Intanto tu, Ezra, dovrai imparare ancora un sacco di cose. Chiudi gli occhi e concentrati su di me, cerca di vedere i miei pensieri... ti farò vedere un'erba che tu poi dovrai andare a cercare."
Ezra chiuse e gli occhi e vide l'immagine nitidissima di un'erba sottile con un'infiorescenza gialla sulla sommità: "La vedo!" urlò "sono diven- tato un mago!"
"Non sei un mago, Ezra, io ho voluto che tu leggessi nei miei pensieri, non sarà altrettanto facile leggere i pensieri di qualcun altro! ma dovrai imparare a fare anche questo. Ora va e portami sette piante."

CAPITOLO V

Passarono 10 giorni durante i quali: Ezra imparò a riconoscere ed usare le piante magiche, Callom se ne stette in casa senza rivolgere la parola a nessuno e Grosko borbottò senza interruzione che non c'era tempo da perdere.
Finalmente arrivò il giorno della partenza. Oki, Grosko ed Ezra si recarono a casa di Callom per accomiatarsi: "Callom," disse Oki "noi siamo pronti a partire, se tu non hai nulla in contrario."
Callom non rispose, ma allargò le braccia dentro le quali Ezra si rifugiò.
"Non aver paura, padre mio" disse il piccolo Elfo "ti prometto che non mi succederà nulla!" Ezra abbracciò poi la mamma ed i tre si misero in viaggio. Attraversarono tutta la terra degli Elfi della Montagna ed arrivarono al confine con la terra degli Gnomi segnato da una catena di altissime montagne.
"Non sarà facile per voi superare queste montagne" disse Grosko "voi Elfi siete.... meno forti degli Gnomi e tu Oki..."
"Io sono cieco e correrò il pericolo di finire in un crepaccio. E' questo che volevi dire Grosko?"
"Già."
"Lo aiuterò io!" si intromise Ezra.
"Bene." concluse Grosko "Andiamo, allora."
I tre cominciarono ad arrampicarsi sulla parete della montagna. Grosko andava avanti, poi veniva Oki ed infine Ezra. Ad un certo punto, Oki si fermò allarmato ed urlò: "Attenti!"
Grosko alzò lo sguardo verso la cima della montagna e vide un enorme masso che rotolava verso di loro: "Schiacciatevi contro la parete!" urlò.
Il masso passò sopra di loro sfiorandoli.
Passato il pericolo, Ezra raggiunse Oki: "Come sapevi del masso? come hai fatto a vederlo se sei cieco?" gli chiese.
Oki si fermò per riprendere fiato e rispose: "Ricordi Ezra? ti dissi un giorno che non solo con gli occhi si può vedere. Ci sono altri sensi che in qualche modo suppliscono alla mancanza della vista. E poi tanti Elfi, Gnomi ed Uomini, pur avendo gli occhi non riescono a vedere! si limitano a guardare."
"Non ti capisco, Oki!"
"Sii paziente, Ezra, capirai! Per quanto riguarda il masso non c'è alcun mistero: ho sentito il rumore."
"E perché Grosko ed io non l'abbiamo sentito?"
"Perché la vostra attenzione era concentrata su ciò che vedevate, io invece, non potendo usare gli occhi, ero concentrato su ciò che potevo sentire."
Ezra rimase in silenzio, poi chiuse gli occhi e cercò di ascoltare. "C'è qualcuno sopra di noi!" disse ad un certo punto.
"Hai ragione" rispose Oki "è un animale, ma non credo che sia pericoloso, deve essere molto piccolo, è un po' che cammina davanti a noi. Ma ora dobbiamo rimetterci in cammino. Raggiungi Grosko e digli di tenere gli occhi aperti, l'animale potrebbe fermarsi."
Ezra ricominciò ad arrampicarsi.
Quando arrivò la sera, i tre si fermarono su un piccolo altipiano per passarvi la notte.
Ezra si mise in ascolto: "Ci sono un sacco di rumori intorno a noi, Oki." disse.
"Li sento, Ezra, sono animali, ma non si avvicineranno a noi fino a che il fuoco sarà acceso. Faremo dei turni per sorvegliare il fuoco." Grosko si avvicinò a loro e disse: "Quando arriveremo a Morder, faremo provviste e si uniranno a noi anche Geon e Bolco."
"Chi sono Geon e Bolco?" chiese Ezra.
"Sono due Gnomi molto valorosi e sono amici di Prudo, farebbero qualsiasi cosa per ritrovarlo!"
"Ora dobbiamo cercare di dormire un po'" si intromise Oki "Grosko farà il primo turno di guardia."
Ezra si infilò sotto la sua coperta e si addormentò in un baleno. Gli parvero passati pochi minuti quando Grosko lo chiamò: "Ezra, è il tuo turno di guardia, svegliati!"
Ezra si mise seduto davanti al fuoco, mentre Grosko si stendeva per dormire. La testa di Ezra era piena di pensieri, era terrorizzato dai rumori che sentiva e si chiedeva se ce l'avrebbero mai fatta a ritrovare Prudo. E poi, da quello che aveva capito dai discorsi di Oki e Grosko, dovevano anche portare a termine la missione intrapresa da Prudo. E lui non sapeva neanche di cosa si trattasse! Mise altra legna sul fuoco e mosse un po' la brace. Non avrebbe svegliato Oki per il turno di guardia, si disse, era tanto vecchio e aveva bisogno di riposarsi molto più di lui.
La mattina dopo, Oki si svegliò e si avvicinò a Ezra: "Perché non mi hai svegliato, Ezra?"
"Me ne sono dimenticato" mentì lui "e poi non avevo sonno!"
Oki fece un piccolo sorriso e disse: "Questa dormita mi ha fatto proprio bene, mi sento un leone stamattina!"
"Cos'è un leone?" gli chiese Ezra.
"E' un animale e forse avremo occasione di incontrarlo nella terra degli Uomini . E' molto forte e molto aggressivo, ci dovremo guardare da lui." rispose Oki.
"Come è fatto?" chiese ancora Ezra.
"E' molto grande, ha quattro zampe ed una folta criniera. Non è che sia cattivo, ma deve proteggere sua moglie ed i suoi figli, così attacca chiunque si avvicini al suo territorio. E' molto meglio stare alla larga da lui perché ha enormi denti e delle unghie molto lunghe, può fare a pezzi un Elfo, o qualsiasi altra creatura, in meno di un secondo!"
Ezra raccolse le sue cose, poi aiutò Oki a fare la stessa cosa. Mentre si avviavano chiese ad Oki: "Perché Grosko parla così poco? mi sembra molto scorbutico!"
"Non è scorbutico" rispose Oki "gli Gnomi sono molto taciturni, preferiscono pensare piuttosto che parlare e questo non è sempre negativo, Ezra!"
Ezra incassò e si ripromise di parlare il meno possibile. Dopo cinque minuti chiese ad Oki: "Che altri animali potremmo incontrare lungo la strada?"
Oki sorrise e rispose: "Serpenti per esempio."
"Come il serpente bianco?"
"Nella terra degli Uomini, vivono serpenti che non sono innocui come il nostro serpente bianco, lui si limita a nascondersi tra la neve per sfuggire agli altri animali, i serpenti che vivono tra gli Uomini, invece, si difendono in tutt'altro modo! Ce ne sono alcuni che hanno nei denti un potente veleno, altri sono talmente grandi e forti che stritolano l'avversario con le loro spire."
"Ma allora nella terra degli Uomini vivono un sacco di animali cattivi!" esclamò Ezra con il fiato corto per la salita.
"Allora non hai ascoltato cosa ti ho detto finora! non esistono animali cattivi, essi si limitano a difendere la loro vita, la loro famiglia ed il loro territorio. L'unico animale che sa essere cattivo senza motivo è l'Uomo."
Ezra aveva le idee molto confuse per tutte le nuove cose di cui Oki gli parlava ed alcune  proprio non riusciva a capirle. Continuò ad arrampicarsi rimuginando.
Camminarono ancora due giorni e finalmente arrivarono sulla cima del monte. Ezra guardò sbalordito la grande vallata che si apriva ai suoi piedi: "Cosa sono quelli?" chiese indicando i paesi sparsi per la vallata "e quello è il mare?" continuò indicando un enorme distesa d'acqua.
"Una domanda alla volta, Ezra," rispose Oki ridendo "quelli sono paesi, come i nostri, solo che gli Gnomi invece di vivere negli alberi si costruiscono delle case. E quello non è il mare, è un grande lago... il mare è immensamente più grande."
Ezra sbalordito cominciò a scendere velocemente il crinale: "Andiamo! voglio vedere tutto!"
Oki, e Grosko che lo sosteneva, si avviarono dietro di lui.
Gli Gnomi si affollarono intorno a loro quando entrarono a Morder: alcuni per salutare Grosko, altri per dare un'occhiata agli stranieri. Ezra camminava come in un sogno, toccava la pietra con cui erano costruite le case, sbirciava dentro le finestre, faceva domande a chiunque gli capitasse a tiro. Per lui tutto era inusuale e meraviglioso. Oki si trascinava, sostenuto da Grosko, come se dovesse cadere in terra sfinito da un momento all'altro. Finalmente arrivarono alla casa dove Geon e Bolco li aspettavano. Si sedettero intorno ad un tavolo e Geon portò loro dell'acqua e del cibo. "Nessuna notizia di Prudo?" chiese Grosko a Bolco.
"No, purtroppo no. Noi siamo pronti a partire, quando per voi va bene." rispose Bolco.
"Ci riposeremo fino a domani mattina" intervenne Oki "poi riprenderemo il cammino."
"Chi è questo Elfetto?" chiese Geon osservando Ezra "di che utilità potrà esserci?"
"Conosce la magia." rispose Grosko.
"Ora non è il tempo delle chiacchiere" intervenne ancora Oki "dobbiamo riposarci se vogliamo affrontare la parte più difficile del viaggio contando su tutte le nostre forze!"
"La parte più difficile?! vi è sembrata facile la strada fino a qui?!" chie- se sbalordito Ezra.
"Dovremo entrare nel territorio degli Uomini .... alla maggior parte di loro non importa nulla di noi e si limiteranno ad ignorarci, ma alcuni nutrono per noi un odio molto profondo!" rispose Geon.
"Ma ...." iniziò Ezra. "Niente ma, per ora. Andiamo a dormire!" lo interruppe Oki.
Geon e Bolco si accomiatarono dopo aver accompagnato Grosko in una stanza e Oki ed Ezra in un'altra. "Oki, io non ho sonno! voglio andare a fare una passeggiata per il paese... ci sono così tante cose da vedere!"
"Ezra, questo non è il momento per soddisfare la tua curiosità. Ascoltami bene: come ha detto Geon, alcuni Uomini ci odiano così tanto che cercheranno di ucciderci, quindi c'è una cosa che devi assolutamente imparare. L'unico modo che avremo per sfuggire ai malintenzionati sarà l'invisibilità, ma da solo io non ce la posso fare. Il campo di forza che si può irradiare intorno ad un gruppo di persone può durare al massimo cinque minuti e ci vuole almeno un'ora poi per riprendere le forze e rifarlo, quindi, Ezra, io e te dovremo alternarci. Hai capito tutto, finora?"
"Mica tanto!" rispose Ezra "che significa che dovremo alternarci? e come si fa per creare il campo di forza? e...."
"Ezra, ma quando imparerai a non fare tante domande tutte insieme?! Allora, mettiamo che un uomo voglia ucciderci... io creerò il campo di forza intorno a tutti noi e l'uomo non ci vedrà più.... però se noi non troviamo un nascondiglio nel giro di pochi minuti torneremo ad essere visibili! ed è qui che dovrai entrare in gioco tu: allo scadere dei cinque minuti, tu dovrai creare un campo di forza che sostituirà il mio. Oppure se dovesse succedere qualcosa ed io avessi creato un campo di forza meno di un'ora prima, sarai tu a doverci salvare... hai capito?"
"Si.... credo di si." rispose ancora un po' confuso Ezra.
"Bene... ora dovrai imparare l'arte dell'invisibilità.... rendere invisibili solo se stessi è molto semplice, basta concentrarsi e volerlo. Rendere invisibile un gruppo di uomini è molto più complicato! Guarda" concluse Oki sparendo.
"Dove sei?" urlò Ezra che fino a quel momento non era stato poi tanto convinto che davvero si potesse diventare invisibili.
"Sono qui." rispose Oki mettendo una mano sulla spalla di Ezra.
"Ma io non ti vedo!"
Oki ricomparve e disse: "Hai capito ora come funziona? tu rimani esattamente dove ti trovi quando diventi invisibile, è solo che nessuno può vederti. Ora prova tu: chiudi gli occhi, visualizza la tua immagine... guardala farsi sempre meno nitida... sta scomparendo piano, un po' alla volta..."
"Oh non ci riesco!"
"Riprova... sgombra la tua mente da ogni altro pensiero... pensa solo alla tua immagine che scompare..."
"Oh, Oki, è troppo difficile per me! sono solo un piccolo Elfo!"
"Devi provare ancora, Ezra, senza scoraggiarti. Proverai fino a che sarai riuscito nel tuo compito, poi ti metterai a dormire e domani mattina ti insegnerò come creare il campo di forza." disse con aria perentoria Oki mentre si stendeva sul giaciglio "io intanto mi farò una bella dormita!"
Ezra sbuffò stizzito, ma preferì non ribattere, pensando che Oki poteva sempre rispedirlo a casa. Così cominciò ad immaginare Ezra senza però che quello si degnasse di scomparire. Provò, provò e riprovò ancora, ma senza risultato. Alla fine, deluso, in punta di piedi, uscì dalla casa. Passeggiò a lungo nel paese addormentato, dicendosi che forse Oki aveva commesso un errore scegliendo lui per tramandare l'arte della magia.
All'improvviso, un essere enorme gli si parò davanti agitando un lungo coltello. Ezra rimase immobile paralizzato dalla paura, poi vide la sua immagine che piano scompariva.
"Dove sei finito, mostriciattolo?!" urlò l'essere schiumante di rabbia. Ezra, che era proprio davanti a lui, ci mise un po' a capire cosa fosse successo, poi cominciò a correre verso la casa di Geon urlando: "Ci sono riuscito! Oki, ci sono riuscito!" Ezra, continuando a correre, si girò un attimo per vedere cosa stesse facendo l'essere e lo vide darsela a gambe a tutta velocità nella direzione opposta alla sua.
"Che succede?!" chiese Oki, quando Ezra entrò come un razzo nella sua stanza travolgendo una sedia.
"Ci sono riuscito! sono diventato invisibile!"
"Ma se io ti vedo benissimo!" disse Grosko entrando nella stanza.
"Com'è possibile?!" ribatté Ezra "l'essere non mi vedeva!"
"Racconta tutto con calma, Ezra." intervenne Oki.
"Ho provato e riprovato a diventare invisibile, ma, visto che non ottenevo alcun risultato, sono uscito per fare una passeggiata, quando all'improvviso, un essere enorme e mostruoso ha cercato di aggredirmi con un coltello e allora io sono sparito!"
"Descrivi l'essere!" ordinò Grosko allarmatissimo.
"Era enorme, con i capelli color della pece, due mani grandi... grandissime! e voleva uccidermi!"
"Era un uomo! Bolco! Geon! date l'allarme, c'è un uomo in paese!" urlò Grosko inforcando la porta.
"Oki, perché Grosko mi ha visto, se sono invisibile?"
"Evidentemente non sei più invisibile, ti ho detto che al massimo l'invisibilità può durare cinque minuti..."
"Ah, è vero! Beh, ora sono stanco, me ne vado a dormire."
"Visto che hai svolto il tuo compito, possiamo procedere con l'insegnamento... dormirai più tardi!"

CAPITOLO VI

La mattina dopo, Oki ed Ezra, che avevano dormito non più di un'ora, e Geon, Bolco e Grosko, che non avevano dormito affatto per organizzare la caccia all'uomo, si misero in cammino verso la terra degli Uomini. Camminavano già da un po' quando all'improvviso Geon urlò: "Abbiamo perso Ezra!"
Oki, con voce glaciale disse: "Ezra, la magia non è un gioco! Mi sono sbagliato su di te, non sei all'altezza!"
"Oh," disse Ezra ricomparendo "mi stavo solo esercitando un po'. Perché ne fai una tragedia?!"
"Stiamo per entrare nella terra degli Uomini e ci serviranno tutte le nostre forze per sopravvivere e tu ... ti eserciti?!"
"Oh, scusami, Oki, non lo farò più! hai ragione sono proprio uno scemo!"
Oki continuò a camminare senza rispondergli con al fianco Grosko, mentre Geon e Bolco parlottavano sottovoce.
Ezra raggiunse Geon e Bolco e chiese: "Dove siamo diretti, esattamente?"
"La prima tappa sarà la città degli Uomini che si chiama Ellam, lì cercheremo un Uomo che è al corrente della missione di Prudo e che forse ci aiuterà a ritrovarlo."
"Qual'è la missione di Prudo? e come si chiama l'Uomo che dobbiamo cercare? e come faremo ad attraversare la terra degli Uomini senza farci ammazzare? e ...."
"Ezra!" lo rimbrottò Oki che aveva seguito attentamente la conversazione "questo vizio di fare domande mi fa proprio arrabbiare! saprai tutto a tempo debito!"
"Va bene, Oki." disse rassegnato Ezra avvicinandosi ad una bellissima pianta ed allungando la mano per toccarla.
"Fermo!" lo ammonì giusto in tempo Grosko "quella pianta è velenosa!" Ezra ritirò in fretta la mano e si rivolse ad Oki: "Posso fare una doman- da?"
"Avanti" concesse Oki rassegnato. "Che effetto fa il veleno di quella pianta?"
"Fa morire." rispose Grosko "Il veleno penetra attraverso la pelle e si muore in pochi minuti."
Ezra si fermò inorridito, poi gli venne un'idea: "Potrebbe farci comodo una pianta del genere!"
"Per cosa?" chiese Geon.
"Beh, se qualche malintenzionato si avvicinasse a noi, potremmo toccarlo con la pianta e..."
"Ezra," disse Oki "accompagnami vicino alla pianta."
"Perché? che vuoi fare?"
"Ezra!"
"Va bene, va bene!" disse Ezra prendendo Oki per un braccio e guidandolo vicino alla pianta. "E' proprio davanti a te." disse poi.
Oki si chinò ed afferrò la pianta.
"Oki!" urlarono all'unisono Geon e Grosko, mentre Ezra e Bolco se ne rimanevano a bocca aperta.
"Non temete, i veleni non sortiscono alcun effetto su di me!"
"Come è possibile?" chiese Ezra.
"Te lo spiegherò in un altro momento. Ora aiutami ad aprire la mia sporta e a mettere dentro la pianta, ma stai attento a non toccarla perché tu moriresti!"
Ezra lo aiutò e ripresero il cammino. Ma dopo un po' l'elfo proprio non ce la fece più e chiese ad Oki: "Non ti andrebbe di fare quattro chiacchiere? è così noioso camminare in silenzio!"
"Che vuoi sapere, Ezra?"
"Qualunque cosa! non so dove stiamo andando né perché, non so come si fa a diventare mago, non so ..."
"Prudo è partito per andare a riprendersi la statua del Re Asko che gli Uomini rubarono agli Gnomi tanti anni fa, ma come sai non è più tornato. Noi andiamo a cercare lui e a riprendere la statua."
"Perché?"
"Perché fino a che quella statua non tornerà al suo posto, i rapporti tra i popoli della terra non torneranno mai ad essere come erano una volta."
"Ma come faremo a riprendercela? e dov'è ora la statua?"
"La statua è ancora nella reggia del Re degli Uomini, anche se il Re è cambiato, e non so ancora come faremo per prenderla."
"Ah, bene!" esclamò Ezra.
"Forse è il caso di fermarci un po' a riposare." propose Geon "Siamo vicini al confine della terra degli Uomini e lì potremo viaggiare solo di notte."

CAPITOLO VII

Entrarono nella terra degli Uomini: Geon, Bolco e Grosko con la mano poggiata sui loro pugnali, Ezra terrorizzato e Oki tranquillo come se si accingesse a bere una tisana.
"Non hai paura, Oki?" sussurrò Ezra.
"No." sussurrò Oki.
"Perché non hai paura?"
Oki gli fece cenno di tacere.
Gli Gnomi sfoderarono i pugnali.
"Cavalli!" esclamò Oki "spostiamoci sul bordo della strada e rimanete vicini!"
Ezra avvertì il campo di forza che Oki aveva creato intorno a loro e cominciò a contare.
Due Uomini passarono vicinissimi a loro a gran velocità cavalcando quelli che Oki aveva chiamato cavalli.
Ezra rimase inebetito anche dopo che i cavalieri furono spariti all'orizzonte e che il campo di forza di Oki si fu dissolto.
"Hai smesso di contare!" lo ammonì Oki.
"Ma... ma..." balbettò Ezra.
"Non devi distrarti neanche un attimo, Ezra, sparito il mio campo di forza, e senza che tu ne abbia creato un altro...."
"Hai ragione, ma io non ho mai visto niente del genere!"
"Vedrai ancora molte cose che non hai mai visto, ma questo non deve distrarti neanche per un attimo, Ezra, la vita di noi tutti può essere nelle tue mani!"
Ripresero a camminare in silenzio, tenendosi vicini.
"Se dovesse succedere ancora qualcosa, Ezra, toccherebbe a te creare il campo, io non posso farlo per un po', lo sai.... stai attento!"  disse dopo un po' Oki.
"Si, Oki." rispose il piccolo Elfo spaventatissimo.
Camminarono per tutta la notte senza incontrare altri Uomini, ma i rumori di animali che si muovevano a poca distanza da loro non fecero che accrescere la paura di Ezra.
Quando la luce del mattino cominciò a filtrare attraverso i rami degli alberi, Grosko disse: "Dobbiamo trovare un posto dove nasconderci per aspettare la sera."
Oki si fermò e disse: "Si sta avvicinando qualcuno... bambini credo, o Elfi."
"Elfi?!" esclamò Ezra.
"Elfi del mare... e non sono nostri amici! Ci sono cespugli qui vicino?"
"Si" rispose Bolco prendendo Oki per un braccio e facendo segno agli altri di seguirli.
Si nascosero in mezzo ai cespugli e Oki sussurrò ad Ezra: "Non sprecare energie creando un campo di forza, dovrai farlo solo se sarà necessario... ed anche così...
" Ezra vide spuntare da dietro la curva della strada tre Elfi che chiacchieravano animatamente. Trattenne il respiro cercando di farsi piccolo piccolo.
"Non so se l'abbiano già catturato" disse uno degli Elfi del mare "ma quel che è certo è che quello schifoso Gnomo non la passerà liscia!"
"Chissà che è venuto a fare nella terra degli Uomini!?"
Le voci si persero in lontananza e i cinque uscirono dal loro nascondiglio riprendendo a camminare in silenzio.
"Cosa volevi dire Oki, sul fatto che il campo di forza..." chiese Ezra. "Volevo dire che gli Elfi del mare conoscono la magia e sanno bene come annullare un campo di forza!" lo interruppe Oki.
"Vuoi dire che contro gli Elfi del mare non possiamo fare niente?!" esclamò terrorizzato Ezra.
"Non ho detto questo, Ezra, tu non puoi fare molto perché conosci ancora poco la magia, io qualcosa posso fare."
Ezra continuò a camminare badando bene a stare il più possibile vicino ad Oki.
"Forse potremmo fermarci lì" disse dopo un po' Geon indicando una casa in rovina.
"Andiamo a vedere" rispose Bolco.

CAPITOLO VIII

Ezra aprì gli occhi scosso da Geon: "Tocca a te a stare di guardia." gli disse.
"Sono sveglio" rispose Ezra "sono sveglio!" Ezra si mise a sedere e guardò Oki che dormiva accanto a lui: "E' un gran- de mago" pensò "e non l'ha mai detto a nessuno, non se ne è mai vantato... che tipo strano è! A volte ho l'impressione che sappia cosa sto pensando..."
"E' così!" disse piano Oki.
"Cosa?!" chiese Ezra allibito.
"Non è tanto difficile leggere i pensieri altrui" continuò Oki "è un'altra di quelle cose che i maghi possono fare."
"Me lo insegnerai, Oki?"
"Non è una cosa che si possa insegnare."
"Oki, tu ... puoi vedere il futuro?"
"Non esattamente."
"Che vuoi dire?"
"A volte posso... intuire che le cose andranno in un certo modo... " "Ce la faremo a tornare a casa sani e salvi?" lo interruppe Ezra. "Non lo so." rispose Oki.
Quando Oki si fu riaddormentato, Ezra rimase un po' a rimuginare, poi gli occhi cominciarono a farsi pesanti e lui si sdraiò. Dopo un po' dormiva di un sonno pesante e profondo. Così non si accorse che qualcuno era entrato silenziosamente nella casa.

"Ci hanno rubato tutte le provviste!" Ezra pensò che quel sogno sembrava proprio reale, gli sembrò di sentire la voce di Oki che chiedeva a Bolco cosa stesse succedendo, sentì Geon imprecare e Bolco rispondere che quel moccioso di Ezra si era addormentato durante il suo turno di guardia e che qualcuno li aveva derubati. Il sogno cominciava a non piacere troppo ad Ezra che aprì gli occhi: Geon e Bolco lo stavano guardando con aria minacciosa, mentre Grosko osservava delle orme nella polvere. "Che succede?!" chiese Ezra.
"Ci hanno derubato, stupido Elfo!"
"Non ci hanno uccisi, però!" intervenne Oki per calmare gli animi "Ezra è stato piuttosto incosciente, ne convengo, ma non dobbiamo dimenticare che è solo un piccolo Elfo che si è trovato all'improvviso in una situazione più grande di lui!"
"E' vero, è vero!" strillò Ezra nascondendosi dietro ad Oki.
"E adesso che facciamo?" chiese Geon "non abbiamo più nulla da mangiare e per di più qualcuno sa che siamo qui!"
"Guardate queste impronte" disse Grosko "sembrano di una ..."
"Io non voglio farvi del male!" disse una voce che ad Ezra parve dolcissima.
"Chi ha parlato?!" urlò minaccioso Bolco.
"Dove sei?" chiese tranquillamente Oki.
"Sono sopra di voi." rispose la voce.
Ezra guardò verso l'alto e pensò che quello era l'essere più bello che avesse mai visto. "Chi sei?" chiese.
"Mi chiamo Lilith e sono una donna... voglio dire che sono una femmina del popolo degli Uomini, piccolo Elfo."
"Tu non sei una donna." disse Oki irrigidendosi.
"Già..... come tu non sei un semplice Elfo della Montagna!" rispose Lilith.
"Di che state parlando?!" intervenne Bolco che stringeva in mano il suo lungo coltello.
"Che intenzioni hai?" chiese Oki ignorando l'interruzione di Bolco.
"Nessuna in particolare." rispose Lilith.
"Ci hai rubato tutte le provviste." continuò Oki.
"Avevo un po' di fame, ma ho mangiato solo qualcosa." disse Lilith tirando verso Bolco una bisaccia.
Bolco l'afferrò al volo lasciando cadere a terra il coltello.
"Mmmm" disse Lilith scuotendo il capo "non sei in buone mani, mago, i tuoi amici si lasciano disarmare troppo facilmente!" "Come fai a sapere che Oki è un mago?!" intervenne sbalordito Ezra.
"Lo so e basta, piccolo Elfo... cosa ci fate nella terra degli Uomini?" "Stiamo cercando..."
"Ezra!" strillò Oki.
Lilith rise e disse: "Non ce la farete a compiere la vostra missione... senza un po' di aiuto!"
"E perché vorresti aiutarci?" chiese Oki che aveva capito che Lilith sapeva perfettamente perché erano lì.
"Non lo so... siete... carini." rispose Lilith ridendo, poi aggiunse: "Ora vengo giù, dì agli Gnomi di mettere nel fodero i loro coltelli." Oki fece un cenno a Geon, Grosko e Bolco e Lilith saltò agilmente giù dal solaio. "E' quasi notte" disse lei "se cammineremo veloci, potremo essere ad Ellam prima che sorga il sole."
"Oki," disse Bolco, guardando con astio Lilith "perché dovremmo fidarci di lei? e come fa a sapere che siamo diretti ad Ellam?" "Possiamo fidarci di lei, Bolco... non capisco ancora perché, ma vuole davvero aiutarci!" rispose Oki.
"Sei proprio carino, piccolo Elfo!" disse Lilith sollevando Ezra tra le braccia.
Ezra sentì il profumo sottile che Lilith emanava e si chiese come potessero gli Gnomi non fidarsi ciecamente di lei. "Perché hanno vissuto più anni di te, piccolino, e sanno che conviene fidarsi il meno possibile del prossimo!" disse Lilith.
"Tu... tu hai letto il mio pensiero!" esclamò Ezra "ma non puoi essere un mago... non sei un Elfo!"
Lilith lo rimise in terra e rispose: "Infatti io non sono un mago!" "Ma allora?" ribatté Ezra.
"E' una strega." intervenne Oki.
"E che cosa è una strega?"
"Una strega è una donna che conosce la magia, e che ha più o meno gli stessi poteri di un mago." rispose Lilith "Ma ora dobbiamo metterci in cammino, se vogliamo arrivare ad Ellam prima del sorgere del sole!"
Lilith prese sottobraccio Oki ed insieme si avviarono fuori dalla casa. Ezra li seguì, e fecero la stessa cosa anche Grosko, Geon e Bolco parlottando tra loro a bassa voce. Camminarono per un bel tratto di strada, poi Lilith disse: "Siete troppo lenti! ci metteremo un anno ad arrivare ad Ellam!"
"Non possiamo andare più veloci!" disse Oki "anche se tu portassi Grosko, Geon e Bolco ed Ezra si mettesse a correre, visto che certamente saprai che gli Elfi possono correre più del vento, io non potrei starvi dietro!"
"Portati da... da...." sbottò stizzito Bolco.
"Che male ci sarebbe?" chiese stupita Lilith "voi siete così piccoli che a me non costerebbe alcuna fatica!"
Bolco raccolse tutte le sue forze ed allungò il passo, seguito a ruota da Geon. Grosko, invece, continuò a camminare con passo tranquillo.
"A me piacerebbe essere portato da Lilith!" esclamò Ezra.
Lilith rise e propose: "Potremmo fare così: io porterò te, Oki ed Ezra verrà con noi, poi vi lascerò e tornerò a prendere loro tre."
"Non sono affatto d'accordo!" esclamò Bolco rivolto ad Oki "io non mi fido affatto di lei!"
"Se vogliamo riuscire nella nostra missione" disse Oki "dobbiamo accettare l'aiuto di Lilith!"
Lilith si mise in ginocchio ed aiutò Oki a salire sulle sue spalle, poi si incamminò velocemente dicendo ad Ezra: "Corri, piccolo Elfo, vediamo se riesci a starmi dietro!"

CAPITOLO IX

Quando Ellam fu in vista, Lilith si fermò e si rivolse ad Oki: "Ora cosa facciamo? tra poco sorgerà il sole, credi sia il caso di arrischiarci ad entrare?"
"Allontaniamoci un attimo, Lilith, voglio parlare con te."
Ezra li seguì con lo sguardo e li vide parlare a lungo, poi Lilith si allontanò verso la città e Oki tornò verso di loro. "Lilith ha detto che un po' più avanti, sulla destra c'è un sentiero che porta ad una grande caverna, aspetteremo lì." disse Oki avviandosi. "Aspetteremo cosa?" chiese Geon, cercando di nascondere il suo nervosismo.
"Aspetteremo che Lilith torni insieme ad Ebar."
"Ebar?!" chiese Ezra "l'uomo che rubò la statua del re Asko?"
"La statua è stata rubata tanti anni fa, Ezra, quell'Ebar è morto ormai; l'Ebar che verrà qui con Lilith è un suo discendente ed è l'uomo che forse potrà aiutarci a ritrovare Prudo ed a riprenderci la statua."
Quando si furono sistemati nella caverna, Geon disse: "Oki , perché sei così sicuro che Lilith non denuncerà la nostra presenza agli Uomini?"
"Perché conosco la storia sua e di altre donne come lei, le streghe ci aiuteranno perché per loro sta diventando sempre più difficile vivere tra gli Uomini: sono perseguitate per la loro magia. Se la nostra missione riuscirà, ho promesso che quelle di loro che vorranno vivere nella terra degli Elfi, potranno farlo."
Geon tacque, ma Bolco disse: "Tu sai cosa si dice delle streghe, vero? e nonostante questo credi che sia una buona idea fidarsi di loro al punto da farle vivere nella tua terra?!"
"Vedi Bolco, anche i maghi possono abusare della loro magia e infatti tanti maghi degli Elfi del mare lo fanno, ma questa non è una buona ragione per dire che tutte le streghe e tutti i maghi sono pericolosi!"
"In ogni caso non abbiamo scelta, mi sembra!" aggiunse Grosko. "Sarà!" concluse Bolco per niente convinto.
Oki si sistemò appoggiandosi ad un masso e disse: "Ci converrà cercare di dormire un po' nell'attesa. Tu Bolco farai il primo turno di guardia."
Bolco assentì e, mentre gli altri cercavano di addormentarsi, si accinse ad accendere il fuoco.
"Oki, perché non chiedi a Lilith di renderti la vista?" chiese dopo un po' Bolco vedendo che Oki era ancora sveglio.
"Perché in fondo per un mago non è così terribile non poter guardare, voglio dire che un mago deve saper vedere e questo io riesco a farlo benissimo! inoltre il mio udito è molto più fino di quello di qualsiasi altra persona e se riacquistassi la vista, probabilmente si affievolirebbe."
Bolco, che era uno Gnomo semplice, non riusciva mai a capire fino in fondo ciò che Oki diceva, così preferì non ribattere. Se ne rimase in silenzio con lo sguardo fisso sulla fiamma. Dopo due ore, svegliò Geon: "E' il tuo turno." gli disse.
"Non è ancora tornata?" chiese Geon.
"No." rispose Bolco "e il sole è sorto. Anche ammesso che torni, siamo bloccati qui per tutto il giorno!"
"Se Oki dice che tornerà, io gli credo, Bolco."
"Vorrei avere la tua stessa sicurezza!"
"Cerca di dormire un po' ora."
Passarono ancora due ore, senza che succedesse nulla e Geon svegliò Ezra raccomandandosi: "Cerca di restare sveglio, stavolta, piccolo Elfo!"
"Non preoccuparti, ho imparato la lezione!"
Quando Geon si fu addormentato, Ezra si alzò cercando di non fare rumore ed uscì dalla grotta. Guardò Ellam, la città degli Uomini, e si disse che avrebbe fatto qualsiasi cosa perché tutti gli Elfi della montagna potessero avere la possibilità di vederla perché niente del genere esisteva nella sua terra.
"E' bella, vero?" disse Oki comparendo all'improvviso alle spalle di Ezra.
"Come fai a sapere che è bella se non puoi vederla?"
"C'è stato un tempo in cui potevo guardare, Ezra, non sono stato sempre cieco!"
"Come hai perso la vista?"
"Me l'ha sottratta un Elfo del mare."
"Un mago?"
"Si... un mago molto potente."
"Più potente di te?"
"Allora si, era più potente di me."
"Sai che fine ha fatto questo mago, Oki? è ancora vivo?"
"Si, è ancora vivo."
"E dov'è ora?"
"A guardia della statua di Asko. Dovremo combattere con lui per poterla recuperare."
"Hai paura di lui, Oki?"
"Si." rispose Oki.

CAPITOLO X

Era scesa di nuovo la sera e Lilith non era ancora tornata; Oki, Grosko, Ezra, Geon e Bolco erano intorno al fuoco, ognuno immerso nei suoi pensieri. Fu Ezra a rompere il silenzio: "Forse uno di noi dovrebbe andare a cercarla!" disse.
"Tu sei l'unico che potrebbe andare, Ezra, ma non sei ancora pronto per una cosa del genere." disse Oki.
"Non abbiamo altra scelta... credo!"
"Aspettiamo ancora un po'." disse Oki.
Tornò il silenzio tra loro, un silenzio pieno di tensione e di paura. Nessuno di loro riuscì più a dormire, spiavano il pezzo di cielo che si intravedeva all'entrata della grotta. Ad un certo punto, Geon disse: "Tra poco nascerà un nuovo giorno, Oki, dobbiamo fare qualcosa!"
"L'hanno presa!" mormorò Oki "non c'è altra spiegazione!"
"Ma è una strega!" esclamò Ezra "come hanno fatto dei semplici Uomini a ..."
"C'è un modo per impedire ad un mago o ad una strega di compiere magie, Ezra!"
"Quale?" chiese Bolco.
"Ascoltate bene quello che sto per dirvi: tu Ezra e tu Bolco, dovrete andare ad Ellam... Grosko vi spiegherà come arrivare alla casa di Ebar... e cercare Lilith. Quando l'avrete trovata, se quello che penso è giusto, lei sarà legata con una catena di piombo... tu, Ezra, non dovrai avvicinarti per nessun motivo, dovrà essere Bolco a liberarla. Avete capito?"
"Vuoi dire che basta una catena di piombo per neutralizzare la magia?!" chiese Geon.
"Si." rispose Oki "Ma non so proprio come possano aver fatto ad avvicinarsi tanto a lei senza destare i suoi sospetti!"
Grosko spiegò a Bolco ed Ezra la strada che dovevano percorrere e raccomandò ad Ezra: "Non sprecare le tue forze, usa la magia solo se non c'è altra strada! e non fidarti di nessuno!"
Ezra e Bolco scivolarono fuori dalla caverna ed andarono verso Ellam. Camminarono in silenzio tenendosi sul bordo del sentiero, pronti a nascondersi tra i cespugli. Ellam era illuminata solo dalla luce della luna, mentre i due scivolavano lungo le strade fino alla casa di Ebar.
"Deve essere quella la casa!" sussurrò Bolco "è tutta illuminata... non mi piace per niente! aspettiamo un attimo prima di bussare." La porta della casa di Ebar si aprì e ne uscirono due uomini. "Sono soldati!" esclamò Bolco costringendo Ezra ad appiattirsi contro un muro.
"Credi che abbiano preso Lilith ed Ebar?" sussurrò Ezra.
"Non lo so..."
Altri due uomini uscirono dalla casa ed uno disse all'altro: "Il Re ti sarà grato per questo, Ebar. Non c'è niente che lo diverta tanto come uccidere una strega!"
"Dov'è ora la strega?" chiese Ebar.
"E' al sicuro, non preoccuparti. Domani mattina... anzi questa mattina, la porteremo da lui al Castello di Bard."
L'uomo si congedò da Ebar, che rientrò in casa, e si allontanò. "Schifoso!" esclamò Bolco "è stato Ebar a tendere un tranello a Lilith, ecco come hanno fatto a prenderla! Voglio ammazzarlo!" "Penseremo dopo a lui," mormorò Ezra tirando Bolco per la giacca "ora dobbiamo seguire il soldato per trovare Lilith!" Camminarono dietro all'uomo, attenti a non farsi vedere, per un tempo che a Bolco parve lunghissimo, visto che doveva correre come un matto per riuscire a stargli dietro. Finalmente l'uomo si fermò davanti al portone di un immenso palazzo, si guardò intorno, poi bussò. Il portone si aprì lentamente e l'uomo entrò. Bolco ed Ezra fecero appena in tempo ad infilarsi dietro a lui, prima che l'immenso portone si richiudesse da solo dietro di loro come per magia.
"Ora che facciamo?" chiese a bassa voce Ezra "come facciamo a trovare Lilith?"
"Non lo so... proprio non lo so!" rispose Bolco.
"Beh," disse Ezra "cominciamo a cercare. Andiamo di là." Percorsero tante stanze piene di enormi mobili, di quadri e di altre strane cose che Ezra non aveva mai visto prima.
"Smettila di fermarti ogni tre secondi!" intimò Bolco ad Ezra. "Vengo, vengo!" rispose Ezra raggiungendolo.
"Dobbiamo trovare una scala" disse Bolco "gli Uomini tengono i prigionieri in prigioni che si trovano sotto le loro case."
"Cos'è questo rumore?!" sussurrò all'improvviso Ezra.
"Io non sento niente!" rispose Bolco.
"Sssss" "Uomini!" balbettò Bolco trascinando Ezra sotto un tavolo coperto da una lunga tovaglia. Sentirono il rumore degli Uomini che entravano nella stanza e poi uno strano verso che Ezra non aveva mai sentito.
"Cos'è?!" mormorò terrorizzato.
"Non lo so." rispose Bolco anche lui spaventatissimo.
Ezra all'improvviso si trovò davanti il muso ripugnante di un essere che non conosceva. L'essere lo osservò un attimo, poi spalancò le fauci emettendo un ringhio spaventoso.
"Cane!" esclamò una voce "vieni qui!"
L'essere non si mosse dal suo punto di osservazione, anzi cominciò a sbavare su una gamba di Ezra ringhiando più forte.
"Corri vicino a me!" sussurrò Ezra creando contemporaneamente il campo dell'invisibilità intorno a Bolco e a se stesso. Lo Gnomo e l'Elfo corsero verso la porta, mentre l'essere, sbalordito perché non li vedeva più ma sentiva il loro odore, emetteva degli ululati che facevano accapponare la pelle.
"Cagnaccio!" urlò la voce di prima "che ti succede? hai visto un fantasma?"
Ezra appena passata la porta, fece segno a Bolco di aiutarlo a chiuderla. Con enorme sforzo riuscirono a spingerla giusto in tempo... proprio sul muso di Cane. Sentirono delle voci concitate alle loro spalle, ma certo non si fermarono a vedere l'effetto che una porta che si era chiusa da sola aveva fatto sugli Uomini. Raggiunsero una scala che scendeva e la inforcarono di corsa. "Siamo perduti!" balbettò Bolco senza fiato "tra poco torneremo ad essere visibili... non ce la faremo mai!"
Si acquattarono in una rientranza del muro per riprendere fiato ed Ezra disse: "Dobbiamo solo riuscire a liberare Lilith, poi ci penserà lei a farci uscire di qui!"
"Oh, certo! che c'è di più facile?!" ribatté Bolco.
Ezra osservò il corridoio nel quale si trovavano e tutte le porte che vi si affacciavano.
"Tu rimani qui!" ordinò a Bolco.
"Perché? tu dove hai intenzione di andare?" chiese Bolco afferrandolo per la manica.
Ezra si liberò della mano di Bolco e gli fece cenno di tacere. Strisciando contro il muro si avvicinò alla prima porta e si mise in ascolto: non sentendo alcun rumore, si appiattì contro il muro ed allungò il dito: la porta si aprì piano piano, quel tanto che bastò ad Ezra per vedere che nella stanza non c'era nessuno. Fece cenno a Bolco di raggiungerlo ed entrarono nella stanza.
"Che cavolo sono quei cosi?!" chiese Bolco indicando gli strani arnesi che erano sparsi per la stanza.
"Non lo so!" rispose perplesso Ezra tirando una leva che spuntava da uno degli arnesi.
Bolco fece appena in tempo a fare un balzo di lato che una lama piombò proprio dove poco prima lui si trovava. "Sacripante!" urlò "stai forse tentando di uccidermi?!"
"Hai capito?!" balbettò Ezra "questa roba serve per uccidere!"
"Me ne sono accorto!" ribatté sarcastico Bolco, poi continuò con tono diverso: "Queste devono essere le macchine che gli Uomini usano per torturare i prigionieri, ne ho sentito parlare una volta!" Uscirono dalla stanza e mentre Bolco si nascondeva di nuovo nella rientranza del muro, Ezra aprì uno spiraglio di un'altra porta. Raggiunse Bolco come un razzo e mormorò: "Ci sono degli Uomini lì dentro!"
"E Lilith? è lì anche lei?" chiese Bolco.
"Non lo so, non l'ho vista. Che faccio? provo ad aprire l'ultima porta?"
"Si... ma prima richiudi quella! mi fa venire i brividi sapere che lì dentro ci sono degli Uomini!"
Ezra richiuse silenziosamente la porta e si accinse ad aprire l'altra.
"Da dove viene questa corrente che apre e chiude la porta?" disse un Uomo uscendo dalla stanza della quale Ezra aveva appena richiuso la porta.
Ezra e Bolco si appiattirono il più possibile nel loro nascondiglio tremando come foglie.
"Lascia perdere!" urlò una voce da dentro la stanza "tanto la strega è al sicuro qui nella sua cella!"
L'uomo guardò attentamente da una parte e dall'altra del corridoio, poi rientrò nella stanza chiudendosi accuratamente la porta alle spalle.
"Lilith è là dentro! dobbiamo far uscire gli Uomini dalla stanza per liberarla!"
"E come?!" chiese Bolco.
"Fammi pensare! ... ecco! io cercherò di attirare la loro attenzione e di farli uscire e tu sgattaiolerai dentro e libererai Lilith!"
"Tu sei matto! e se ti prendono? o peggio, se prendono me?!"
"Smetti di fare il fifone! non abbiamo altra scelta! quando avrai liberato Lilith, tornate di corsa da Oki, senza pensare a me. Ora tu rimani qui e tienti pronto, al resto penso io." disse Ezra avviandosi verso la stanza delle torture. Aprì la porta ed entrò. Si guardò attorno studiando le macchine, poi, trovato un nascondiglio, si concentrò sui meccanismi che le mettevano in moto. Contemporaneamente tutte le macchine si misero a funzionare facendo un gran fracasso. Gli Uomini di guardia a Lilith, attirati dal rumore, si precipitarono nella stanza. "Che cavolo succede?!" urlò uno di loro.
"Fermatele!" urlò un altro.
Gli Uomini si davano da fare intorno alle macchine ed Ezra ne approfittò per uscire dal suo nascondiglio e squagliarsela.
"Ehi tu!" urlò una delle guardie "dove credi di andare?!"
Ezra cominciò a correre verso le scale inseguito dalle guardie.
"E' un Elfo!" gridò una guardia "prendiamolo!"
Ezra si girò e fece diventare molli i gradini che mano a mano si lasciava alle spalle.
Le guardie cominciarono a cadere e a calpestarsi a vicenda imprecando.
L'Elfo continuò a correre chiedendosi da che parte dovesse andare per uscire da quel palazzo. Aprì una porta e si trovò davanti l'essere ringhiante al quale lui e Bolco erano riusciti a sfuggire per miracolo non molto tempo prima. "Cosa mangerà?" si chiese facendogli comparire davanti una mela. L'essere ringhiante gli afferrò con i denti il lembo della giacca. Ezra fece comparire ai suoi piedi un piatto di zuppa fumante. L'essere cominciò a tirarlo scuotendolo. Ezra gli fece comparire davanti una bella fetta di pane. L'essere la ignorò e mollò la giacca per addentargli una gamba.
"L'hai voluto tu!" urlò Ezra toccandogli la testa con un dito. L'essere si lasciò scivolare a terra e cominciò a russare.
Ezra sospirò di sollievo e si appoggiò al muro: "Deve essere un leone!" si disse ripensando alla descrizione che Oki gli aveva fatto "feroce e con enormi denti! sì, deve proprio essere un leone!" Si guardò la gamba dove l'essere l'aveva morso e si chiese come avrebbe fatto in quelle condizioni a tornare alla grotta dove si trovavano Oki e Geon.
"E così sei riuscito a neutralizzare un cane!" esclamò Lilith comparendo all'improvviso con Bolco più morto che vivo in braccio.
"Cane?!" esclamò Ezra "ma non è un leone?"
Lilith scoppiò a ridere: "Sei proprio buffo, piccolo Elfo! ma ora squagliamocela prima che a qualcuno venga l'idea di fermarci!" Lilith afferrò Ezra per la collottola e se lo caricò sulle spalle.

CAPITOLO XI

"Finalmente!" esclamò Oki quando loro entrarono nella grotta accolti dalle grida festanti di Geon "cominciavo a pensare che tutto fosse perduto!"
"Oki, sapessi che avventura!" disse tutto eccitato Ezra che ormai si sentiva al sicuro.
"Non è il momento per chiacchierare del più e del meno, questo!" lo interruppe Lilith "Oki, l'impresa che ti sei messo in testa di compiere è quasi impossibile: Ebar è un traditore, la statua e Prudo sono nel castello di Bard e tu sai che lì è davvero impossibile entrare, infine, ora il Re sa che nella sua terra ci sono Elfi della montagna e Gnomi, non ci metterà molto a capire cosa sta succedendo!"
"Non possiamo rinunciare!" esclamò Geon "troppo dipende dalla riuscita di questa impresa!"
"Il mondo ormai è quello che è, sopravviveremo tutti ugualmente!" esclamò Lilith.
"Gli Gnomi non sopravviveranno." disse con rabbia Grosko.
"Che vuoi dire?" chiese sorpresa Lilith.
"Non abbiamo alcuna intenzione di dirtelo!" esplose Geon "non mi fido di te, così come non mi fido di nessuno che appartenga alla razza degli Uomini. Se gli Uomini sapessero cosa sta succedendo nel mio paese, farebbero di tutto per affrettare la nostra fine ed impadronirsi delle nostre gemme! e non cercare di leggermi nel pensiero, non ci riusciresti! noi Gnomi sappiamo come impedire a maghi e streghe..."
"Geon!" intervenne Oki "non è il momento di accapigliarsi! pensiamo piuttosto a come fare per entrare nel castello di Bard!" "Oki" chiese Ezra "tu sai perché gli Gnomi non sopravviveranno se..."
"Si , lo so, ma ora stai un po' zitto, devo pensare!" Oki si allontanò dalla compagnia e si sedette su un masso poco distante.
Bolco si avvicinò a Geon e gli disse: "Ora non dobbiamo abbassare la guardia neanche un attimo, Geon, o Lilith riuscirà a capire cosa ci sta succedendo! avresti fatto meglio a tacere!"
"Hai ragione, ma la rabbia mi ha ottenebrato il cervello! se non riuscissimo..."
"Oki non ci abbandonerà, ne sono certo, lui sa cosa c'è in gioco!" Lilith intanto si era avvicinata ad Ezra e lo aveva invitato a fare una passeggiata con lei. Ezra aveva accettato senza esitazioni sapendo che con Lilith sarebbe stato al sicuro. Quando furono abbastanza lontani dalla grotta, Lilith disse ad Ezra: "Non possiamo farcela, ma Oki, Grosko, Geon e Bolco non si arrenderanno, tu dovresti cercare di farli ragionare!"
"Non voglio farlo, Lilith, io non so cosa sta succedendo nel mondo degli Gnomi, e non ho neanche capito tanto bene cosa siamo venuti a fare qui, ma mi fido di Oki e se lui crede che valga la pena rischiare la vita per qualcosa, io sono con lui!"
"Il tuo affetto e la tua fiducia in Oki sono davvero ammirevoli, Ezra, ma forse non hai capito bene la situazione! ci sono centinaia di soldati a guardia del castello di Bard, credi davvero che sei persone possano riuscire ad entrarci?!"
"Forse possiamo farcela!" disse Ezra poco convinto "Oki è un grande mago, tu sei una strega, io conosco un po' di magia e Grosko, Geon e Bolco sono molto determinati, come hai potuto vedere... forse possiamo farcela!"
"Io non verrò con voi, Ezra."
"Perché?"
"Perché non servirebbe, te l'ho detto, non avremmo alcuna speranza!"
"Beh, fai pure quello che credi... io farò ciò che Oki mi chiederà di fare, lo farò per Oki, per gli Gnomi, per gli Elfi della montagna e anche per le streghe!"
Lilith non rispose continuando a camminare immersa nei suoi pensieri.

CAPITOLO XII

Oki aveva preso una decisione e la comunicò alla compagnia riunita intorno al fuoco: "Forse abbiamo una possibilità di riuscita." disse "Dobbiamo trovare un Uomo che si chiama Ghino, di lui non so molto, a dir la verità non sono neanche tanto sicuro che esista, ma ho sentito delle storie e se queste sono vere..." "Aspetta un attimo!" esclamò Lilith "di cosa vai farneticando? che ne sai tu di Ghino?"
"Allora esiste!" urlò trionfante Oki.
"Certo che esiste, ma anche ammesso che tu riuscissi ad avvicinarlo, ed io ne dubito molto, non ti aiuterà di certo! e poi come potrebbe aiutarti?"
"Perché non dovrebbe?" chiese Ezra che come al solito non aveva capito niente, ma che non voleva rinunciare a fare almeno una domanda.
"Ghino è un bandito" rispose Lilith paziente "è feroce come una belva e non fa mai niente che non gli porti nelle tasche oro... non aiuterà nessuno a fare niente, se non può guadagnarci qualcosa!"
"Tu sai come trovarlo?" chiese tranquillamente Oki.
"No, non lo so" rispose Lilith "ma forse non hai capito! i suoi uomini uccidono chiunque si avvicini a lui! prima ti ammazzano e poi ti chiedono chi sei!"
"Devo parlare con lui" insistette Oki "se le storie che si raccontano su di lui sono vere, lui sa come entrare nel castello di Bard."
"Ti dispiacerebbe spiegarci di cosa stai parlando esattamente, Oki?" disse Bolco spazientito.
"Ve lo dico io di cosa sta parlando, così oltretutto potremo verificare se la storia che io ho sentito su Ghino ha qualche punto di contatto con quella che ha sentito Oki. Dunque, ricordate l'uomo che abbiamo catturato a Morder? quello che ha incontrato Ezra, insomma... beh, quell'uomo era completamente ubriaco quando l'abbiamo preso e non stava zitto un attimo. Quando voi due" disse Grosko indicando Geon e Bolco "ve ne siete andati a dormire, io sono rimasto fuori dalla sua cella ed ho ascoltato quello che l'uomo blaterava: parlava di un certo Ghino che era riuscito a raccogliere un'immensa fortuna rapinando tutti gli Uomini ricchi che passavano nella foresta intorno al castello di Bard e che aveva anche dei poteri magici; infatti, Ghino riusciva ad entrare nel castello di Bard senza che nessuno se ne accorgesse... con qualche strana magia disse l'uomo."
"Ho sentito più o meno la stessa storia da uno Gnomo che era di ritorno da una spedizione nella terra degli Uomini" disse Oki "solo che io non credo che Ghino sia un mago."
"Perché no?" chiese Ezra.
"Perché non esistono Uomini che conoscano la magia." rispose Lilith, precedendo Oki.
"Esatto" aggiunse Oki "solo alcune femmine degli Uomini la conoscono!"
"Allora con ogni probabilità non è vera neanche l'altra parte della storia!" concluse sconsolato Geon.
"Non è detto" disse Oki "Ghino potrebbe aver trovato un modo di entrare nel castello che non ha nulla di magico."
"Oppure," intervenne Lilith "cosa più probabile, Ghino ha al suo fianco una strega molto potente."
"Comunque dobbiamo saperne di più" disse Oki "per questo devo parlare con Ghino."
"Non so proprio perché" disse Lilith sottovoce "ma cercherò di aiutarvi ancora. Appena sarà notte, andremo a Galba e poi forse..."
"Poi vedremo cosa fare." la interruppe Oki.
La compagnia, appena scesa la notte, si incamminò alla volta di Galba. Camminarono a lungo in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri.
Ezra si avvicinò a Lilith e le chiese: "Credi che Ghino ci aiuterà?" "No. Perché dovrebbe? credo che non riusciremo neanche ad avvicinarlo."
"Allora perché vieni con noi?"
"Piccolo Elfo, fai sempre un sacco di domande! non so perché vengo con voi... forse ..."
"Forse?"
"Oh, non lo so! e ora lasciami tranquilla!" esclamò Lilith allungando il passo.
Venne il giorno e la compagnia trovò rifugio in una casa abbandonata.
"Sono stanco morto!" esclamò Grosko lasciandosi cadere in terra. "Non dirlo a me!" ribatté Geon.
"Abbiamo ancora due giorni di cammino, poi arriveremo a Galba." disse Lilith "Lì dovremo procurarci del cibo, non abbiamo quasi più niente."
"Ci penserò io." disse Ezra.
"No." disse decisa Lilith "Mentre voi aggirerete Galba, io vi entrerò e prenderò quello che ci serve, poi vi raggiungerò."
"Cosa devi fare a Galba?" chiese Oki.
Lilith guardò il viso imperturbabile di Oki e non provò nemmeno a mentire: "Devo sbrigare una faccenda." disse.
"Cosa?" chiese Ezra.
"Dormi, Elfo, o stasera non ce la farai a rimetterti in viaggio!" esclamò Lilith.
"Io non credo che Lilith debba andare da sola a Galba!" intervenne Bolco "può essere pericoloso."
"Pericoloso per chi?" ribatté Lilith "certo non ti preoccupi per me, quindi credi che io possa denunciarvi, giusto?"
Bolco la guardò in cagnesco e continuò: "Oki, io rimango della mia idea: qualcuno deve andare con lei!"
"Ci penseremo quando arriveremo a Galba, ora cerchiamo di riposarci." disse Oki con il tono di chi non ammette repliche.

CAPITOLO XIII

Arrivarono nei pressi di Galba senza incidenti, c'era stato solo un ennesimo battibecco tra Bolco e Lilith, quando lei si era offerta di portarlo in braccio per guadagnare tempo, ma per il resto tutto era andato bene.
"Adesso che si fa?" chiese Ezra, lasciandosi cadere stremato sull'erba.
"Voi vi cercate un nascondiglio, ed io entro a Galba." rispose Lilith. "Ezra verrà con te." disse perentorio Oki, precedendo Bolco che già aveva aperto la bocca per protestare.
Lilith fissò lo sguardo su Oki, muovendo leggermente la mano. "Non sprecare energie" disse Oki tranquillo "tanto non ci riusciresti!"
"A fare che?" chiese Ezra.
Lilith si rilassò e rispose: "Stavo cercando di forzare la volontà di Oki, piccolo Elfo, ma lui è un mago più potente di quanto credessi... non che non possa riuscire a batterlo... se davvero lo volessi!"
Oki non si prese la briga di rispondere, si limitò solo a fare un piccolo sorriso.
Ezra, eccitato dalla nuova avventura che gli si prospettava, chiese: "Quando andiamo?"
"Subito" rispose Lilith "ma prima devo sistemarti un po'."
"Che vuoi dire?" chiese allarmato l'Elfo.
"Devi sembrare un Elfo del mare e tu sei troppo pallido, cercherò di rimediare." rispose Lilith tirando fuori dalla sua bisaccia un vasetto.
"Cos'è quella roba? e cosa ci devi fare?" chiese Ezra.
Lilith gli si avvicinò e cominciò a spalmargli il viso con la crema che era nel vasetto.
"Puzza!" esclamò Ezra cercando di allontanarsi.
"Non fare i capricci!" lo rimbrottò Lilith "serve a scurire la tua pelle... non morirai certo per questo!"
Quando Lilith ebbe finito di spalmare la crema su ogni parte visibile del corpo di Ezra, furono pronti a partire.
"Cerca di parlare il meno possibile" raccomandò Lilith ad Ezra "e non stupirti di niente di ciò che vedrai, d'accordo?"
"Va bene... ma cosa vedrò esattamente?"
Lilith si limitò a fulminarlo con lo sguardo continuando a camminare. Entrarono nella città addormentata, incontrando solo qualche uomo che tornava velocemente verso casa, ma nessuno badò a loro scambiandoli per una semplice donna accompagnata da un Elfo del mare.
Ad un certo punto Lilith, seguita da Ezra, si avviò decisa verso una casa tutta rossa. "Sono Lilith" mormorò dopo aver bussato alla porta "apri!"
Entrarono in una stanza buia ed Ezra ci mise un po' a distinguere i contorni di un numero incredibile di donne, riunite intorno ad un tavolo. Aprì la bocca per chiedere chi fossero tutte quelle donne, ma la richiuse subito ricordando la raccomandazione di Lilith.
Lilith si sedette al tavolo facendo cenno ad Ezra di restare in disparte, e disse: "Siamo vicine al momento che tanto abbiamo aspettato. Tu, Sabath, prenderai alcune compagne e aspetterai al picco del Diavolo, e tu, Fosca, con altre cinque compagne verrai con me a cercare Ghino."
"Ghino?! che c'entra Ghino con tutto questo?!" chiese Fosca.
"Ghino forse può farci entrare nel castello di Bard, senza troppe perdite... almeno questa è l'idea di Oki, il mago Elfo che guida la spedizione che tenterà di riprendere la statua di Asko."
"E cosa ci importa cosa dice uno stupido Elfo? noi dobbiamo solo uccidere il Re degli Uomini!" intervenne adirata la donna che Lilith aveva chiamato Sabath.
Ezra sussultò, ma riuscì a tenere a freno la lingua.
"Lo pensavo anche io, fino a poco tempo fa, ma ora ho cambiato idea: quando avremo ucciso il Re, un altro uomo prenderà il suo posto e non credo che sarà più tenero con noi streghe! ma c'è un'alternativa: Oki ha promesso che se lo aiuteremo a recuperare la statua di Asko, gli Elfi ci permetteranno di vivere in  pace nella loro terra."
"Io non voglio andare a vivere nella terra degli Elfi!" esclamò Sabath "voglio restare qui nella mia terra ed essere libera di fare magie alla luce del sole!"
"Questo un giorno forse accadrà, ma ora gli Uomini non sono ancora pronti" disse Lilith "se sulla terra tornerà la pace, con il tempo, forse, anchenoi saremo accettate... è per questo che dobbiamo aiutare Oki... è così che io la penso."
Fosca fece cenno alle streghe che avevano cominciato a parlare tutte insieme di tacere e disse: "Io credo che Lilith abbia ragione, io sono con lei."
"Io invece credo che solo terrorizzando gli Uomini con il potere della nostra magia, potremo sperare di conquistarci il posto che ci spetta!" disse Sabath.
"Ai voti!" esclamò una delle streghe.
"Ai voti!" urlarono altre streghe.
Lilith si alzò e fece cenno ad Ezra di avvicinarsi: "Noi ci ritiriamo, mentre voi prenderete la decisione che più vi parrà giusta." disse e uscì dalla stanza seguita dall'Elfo.
Quando furono soli, Ezra chiese: "Lilith , se decideranno di non aiutarci cosa faremo?"
"Non lo so, piccolo Elfo, ma credo che senza il loro aiuto sarà quasi impossibile avvicinare Ghino ed entrare nel castello di Bard. Inoltre, se decideranno di uccidere il Re e ci riusciranno, non credo proprio che le cose per noi miglioreranno! gli Uomini ci odieranno ancora di più!"
"Lilith, Oki mi ha detto che solo in casi davvero estremi si può usare la magia per uccidere qualcuno..."
"Oki parlava della magia degli Elfi."
"La tua magia è diversa?"
"E' molto diversa, Ezra, o quantomeno noi streghe la usiamo in modo diverso."
"Non capisco, non vorresti spiegarmelo?"
"Non è il momento, piccolo Elfo, sappi solo che con la nostra magia si possono fare anche cose molto molto brutte... cose che forse neanche Oki riesce ad immaginare!"
Ezra rimase in silenzio, pensando a quanto era coraggioso Oki che aveva osato sfidare Lilith così tante volte.
Fosca entrò nella stanza, si avvicinò a Lilith e, baciandola sulla guancia, disse: "Siamo con te."
Dopo essersi ben rifornite di provviste, Lilith, Fosca e altre cinque donne, si avviarono verso il posto dove Oki e gli altri aspettavano, trascinandosi dietro Ezra ancora sbalordito per ciò che aveva sentito.

CAPITOLO XIV

Quando Lilith e le sue compagne si avvicinarono ai componenti della compagnia, Grosko sfoderò il pugnale, Geon e Bolco fecero la stessa cosa nascondendosi dietro un cespuglio ed Oki si irrigidì. "Non abbiate paura!" urlò Ezra "sono nostre amiche!"
"Sono streghe!" disse Oki.
"Si, sono streghe" disse Lilith "e ci aiuteranno ad avvicinare Ghino. Non avete niente da temere da loro."
Grosko vedendo Oki che si rilassava, rimise il pugnale nel fodero e si avvicinò a Lilith: "In che modo potranno aiutarci?" chiese. "Ghino ed i suoi uomini non uccidono le donne, le fanno prigioniere... è questo l'unico modo per avvicinare Ghino." rispose Lilith.
"E' un grosso rischio per voi!" disse Grosko.
"Siamo disposte a correrlo.... voi sapete cosa c'è in gioco per noi!" intervenne Fosca.
"Come ti chiami strega?" le chiese Geon.
"Mi chiamo Fosca, Gnomo, e per favore non rivolgerti a noi chiamandoci strega!"
"Perché?" chiese stupito Ezra "non siete fiere di essere delle streghe?"
"Ezra, per favore" disse Lilith "smettila con le domande, mi esasperi!"
"Oh, mi spiace! non volevo..."
"Non sono arrabbiata con te, piccolo Elfo!" lo interruppe Lilith "ma c'è un tempo per le domande e un tempo per agire e ora...."
"Ora dobbiamo agire!" finì la frase Fosca.
"Sono d'accordo" disse Oki "avviamoci alla volta della foresta di Bard."
La compagnia si mise in cammino: Lilith e due streghe davanti, poi venivano Ezra ed Oki, poi Grosko, Geon e Bolco ed infine Fosca e le altre tre streghe. Camminavano da un po', quando Lilith fece segno alla compagnia di fermarsi.
"Uomini!" esclamò una delle streghe.
"Nascondetevi!" ordinò Lilith.
Tutti si buttarono dietro i cespugli che erano al lato del sentiero. Lilith, invece, restò al centro della strada. Due soldati comparvero da dietro la curva e quando videro Lilith si fermarono.
"Ehi, ragazza!" disse uno dei due "cosa fai in giro da sola, non sai che è pericoloso?"
"Alludete ai banditi?" chiese Lilith tranquillamente.
"Già, proprio a quelli!" disse l'altro uomo.
"Io non ho niente di prezioso con me, quindi perché dovrebbero assalirmi?" ribatté Lilith.
"Beh, io non direi che non hai niente di prezioso... sei carina e poi non sai che i banditi rapiscono le donne per prenderle come mogli?"
"Sto andando al castello di Bard" disse Lilith "devo parlare con il Re."
Gli uomini risero ed uno disse: "Tu sei matta! credi che sia così facile avvicinare il Re?! e poi adesso è anche più difficile! quasi tutte le truppe del Re sono di guardia al castello, ci sono in giro Elfi della montagna e Gnomi!"
"Parli troppo!" esclamò l'altro.
"Beh" disse Lilith "ora devo salutarvi, devo proseguire il mio viaggio."
"Non vorresti farci un po' di compagnia, bellezza?" disse uno degli uomini avvicinandosi a Lilith.
"Non posso fermarmi, ho molta fretta!" ribatté lei.
"Io credo che un po' di tempo potresti trovarlo!" disse l'altro uomo con aria minacciosa.
"Se volete un consiglio," disse Lilith "continuate la vostra strada." "Ehi! ci ha dato un consiglio!" disse l'uomo che ormai era vicinissimo a Lilith "che dici lo accettiamo?"
L'altro uomo rise ed allungò una mano verso i capelli rossi di Lilith.
"Non provare a toccarmi! o te ne pentirai!" esclamò Lilith.
"Che paura!" esclamò ridendo l'uomo.
Ezra balzò fuori dal suo nascondiglio per andare in aiuto di Lilith, ma si immobilizzò sbalordito vedendo i due uomini che erano diventati due statue.
"Grazie per il tuo aiuto, piccolo Elfo!" esclamò ridendo Lilith "ma come vedi so badare a me stessa!"
"Come hai fatto?" chiese sbalordito Ezra, mentre il resto della compagnia si faceva avanti.
"Li ho tramutati in statue con la mia magia... così non potranno più dar fastidio a nessuna donna." rispose Lilith.
"Sono morti?" chiese ancora Ezra.
"Non esattamente, ma in fondo è come se lo fossero visto che resteranno statue per sempre!"
"Oh, ma è terribile!" esclamò il piccolo Elfo.
"Hai il cuore tenero, piccolo Elfo! sono soldati del Re degli Uomini e volevano farmi del male, l'hai visto anche tu! non credi che meritino una punizione?"
"Si... ma non questa!" esclamò Ezra.
"Va bene, Elfetto, voglio farti contento: tra dieci giorni li farò tornare uomini, va bene?"
"Oh, si! tante grazie!" Lilith posò le mani sulle teste di marmo delle guardie e aggiunse: "Ora possiamo continuare il nostro viaggio."
La compagnia si rimise in cammino.
Ezra si avvicinò ad Oki e gli sussurrò: "Lilith non è cattiva, vero Oki?" "No, non è cattiva, ma... Ezra, forse sarà necessario usare metodi... cattivi per raggiungere lo scopo che ci siamo prefissati!" "Vuoi dire che dovremo uccidere qualcuno?" chiese Ezra spaventato.
"Si, piccolo Elfo," disse Lilith avvicinandosi "le guardie del Re non avranno riguardo per noi se ci prendono e noi dovremo difenderci in ogni modo!"
"Ezra" disse Oki "è proprio per evitare tante morti che dobbiamo combattere ora, lo capisci?"
"Parli degli Gnomi?" chiese Ezra.
"Si e anche delle streghe... gli uomini che riescono a catturare una strega la uccidono."
"E' tutto così ... così terribile!" esclamò Ezra.
"Già!" disse Oki "E' proprio perché deve tornare la pace e l'armonia tra i Popoli che la nostra missione deve riuscire!"
Ezra continuò a camminare, immerso nei suoi pensieri.
La compagnia camminò fino a che si intravide la luce del sole tra gli alberi del sentiero; allora si fermarono al riparo di una radura che lo costeggiava.
Grosko ed Oki si misero a parlottare tranquillamente, Geon e Bolco si sedettero vicini senza togliere un attimo le mani dai pugnali e le streghe si sistemarono poco lontano formando un cerchio con al centro Ezra. Le streghe fecero un mucchio di domande al piccolo Elfo sulla sua terra e lui era tutto felice dell'attenzione che gli veniva rivolta.
Quando il sole ebbe preso definitivamente il posto della luna nel cielo, Oki e Grosko si misero a dormire, Geon e Bolco si accordarono per fare i turni di guardia e le streghe continuarono tranquillamente a chiacchierare senza mostrare segni di stanchezza.
Ezra si allontanò un po' dal cerchio delle streghe e si immerse nei suoi pensieri. Aveva nostalgia di casa, della mamma e dei suoi giochi spensierati. Si mise a piangere silenziosamente sentendosi schiacciato da quella situazione più grande di lui e per certi versi incomprensibile.
Lilith gli si avvicinò silenziosamente e gli sedette accanto circondandolo con le braccia.
Ezra si appoggiò al corpo di lei sentendo una sensazione di calore. Presto si addormentò sfinito.

CAPITOLO XV

Camminavano da ore, quando Ezra si accorse che gli alberi diventavano sempre più fitti, che la luce della luna si vedeva solo a tratti tra le foglie. Si avvicinò ad Oki e gli disse: "Oki, credo che questa sia la foresta di Bard, gli alberi sono talmente fitti che faccio fatica a vedere dove metto i piedi!"
"Hai ragione, Ezra, credo che manchi poco all'accampamento di Ghino... non sento più alcun rumore..."
"Allora come fai a dire che siamo vicini? non dovremmo sentire dei rumori?"
"L'assenza di rumori, Ezra, significa che qui intorno non ci sono animali e loro si tengono lontani dagli accampamenti degli uomini!"
"Oh, capisco!" disse Ezra e continuò: "Non hai paura dei banditi di Ghino, Oki?"
"Tutti abbiamo paura di qualcosa, Ezra, ma non dobbiamo mai farci condizionare da questo. Noi abbiamo una missione da compiere e per riuscire dobbiamo sfidare anche la nostra stessa paura."
Lilith si avvicinò a loro e disse: "Oki, siamo vicini, dobbiamo muoverci nel modo più silenzioso possibile e dobbiamo trovare un nascondiglio per voi, mentre io e le mie compagne faremo in modo di farci catturare dai banditi."
Ezra vide le streghe che si fermavano all'improvviso avvicinandosi l'una all'altra, poi un gruppo di uomini sbucò da dietro i cespugli.
Uno di loro afferrò Geon e gli tolse di mano il pugnale.
Bolco sfoderò il pugnale e si gettò contro di loro.
Lilith urlò: "Oki, dietro di te!" poi dalle sue mani partì una palla di fuoco che colpì le gambe di uno degli uomini che cadde a terra urlando.
Ezra sentì un dolore lancinante ad un fianco, si voltò e vide un uomo che si accingeva a colpirlo di nuovo con la sua spada. Con la forza della disperazione, ricordò gli insegnamenti di Oki e creò una barriera tra se e l'uomo.
"Devi ucciderlo!" gli urlò Lilith, cercando di liberarsi di un uomo che le si era buttato addosso da un albero.
Fosca si avvicinò all'uomo che aveva colpito Ezra ed allungò la mano verso di lui.
Ezra vide l'uomo dirigere la propria spada contro se stesso e trafiggersi il petto.
Grosko si lanciò di corsa verso Bolco che giaceva in terra ed urlò: "Bolco è ferito!"
Fosca si precipitò vicino a lui e toccò la ferita di Bolco che come per incanto scomparve.
"Dobbiamo nascondere i corpi." disse Lilith quando tutti gli uomini che li avevano assaliti erano stati messi fuori combattimento.
"Non capisco!" disse Ezra guardando costernato i corpi dei banditi che giacevano a terra nella radura "hai detto che dovevi farti catturare dagli uomini di Ghino... allora perché tutto questo?!" "Hanno visto anche voi Elfi e gli Gnomi, Ezra! Ghino non deve sapere che nella sua foresta ci siete voi o non si fiderà di noi donne... non capisci?" intervenne Fosca.
"No... non capisco!"
"Ghino deve pensare che le donne che catturerà siano semplici donne sprovvedute che si sono avventurate nella foresta" disse Oki "non deve sospettare che siano qui per un motivo particolare!"
Ezra si lasciò scivolare a terra e Lilith si precipitò vicino a lui; gli aprì la giacchetta e toccò delicatamente la sua ferita. "Devi riposarti e non pensare a niente, piccolo Elfo" disse con voce dolce "non preoccuparti, andrà tutto bene!"
Ezra si lasciò cullare dal suono dolce della voce di Lilith e non si accorse nemmeno che lei lo aveva preso in braccio e che la compagnia aveva ripreso il cammino.
"Lilith" disse Oki dopo un po' "cerca un albero molto grande, lo useremo come nascondiglio."
Quando Lilith trovò un albero secolare con il tronco enorme, la compagnia si fermò. "Ecco" disse lei "l'ho trovato... ed ora?" "Fammelo toccare." le disse Oki.
Lilith depositò a terra Ezra e guidò Oki vicino all'albero.
Oki poggiò la sua mano sulla corteccia e un pezzo enorme di tronco cadde a terra lasciando un'apertura. "Noi ci nasconderemo qui dentro." disse "Se riuscirete a far venire qui Ghino, io gli chiederò il suo aiuto."
Lilith assentì in silenzio, prese Ezra e lo depositò all'interno dell'albero, poi anche Oki entrò, seguito da Grosko, Geon e Bolco. "Io e Cara faremo in modo di essere catturate, Astrid, Bianca e Siria ci seguiranno per intervenire in nostro aiuto se le cose dovessero mettersi male, e Fosca resterà qui." disse Lilith.
Fosca entrò nell'albero, mentre le sue compagne si avviavano verso l'accampamento di Ghino.

CAPITOLO XVI

Già da un po' Lilith e Cara camminavano veloci parlando a voce alta e ridendo, seguite ad una certa distanza da Astrid, Bianca e Siria, quando tre uomini si pararono loro davanti.
"Chi siete e dove state andando?" chiese uno degli uomini. "Stiamo andando al Castello di Bard." rispose Lilith "Ci hanno detto che il Re cerca della nuova servitù."
"Nessuno vi ha detto che attraversare questa foresta è pericoloso?" chiese l'uomo.
"Si ce l'hanno detto, ma noi abbiamo bisogno di lavorare. Siete guardie del Re?" chiese Cara con aria ingenua.
Gli uomini risero e quello che sembrava il capo dei tre rispose: "No, non siamo guardie del Re e voi non arriverete al Castello di Bard... verrete con noi... con le buone o con le cattive!"
"E così voi siete uomini di Ghino!" esclamò Lilith.
"Esatto. Io mi chiamo Cesco e sono il braccio destro di Ghino. Venite al nostro accampamento senza fare storie o dobbiamo trascinarvi per i capelli?"
"Veniamo." rispose Lilith "Da che parte?"
L'uomo si avviò seguito da Lilith e Cara affiancate dagli altri due uomini.
Quando arrivarono all'accampamento, Lilith disse: "Vogliamo vedere Ghino."
"Ghino non ama le donne e non vorrà certo essere disturbato da voi!" rispose Cesco.
"Cosa avete intenzione di farci?" chiese Cara.
"Vi troveremo un marito." rispose ridendo l'uomo.
"Un marito?" chiese Lilith "noi non vogliamo un marito!"
"Beh, lo avrete lo stesso! Si svolgerà una gara di tiro con l'arco tra gli uomini che aspirano alla vostra mano ed i vincitori vi prenderanno in moglie."
Lilith e Cara si lanciarono uno sguardo, poi Cara si lasciò cadere in terra.
I due uomini si chinarono su di lei distogliendo l'attenzione da Lilith che con un balzo fu addosso a Cesco. Lilith cadde in terra trascinandosi dietro l'uomo, lo immobilizzò e gli puntò un pugnale alla gola. "Allora, bandito Cesco, ora possiamo vedere Ghino?"
L'uomo, sentendo la punta del pugnale che premeva sulla sua gola, fece un segno agli altri due uomini che si allontanarono. Cara si avvicinò a Lilith e rimasero in attesa.
Un uomo venne verso di loro, seguito dai due uomini che erano andati a chiamarlo e da altri uomini armati fino ai denti.
"Sei Ghino?" chiese Lilith senza togliere il pugnale dalla gola di Cesco.
"Sono Ghino." rispose l'uomo tranquillamente "Volevi vedermi?" "Si." rispose Lilith "Devo parlare con te di cose molto importanti." "Oh, davvero?! e cosa può volere da me una cameriera? o non sei una cameriera come hai fatto credere ai miei uomini?"
"Chi sono non ha alcuna importanza, per il momento. Hai intenzione di starmi a sentire?"
"Parla."
"Devo parlarti da sola."
"Beh, allora lascia andare Cesco e andiamo nella mia tenda." "Voglio prima la tua parola che quando avrò lasciato Cesco, mi ascolterai."
"Ti fideresti della parola di un bandito?" chiese ironico Ghino. "No, ma della tua parola mi fiderò." rispose Lilith.
Ghino la guardò sbalordito, poi fece cenno ai suoi uomini di allontanarsi e disse: "Hai la mia parola. Ti concederò cinque minuti, ma se ciò che mi dirai non sarà qualcosa di molto interessante per me, farò uccidere te e la tua compagna."
Lilith lasciò andare Cesco e si alzò in piedi.
Ghino si avviò, seguito da Lilith e da Cara, verso una grande tenda ai lati della quale c'erano due uomini di guardia. Quando furono abbastanza vicini, Ghino ordinò ai due uomini: "Prendete la donna dai capelli neri!"
"Hai promesso!" urlò Lilith mentre i due uomini eseguivano l'ordine.
"Ho promesso di ascoltare te" disse Ghino "non la tua amica." Poi rivolto agli uomini che tenevano saldamente Cara, aggiunse: "Se tra cinque minuti, io non sarò uscito dalla tenda, uccidetela." Lilith entrò nella tenda, seguita da Ghino.
"Allora?" disse lui.
"Posso farti guadagnare molto oro." disse Lilith.
"Come?" chiese l'uomo con aria scettica.
"Aiutandoti a rubare il tesoro del Re."
"Molto divertente!" esclamò Ghino "I tuoi cinque minuti stanno per scadere, hai altro da dirmi?"
"Dammi la possibilità di spiegarti!"
"Hai ancora circa due minuti."
"Non mi bastano!"
"Questo è un problema tuo e della tua amica!"
"Mi dispiace, Ghino, non avrei voluto, ma tu..." disse Lilith facendo qualche passo verso Ghino.
L'uomo sfoderò la spada e gliela puntò alla gola: "Non fare un passo di più!" disse minaccioso.
Lilith posò la mano sulla spada e questa si accartocciò. "Posso fare la stessa cosa a te, Ghino, prima che tu abbia il tempo di chiedere aiuto. Di alle tue guardie di far entrare Cara e poi di allontanarsi."
Ghino la guardò dritto negli occhi e disse: "Sei una strega! ma anche se mi ucciderai, non hai scampo, i miei uomini sanno come difendersi da una strega e sono tanti... davvero troppi perché tu possa metterli tutti fuori combattimento!"
"Potresti anche avere ragione, Ghino, ma tu avresti perso la vita senza motivo! ti chiedo solo di ascoltarmi!"
"La tua amica a quest'ora è già morta." disse Ghino.
"No, non è morta." disse Lilith "Guarda fuori."
Ghino si avvicinò lentamente all'entrata della tenda e guardò: Cara era lì sorridente ed i due uomini erano in piedi accanto a lei immobili e con gli occhi vitrei. Ghino si girò verso Lilith con sguardo interrogativo.
"Sono vivi , non temere, sono solo paralizzati. Posso far entrare Cara?" chiese Lilith.
"Hai forse bisogno del mio permesso?" chiese con aria gelida Ghino.
Cara entrò nella tenda e si mise comodamente seduta su un cuscino.
Lilith la imitò indicando a Ghino il cuscino vicino a lei.
Ghino si sedette, guardandola con odio.
"Vorrei che tu venissi con me e parlassi con un mio amico."
"Non verrò" disse Ghino a bassa voce "non prendo ordini da una donna, e tanto meno da una strega!"
"Non ti sto dando un ordine, ti sto chiedendo un favore." rispose Lilith.
"La mia risposta l'hai già avuta!"
"Bene." disse Lilith alzandosi "Allora verrai con me contro la tua volontà." Prima che lui si rendesse conto di ciò che stava succedendo, lei gli aveva messo una mano sulla testa ed aveva cominciato a spingere. L'uomo pensò che la sua camicia si stava allungando ed anche i suoi pantaloni, guardò Lilith e la vide crescere a vista d'occhio. Cercò di fare un passo verso di lei, ma cadde in terra inciampando nei pantaloni che gli erano caduti. Con orrore Ghino si rese conto che non era Lilith che stava crescendo, ma che era lui che si era rimpicciolito.
Lilith si chinò verso di lui e lo prese nel palmo della sua mano: "Ora, caro Ghino, ti porterò dal mio amico e lui ti farà una proposta, se non l'accetterai, ti lasceremo tornare qui, libero come l'aria!"
Mentre Lilith parlava, il viso di Cara si trasformò piano piano fino a diventare il viso di Ghino; poi Cara si spogliò e si infilò i pantaloni e la camicia di Ghino che erano rimasti in terra.
Lilith la guardò ridendo e disse: "Sembreresti proprio Ghino, se non fosse per i tuoi lunghi capelli!"
Cara prese il berretto di Ghino e se lo infilò in testa nascondendo i capelli, poi fece un fagotto dei suoi vestiti.
Dopo che Lilith si fu infilata in tasca il vero Ghino, le due donne uscirono dalla tenda e si avviarono verso il bosco.
"Ehi, Ghino!" disse Cesco avvicinandosi "dove stai portando la donna?"
"Ora non ho tempo di spiegarti" rispose Cara imitando la voce di Ghino "tornerò presto."
"Dovunque tu vada, io vengo con te." disse Cesco "E' troppo pericoloso allontanarti dall'accampamento da solo!"
Lilith e Cara si lanciarono un rapido sguardo, poi il falso Ghino disse: "Va bene, vieni pure."
Appena usciti dall'accampamento dei banditi, Cesco, guardando attentamente Cara, disse: "Ghino, cosa è successo alla tua voce? sembra quasi quella di una donna!"
"Hai ragione, Cesco, la mia è proprio una voce da donna!" rispose Cara senza più alterare il tono.
Cesco estrasse velocemente la spada, ma una voce alle sue spalle lo bloccò: "Se fossi in te, non ci proverei! siamo in troppe!"
Astrid, Bianca e Siria disarmarono Cesco e Bianca disse: "Lilith, che ne facciamo di lui? e dove è Ghino?"
"Ghino è qui." disse Lilith tirando fuori dalla tasca il piccolo uomo "Per quanto riguarda lui" continuò indicando Cesco "credo che sia meglio ucciderlo."
Lilith sentì un leggero solletico sulla mano ed abbassò lo sguardo verso Ghino: "Ehi, la vuoi smettere di agitarti?" disse appoggiandolo in terra.
Cara, intanto, aveva ripreso le sue sembianze e si era rimessa i suoi vestiti.
Lilith posò la mano sulla testa di Ghino, e l'uomo cominciò a crescere. "Se ucciderai Cesco" disse Ghino con voce piena d'odio mentre si rivestiva "io ti troverò e ti ucciderò!"
Lilith lo guardò fisso negli occhi e disse: "Sei nelle nostre mani e ti permetti di minacciare?!"
"Facciamola finita!" disse Astrid avvicinandosi a Cesco con la spada sguainata.
"Se gli risparmierete la vita, accetterò la vostra proposta" urlò Ghino "qualunque essa sia!"
"Ferma!" ordinò Lilith, e poi rivolta a Ghino continuò: "Hai detto che ci aiuterai, se non uccidiamo il tuo amico? ho capito bene?" "Si." rispose Ghino "Verrò con voi e farò quello che mi direte, ma dovete lasciar andare Cesco!"
"Non se ne parla nemmeno!" ribatté Lilith "se lo lasciassimo tornare al campo, nel giro di cinque minuti avremmo tutti i tuoi uomini addosso! gli risparmieremo la vita, ma lo porteremo con noi."

CAPITOLO XVII

"Oki" chiamò Lilith bussando sulla corteccia dell'albero "siamo tornati."
Oki uscì aiutato da Fosca: "Ghino è con voi?" chiese.
"Si, e non c'è bisogno che tu lo convinca a collaborare, ha già accettato di aiutarci."
"Bene" disse Oki pensieroso "gli hai già spiegato tutto?"
"Non proprio." rispose Lilith "E' meglio che lo faccia tu, sembra odiare le donne sopra ogni cosa... per non parlare delle streghe!" Ezra si avvicinò a Ghino e chiese: "Perché sei diventato un bandito? sei molto ricco? perché non ti piacciono le donne? perché..."
"Fai tacere questo mostricciattolo!" esclamò Ghino rivolto a Lilith. "Non è un mostricciattolo!" rispose Lilith arrabbiata "è un Elfo della montagna ed è molto coraggioso, nonostante la sua giovane età!"
"Non riusciremo nella nostra impresa, se tra noi non regnerà la pace!" esclamò Oki "voglio che la smettiate di insultarvi!"
"Sono vostro prigioniero e sono costretto ad aiutarvi, ma non appena lo avrò fatto, sarò libero di dare la caccia a quella strega e vi garantisco che pagherà con la vita tutte le umiliazioni che mi ha inflitto!"
"Lilith, non credo che Ghino abbia scelto liberamente di aiutarci! vuoi dirci come sono andate le cose?" intervenne Grosko.
"E questo chi è?" chiese sbalordito Ghino.
"E' uno Gnomo." rispose Ezra.
Ghino lo guardò male e disse: "Chi è il capo di questa scalcagnata compagnia? parlerò solo con lui!"
"Il capo è lui" disse Lilith indicando Oki "si chiama Oki ed è un Elfo della montagna ed anche un mago molto potente."
"Vorrei che vi allontanaste tutti" disse Oki "voglio parlare con Ghino da solo."
Le streghe, gli Gnomi ed Ezra si allontanarono, ma Lilith disse: "Io rimango. Voglio essere io, Oki, a spiegarti come sono andate le cose... non posso permettere che quest'uomo ti racconti un sacco di fandonie! e poi non mi fido di lui, è un uomo senza onore."
Ghino si avventò su Lilith e le mise le mani intorno alla gola: "Forse non aspetterò la fine della vostra assurda missione per ucciderti!" Lilith mise le sue mani su quelle di Ghino che stringevano la sua gola e disse con voce strozzata: "Io non credo affatto che tu voglia uccidermi!"
Ghino la lasciò immediatamente e fece un passo indietro. "Neanche io credo che tu voglia ucciderla." disse Oki. Poi con voce diversa aggiunse: "Le streghe ed i maghi, Ghino, riescono a leggere nella mente altrui, quindi se deciderai di tradirci, noi lo sapremo. Ora, Lilith, tu te ne starai buona e zitta ed io spiegherò a Ghino cosa vogliamo fare e perché."
Ezra guardava incuriosito i tre: Oki che parlava, Ghino immobile che ascoltava e Lilith, seduta poco lontano con le ginocchia raccolte tra le braccia, con lo sguardo perso nel vuoto.
Quando Oki, dopo un po', chiamò a raccolta tutti, Ezra si avvicinò a Lilith: "Perché sei triste? e perché non hai usato la tua magia contro Ghino, quando ha tentato di ucciderti?" le chiese.
"Sei troppo piccolo per capire, Ezra." disse Lilith abbracciandolo "E poi ora dobbiamo ascoltare ciò che Oki deve dirci."
"Ho raggiunto un accordo con Ghino." disse Oki alla compagnia "Lui sa come arrivare nei sotterranei del castello di Bard, ma quando ci avrà accompagnati fino a lì, sarà compito nostro trovare la statua ed impossessarcene."
"Non posso credere che Ghino, sapendo come entrare nel castello, non ne abbia approfittato mai per impossessarsi del tesoro del Re!" intervenne Fosca.
"Una cosa è arrivare nei sotterranei del castello" disse Ghino "e un'altra è superare la difesa delle guardie del Re! sono così tante che vi faranno a pezzi nel giro di pochi minuti."
"Tu ed i tuoi uomini, però potreste aiutarci! e il tesoro del Re sarebbe tuo, noi non sapremmo cosa farcene." disse Fosca.
"Non potreste farcela nemmeno con il nostro aiuto." disse Ghino "Guadatevi: donne, nanetti ed Elfi... di cui uno cieco, per giunta!" "C'è qualcosa che ti sfugge, Ghino." disse Oki "Le donne che tu vedi, sono streghe, Ezra conosce la magia, io sono un mago, gli Gnomi sono forti e coraggiosi e ci sono altre streghe che ci daranno il loro aiuto. Come vedi non siamo poi tanto deboli! e con l'aiuto tuo e dei tuoi uomini potremmo riuscire... e tu diventeresti ricco." "Non rispondere ora." disse Lilith precedendo la risposta di Ghino "Pensa alla proposta di Oki con calma." poi aggiunse rivolta a Fosca: "Vai al Picco del diavolo a prendere Sabath e le altre, noi ti aspetteremo qui."
"Non ce n'è bisogno" disse Ghino "è proprio lì che dobbiamo andare per entrare nel castello."
"Bene. Allora possiamo anche cominciare a muoverci." disse Lilith rivolta ad Oki "Per andare al Picco del diavolo dobbiamo passare vicino all'accampamento di Ghino e lungo la strada lui avrà il tempo di decidere se vuole aiutarci." Lilith fece comparire una spada nelle mani di Ghino e gli disse: "Potrebbe servirti." e rivolta agli altri continuò: "Potremmo incontrare i soldati del Re che sorvegliano i dintorni del castello, quindi dobbiamo stare molto attenti. Fosca, Astrid e Bianca, voi ci precederete di qualche metro, poi verrà Siria seguita da Grosko, Geon e Bolco, poi verranno Oki, Ezra e Cesco ed infine Ghino ed io." La compagnia si mise in cammino.
"Ghino" disse dopo un po' Lilith "ti chiedo scusa se ti ho umiliato, ma davvero non volevo, non avevo altra scelta. La nostra missione è molto importante, ne va della vita di molte persone... il popolo degli Gnomi rischia di scomparire se non riusciranno a riavere la statua di Asko, e noi streghe... beh, tu sai cosa ci fanno gli uomini del Re, quando riescono a catturarci!"
"Non vedo perché la cosa dovrebbe riguardare me ed i miei uomini!" rispose gelido Ghino.
"La cosa riguarda tutti!" rispose con rabbia Lilith "C'è stato un tempo in cui tutti i popoli andavano d'accordo, non c'erano guerre, né sopraffazioni. Non c'era bisogno di rubare per vivere!" Ghino allungò il passo senza rispondere e raggiunse Oki ed Ezra. "Oki" disse allora Ezra "posso andare da Lilith? è triste e forse io posso consolarla!"
"Come può interessarti cosa prova una strega?!" gli disse Ghino "e poi sei proprio sicuro che una strega provi le nostre stesse emozioni? lei può fare tutto ciò che vuole, ottenere qualunque cosa con la sua magia... che problemi credi possa avere?"
"Sbagli di grosso, Ghino!" intervenne Oki "chi conosce la magia, difficilmente può essere felice! prova tutto ciò che provano gli altri, ha gli stessi bisogni di tutti gli altri, ma la gente teme le streghe e i maghi, difficilmente chi conosce la magia ha qualcuno che lo ami! e non pensi alla responsabilità che ha sulle spalle? ha un potere che gli condiziona la vita, che ama e che odia nello stesso tempo, perché lo rende diverso dagli altri!"
Ghino si voltò indietro e guardò Lilith: camminava a testa bassa, con le spalle curve, e a lui sembrò quasi di sentire la sua solitudine. Prese per un braccio Ezra che stava avviandosi verso di lei e gli disse: "Rimani qui, Elfo."
Ghino si fermò ed aspettò che Lilith lo raggiungesse, poi riprese a camminare al suo fianco, in silenzio.

CAPITOLO XVIII

"Non ce la faccio più!" disse Geon a Siria "non potremmo fermarci un attimo?"
Siria annuì e raggiunse le streghe che li precedevano per avvertirle.
La compagnia si raggruppò e Grosko si allontanò un po' per cercare della legna.
Lilith si sedette con accanto Ezra.
"Io ti voglio bene." le disse Ezra.
Lilith lo guardò e sorrise: "Anche io ti voglio bene... ma come mai questa dichiarazione d'amore?"
"Beh, non voglio che tu pensi che nessuno ti vuole bene!"
"Sei strano, piccolo Elfo, come ti è venuta un'idea del genere?"
"Oki ha detto che chi conosce la magia è solo ed io..."
"Come sempre Oki dice cose sagge... a volte proprio non vorrei essere una strega!"
Intanto, Ghino si era avvicinato e si era seduto poco lontano.
Ezra che non se ne era accorto, disse: "Lilith, pensi che Ghino ci aiuterà?"
"No, non credo... è orgoglioso e testardo e... mi odia... no, non credo proprio che vorrà aiutarci!"
"Tu puoi leggere i pensieri altrui" disse Ezra "sai perché ti odia?" "Credo di si, Ezra."
"Me lo dici?"
"No. Sono affari di Ghino ed io non posso urlarli ai quattro venti. Non avrei nemmeno dovuto ..."
"Lilith!" chiamò Oki.
Lilith fece una carezza ad Ezra, si alzò per andare da Oki ed inciampò nei piedi di Ghino. "Scusa" disse "non ti avevo visto. Da quanto sei qui?"
"Mi sono appena seduto." rispose lui.
Lilith lo scrutò a lungo, poi andò da Oki. "Eccomi" disse al vecchio saggio "cosa vuoi?"
"Quanto dista ancora il Picco del diavolo?" chiese Oki.
"Almeno due giorni di cammino, ma siamo quasi arrivati all'accampamento di Ghino."
"Quindi Ghino dovrà decidere in fretta."
"Credo che abbia già deciso, Oki... se fossi in te non conterei sul suo aiuto!"
"Non ne sarei così sicuro... Lilith, nel castello di Bard c'è un mago... voglio che nessuna di voi lo affronti.... se non dopo che io sarò morto."
"Di cosa stai parlando?" chiese Lilith stupita.
"C'è un vecchio conto da regolare tra me e lui..."
"Quello che stai dicendo è una vera stupidaggine!" esclamò Lilith "non so cosa ci sia tra voi, ma per quanto mi riguarda, non starò a guardare! tu ci servi!"
"Solo io posso forse vincerlo, è immensamente potente, ti farebbe a pezzi in un minuto!"
"Non lo credo affatto! tu mi sottovaluti!"
"Lilith, so che la tua magia è grande, ma non grande come la mia." disse Oki.
"Oh, davvero?! vogliamo fare una prova?"
"Non voglio combattere con te, Lilith, ma ti prego di credermi!" Ezra, che si stava avvicinando, vide Lilith accasciarsi a terra: "Lilith!" urlò precipitandosi verso di lei "Oki , Lilith sta male!" Tutti corsero verso di loro e Fosca si chinò su Lilith: "Cosa le hai fatto?!" urlò rivolta ad Oki.
"Sta solo dormendo, Fosca, si sveglierà presto, non c'è motivo di preoccuparsi." disse Oki.
Ezra si voltò verso Oki e chiese: "Sei stato tu?! perché?"
"Sto bene." disse Lilith aprendo gli occhi "Non preoccupatevi, sto bene!"
"Cosa è successo?" chiese Fosca guardando Oki con aria ostile.
"Oki mi ha insegnato qualcosa, tutto qui." disse Lilith mettendosi a sedere "Per favore, allontanatevi, voglio parlare con lui."
Gli Gnomi si allontanarono, le streghe si limitarono a fare qualche passo indietro restando vigili ed Ezra e Ghino, invece non si mossero.
"Allora?" disse Lilith "siete diventati tutti sordi?!"
"Se volete il mio aiuto," disse Ghino "dovete spiegarmi cosa sta succedendo!"
"Forse, Lilith," disse Oki "dobbiamo una spiegazione a tutta la compagnia."
"Va bene. Allora, ascoltate: quando saremo nel castello di Bard, non dovremo affrontare solo i soldati del Re, ma anche un mago. Oki è l'unico che abbia qualche possibilità contro di lui, quindi noi streghe ci terremo alla larga. Solo se Oki verrà battuto, proveremo ad affrontarlo... ma tutte insieme... nessuna di noi dovrà provare a farlo da sola. E' chiaro?"
"Lilith" esclamò Cara "non penserai davvero che ciò che può fare un mago è più di quanto possiamo fare noi streghe!"
"Non so se tutti i maghi sono più potenti di noi, ma sicuramente Oki lo è." rispose Lilith.
"Non è vero!" urlò Astrid avvicinandosi minacciosa ad Oki. "Astrid!" ordinò Lilith "fermati! Oki ha battuto me, e tu sai che io posso battere tutte voi!"
Astrid si fermò e guardò Lilith con aria interrogativa.
"Già." disse Lilith ridendo "Io ed Oki abbiamo misurato le nostre forze, e lui mi ha vinta. Oki dice che il mago che incontreremo al castello, forse è più potente di lui, quindi credo proprio che ci converrà stare alla larga da lui e sperare che Oki riesca a batterlo."
"Anche se non riuscissi a batterlo" disse Oki "lo terrò occupato, dandovi il tempo di prendere la statua di Asko. Quando l'avrete tra le mani, ve ne andrete di corsa senza preoccuparvi di me. E' chiaro?"
"E' chiaro. Faremo come ci hai ordinato." rispose Lilith.
Le streghe si allontanarono e si sedettero in cerchio poco lontano. "Oki" disse Ezra "il mago di cui stiamo parlando, è quello che ti ha reso cieco?"
"Si, Ezra, è proprio lui." rispose Oki.
"Ma allora può anche ucciderti!"
"Sono passati molti anni da allora, Ezra, ed io mi sono preparato a questo incontro, forse posso batterlo... ora."
"Forse..." disse Ezra "ma se non ci riuscissi?"
"L'ho già detto: l'importante è impadronirsi della statua di Asko, il resto..."
"Piccolo Ezra" intervenne Lilith "lasciamo in pace Oki, ora. Vieni con me." Lilith prese per mano Ezra e lo condusse all'ombra di un grande albero: "Cerca di dormire un po', presto dovremo riprendere il cammino."
Ghino, che era rimasto vicino ad Oki, disse: "Vi aiuterò."
"Ti ringrazio, Ghino, a nome degli Elfi, degli Gnomi e delle streghe." rispose Oki "Ma cosa ti ha convinto ad aiutarci?"
"Sembra che nessuno di voi si preoccupi troppo della propria vita, prima di tutto viene la vostra missione... non capisco bene perché, ma è evidente che dalla vostra riuscita dipende molto più di quanto io possa immaginare... quindi vi aiuterò."
Oki sorrise e rispose: "Non odi più tanto Lilith, vero?"
"No" rispose Ghino ridendo "è forte, coraggiosa e leale... io ti avrei tagliato la gola se mi avessi fatto ammettere davanti a tutti che sei il più forte! o almeno ci avrei provato!"
Anche Oki rise e Lilith, attirata dalle risate si avvicinò a loro: "Cosa c'è di tanto divertente?" chiese. "Oh, niente" rispose Ghino "stavamo solo accordandoci su alcuni particolari della nostra spedizione!"
"Nostra?!" chiese Lilith "Vuoi dire che ci aiuterai?"
"Si." rispose Ghino.
"Vorrei dormire un po'" intervenne Oki "potreste andarvene a chiacchierare un po' più lontano?"
Lilith e Ghino si allontanarono e si sedettero vicino ad Ezra che dormiva.
"Perché hai deciso di aiutarci?" chiese a bassa voce Lilith "per il tesoro del Re?"
"No. Beh, quello servirà a convincere i miei uomini, ma io non lo faccio per questo." rispose Ghino.
"Perché lo fai, allora?"
"Sei curiosa come tutte le donne!" esclamò Ghino.
Lilith gli voltò le spalle stizzita e si sdraiò: "Ho sonno, se non ti dispiace." disse.
"Dormi tranquilla, veglierò su di te!" disse ridendo Ghino.
Lilith si rimise seduta ed allungò una mano verso Ghino. "Aspetta!" urlò lui continuando a ridere "non puoi farmi magie, sennò chi vi aiuterà?"
Lilith abbassò la mano: "Hai ragione! avrò tempo dopo per darti la lezione che meriti! e smetti di ridere!"

CAPITOLO XIX

Ghino non ci mise molto a convincere i suoi uomini ad impadronirsi del tesoro del Re, così in breve tempo si misero in marcia per raggiungere il Picco del diavolo dove il resto della compagnia li aveva preceduti.
"Eccoci qui" disse Ghino ad Oki, quando arrivarono al Picco del diavolo "pronti alla grande impresa. Aspetteremo la notte e poi ti mostrerò come entrare nel Castello di Bard."
"Bene." rispose Oki "Chiama Lilith e Grosko e cerchiamo di fare un piano."
Ghino si fece strada tra il gruppo delle streghe al centro del quale Lilith discuteva animatamente con una donna. "Sabath" stava dicendo Lilith "non dimenticare che abbiamo votato! il nostro compito non è di uccidere il Re, ma solo quello di aiutare gli Gnomi a riprendersi la statua del loro Re Asko!"
"Continuo a pensare che a noi streghe non servirà a niente tutto ciò!" ribatté adirata Sabath.
"Comunque sia, tu farai quello per cui sei qui, o dovrai vedertela con me, Sabath!" concluse Lilith voltandole le spalle.
Ghino allibito vide una palla di fuoco partire dal pugno chiuso di Sabath in direzione di Lilith. Urlò e si gettò sulla traiettoria della palla. Lilith si girò e spinse da parte Ghino, ma non abbastanza velocemente: la palla di fuoco colpì Ghino ad una spalla.
Lilith puntò i suoi occhi gelidi su Sabath e questa cominciò a sgretolarsi. Nel giro di pochi secondi, di Sabath non rimase che un mucchietto di cenere.
Gli uomini di Ghino si serrarono e sguainarono le spade. "Hanno ucciso Ghino!" urlò uno di loro "le streghe hanno ucciso Ghino!" "Ghino non è morto!" disse Oki facendosi largo ed avvicinandosi al corpo che giaceva riverso.
"Riponete le spade!" ordinò Lilith puntando i suoi occhi sui banditi che, come in trance, ubbidirono.
Oki si chinò su Ghino e gli toccò la spalla: "E' rotta" disse "ci vorranno giorni perché possa muoverla!"
"Non puoi guarirlo come ha fatto Fosca con Bolco?" chiese Ezra.
"La ferita di Bolco era solo superficiale" rispose Oki "l'unica cosa che possiamo fare per Ghino è alleviargli il dolore ed accelerare la sua guarigione... ma ci vorranno giorni! e noi non abbiamo tutto questo tempo!"
"Non riuscirò a piegare la volontà dei suoi uomini tanto a lungo da costringerli ad aiutarci anche senza Ghino!" esclamò Lilith "Dovremo fare a meno di loro."
"Niente affatto!" disse con voce rotta Ghino "ho ancora un braccio che funziona, posso venire con voi."
"Non ce la farai mai!" intervenne Grosko.
Ghino cercò di alzarsi, ma con un lamento si riaccasciò al suolo. "Qualcuno vuole degnarsi di aiutarmi?" chiese stringendo i denti. Lilith si sedette in terra accanto a lui e gli intimò: "Tu stai fermo!" poi continuò "e tu Fosca cerca della lattuaria e portamela qui." "Cos'è la lattuaria?" chiese Ezra, mentre Fosca si allontanava. "Un'erba." rispose distrattamente Lilith "Cara! vieni qui!"
"Che vuoi farmi?" chiese Ghino per niente tranquillo. "
Ti rimettiamo a posto la spalla e poi la immobilizziamo." rispose Lilith spostandosi in modo da potergli circondare il petto con le braccia "ora ti farò addormentare così non sentirai il dolore, mentre io e Cara tiriamo."
"Non voglio che mi addormenti! non sono una donna io... posso sopportare benissimo il dolore!" ribatté Ghino.
"Se lo dici tu...." disse Lilith facendo segno a Cara di afferrare il braccio di Ghino.
"Sei pronto?" chiese Cara.
"Si.... credo" rispose Ghino.
Lilith tirò verso di se con tutta la forza e Cara fece la stessa cosa nel senso opposto.
Ghino urlò e svenne.
"Il grand'uomo è svenuto!" disse Lilith "ma la sua spalla ora è a posto."
Fosca si avvicinò e porse a Lilith un ciuffo di lattuaria.
Lilith strappò la camicia di Ghino, gli scoprì la spalla e ci mise sopra l'erba; poi si sollevò la gonna, strappò una striscia della sua sottogonna e con quella bendò la spalla di Ghino. "Ecco fatto." disse alzandosi "In pochi giorni l'osso dovrebbe saldarsi... più di questo non possiamo fare."
Cesco si avviò verso Ghino e disse a Lilith: "Riportiamo Ghino all'accampamento."
"Non hai sentito cosa ha detto prima di svenire? è talmente testardo che potrebbe anche farcela a venire con noi! se fossi in te, non prenderei iniziative... aspetta che si svegli e ti dirà lui cosa vuole fare." disse Lilith parandoglisi davanti.
Cesco, memore di ciò di cui Lilith era capace, annuì e per non perdere la faccia aggiunse: "Però non mi muoverò da vicino a lui per nessun motivo!"
"Va bene." rispose Lilith rilassandosi "Fai come credi, io intanto cercherò di riposare un po'. Chiamami quando si sveglia."

CAPITOLO XX

"Non puoi farlo!" disse Cesco "sarebbe una pazzia!"
"Cesco, per favore, smetti di blaterare e chiama Lilith.... il dolore mi sta uccidendo!"
"Non abbiamo nessuna garanzia di riuscire ad impossessarci del tesoro del Re e con te in queste condizioni ne abbiamo anche di meno!"
"Chiama Lilith!" urlò Ghino con il viso stravolto dal dolore.
Lilith si svegliò di soprassalto al grido di Ghino e si precipitò vicino a lui. "Apri la bocca!" ordinò tirando fuori dalla tasca una scatoletta nella quale c'era una poltiglia marrone.
"Cos'è quella roba?!" chiese allarmato Cesco.
"Apri la bocca." disse ancora Lilith a Ghino.
Ghino aprì la bocca e Lilith intinse un dito nella poltiglia e glielo infilò in bocca. "Succhia." disse.
Ghino ubbidì e dopo pochi secondi il suo viso si distese. "Cos'era?" chiese a Lilith.
"E' un miscuglio di erbe, serve ad attutire il dolore... cosa hai deciso di fare, Ghino? se tu decidessi di restartene fuori da questa storia, nessuno potrebbe biasimarti!"
"Verrò con voi , ma tu e la tua scatoletta non dovrete allontanarvi neanche un attimo da me!" disse Ghino cercando di ridere.
"Oh, ma guarda! un uomo forte e coraggioso come te che ha bisogno di una donna!"
"Veramente più che altro ho bisogno della tua scatoletta!" rispose Ghino piccato.
"Certo, certo..." disse Lilith allontanandosi "quando avrai bisogno di me non devi fare altro che chiamarmi!"
Ghino si alzò facendosi aiutare da Cesco e seguì Lilith che aveva iniziato a parlare con Oki.
"Come stai, Ghino?" chiese Oki gentilmente.
"Come fai a sapere che sono Ghino, se sei cieco?!" chiese Ghino stupito.
"Dal tuo odore." rispose Oki.
"Beh....." cominciò Ghino imbarazzato.
Oki rise e disse: "Ogni essere vivente ha un odore che lo caratterizza... io ho solo imparato a distinguere questi odori... voglio dire che...."
"Vuole dire che il tuo odore è diverso dal mio, da quello di Cesco e da quello di chiunque altro e che lui riesce a ...."
"Ho capito!" esclamò Ghino seccato "non si era detto che dovevamo fare un piano?"
"Hai ragione." disse Oki "dov'è Grosko?"
"Sono qui." disse Grosko avvicinandosi.
"Bene... allora... Ghino, come faremo ad entrare nel castello?" chiese Oki.
"Qui vicino c'è una grotta dalla quale parte una galleria che arriva nei sotterranei del castello... probabilmente serviva alla corte per squagliarsela in caso di assedio... la nostra fortuna è che nessuno al castello si ricorda della sua esistenza, visto che negli ultimi anni non ci sono state guerre!"
"Sei mai andato fino ai sotterranei?" chiese Lilith.
"Molte volte" rispose Cesco "e ci siamo fatti delle bevute sensazionali!"
"Bevute?!" chiese Lilith.
"Già... lì ci sono botti piene di ottimo vino ed il posto non è sorvegliato." si intromise Ghino.
"Ma allora perché se è così facile entrare nel castello non lo avete mai saccheggiato?!" chiese stupita Lilith.
"E' facile arrivare ai sotterranei, ma non è altrettanto facile arrivare ai piani superiori: il castello è pieno di guardie." disse Ghino.
"Quando saremo nei sotterranei" intervenne Oki "ci divideremo in gruppi e ci sparpaglieremo per il castello. Non avremo molto tempo per sfruttare l'elemento sorpresa, perché il mago di cui vi ho parlato sentirà ben presto la mia presenza e lancerà l'allarme. In ogni gruppo dovrà esserci almeno una strega, perché visto che ognuna di loro è in grado di comunicare mentalmente con le altre, potremo sapere quando uno dei gruppi avrà trovato la statua di Asko. Non appena la statua di Asko sarà stata portata fuori dal castello, tutti gli altri gruppi dovranno ritirarsi."
"Hai detto che nessuno deve affrontare il mago, che te ne occuperai tu... ma che succede se non sarai tu ad incontrarlo per primo?" chiese Ghino infilando una mano nella tasca di Lilith e tirando fuori la scatoletta.
"Lui verrà dritto da me, non perderà tempo con nessun altro... basterà che chiunque lo incontri si faccia da parte." rispose Oki. Lilith guardò Ghino con il dito in bocca e rise: "Nostalgia dell'infanzia, eh?!"
Ghino richiuse la scatoletta e se la infilò in tasca senza rispondere.
"Dobbiamo fare i gruppi ora, nei sotterranei non avremo tempo da perdere. Te ne occuperai tu, Lilith, insieme a Ghino." disse Oki.
"Io farò parte del tuo gruppo, Oki, ed anche Ghino sarà dei nostri... ha bisogno che qualcuno badi a lui!" concluse Lilith ridendo.
"Sono d'accordo a venire con voi, ma non certo per i motivi che credi tu!" disse irato Ghino "verrò con voi solo perché avrete sicuramente bisogno di un uomo che possa intervenire al momento giusto!"
"Oh, certo! io non so proprio cavarmela da sola... come hai potuto notare con Sabath! se tu non ti fossi messo in mezzo a fare l'eroe, ora non avresti una spalla fuori uso!" ribatté Lilith.
"Se io non mi fossi messo in mezzo, tu ora saresti polvere, cara la mia strega!" disse sempre più infuriato Ghino.
"Vi dispiacerebbe smetterla di accapigliarvi?!" li interruppe Oki "potrete farvi a pezzi dopo che avremo compiuto la missione per cui siamo qui!"
Lilith lanciò uno sguardo di fuoco a Ghino e si avviò verso le streghe.
Ghino scosse la testa e si diresse verso il gruppo dei suoi uomini. "Quei due ci creeranno un sacco di guai!" esclamò Grosko non appena lui ed Oki furono soli.

CAPITOLO XXI

"Ci siamo quasi." sussurrò Ghino nell'orecchio di Lilith.
Lilith fece segno al resto della compagnia di fermarsi e lei continuò a strisciare al fianco di Ghino verso la fine della galleria.
"I sotterranei del castello sono dietro questo muro." le sussurrò Ghino.
"Non si sente alcun rumore." gli sussurrò lei di rimando.
Ghino tirò fuori il coltello e lo infilò in un piccolo buco del muro. "Che stai facendo?" chiese Lilith.
"Apro la porta." rispose Ghino mentre un pezzo di muro cominciava a muoversi lentamente rivelando un'apertura.
Lilith strisciò attraverso l'apertura e si ritrovò in un'immensa stanza piena di botti. "E' tutto a posto" disse Lilith a Ghino e questi, dopo aver fatto segno alla compagnia di avanzare, si infilò a sua volta nell'apertura.
Quando tutti furono dentro i sotterranei, Oki disse: "Sapete tutti cosa dovete fare... cerchiamo il modo di salire ai piani superiori... buona fortuna!" La compagnia silenziosamente passò attraverso un arco e si ritrovò in una specie di androne con quattro scalinate che salivano.
In pochi secondi si formarono 5 gruppi: il primo era formato da Cara, otto uomini di Ghino e due streghe del gruppo di Sabath; il secondo da Geon, otto banditi, Bianca ed un'altra strega; il terzo da Bolco, Grosko, Astrid, un'altra strega e sei banditi; il quarto da Siria, Ezra, otto banditi ed un'altra strega e l'ultimo era quello formato da Oki, Lilith, Ghino, Fosca e Cesco.
I gruppi si diressero velocemente verso le tre scalinate più grandi e cominciarono a salire, mentre il gruppo di Oki si diresse verso la scala più stretta.
Ezra seguiva Siria come in un sogno, pensando che forse il mare non lo avrebbe mai visto, che avrebbe perso la vita in quel castello così lontano dalla sua terra, dalla sua famiglia. Vide Siria immobilizzarsi ed i banditi sguainare le spade, mentre un gruppo di cinque soldati si gettava su di loro. Uno dei soldati cadde a terra trafitto dalla spada di un bandito, un altro si ritrovò in mano un serpente al posto della spada e mentre si domandava cosa stesse succedendo, fu colpito da un bandito. "Ezra!" urlò Siria "che diavolo stai facendo? muoviti!"
Ezra si riscosse dal suo torpore e si rese invisibile, poi si avvicinò ad uno dei soldati del Re e gli slacciò la cintura dei pantaloni che caddero in terra; il soldato inciampò e cadde sulla sua stessa spada.
Siria tramutò il quarto soldato in una statua e poi si occupò del quinto.
"Ezra" disse Siria "siamo in guerra, non stiamo facendo una visita di cortesia, devi fare la tua parte o metterai a rischio oltre che la tua vita, anche la mia e quella di tutti gli altri!"
Ezra annuì ed il gruppo riprese la perlustrazione del Castello.
"Siamo nelle prigioni del castello!" sussurrò Lilith nell'orecchio di Oki quando furono in cima alla scala.
"Se non l'hanno ucciso, Prudo è qui! dobbiamo trovarlo!"
"Chi cavolo è Prudo?" chiese Cesco.
"Uno Gnomo." rispose Lilith e poi continuò: "Voi restate qui , io vado a cercarlo."
Ghino cominciò a protestare, ma Oki gli fece cenno di tacere, mentre Lilith si rendeva invisibile. La strega entrò in una stanza e vide un soldato del Re seduto ad un tavolo, intento a scrivere. Gli si avvicinò e gli toccò una spalla.
Il soldato ebbe appena il tempo di dire: "Cosa....." che cadde con il capo sul tavolo.
Lilith si impossessò delle chiavi che questi aveva appese alla cintura e si diresse verso la porta sul fondo della sala. Si mise in ascolto e sentì delle voci. Allungò la mano verso il soldato riverso sul tavolo e questi cadde in terra con un tonfo. La porta dietro la quale era Lilith si aprì ed un soldato entrò nella stanza attirato dal rumore. "Chi sei?" chiese sguainando la spada quando vide Lilith.
Lilith sorrise ed il soldato cominciò a gonfiarsi.
Lilith entrò nella stanza dalla quale era uscito il soldato e tramutò in statua l'uomo che le si parò davanti. Poi usò le chiavi per aprire la cella nella quale si trovava uno Gnomo. "Sei Prudo?" gli chiese avvicinandosi.
"Tu chi sei?" chiese di rimando lo Gnomo.
"Mi mandano Oki e Grosko." rispose Lilith paziente "allora vuoi rispondere alla mia domanda?"
"Si sono Prudo. Avete preso la statua di Asko?"
"Non ancora. Usciamo di qui prima che arrivi qualcuno!" disse Lilith prendendo lo Gnomo per un braccio.

La strega sentì un dolore improvviso in mezzo al petto; vide Cara precipitarsi verso di lei travolgendo due soldati del Re, poi perse i sensi. Cara si chinò su di lei e disse: "E' morta!"
I soldati del Re indietreggiarono sotto i colpi dei banditi e la furia di Cara e dell'altra strega. In pochi minuti furono vinti.
Le streghe sollevarono tra le braccia il corpo della strega morta e lo adagiarono su un tavolo, poi cominciarono a sussurrare una litania in una lingua sconosciuta.
I banditi rimasero immobili a guardare la luce che si sprigionava dal corpo della strega morta.

CAPITOLO XXII

Ezra scivolò oltre la porta silenziosamente seguito da Siria. Si avvicinò alla donna che dormiva e si voltò verso la strega con sguardo interrogativo.
Siria mise una mano sulla bocca della donna che aprì gli occhi. "Dov'è la statua degli Gnomi?" le chiese Siria allontanando un po' la mano dalla sua bocca.
La donna cacciò un urlo.
Ezra allungò un dito verso di lei e le tolse la voce.
Siria la costrinse ad alzarsi, poi la trascinò fuori dalla stanza raggiungendo i banditi che stavano combattendo contro i soldati del Re che erano accorsi attirati dall'urlo della donna.
Quando il combattimento fu finito lasciando in terra tutti i soldati e tre banditi, Siria si rivolse alla donna: "Ti renderò la voce e tu mi dirai dov'è la statua di Asko, poi ti lascerò andare. Se proverai a gridare di nuovo ti ucciderò. Hai capito?"
La donna, terrorizzata, fece segno di si.
"Bene" disse Siria "dov'è la statua?"
"Nell'ala est del castello." mormorò la donna, poi sbarrò gli occhi e cadde in terra.
"L'hai uccisa?" chiese Ezra avvicinandosi.
"Andiamo." ordinò Siria.
Geon guardò sbalordito l'Elfo che aveva davanti: un Elfo alto quasi quanto un uomo e con i capelli color della neve. Cercò di sguainare la spada, ma lo sguardo gelido dell'Elfo lo paralizzò. Bianca fece segno ai banditi di indietreggiare.
L'Elfo lanciò loro uno sguardo veloce e disse con voce minacciosa: "Dov'è Oki?" Senza aspettare risposta lanciò un raggio di luce verso il gruppo: tre uomini lasciarono cadere le spade e cominciarono ad urlare coprendosi gli occhi.
Bianca fece un passo verso il mago e disse: "Non sappiamo dove sia in questo momento!"
L'Elfo la guardò negli occhi, poi uscì dalla stanza.
Bianca tirò un sospiro di sollievo e si avvicinò a Geon mettendogli una mano sul braccio.
Questi si scosse e chiese: "Cosa è successo?"
"Abbiamo incontrato il mago di cui Oki ci ha parlato."
Geon guardò i banditi: tre uomini erano in terra e gli altri erano immobili con sguardo terrorizzato.

Grosko puntò la spada contro l'uomo che gli si stava avvicinando. "Fermo!" urlò Bianca comparendo all'improvviso insieme agli altri del suo gruppo "è dei nostri!"
Grosko riprese a respirare: "Bianca! avete trovato la statua?"
"No, ma abbiamo incontrato il mago, sa che Oki è qui , lo sta cercando!"
"Oki ha detto che voi streghe potete comunicare anche a distanza, avverti Lilith del mago e cerca di sapere se qualcuno ha trovato la statua." disse Grosko lasciandosi cadere su una sedia.
Bianca si sedette in terra ed incrociò le gambe.

Cara si sedette in terra ed incrociò le gambe.

Lilith si sedette in terra ed incrociò le gambe.
"Non è il momento di riposarsi!" urlò Ghino prendendola per un braccio.
"Cosa sta facendo?" chiese Oki.
"Si è seduta in terra ed ha lo sguardo perso nel vuoto!" rispose Cesco.
"Lasciatela stare." ordinò Oki "Tu, Cesco, controlla che non arrivi nessuno."
Lilith si alzò e si avvicinò ad Oki: "Il mago ti sta cercando, lo ha incontrato il gruppo di Bianca e Cara ha saputo che la statua è nell'ala est del palazzo. E ..." continuò Lilith abbassando la voce "nessuno ha risposto dal gruppo di Grosko!"
Oki tacque sconvolto, poi le sussurrò: "Prova ancora, Lilith... e ordina a tutti i gruppi di dirigersi nell'ala est."
Lilith si sedette di nuovo in terra.

Grosko si avvicinò a Bolco e lo aiutò ad alzarsi. "La statua deve essere vicina!" gli disse "qui è pieno di soldati!"
"Sono ferito... lasciami qui." rispose Bolco con una smorfia di dolore. "
No.... "
"Sono morti tutti!" disse Bolco indicando i corpi dei banditi e delle due streghe "forse da solo puoi riuscire a nasconderti fino a che non incontri qualcuno dei nostri! io ti sarei solo di peso!" Grosko afferrò Bolco per le braccia e lo trascinò sotto un tavolo: "Non muoverti di qui!" gli ordinò "io cerco qualcuno che possa aiutarci."

CAPITOLO XXIII

Cara fece segno alla strega e agli uomini di seguirla e si avviò velocemente verso l'ala est del castello. Entrarono in una sala e si trovarono davanti un gruppo di soldati armati fino ai denti. Cara si rese invisibile e si infilò in mezzo al gruppo uccidendo tutti quelli che le capitavano a tiro.
Gli uomini di Ghino combatterono coraggiosamente, ma i soldati del Re erano tanti e stavano per avere la meglio quando Siria ed il suo gruppo entrarono nella sala.

Bianca si fermò all'improvviso e disse: "Ascoltate! il rumore di un combattimento! Facciamo presto!" e si avviò di corsa in direzione del rumore seguita da Geon e dai banditi. Entrarono nella sala e si buttarono nella mischia.
Ezra cadde a terra: "Non vedrò mai il mare!" pensò prima di svenire.
Cara si precipitò verso di lui per soccorrerlo, ma un soldato le conficcò la spada in una gamba. La strega cadde in terra vicino ad Ezra.
Geon colpì con tutta la forza il soldato che aveva ferito Cara, poi urlò rivolto a due banditi che erano lì vicino: "Aiutatemi a toglierli di qui!" Geon ed i banditi trascinarono Ezra e Cara vicino ad una finestra e Geon ordinò loro: "Restate qui e fate in modo che nessuno si avvicini !" poi si ributtò nella mischia colpendo con rabbia chiunque gli capitava a tiro.

"Che ti succede?" chiese Ghino avvicinandosi a Lilith "sei pallida come un cadavere!" "Dobbiamo trovarli!" mormorò Lilith sconvolta "li stanno uccidendo tutti!"
"Da che parte?" chiese Ghino afferrata la situazione.
Lilith fece un cenno con la mano e Ghino, afferrato Oki per un braccio, si diresse nella direzione che la strega aveva indicato seguito da Prudo.
Quando entrarono nella sala, Lilith sussultò: decine di corpi in terra ed i pochi sopravvissuti che combattevano solo con la forza della disperazione.
Lilith lanciò un urlo che fece accapponare la pelle a tutti, poi dalle sue mani partì una luce accecante che carbonizzò in un secondo i soldati del Re.
Ghino si precipitò verso di lei, riuscendo ad afferrarla prima che cadesse.
"Oki!" urlò Ghino "che le succede?!"
Oki si avvicinò e si chinò su Lilith: "Ha usato tutta la sua forza, potrebbe morire!"
"Fai qualcosa!" disse Ghino afferrando Oki per un braccio e scuotendolo.
"Non posso!" rispose Oki disperato "devo affrontare il mago... sta arrivando!"
Fosca, Siria, Bianca e la strega del gruppo di Cara si inginocchiarono formando un cerchio intorno a Lilith. Si presero per mano e cominciarono a mormorare qualcosa in una lingua sconosciuta.
Ghino vide sprigionarsi dai loro corpi una luce accecante che avvolse il corpo di Lilith facendolo sollevare da terra. "Che stanno facendo?!" chiese allibito ad Oki.
"Stanno cercando di trasmettere a Lilith una parte della loro forza vitale." rispose Oki avvicinandosi al gruppo e posando le sue mani sulle mani unite di Fosca e Bianca. Una parte della forza di Oki, penetrò nel corpo di Lilith e lei aprì gli occhi. "
Oki!" esclamò Lilith mettendosi a sedere "non dovevi farlo! come farai ora ad affrontare il mago?!"
Oki spossato mormorò: "Da sole le tue amiche non ce l'avrebbero fatta a salvarti!"
Lilith gli si avvicinò e lo abbracciò. "Volete spiegarmi?" chiese Ghino stizzito.
"Oki e le streghe mi hanno ceduto una parte della loro forza, sono viva ma siamo tutti più deboli!"
"Radunate i feriti." ordinò Oki.
Quando Ezra, Cara ed i tre uomini di Ghino furono stesi davanti a lui, Oki pose le mani sulle loro ferite. "Siamo rimasti in pochi" disse dopo un po' "quanti siamo?"
"Diciannove... e mancano all'appello tutti quelli del gruppo di Grosko!" rispose Lilith con voce stanca.
"Credi che siano morti?" chiese Ezra.
"Le streghe lo sono sicuramente!" rispose Lilith "gli altri.... non so." "Io resterò qui ad aspettare il mago" disse Oki "due uomini e Fosca andranno a cercare il gruppo di Grosko... tutti gli altri insieme si occuperanno della statua."
"Io resto con te!" disse Lilith con tono che non ammetteva repliche "lo combatteremo insieme!"
"E' ora di muoversi" disse Oki "la statua deve essere qui vicina, visto lo spiegamento di forze dei soldati del Re! andate e non appena avrete in mano la statua, portatela nei sotterranei e poi fuori del castello. Se io e Lilith ce la faremo, vi raggiungeremo al Picco del diavolo."
Ghino si avvicinò ad Oki e gli sussurrò in un orecchio: "Non potrei esserti utile anche io?"
"No... tu devi andare con i tuoi uomini, sono stanchi e demoralizzati, senza di te non ce la faranno!"
Ghino chinò il capo poi radunò i suoi uomini.
Cara, Bianca e Fosca si avvicinarono a Lilith e la baciarono, poi si avviarono verso le loro missioni.
Ezra abbracciò Oki e Lilith e seguì le streghe.
Anche Prudo e Geon seguirono il gruppo.
Quando furono rimasti soli, Oki disse a Lilith: "Non sprecare le tue forze, intervieni solo quando sarà strettamente necessario. Mettiti vicino alla finestra... sta arrivando, lo sento!"
Lilith ubbidì giusto un secondo prima che la porta si spalancasse. "Oki!" disse l'Elfo con i capelli di neve "finalmente ci rincontriamo!"
"Falcom!" rispose Oki "non riuscirai ad impedire che la statua di Asko torni alla gente cui appartiene, quindi perché combattere?" Falcom rise: "Hai paura di me, Oki!"
Oki allungò una mano e Falcom venne sbattuto contro la porta alle sue spalle.
"Giochetto da ragazzini!" esclamò Falcom lanciando una palla di fuoco verso Oki che scomparve per ricomparire qualche metro più in là.
Falcom fece un passo verso Oki e lanciò un'altra palla di fuoco. Oki allungò una mano e il pavimento sotto i piedi di Falcom cominciò a sprofondare.
Falcom rimase immobile sospeso nel vuoto: "Non riuscirai a vincermi!" disse "forse ti conviene arrenderti!"
Oki lanciò una palla di fuoco.
Falcom volò poco più in là evitandola, poi guardò il lampadario sopra la testa di Oki.
"Attento!" urlò Lilith "in alto!"
Oki allungò una mano verso l'alto ed il lampadario si fermò.
"E così ti sei portato un aiuto!" esclamò Falcom lanciando una palla di fuoco verso Lilith che la evitò per un pelo.
Dalle mani di Oki uscì una colomba che volò sulla testa di Falcom. Questi cominciò a cadere verso il basso poi disintegrò la colomba e volò di nuovo verso l'alto: "Bella mossa!" disse "ma non ti è servita a molto!"
Il soffitto sopra Falcom cominciò ad abbassarsi.
Falcom fece comparire ai piedi di Oki un enorme serpente che cominciò ad attorcigliarsi alle sue gambe.
Oki si concentrò sul serpente e Falcom lo colpì con una palla di fuoco.
Lilith spinse più forte il soffitto verso Falcom.
Oki cadde a terra.
Falcom si girò verso Lilith e la inchiodò contro il muro. Lei concentrò tutte le sue forze per staccarsi dal muro ed il soffitto si fermò.
Oki cominciò a spingere il soffitto che riprese ad abbassarsi. Falcom lo colpì di nuovo con una palla.
Lilith, che era riuscita a staccarsi dal muro, fece scaturire dalla cavità lasciata dal pavimento sprofondato alte fiamme.
Falcom urlò e volò più in alto sbattendo contro il soffitto.
Oki spinse più forte il soffitto.
Falcom cominciò a scendere.
Lilith gli lanciò una palla di fuoco.
Falcom disintegrò il soffitto e volò verso Lilith.
Oki materializzò una corda che legò i piedi di Falcom.
Lilith si sollevò e si avvicinò a Falcom colpendolo in pieno viso con un bastone.
Falcom cadde.
Oki corse verso di lui.
Falcom si girò e creò un campo di forza che immobilizzò Oki. Lilith raccolse tutte le sue forze e tramutò il pavimento sotto i piedi di Falcom in una sostanza acida.
Falcom si alzò in volo disintegrando la corda che gli legava i piedi.
Oki, che intanto era riuscito a sgretolare il campo di forza di Falcom, creò una enorme bolla d'aria che si avvicinò a Falcom. Falcom allontanò la bolla ed afferrò i capelli di Lilith tirandola verso l'alto.
Oki colpì Falcom con una palla di fuoco facendogli mollare la presa.
Lilith riuscì a fermare la caduta a pochi centimetri dall'acido, poi si avvicinò alla bolla creata da Oki e la spinse verso Falcom. Oki cominciò a spingere Falcom verso la bolla.
Falcom si alzò più in alto e sparì attraverso l'apertura nel soffitto. "Dove è andato?!" chiese Lilith.
"Tornerà!" rispose Oki "vuole solo riprendere le forze. Raggiungiamo gli altri!"
Lilith prese Oki sottobraccio e si avviarono nella direzione in cui era andato il resto della compagnia.
Quando arrivarono nella stanza in cui era stata la statua di Asko, trovarono solo corpi di soldati del Re e quello di una strega. "Hanno preso la statua" disse Lilith "probabilmente sono già fuori del castello! Andiamo nei sotterranei."

CAPITOLO XXIV

Cara e Bianca poggiarono la statua di Asko sull'erba e si avvicinarono a Fosca che teneva tra le braccia il corpo esanime di Bolco. La aiutarono a stenderlo in terra e gli tolsero la giacchetta. Gli fasciarono la ferita dopo averla coperta con un unguento.
Ghino si avvicinò alle streghe e disse: "Dobbiamo andare a cercare Lilith ed Oki!"
Cara lo guardò in modo strano e disse: "Gli ordini di Oki sono di portare al sicuro la statua e qui siamo ancora in pericolo... i soldati del Re potrebbero scoprire la galleria e raggiungerci... dobbiamo allontanarci!"
"E lascereste qui la vostra amica?!" insistette Ghino.
"Non abbiamo altra scelta!" ribatté Cara.
"Beh" disse Ghino "io ce l'ho una scelta! vado a cercarla!"
Cara scosse la testa: "Abbiamo bisogno dei tuoi uomini ."
"Darò loro l'ordine di portarvi al nostro accampamento, lì sarete al sicuro. Quando avrò trovato Lilith ed Oki, vi raggiungeremo." Poco dopo la compagnia si mise in cammino verso l'accampamento dei banditi, mentre Ghino, seguito da Ezra che non aveva voluto sentir ragioni, si infilò nel tunnel che portava al castello.

Ezra afferrò Ghino per la giacca e gli fece segno di tacere. Strisciarono silenziosamente verso il muro alla fine della galleria e si misero in ascolto. Ghino, non sentendo alcun rumore, si voltò verso Ezra con sguardo interrogativo. Questo gli fece di nuovo cenno di non fare rumore e gli sussurrò in un orecchio: "Sento una forza enorme al di là del muro! potrebbe essere il mago di cui ha parlato Oki."
"Potrebbero essere anche lo stesso Oki o Lilith!" gli sussurrò di rimando Ghino "e potrebbero avere bisogno di noi!"
Ezra scosse la testa: "Non sono Oki e Lilith!"

"Fermiamoci un attimo." disse Lilith lasciando il braccio di Oki. "Sei ferita, vero?" chiese Oki.
"Si, ma non è niente di grave." rispose Lilith con voce flebile. "Dove?" chiese Oki.
Lilith prese la mano di Oki e se la mise sulla fronte.
Oki sentì il sangue e sussultò: "Non è vero che non è grave! ed io non ho quasi più forze!"
"Non preoccuparti, Oki, mi basta riposarmi un po'." disse Lilith. Oki spinse la mano sulla fronte di Lilith e radunò le poche forze che gli rimanevano. La ferita cominciò a restringersi ed il sangue a rapprendersi.
Lilith afferrò la mano di Oki e se la allontanò dalla fronte: "Non devi... il mago... lo sento... è vicino!"
"Lo so." rispose Oki.
Lilith si lasciò cadere in terra e disse: "Nessuno verrà ad aiutarci, vero? non abbiamo scampo... non vedrò la tua terra, Oki!"
Oki si sedette vicino a Lilith e disse: "Una possibilità forse l'abbiamo."
Lilith si tolse il sangue dagli occhi con un lembo del vestito e guardò Oki: "Non penserai..."
"E' l'unica possibilità che abbiamo." rispose Oki prendendole la mano.
"Uno di noi potrebbe non tornare mai più!" sussurrò Lilith.
"Io sono pronto ad affrontare il rischio." disse Oki.
"Va bene" disse Lilith "il tuo corpo, i miei occhi, la nostra forza...." Oki afferrò anche l'altra mano di Lilith e l'aiutò ad alzarsi. Il mago e la strega avvicinarono i loro corpi, poggiarono le loro fronti l'una contro l'altra e furono avvolti da un fumo denso e luminoso.

"Oki!" disse Falcom "credevi di esserti liberato di me?"
Un barile cominciò a rotolare verso Falcom, mentre una palla di fuoco lo colpiva ad una gamba.
Falcom urlò e saltò sul barile che rotolava.
Oki lanciò un'altra palla di fuoco.
Falcom la schivò e materializzò un enorme drago che si avventò contro Oki.
Oki creò un campo di forza intorno al drago e fece rotolare altri barili verso Falcom.
Falcom riuscì a fermarli, ma nell'operazione impegnò una buona parte delle sua forza e non si accorse della palla di fuoco che lo colpì alla spalla.
Oki guardò verso il muro alle spalle del mago e vide Ezra che scivolava dentro silenziosamente. Lanciò un'altra palla di fuoco verso il mago, mentre Ezra disintegrava il drago liberando la forza di Oki.
Falcom sentì una presenza alle spalle e si girò.
I barili ricominciarono a rotolare verso di lui, mentre lanciava un campo di forza verso Ezra.
Ezra si concentrò per annientare l'effetto della forza di Falcom. Un barile colpì il barile sul quale stava Falcom e lui perse l'equilibrio e cadde in terra.
Ezra gli fece cadere in testa il lume che pendeva dal soffitto.
Ghino scivolò dentro l'apertura nel muro e si guardò intorno.
Oki colpì Falcom che si stava rialzando con una spada che si era fatto comparire in mano.
Ghino afferrò una catena di piombo che era attaccata ad un anello nel muro e cominciò a tirare: "Ezra!" urlò "aiutami!"
Ezra concentrò la forza sull'anello e la catena si staccò dal muro. Falcom capì cosa si accingeva a fare Ghino e si avventò su di lui stando attento a non toccare la catena.
Oki usò la forza per scaraventare Falcom lontano da Ghino.
Oki ed Ezra crearono un campo di forza intorno a Ghino che si stava avvicinando al mago.
Falcom urlò di rabbia e lanciò una palla di fuoco contro Ezra. Oki si concentrò su Falcom e lo immobilizzò.
Ghino gli si avventò addosso e gli fece passare la catena intorno alle gambe e poi intorno alle braccia.
Ezra saldò i due capi della catena e disse: "Sono ferito!".
"Dov'è Lilith?" chiese Ghino. "
Ezra" disse Oki "devi uccidere Falcom! io non ne ho più la forza." "Non possiamo ... non possiamo solo andarcene? lui non può muoversi!"
"Ezra se non lo uccidi, presto i soldati del Re lo libereranno e lui ci impedirà di tornare a casa con la statua di Asko e sarà stato tutto inutile!"
"Ma non so come fare!" ribatté sconvolto Ezra.
"Tu lo sai, invece" mormorò Oki lasciandosi cadere in terra stremato "sei un mago, piccolo Elfo!"
Ezra chiuse gli occhi e rimase immobile per un tempo che a Ghino parve lunghissimo, poi si avvicinò a Falcom.

CAPITOLO XXV

Ghino adagiò Oki sull'erba e si chinò su di lui: "Oki" disse "Lilith è morta, vero?"
"No" rispose Oki con voce flebile facendo cenno ad Ezra di avvicinarsi.
"Oki" mormorò il piccolo Elfo "lei è con te, vero?"
"Si" rispose Oki "devi aiutarci... unisci la tua forza alla nostra." Ezra si sedette vicino ad Oki con le gambe incrociate e chiuse gli occhi. "
Di che state parlando?" chiese Ghino sbalordito.
Nessuno gli rispose e lui rimase paralizzato a guardare ciò che stava succedendo: il corpo di Oki cominciò a sdoppiarsi ed una parte prese le sembianze di Lilith.
Ghino si scosse e si precipitò verso di lei.
Ezra aprì gli occhi e guardò il viso pallido di Oki: "Posso salvare solo uno di loro!" disse tra le lacrime.
"Che vuoi dire?" chiese Ghino tenendo Lilith tra le braccia.
"Sono vuoti" rispose Ezra "hanno esaurito tutte le loro forze... moriranno entro un'ora se qualcuno non cederà loro una parte della propria vita."
"Non capisco..." balbettò Ghino.
"Posso aiutare solo uno di loro! non ho abbastanza forza per tutti e due!"
"Salva Lilith!" disse Ghino "Oki è più leggero, lo porterò all'accampamento ... forse posso farcela!"
Ezra prese la mano di Oki e con l'altra quella di Lilith e chiuse gli occhi. Quando li riaprì disse sconvolto: "Oki sta morendo."
"E Lilith?" chiese Ghino.
"Ha ancora un po' di forza... Lilith, perdonami!" disse Ezra chinandosi e poggiando la sua fronte su quella di Oki.
Oki aprì gli occhi: "Lilith sta bene?" fu la prima cosa che chiese. "No" rispose Ezra "non posso aiutarla!"
Oki si alzò in piedi faticosamente aiutato da Ezra e guardò Lilith, poi disse rivolto a Ghino: "Corri come il vento, Ghino, devi portarla all'accampamento nel più breve tempo possibile!"
Ghino si alzò con Lilith tra le braccia.
"Noi ti verremo dietro, ma tu corri, non preoccuparti di noi ."
Ghino sentiva il corpo di Lilith farsi sempre più pesante. Strinse i denti e strofinò il viso sui capelli della strega per asciugarsi il sudore. Continuò a correre con lo sguardo annebbiato. Sbatté contro un ramo e cadde in terra. Appoggiò l'orecchio sul petto di Lilith e fece fatica a sentire il battito del suo cuore. Cercò di rialzarsi, ma ricadde con una smorfia di dolore sul viso. Si frugò in tasca freneticamente e ne tirò fuori la scatoletta; l'aprì e con il dito raccolse gli ultimi rimasugli della pomata. Afferrò Lilith sotto le braccia e la tirò su, l'appoggiò contro un albero e se la caricò sulle spalle. Riprese a camminare con passo incerto: "Devo farcela!" pensò "non posso lasciarla morire!"

Cara uscì dalla tenda e si sedette in terra con le gambe incrociate.
Fosca la raggiunse e si sedette vicino a lei. "Non sento Lilith!" esclamò dopo un po' Cara.
"Andiamo a cercarla!" disse Fosca decisa alzandosi in piedi.
Cara la guardò con lo sguardo triste: "Se non la sento, significa che è morta, Fosca!"
"Andiamo a riprenderci il suo corpo, allora." disse Fosca.
Cara si alzò ed insieme lasciarono il campo dirette verso il Picco del diavolo.

Ghino scivolò sulle foglie bagnate e cadde in terra schiacciato dal corpo di Lilith. La distese accanto a se, la prese per le braccia e cominciò a scuoterla: "Lilith!" chiamò "svegliati... accidenti a te, svegliati!"
Le palpebre di Lilith ebbero un leggerissimo movimento.
"Lilith" chiamò ancora Ghino "non fare la donnetta... la grande e potente strega che non riesce a muoversi!" Ghino si aggrappò al tronco di un albero e cercò di alzarsi. Sentì un dolore acuto che gli trafiggeva la spalla e pensò di arrendersi. Si lasciò scivolare di nuovo in terra disperato. Si trascinò verso Lilith e guardò il suo viso pallido. "Aiutami, Lilith... aiutami!" mormorò. Si mise in ginocchio e fece forza sulle gambe; quando fu in piedi afferrò le mani di Lilith e cercò di tirarla su. Sentì un rumore simile ad uno schiocco e si rese conto che era la sua spalla. Si lasciò di nuovo cadere in terra e dalla sua bocca uscì un urlo lacerante e disperato.

Fosca si irrigidì: "Hai sentito?!" chiese rivolta a Cara.
"Si... veniva da quella parte!" disse Cara cominciando a correre. Fosca la imitò ed in pochi minuti arrivarono alla radura dove erano Ghino e Lilith.
"Che è successo?" chiese Cara inginocchiandosi accanto a Lilith. "Sta morendo ... è vuota ... non lo so ... fate qualcosa!" mormorò Ghino prima di svenire.
Fosca si inginocchiò accanto a Cara e posò l'orecchio sul petto di Lilith: "Non c'è tempo!" disse sedendosi ed incrociando le gambe. Cara la imitò e l'aiutò a sollevare Lilith. La tennero seduta in mezzo a loro tenendola per le braccia. Fosca poggiò la fronte su quella di Lilith, avvicinò la bocca a quella di lei e vi soffiò dentro la vita.

CAPITOLO XXVI

Ghino aprì gli occhi ed incontrò lo sguardo di Lilith: "Sei viva!" mormorò.
"Certo che sono viva!" esclamò lei ridendo "non sono una donnetta!"
Ghino cercò di alzarsi, ma Lilith lo costrinse a rimanere sdraiato: "Ti abbiamo appena rimesso a posto la spalla, vedi di non combinare altri guai!"
Ghino chiuse gli occhi sentendo la mano fresca di Lilith sulla fronte.
Ezra si avvicinò a Lilith e le disse: "Non mi sembra ancora vero che sia tutto finito! ora siamo al sicuro."
"Non è ancora finita, Ezra. Dobbiamo riportare la statua nella terra degli Gnomi e non sarà facile! Il Re avrà già sguinzagliato i suoi uomini in giro per tutto il paese!"
"Allora come faremo?" chiese Ezra perplesso.
"Abbiamo una sola possibilità, piccolo Elfo... il mare."
"Il mare?! cosa vuoi dire?"
"Dovremo passare per il mare per avere una via di salvezza. Sbarcheremo in un posto deserto che si chiama Danbar e da lì raggiungeremo la terra degli Gnomi con solo due giorni di cammino."
"Come sta Ghino?" chiese Oki entrando nella tenda.
"Dorme." rispose Lilith "Domani dovremo metterci in cammino, Oki, ogni minuto che passa fa diminuire le nostre possibilità di riuscita!"
"Hai ragione, Lilith. Ho sentito ciò che hai detto ad Ezra, ma ... per fare quello che tu proponi, avremmo bisogno dell'aiuto degli Elfi del mare e non credo che saranno tanto contenti di vederci!" "Troveremo un modo per procurarci una barca... dopo tutto quello che abbiamo passato, sarà un giochetto!"
"Lo spero!" disse Oki "Lilith, raduna la compagnia, io arrivo subito."
Lilith annuì ed usci dalla tenda.
Oki si chinò su Ghino e mormorò: "Sei sveglio, Ghino?"
"Si." disse Ghino aprendo gli occhi.
"Noi ce ne andiamo. Ti ringrazio per il tuo aiuto, Ghino, senza te ed i tuoi uomini non ce l'avremmo fatta!"
"Allora mi devi qualcosa. Quello che i miei uomini sono riusciti a portar via dal castello non è molto." rispose Ghino.
"Non ho ori o gioielli da darti... non qui, comunque!" disse Oki perplesso. "
Gli Gnomi possiedono tesori immensi, però!"
"Si." rispose Oki sempre più perplesso, poi si concentrò sulla mente di Ghino e disse: "Ho capito, Ghino... verrai con noi fino alla terra degli Gnomi e prenderai tutte le pietre preziose che vorrai."
"Bene." disse Ghino sorridendo "E' proprio quello che voglio... venire con voi fino alla terra degli Gnomi..."
Oki sorrise ed uscì dalla tenda.
Ciò che rimaneva della compagnia era riunita sullo spiazzo antistante la tenda ed Oki cominciò a parlare: "La nostra missione è a buon punto, ma non è ancora finita. Dobbiamo riportare la statua di Asko nella terra degli Gnomi, ma per farlo abbiamo due possibilità: attraversare di nuovo la terra degli Uomini, affrontando le truppe del Re che ci stanno dando la caccia, oppure andare nella terra degli Elfi del mare, procurarci una barca e costeggiare la terra degli Uomini fino a Danbar. Lì potremo sbarcare senza pericolo perché, essendo una terra infida e paludosa, è disabitata. Da Danbar con due giorni di cammino saremo nella terra degli Gnomi. Dobbiamo quindi decidere quale via scegliere e dobbiamo decidere chi verrà con noi. Voi streghe, come vi ho già detto, siete le benvenute, potrete vivere nella terra degli Elfi della montagna per tutto il tempo che vorrete. Per quanto riguarda gli uomini di Ghino, chi vorrà venire con noi sarà ugualmente bene accetto, visto che per loro neanche questo campo è ormai sicuro.
"Lilith consultò Cara, Bianca, Fosca e Siria, poi disse: "Noi saremo tutte della partita e votiamo per la via del mare."
Grosko consultò Geon, Bolco e Prudo e disse: "Anche noi votiamo per la via del mare."
"Io voto per il mare!" urlò entusiasta Ezra.
"Bene, andremo per la via del mare." disse Oki "E voi cosa avete deciso di fare?" chiese rivolto agli uomini di Ghino.
"Faremo ciò che Ghino ci dirà di fare." rispose uno dei banditi. "Ghino verrà con noi." disse Oki "E quando saremo nella terra degli Gnomi sarà pagato per il suo aiuto con pietre preziose." "Allora verremo anche noi." disse il bandito che aveva parlato poco prima.
"Ghino non è in condizioni di muoversi!" intervenne Lilith con voce fredda "ci sarebbe solo di peso."
"Sbagli, strega!" disse Ghino uscendo dalla tenda "posso muovermi e non vi sarò di peso, anzi posso esservi molto utile: io so come procurarci una barca."
"Già!" esclamò Lilith sarcastica "per un po' d'oro faresti qualsiasi cosa!"
"Non dimenticare che ho contribuito a salvare la tua vita e quella di Oki, strega.... è per questo che mi odi tanto? perché hai avuto bisogno di me?"
Lilith lo guardò con odio e gli voltò le spalle.
"Partiremo domani notte." disse Oki "Nel frattempo, tu Lilith, ti occuperai della spalla di Ghino."
"Lo farà Fosca." ribatté Lilith "Io ho altro per la testa!"
"Lo farai tu, Lilith, Fosca e le altre streghe ci precederanno nella terra degli Elfi del mare e cominceranno a guardarsi intorno." disse Oki.
Lilith furiosa si allontanò dal gruppo e si sedette in silenzio poco lontano.
Oki, Ghino e le altre streghe entrarono nella tenda.
"Conosco un Elfo del mare" disse Ghino quando furono dentro la tenda "che potrà aiutarci. Si chiama Elan e per un po' di oro farebbe qualsiasi cosa. Lo pagheremo con l'oro preso al castello di Bard e lui ci procurerà una barca. Uno dei miei uomini, che lo conosce bene, verrà con voi" disse rivolto alle streghe "lo pagherete e gli farete preparare la barca al largo della spiaggia di Saia; noi vi raggiungeremo lì."
Fosca guardò Oki che disse: "Faremo così, ma per nessun motivo Elan dovrà sapere che la sua barca porterà anche Gnomi ed Elfi della montagna."
"Va bene." disse allora Fosca "partiremo domani mattina."
Fosca prese la mano di Lilith e le chiese: "Perché sei così ostile verso Ghino? dopotutto è vero che dobbiamo a lui la nostra salvezza! e continuerà ad aiutarci!"
"Lo fa solo per l'oro!" rispose Lilith arrabbiata.
"E per quale altro motivo dovrebbe farlo?" chiese stupita Fosca.
"Oh, lasciamo perdere... non ho alcuna voglia di parlare di lui!" disse Lilith.
Fosca la fissò negli occhi per un po', poi disse: "Pensiamo alle nostre forze, ora."
Le streghe si disposero in circolo, incrociarono le gambe e si presero per mano.
"E' una donna impossibile" sbottò Ghino "non riesce ad ammettere che almeno qualche volta ha bisogno di aiuto!"
"Non è per questo che è arrabbiata." rispose Oki.
"E allora perché? non le ho fatto niente!"
"Non pensare a lei, ora, cerca solo di riposarti.... prima o poi riuscirete a capirvi e a fidarvi l'una dell'altro."
"Credo che tu sia un inguaribile ottimista!" disse Ghino sdraiandosi.
"Come va la tua spalla?" gli chiese Oki.
"Mi fa un male cane!" rispose Ghino "ma vedi di non dirlo a Lilith, troverebbe il modo di mollarmi qui!"
Oki rise ed uscì dalla tenda. "Ezra!" chiamò.
"Sono qui." rispose il piccolo Elfo avvicinandosi.
"Dov'è Lilith?" chiese Oki.
"Sta facendo qualcosa di strano con le altre streghe: sono sedute in circolo tenendosi per mano... tu sai cosa stanno facendo?" chiese Ezra.
"Stanno accrescendo la loro forza." rispose Oki "Le streghe sono diverse da noi maghi, è un po' come se facessero parte di un'unica grande forza. Possono comunicare tra loro anche a grande distanza, possono unire le loro forze con una facilità che a noi maghi è preclusa."
"Però non sono più potenti di noi maghi!" disse Ezra.
"Alcune streghe sono più potenti di alcuni maghi e viceversa, Ezra. Sono diverse... ecco tutto."
"Capisco..." disse Ezra perplesso.
"Con il passare del tempo capirai meglio, Ezra... e non farti venire la curiosa idea di affrontare Lilith... lei è molto più potente di te!"
"Non cercherei mai di fare del male a Lilith!" esclamò Ezra.
Oki rise ed aggiunse: "Vai a dire a Lilith di occuparsi della spalla di Ghino, sta soffrendo molto."
"Va bene." disse Ezra dirigendosi verso il gruppo delle streghe. Lilith aprì gli occhi e sorrise ad Ezra. Lasciò le mani delle compagne e disse: "Ciao, piccolo mago, come ti senti?"
"Io sto bene, grazie, ma Ghino ..."
"Non mi importa niente di Ghino!" esclamò Lilith.
Fosca e le compagne si allontanarono lasciandoli soli.
"Non ti capisco, Lilith!" disse Ezra sedendosi accanto a lei "se avessi visto come era sconvolto quando tu stavi male, non parleresti così!"
"Davvero era sconvolto?" chiese Lilith stupita.
"Certo che lo era! mi ha perfino chiesto di salvare te invece di Oki! e poi ti ha portato in braccio per tutta quella strada! e con il dolore che aveva alla spalla non deve essere stato poi tanto facile!" Lilith rimase in silenzio pensierosa per un po'.
"Allora?" chiese Ezra "non vuoi cercare di alleviargli il dolore?" "Va bene" disse Lilith alzandosi "vado." Lilith andò alla tenda di Ghino ed entrò.
Ghino aveva gli occhi chiusi ed una smorfia di dolore sul viso. Lilith si chinò su di lui e gli aprì la camicia.
Ghino aprì gli occhi e la guardò: "Cosa stai facendo?" chiese. Lilith, senza rispondere, sciolse la fascia che gli avvolgeva la spalla e cominciò a massaggiarla delicatamente.

CAPITOLO XXVII

Fosca abbracciò Lilith dicendole: "Abbi cura di te!"
Lilith rispose commossa: "Quando saremo nella terra degli Elfi della montagna, la nostra vita sarà più serena, dobbiamo arrivarci ad ogni costo!"
"Già, ma ... non ci sono uomini lì!" rispose Fosca ridendo.
"E ti sembra un gran male?!" disse Lilith.
Le streghe presero commiato dal resto della compagnia e, accompagnate dal- l'uomo di Ghino che conosceva Elan, si avviarono verso la terra degli Elfi del mare.
"Correranno molti rischi?" chiese Ezra a Lilith.
"No, non credo, i soldati del Re ci cercano al confine con la terra degli Gnomi, non penseranno mai che stiamo andando dalla parte opposta!"
"Sono simpatiche le tue amiche." disse Ezra.
"Anche tu sei simpatico, piccolo Elfo!" disse Lilith prendendolo in braccio e dandogli un bacio sul naso.
"Mettimi giù!" urlò Ezra "stanno ridendo tutti!"
"Oh, già! non è dignitoso per un potente mago farsi sbaciucchiare in pubblico!" disse Lilith ridendo.
"Non prendermi in giro, Lilith, o ti farò una magia!" disse Ezra quando Lilith lo ebbe rimesso in terra.
"Oh, no ti prego!" urlò Lilith fingendosi spaventata "non uccidermi potente mago!"
Anche Ezra scoppiò a ridere puntando un dito verso Lilith e facendole com- parire in mano un mazzo di fiori profumati. "Oki!" chiamò Ghino avvicinandosi "Uno dei miei uomini è scomparso!"
"Lo sapevo che non potevamo fidarci!" esclamò Lilith "Sarà andato a denunciarci alle guardie del Re! non sei neanche in grado di tenere a bada i tuoi uomini!"
Ghino la guardò con astio e disse ai suoi uomini: "Tre di voi andranno verso il castello di Bard... dovete trovarlo prima che ci arrivi! noi partiamo subito, ci raggiungerete a Saia."
I tre uomini partirono alla volta del castello di Bard e la compagnia si diede da fare per radunare l'occorrente per il viaggio.

Lilith e Ghino chiudevano la fila, camminando in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri, quando Lilith si fermò all'improvviso e si mise in ascolto.
"Che succede?" le chiese a bassa voce Ghino.
"Qualcuno ci sta seguendo." rispose Lilith riprendendo a camminare in fretta.
Quando raggiunse i due uomini di Ghino che li precedevano disse loro: "Nascondetevi dietro gli alberi e aspettate gli uomini che ci stanno seguendo, non intervenite fino a che loro non abbiano raggiunto me e Ghino."
Poi proseguì fino a raggiungere gli Gnomi: "Grosko" disse "qualcuno ci segue, raggiungete gli altri ed avvertiteli, io e Ghino ci fermiamo per sorprenderli."
Lilith e Ghino si nascosero in mezzo ad un alto cespuglio e si accinsero ad aspettare.
"Chi saranno gli uomini che ci seguono, secondo te?" chiese Ghino. "Non lo so... che siano soldati del Re mi sembra improbabile, il tuo uomo non può averli già avvertiti!"
"Guarda!" sussurrò Ghino indicando tre Elfi del mare che stavano avvicinandosi tranquillamente.
"Elfi!" sussurrò Lilith "non credo che stiano seguendo noi, ma dobbiamo fermarli ugualmente o vedranno gli Gnomi e gli Elfi della montagna!"
Uno degli Elfi si fermò a pochi passi da Ghino e Lilith e disse rivolto agli altri due: "Non sentite niente?"
"Siamo vicini ad un mago o ad una strega!" esclamò uno degli Elfi.
Lilith uscì dal cespuglio ed i tre Elfi indietreggiarono andando a sbattere contro gli uomini di Ghino comparsi all'improvviso alle loro spalle.
"Non vi conviene fare niente!" disse minacciosa Lilith "sono una strega e posso uccidervi in un attimo!"
"Noi vogliamo solo tornarcene a casa!" disse uno degli Elfi spaventato.
"Da dove venite?" chiese Ghino uscendo dal cespuglio con la spada sguainata.
"Veniamo da Galba e stiamo andando a Saia." rispose un Elfo. "Avete incontrato soldati del Re lungo la strada?" chiese ancora Ghino.
"Non ne avevamo visti mai così tanti!" esclamò un Elfo "Cercano voi?"
Ghino guardò Lilith e le chiese: "Cosa ne facciamo di loro?"
"Ehi, che intenzioni avete? noi non vi abbiamo fatto nulla di male!" esclamò spaventato uno degli Elfi .
"Non possiamo lasciarvi andare." disse Lilith "I soldati del Re non devono sapere dove cercarci!"
"Oh, ma noi non diremo nulla!"
"E come possiamo esserne sicuri?" disse Lilith; poi continuò rivolta agli uomini di Ghino "Scavate un buca molto profonda."
"Che vuoi fare?" chiese Ghino.
"Metterceli dentro." rispose Lilith.
"Vuoi ucciderli?" chiese Ghino, mentre i suoi uomini cominciavano a scavare usando i loro coltelli.
"No, non li ucciderò, ci basterà che non possano muoversi per qualche giorno."
"Ma gli Elfi del mare conoscono la magia!" disse Ezra che era tornato indietro "ci metteranno pochi minuti a liberarsi!"
"Non credo proprio!" esclamò Lilith facendo comparire un enorme cane con la bava alla bocca "lui li terrà d'occhio!"
Quando gli Elfi furono ben sistemati nella buca e ricoperti lasciando loro fuori solo la testa, Lilith disse al cane: "Fai buona guardia, se cercano di uscire azzannali!"
"Beh, allora possiamo andare." disse Ghino.
"Ezra torna al tuo posto" disse Lilith "e riprendiamo il cammino."

"Tutto a posto, Oki" disse Ezra "erano Elfi del mare e Lilith li ha sistemati. Possiamo riprendere il cammino."
"Arriveremo alla spiaggia di Saia prima del previsto" disse Grosko "con ogni probabilità non troveremo la barca e le probabilità di essere scoperti sono piuttosto alte!"
"Conosco un posto" disse Prudo "dove potremo nasconderci in attesa della barca. L'ho scoperto mentre andavo al castello di Bard."
"Bene" disse Oki "allora è tutto sistemato."
"Quanto manca ancora?" chiese Ezra.
"Sei stanco?" chiese Geon.
"Un po'" rispose Ezra "ma non è questo..."
"E' che non vede l'ora di vedere il mare!" rispose per lui Oki.
"Chi di voi l'ha visto?" chiese Ezra "è davvero tanto grande? ed è profondo?"
"Io l'ho visto." disse Prudo "E' molto grande e molto profondo ... pensa che non si vede nemmeno dove finisce!"
"E cosa c'è dove finisce?" chiese ancora Ezra.
"Siamo quasi arrivati." lo interruppe Prudo "Dalla cima di quella collina si vede il mare ed il nascondiglio di cui vi ho parlato è lì vicino."
Ezra guardò Oki ed esitò un attimo prima di chiedere: "Posso andare avanti, Oki?"
"Non è prudente che tu ti allontani da noi, Ezra, abbi ancora un po' di pazienza!"
"Va bene, Oki" disse a malincuore Ezra "ma almeno non potremmo accelerare un po'?"
Oki rise e gli disse: "Vai da Lilith e Ghino e dì loro di raggiungerci."
Ezra alzò gli occhi al cielo e tornò indietro. Passando disse agli uomini di Ghino di affrettare il passo e quando raggiunse Lilith e Ghino disse: "Lilith dobbiamo sbrigarci, il mare è vicino... potresti portare qualcuno degli Gnomi così faremmo prima!"
"E' un ordine di Oki?" chiese Lilith affrettando il passo.
"Beh, in un certo senso...."
"Piccolo sparaballe!" esclamò Lilith ridendo.
Quando raggiunsero gli altri Lilith disse ad Oki: "Se sei d'accordo, io ed Ezra potremmo precedervi."
"Oh, si , ti prego Oki!" disse Ezra "con Lilith sarei al sicuro!"
"Va bene, andate pure, ma state attenti!"
"Vieni con noi, Ghino?" chiese Ezra avviandosi.
"Non ce la farebbe a starci dietro!" disse Lilith afferrando la mano di Ezra "sei pronto, piccolo Elfo? Corri!"
Ghino rimase impietrito a guardare i due che scomparivano all'orizzonte. "Ma come..." disse.
"Potere della magia!" disse Oki divertito.
"Chiudi gli occhi!" ordinò Lilith "e non riaprirli fino a che io non ti dirò di farlo." Lilith guidò il piccolo Elfo proprio sulla cima della collina e lo fece sedere: "Ora puoi aprire gli occhi."
Ezra aprì gli occhi e rimase immobile trattenendo il respiro. "Oh, Lilith!" mormorò quando ebbe ritrovato la voce "E'....è...."
"E' meraviglioso... è questo che vuoi dire?" chiese Lilith divertita.
"Oh, è molto di più!" esclamò Ezra "Non ho mai visto niente di simile!"
Lilith vide due lacrime che scendevano dagli occhi di Ezra e gli prese la mano: "I maghi non piangono, piccolo Elfo!" gli disse con voce dolce.
"Perché?" chiese Ezra senza staccare gli occhi dal mare.
"Non lo so perché, ma non ho mai visto un mago o una strega piangere!"
"Tu non piangi mai, Lilith?" chiese Ezra.
"Non con le lacrime." rispose a bassa voce lei.
Ezra fece uno sforzo e distolse gli occhi dal mare per guardarla: "E' la stessa cosa, in fondo."
"Credo che tu abbia ragione, piccolino. Sei un piccolo Elfo saggio, Ezra!"
"Andiamo giù?" chiese Ezra alzandosi.
"E' meglio aspettare gli altri." rispose Lilith "La barca ancora non c'è."
Ezra si voltò a guardare indietro e disse: "Stanno arrivando."
"Allora, Ezra? com'è il mare?" chiese Oki quando li raggiunse.
"Vorrei che tu potessi vederlo, Oki!"
"L'ho visto, Ezra..... tanti anni fa!"
"Te lo ricordi?" chiese l'Elfo.
"Ricordo tutto ciò che ho visto, Ezra." rispose Oki.
"Credo che ci convenga raggiungere il nascondiglio." intervenne Prudo "Quassù possono vederci! da quella parte c'è la città di Saia e spesso i suoi abitanti fanno delle passeggiate da queste parti!" La compagnia seguì Prudo giù per la collina e si ricongiunse con i tre uomini che Ghino aveva mandato a cercare il bandito scomparso.

CAPITOLO XXVIII

Ghino sedeva in un angolo della caverna, lontano da tutti gli altri; Ezra chiacchierava con Oki; gli uomini di Ghino giocavano a carte; Grosko, Geon, Bolco e Prudo si erano messi a dormire. Lilith guardò Ghino e si chiese perché avesse quello sguardo triste; gli si avvicinò e sedette accanto a lui. "I tuoi uomini non sono riusciti a raggiungere il traditore. A quest'ora avrà detto al Re dove cercarci!" disse lei.
"Quanto credi che dovremo aspettare ancora, prima che le tue amiche arrivino con questa benedetta barca?" chiese Ghino con aria brusca.
"Non lo so." rispose Lilith "Comunque non credo proprio che se ne siano andate a spasso!"
"Non volevo dire questo!" disse a bassa voce Ghino.
"E allora cosa volevi dire?" chiese Lilith pentita di esserglisi avvicinata.
"Era solo una domanda. Vorrei che fosse già tutto finito." rispose Ghino con lo sguardo perso nel vuoto, come se stesse parlando a se stesso.
"Non preoccuparti! finirà presto... e tu ricco sfondato potrai tornartene nella tua terra!"
"Non è questo che voglio! e se tu ancora non l'hai capito, sei una strega da quattro soldi!" esclamò Ghino esasperato alzandosi ed uscendo dalla grotta.
Lilith rimase immobile chiedendosi cosa Ghino avesse voluto dire. Oki le si avvicinò e le disse: "Tu e Ghino proprio non riuscite ad andare d'accordo, eh?"
"Lui è.... è così...."
"Lilith, abbiamo bisogno di lui, cerca di non esasperarlo al punto da fargli decidere di tornarsene indietro!"
"Oki" mormorò Lilith "mi succede una cosa curiosa... non riesco a leggere i suoi pensieri. Perché?"
"Ci sono solo due spiegazioni, Lilith: o Ghino non vuole che tu sappia cosa pensa, oppure... e questa spiegazione ti piacerà meno, tu hai paura di sapere cosa pensa."
"E perché dovrei avere paura di sapere cosa pensa?!" chiese Lilith stupita.
"Chiedilo a te stessa, Lilith." rispose Oki allontanandosi.
Ghino rientrò nella grotta e si distese nell'angolo più lontano da Lilith.
Lei lo guardò e dalla sua espressione capì che stava soffrendo. Si alzò e gli andò vicino: "Ti fa male la spalla?" chiese.
"Si, ma passerà." rispose lui senza aprire gli occhi.
Lilith si distese accanto a lui e gli poggiò la testa sulla spalla che gli faceva male.
Ghino emise un lamento e fece per spostarsi, ma Lilith gli disse: "Stai fermo, se vuoi che il dolore diminuisca!"
Ghino rimase immobile e dopo un po' cominciò a sentire uno strano calore che dalla spalla gli si irraggiava a tutto il resto del corpo. Senza quasi accorgersene si addormentò.
Ezra, intanto, era uscito dalla grotta e si era seduto su un masso. Il suo sguardo percorreva stupito quella immensa distesa d'acqua. Si disse che se anche avesse perduto la vita, se anche non fosse riuscito a tornare a casa, ne sarebbe valsa la pena: quello che i suoi occhi stavano vedendo in quel momento era uno spettacolo indescrivibile, meraviglioso, magico. Sperò con tutto se stesso che tutti gli Elfi della montagna potessero un giorno vedere il mare.

Ghino aprì gli occhi e guardò il viso di Lilith a poca distanza dal suo: aveva gli occhi chiusi e i capelli rossi sparsi sulle spalle. Ghino allungò la mano cautamente per non svegliarla e toccò i suoi capelli: erano morbidi e lisci ed emanavano un profumo che non aveva mai sentito. Si mosse piano perché il peso di lei gli aveva indolenzito la spalla e Lilith aprì gli occhi: "Sono arrivate?" chiese con voce impastata dal sonno.
"No." rispose Ghino.
Lilith si sollevò su un gomito e chiese: "Come va la tua spalla?"
"Fino ad un momento fa andava benissimo."
Lilith lo guardò in modo strano, poi si rimise giù, riappoggiando la testa sulla sua spalla.
"C'è una nave!" esclamò Ezra entrando a razzo nella grotta.
"Credo che siano loro!" Lilith si alzò e disse: "Non muovetevi di qui, io vado a vedere."
"Vengo con te." disse Ezra seguendola fuori dalla grotta. Scesero la collina cercando di tenersi al riparo degli alberi e dei cespugli. "Guarda!" esclamò Ezra "una barca più piccola sta venendo verso la riva!"
"Cerca di non farti vedere!" esclamò Lilith tirandolo per un braccio. Rimasero nascosti spiando la barca che si avvicinava attraverso i rami di un cespuglio. "E' Fosca!" disse Lilith chiudendo gli occhi.
"Che stai facendo?" chiese Ezra.
"Se stai zitto un momento" rispose Lilith "riuscirò a sapere se è tutto a posto!"
"Oh, già! tu puoi comunicare con Fosca!" esclamò Ezra.
Lilith lo guardò con aria minacciosa ed Ezra finalmente chiuse la bocca.
"E' tutto a posto." disse Lilith dopo un po', vai a chiamare gli altri." Ezra si mise a correre verso la grotta.

Ezra si tolse le scarpe ed entrò nell'acqua: era fredda ed il piccolo Elfo ebbe un brivido, poi, prima che qualcuno potesse fermarlo, raccolse dell'acqua con le mani e se la portò alla bocca. "Bleah!" esclamò sputando l'acqua "ma è salata!"
Lilith rise e gli disse: "Certo che è salata! nessuno aveva pensato a dirtelo, a quanto pare!"
"Perché è salata?" chiese sbalordito Ezra "e perché l'acqua dei fiumi, invece, non lo è? e nemmeno quella che cade dal cielo! quand'è che l'acqua diventa salata?"
"Ezra, quando imparerai a non fare sempre tante domande tutte insieme, forse qualcuno di noi si degnerà di risponderti!" disse Grosko arrampicandosi sulla barca nella quale era Fosca.
Geon e Bolco gli passarono la statua di Asko e poi salirono pure loro. La barca si allontanò dirigendosi verso la barca più grande.
"Come fa a camminare la barca grande?" chiese Ezra "con i bastoni come quella piccola?"
"No" rispose Prudo "vedi quelle cose bianche? si chiamano vele... è con quelle che camminano le barche grandi."
"E come fanno a camminare? sembrano degli stracci!"
"Sono di stoffa, infatti" intervenne Oki "il vento le spinge e la barca cammina."
"E se il vento non c'è?" chiese ancora Ezra.
"Il prossimo che prende la barca è Ezra" esclamò Ghino "così almeno potremo goderci un po' di silenzio!"
Ezra offeso si sedette nell'acqua e cominciò a spruzzare tutto intorno con le mani.
"Sei proprio una peste!" esclamò Lilith "se non la smetti subito di chiacchierare e di agitarti, ti faccio cadere la lingua e ti faccio diventare le mani due serpenti!"
"Guarda che sono anch'io un mago!" rispose Ezra piccato "potrei reagire!"
"Oh mamma!" esclamò Lilith ridendo "dovrei avere paura?"
"Ezra" intervenne Oki "la barca sta tornando, preparati a salire."
"Da cosa ti sei accorto che la barca è vicina?" chiese curioso Ghino.
"Dal rumore dei remi nell'acqua." rispose Oki "Insieme ad Ezra andranno due dei tuoi uomini e Prudo. Poi andrò io con gli altri tuoi uomini ed infine verrete tu e Lilith."

CAPITOLO XXIX

Navigarono per tre giorni e tre notti durante i quali Ezra ebbe dei seri dubbi sulla meravigliosità del mare, infatti non fece altro che vomitare.
La spalla di Ghino migliorò notevolmente tanto che cominciò a riutilizzare il braccio e poté aiutare a governare le vele insieme ai suoi uomini.
Grosko, Geon, Bolco e Prudo non si staccarono un attimo dalla statua di Asko guardando con sospetto Elan che incuriosito non faceva che girare loro intorno.
Oki se ne rimase in disparte tutto il tempo, immerso nei suoi pensieri.
Lilith e le altre streghe, passarono la maggior parte del tempo a rinvigorire le loro forze.
Finalmente, quando spuntò il sole del quarto giorno di navigazione, Elan annunciò alla compagnia che erano vicini a Danbar.
"La nostra avventura sta per terminare." disse Lilith a Ghino.
"Già.... ma attraversare le paludi di Danbar non sarà tanto facile! sono infestate da coccodrilli e ci sono pure delle sabbie che inghiottiscono la gente." rispose Ghino.
"Con te che ci guidi, non credo che correremo un gran rischio." rispose a bassa voce Lilith.
Ghino la guardò per un po', poi disse: "Sei davvero molto spiritosa!"
"Non volevo esserlo, parlavo sul serio. Conosci questi posti no? quindi saprai anche come evitarne tutte le insidie!"
Ghino continuò a guardarla con aria sospettosa, ma non ribatté.
Ezra, pallido come un cadavere, si avvicinò traballando a loro e biascicò: "Quand'è che scendiamo a terra?"
Lilith scoppiò a ridere e gli rispose: "Manca poco, piccolo Elfo, ma perché non hai usato la tua magia per non stare male?"
"Potevo farlo?!" esclamò Ezra.
"Certo! è la prima volta che vedo qualcuno che conosce la magia ridursi in questo stato!"
"Perché non me l'hai detto prima?!" chiese sconsolato Ezra reggendosi lo stomaco.
Lilith si allontanò continuando a ridere.

Ghino guardò con aria furibonda Bolco che aveva estratto la spada.
Lilith gli toccò un braccio per impedirgli di reagire e disse a Bolco: "Bolco, Ghino ha ragione, comportandosi così metti in pericolo la vita di noi tutti. Lascia che siano gli uomini di Ghino a portare la statua, sono più forti e conoscono la strada."
"Non affiderò a nessuno la statua di Asko, tanto meno a dei banditi! e non metto in pericolo la vita di nessuno! non ho chiesto io a Ghino di tirarmi fuori dalle sabbie!" replicò Bolco furibondo.
"Stai dicendo delle sciocchezze!" replicò Lilith "Dovresti ringraziarlo, invece, per averti salvato la vita. Se non avesse messo in pericolo la sua vita per tirare fuori dalla sabbia te e la tua statua, a quest'ora la tua preziosa statua non esisterebbe più!"
"Bolco" intervenne Oki con voce pacata "Stai dimenticando una cosa molto importante: non ci sono più Elfi della montagna, streghe, Gnomi o banditi qui, siamo una compagnia che si è fatta carico di una missione vitale. Siamo quasi riusciti a portarla a termine e questo grazie al contributo di ognunodi noi."
"Sai benissimo che loro" disse Bolco indicando Ghino ed i suoi uomini "ci hanno aiutato solo per il loro tornaconto personale... come puoi fidarti di loro?"
"Ognuno di noi ha delle motivazioni personali per fare quello che sta facendo, le tue sono di recuperare la statua e riportarla nella tua terra, quelle delle streghe sono di conquistarsi una vita più sicura e di poter usare la loro magia alla luce del sole; il motivo principale che ha spinto Ezra è stata la voglia di vedere il mare e allora? questo cosa cambia? il fine ultimo di tutti noi è quello di arrivare nella tua terra, dove tutti saremo al sicuro." replicò Oki.
"Vuoi paragonare la salvezza di un popolo alla sete di oro?" chiese Bolco sempre più infuriato.
"Basta così!" intervenne bruscamente Grosko "Gli uomini di Ghino porteranno la statua."
"Non hai alcun diritto di decidere per tutto il popolo degli Gnomi!" replicò Bolco "Se loro fuggissero con la statua....."
"E dove potrebbero andare con la tua preziosa statua?" replicò secca Lilith "verso la terra degli Gnomi? non avrebbero scampo ... o secondo te potrebbero tornare verso il mare rischiando di essere presi dai soldati del Re con la statua in mano? stai proprio sragionando!"
Bolco aprì la bocca per replicare, ma Grosko lo precedette: "E' deciso: gli uomini di Ghino porteranno la statua, che tu sia d'accordo o no! risparmia a tutti noi una inutile lotta, perderesti!"
Gli uomini, ad un cenno di Ghino, si avvicinarono a Bolco.
Questi fece un passo indietro avvicinandosi alla statua.
Ezra fissò la statua che lentamente cominciò a muoversi verso gli uomini.
"Cosa?" disse Bolco.
La statua si adagiò tra le braccia degli uomini.
"Non puoi riprendertela." disse Ezra "Non ci riusciresti."
Geon si avvicinò a Bolco e Prudo disse: "Per noi è vitale che la statua arrivi nella nostra terra, credo che dovremmo accettare l'aiuto di tutti, Bolco. E poi Lilith ha ragione, perché dovrebbero impossessarsi della statua se non saprebbero dove portarla? inoltre, abbiamo promesso loro molte ricchezze in cambio del loro aiuto!"
"Riprendiamo il cammino." ordinò Oki "Sta scendendo la notte e dobbiamo trovare un posto dove ripararci... comincia a fare freddo."
"In questi luoghi" disse Ghino avviandosi seguito dai suoi uomini "di notte la temperatura scende molto velocemente. Se non troviamo un posto dove ripararci, rischiamo di morire congelati." "Perché la temperatura scende?" chiese Ezra interessatissimo.
"Ci stiamo avvicinando alle montagne." rispose Ghino "Lì sarà anche peggio. Troveremo neve e ghiaccio."
Lilith raggiunse Ghino e gli disse: "Non siamo attrezzati per il freddo."
"Ci siete voi streghe, no? ci penserete voi." replicò Ghino.
Lilith lo guardò in silenzio, poi disse: "Accetterai di buon grado il mio aiuto?"
"Perché no? l'ho già fatto, non ti pare?"
"Ghino..... grazie per avermi portata in braccio quando stavo morendo e grazie anche per l'aiuto che hai dato a tutti noi."
"Non mi odi più?" chiese Ghino sorpreso.
"No. Anzi ho capito qualcosa di molto importante..."
"Cosa?" chiese Ghino curioso.
"Ho capito che le streghe, sebbene possiedano un grande potere, non sono sempre e comunque autosufficienti, come nessun altro Uomo, Gnomo o Elfo... abbiamo tutti bisogno degli altri, facciamo tutti parte di qualcosa di unico, siamo tutti legati e lo è anche il nostro destino. Ecco perché ho aiutato Oki e gli Gnomi: perché aiutando loro ho aiutato anche me stessa."
Ghino si fermò ed indicò uno spiazzo tra la vegetazione: "Non troveremo di meglio, credo, per passare la notte."
La compagnia si fermò.
Ghino ordinò ai suoi uomini di procurarsi delle fronde per costruire un riparo.
Fosca e Cara andarono a raccogliere della legna per il fuoco.
Siria e Bianca si dettero da fare per tirare fuori dalle borse l'occorrente per la cena.
Bolco e Geon si misero caparbiamente a guardia della statua di Asko.
Grosko, Oki ed Ezra si sedettero vicini e cominciarono a parlare.
Ghino chiese a Lilith: "Potete procurarci un po' di calore, oltre a quello del fuoco?"
"Si." rispose Lilith "Possiamo alzare la temperatura del nostro corpo e così scaldare chiunque ci stia vicino."
"Tu scalderai me?" chiese Ghino con voce sommessa guardandola negli occhi.
Lilith sentì una strana sensazione e rispose: "Se tu lo vuoi."
In breve tempo il riparo di fronde fu costruito ed il fuoco acceso.
La compagnia consumò una cena frugale e si preparò per la notte.
Cara, Bianca e Siria si sdraiarono ognuna con a fianco due uomini; Bolco e Geon si sdraiarono al fianco di Ezra al quale Oki aveva spiegato come fare per alzare la temperatura del corpo; Prudo e l'ultimo degli uomini si distesero al fianco di Fosca; Grosko si sdraiò vicino ad Oki; Lilith e Ghino rimasero seduti in silenzio vicino al fuoco.
"Ho freddo." disse dopo un po' Ghino.
Lilith in silenzio gli si sedette alle spalle e lo circondò con le braccia e con le gambe.
Ghino si addormentò appoggiato al corpo di Lilith che, invece, rimase sveglia per il turno di guardia. Ezra stava sognando una spiaggia piena di Elfi della montagna che guardavano ammirati il mare, quando Lilith lo chiamò sottovoce: "Ezra, svegliati, tocca a te fare la guardia."
Ezra aprì gli occhi a malincuore e mormorò: "Stavo sognando il mare."
Lilith rise e gli fece una carezza: "Rimani sdraiato vicino a loro" disse indicando Bolco e Geon "ma stai attento a non riaddormentarti!"
Ghino aprì gli occhi e guardò Lilith che si avvicinava: "Perché sei andata via? il freddo mi ha svegliato."
"Sono andata a svegliare Ezra." rispose lei sdraiandosi accanto a Ghino "Ora posso dormire un po' anche io."

CAPITOLO XXX

La mattina dopo la compagnia si rimise in cammino. Man mano che si avvicinavano alla montagna che ormai si vedeva in lontananza, il freddo aumentava e la compagnia doveva fermarsi spesso perché le streghe e i maghi potessero trasmettere un po' del loro calore agli altri. Il terreno si era fatto arido e le paludi erano solo un ricordo, ma Ezra continuava a pensare a quegli strani animali che Ghino aveva chiamato coccodrilli.
Ghino non aveva più detto una parola da quando avevano ripreso il cammino la mattina e Lilith che gli camminava al fianco, lo guardava di sottecchi con aria perplessa.
Quando arrivò la sera, la compagnia si fermò ai piedi dell'immensa montagna.
Ezra guardava a bocca aperta la coltre bianca che copriva la cima della montagna: "La neve!" disse a Lilith.
"Si." rispose lei, poi rivolta al resto della compagnia continuò: "Dobbiamo decidere che strada fare: la terra degli Gnomi è proprio dietro questa montagna; possiamo scalarla e scendere dall'altra parte oppure aggirarla. Naturalmente, ha detto Ghino, la strada che le gira intorno è molto più lunga, ma quella che passa sulla montagna è molto faticosa ed il freddo intenso ci rallenterà."
"Credo che la soluzione migliore sia quella di dividerci." disse Oki "Gli Gnomi non possono farcela a scalare la montagna e noi Elfi siamo di costituzione piuttosto gracile, sebbene non soffriremmo il freddo."
"Sono d'accordo." disse Lilith "Noi streghe potremmo scalare la montagna portando la statua che così arriverebbe prima a destinazione e gli altri potrebbero fare l'altra strada."
"Non sono d'accordo!" disse di getto Ghino.
"Per quale motivo?" chiese Lilith.
"Ma.....perché..... "
Oki venne in suo aiuto: "Le streghe potrebbero servire anche nella strada bassa... per il freddo intendo e qualche uomo potrebbe essere utile per portare la statua nella strada alta e poi Ghino conosce la strada."
"Già." disse Lilith per niente convinta, ma non volendo contraddire Oki "forse hai ragione."
"Bene, allora potremmo fare così: Grosko, Prudo, Geon, Bolco, 4 uomini, tre streghe ed io andremo per la strada bassa e gli altri per quella alta."
"Ezra potrebbe avere delle difficoltà facendo la strada alta." ribatté Lilith.
"Voi l'aiuterete" rispose Oki "ma è necessario che venga con voi: se gli Gnomi si vedessero capitare addosso donne ed uomini potrebbero non darvi il tempo di spiegarvi. Ezra servirà a spiegare la situazione."
"Per me va bene." disse Lilith.
Grosko annuì, Ghino guardò Oki in silenzio, Geon e Bolco storsero il naso, ma non osarono ribattere.
"Ghino, i due uomini più forti, Ezra, Lilith e Cara andranno per la strada alta con la statua." disse Oki.
Ghino tirò un sospiro di sollievo e disse: "C'è una grotta qui vicino, ci passeremo la notte."
La mattina dopo la compagnia si divise e ciascuno dei due gruppi si avviò per la propria strada. Ezra cominciò ad arrampicarsi con entusiasmo preso dalla fretta di raggiungere la massa bianca che lo sovrastava, ma dopo un po' cominciò a sentire le gambe che gli si facevano pesanti.
Lilith si accorse dell'espressione di stanchezza sul suo viso e gli si avvicinò: "Sei stanco, piccolo Elfo?" gli chiese con voce dolce.
"No." rispose esitante Ezra "Posso continuare."
"Io sono stanco." disse Ghino che aveva seguito tutta la scena "Vorrei riposare un po'.
Gli uomini di Ghino posarono la statua e si rifugiarono nelle braccia di Cara per scaldarsi.
Ezra si lasciò cadere a terra con un sospiro di sollievo e Lilith prese la mano di Ghino e lo guidò poco lontano. "Sei stato gentile a non mortificare Ezra." gli disse quando furono abbastanza lontani perché nessuno li sentisse.
Ghino alzò le spalle come per schermirsi.
"Hai freddo?" gli chiese Lilith.
"Un po'." rispose lui.
Lilith lo abbracciò e lui sentì il calore del corpo di lei che entrava nel suo.
"Perché il tuo cuore batte così in fretta?" chiese Lilith stupita.
Ghino si sciolse bruscamente dall'abbraccio e dirigendosi verso gli altri rispose: "E' per la salita."
Lilith si mise una mano sul cuore e ne sentì il ritmo accelerato, allora stupita si avvicinò a Cara e le posò una mano sul petto: il cuore della strega batteva normalmente. Lilith sentì il battito dei due uomini vicini a Cara ed anche quelli erano lenti e regolari. Si allontanò confusa sotto gli sguardi attoniti degli altri.
Intanto Ghino si era seduto vicino ad Ezra che sorridendo gli disse: "Sei fortunato ad essere un uomo! puoi farti scaldare da Lilith!"
Ghino grugnì e disse: "Le vuoi bene, eh?!"
"Come si fa a non volerle bene? è dolce e gentile, ed è forte e coraggiosa e mi ricorda tanto la mia mamma!"
"Ti manca la tua mamma, vero piccolo Elfo? sei capace di fare cose eccezionali ed è facile dimenticare che sei solo un bambino!"
Lilith si avvicinò in silenzio e si sedette tra Ezra e Ghino. Prese una gamba di Ezra tra le mani e cominciò a massaggiarla: "Va meglio?" gli chiese dopo un po'.
"Molto meglio!" rispose Ezra con aria beata.
Lilith cominciò a massaggiargli l'altra gamba dicendo: "Ghino ha freddo, Ezra, dagli un po' del tuo calore."
Ezra la guardò perplesso, poi sbottò: "Cosa avete in testa, voi due? vi comportate in modo sempre più strano! state appiccicati tutto il giorno, ma non fate che discutere e punzecchiarvi!"
"Ezra, pensa agli affari tuoi!" gli rispose brusca Lilith lasciandogli cadere la gamba.
"Ahi!" strillò Ezra.
"Ha ragione: fatti gli affari tuoi!" gli disse Ghino allontanandosi dalla parte opposta a quella dove era andata Lilith.
Ezra si massaggiò la gamba sempre più perplesso.

CAPITOLO XXXI

Lilith guardò furtivamente Ghino che portava sulle spalle la statua di Asko insieme ad uno dei suoi uomini. "Gli fa ancora male la spalla!" pensò. Poi si voltò verso Cara e la vide parlare animatamente con l'uomo che le stava accanto. Lilith corrugò la fronte e quando vide l'uomo prendere la mano di Cara, si avvicinò loro velocemente: "Ti sta dando fastidio?" chiese a Cara con aria bellicosa.
"No" rispose Cara stupita "ma che ti prende, Lilith?"
"Allontanati!" ordinò Lilith all'uomo "devo parlare con Cara."
L'uomo si allontanò e Lilith continuò: "Non vedo l'ora di arrivare a destinazione, così non avremo più uomini tra i piedi!"
"Lilith, cosa sta succedendo tra te e Ghino?" chiese Cara prendendole una mano.
"Che vuoi dire?" chiese Lilith sospettosa "E' solo che non ci sopportiamo a vicenda!"
"Balle!" esclamò Cara "Io credo che tra te e Ghino stia succedendo quello che sta succedendo tra me e Saro, solo che nessuno di voi due vuole ammetterlo!"
"Di cosa stai parlando?!" chiese Lilith "cosa sta succedendo tra te e Saro?"
"Mi piace ed io piaccio a lui. E' la cosa più naturale del mondo tra un uomo ed una donna!"
"Ma tu non sei una semplice donna!" esclamò Lilith sconvolta "e lui è uno sporco bandito!"
"Lilith" disse Cara lasciandole la mano "stai perdendo il senso delle proporzioni!"
Lilith si allontanò stizzita e vide Saro che si riavvicinava a Cara.
Ghino e l'altro uomo posarono la statua in terra e Ghino disse: "Riposiamoci un attimo."
Ezra tirò un sospiro di sollievo e si sedette su un masso.
Lilith gli si avvicinò e gli mormorò: "Fai qualcosa per la spalla di Ghino, per favore, credo che gli faccia ancora male!"
"Non ho neanche la forza di respirare!" rispose Ezra "perché non lo fai tu?"
"Non vuole il mio aiuto, ma il tuo lo accetterebbe." rispose Lilith.
Ezra la fissò un attimo, poi chiamò: "Ghino!"
L'uomo li raggiunse e si sedette accanto ad Ezra: "Cosa succede?" chiese.
"Lilith dice che ti fa male la spalla."
"Sto benissimo." rispose secco Ghino con un brivido.
"Hai freddo?" chiese Ezra.
"No." rispose Ghino.
"Meno male che qui il bambino sono io!" esclamò Ezra esasperato "Ghino, ammetti che la spalla ti fa male e che hai freddo e chiedi a Lilith di aiutarti, o ti tramuto subito in un rospo! e tu Lilith, rispondigli che saresti molto contenta di aiutarlo, o farò la stessa cosa anche a te!"
Lilith e Ghino, sbalorditi, si scambiarono un rapido sguardo. Poi Ghino sorrise e Lilith scompigliò i capelli di Ezra dicendo: "Sissignore. Allora, Ghino, devi chiedermi niente?"
"Mi fa male la spalla e sto morendo di freddo."
"Perché non lo hai detto prima?" ribatté Lilith "Ci penso io."
Ezra li guardò allontanarsi sorridendo.
Cara si avvicinò a Lilith e cominciò a camminare accanto a lei in silenzio.
"Credi davvero che anche una strega possa innamorarsi?" chiese Lilith.
"Beh, io sono felice quando Saro è con me, e mi piace sentirlo parlare e ridere e non posso sopportare l'idea di non vederlo più... questo secondo te, cos'è?"
"Non lo so" rispose Lilith perplessa "Lui prova le stesse cose che provi tu?"
"Credo proprio di si." rispose Cara con aria sognante "Mi ha chiesto di andare con lui, quando se ne andrà."
"E tu ci andrai?" chiese Lilith .
"Io preferirei rimanere con voi, ma non credo che gli Elfi permetteranno anche a Saro di restare!" "Se gli Elfi lo permettessero, lui rimarrebbe?"
"Ha detto che non è importante dove, ma che vuole stare con me."
"Chi vuole stare con te?" chiese Ezra che si era avvicinato ed aveva sentito solo l'ultima frase.
"Piccolo ficcanaso!" esclamò Cara ridendo "Sei troppo piccolo per capire queste cose!"
"Troppo piccolo per sapere che i maschi e le femmine, a qualsiasi popolo o specie appartengano non possono fare a meno gli uni delle altre?" ribatté Ezra.
"Ehi!" esclamò Lilith.
"E' Saro che vuole stare sempre con te, vero?" incalzò il piccolo Elfo rivolto a Cara.
"E tu che ne sai?" chiese Cara.
"Ho visto come ti guarda e come lo guardi tu ... e anche se sono piccolo, come vi ostinate a sostenere voi, uno più uno so farlo!"
Cara scoppiò a ridere, mentre Lilith afferrava Ezra sotto le braccia e lo prendeva in braccio: "E tu, Ezra? la vuoi dividere la tua vita con me?" gli disse ridendo.
"C'è qualcun altro che vorrebbe farlo." disse Ezra cercando di liberarsi dalle braccia di Lilith "Se solo tu gli dessi la possibilità di dirtelo!"
Lilith mise giù Ezra e lo guardò con aria fintamente minacciosa.
Ezra rise e si allontanò di corsa.
Ezra si chinò e raccolse una manciata di neve: "E' fredda!" esclamò.
"Mettila in bocca." gli disse Lilith "Questa non è salata."
Ezra annusò cautamente la neve, poi guardò Ghino che aveva affondato le mani nella neve e che se l'era portata alla bocca. "E' buona?" gli chiese.
"Si. E' acqua, Ezra, nient'altro che acqua che il freddo ha solidificato!"
Ezra mise in bocca la neve e sorrise: "L'avevo vista solo da lontano la neve.... sulle nostre montagne..." disse quasi tra se.
Lilith si avvicinò a Ghino e gli disse: "Cara e Saro ...."
"Lo so." la interruppe lui "Solo tu non ti eri accorta di nulla!"
"Credi che sia una cosa buona?" chiese Lilith.
"Perché no?" rispose Ghino con voce sommessa "Solo che dovremo aiutarli."
"In che modo?" chiese Lilith stupita.
"Se gli Elfi non permetteranno loro di rimanere, Cara lo seguirà di nuovo nel nostro mondo e vivere nascosti e braccati dai soldati del Re, non è affatto salutare, te lo garantisco!"
"Se gli Elfi permetteranno loro di rimanere, tu non avrai niente in contrario, quindi!"
"Perché dovrei? i miei uomini sono sempre stati liberi di scegliere se restare con me o andarsene!"
"Ma se anche gli altri decidessero di rimanere? tu ti ritroveresti solo!"
"Non ho paura della solitudine, ci sono abituato! e poi ci metterei molto poco a trovare altri uomini disposti a seguirmi! oppure potrei decidere di restare anche io!" concluse Ghino guardandola dritto negli occhi.
"Perché dovresti decidere di rimanere?" chiese Lilith ricambiando il suo sguardo.
"Per te, zuccona!" esclamò Ezra che come al solito gli affari suoi non se li faceva mai.
"E tu da dove spunti?" chiese Ghino.
"Sono un mago, non ricordi? Lilith non si è accorta che mi stavo avvicinando... questo non ti dà da pensare?" chiese Ezra ridendo.
Lilith cercò di afferrare Ezra per i capelli, ma il piccolo Elfo se la squagliò velocemente.
"Già" disse Ghino rivolgendo la sua attenzione di nuovo su Lilith "Come mai non ti sei accorta che si stava avvicinando? Anche se era invisibile, avresti dovuto sentirlo! o sbaglio?"
"Stavo pensando ad altro, è evidente!" esclamò Lilith facendo per allontanarsi.
Ghino la trattenne per il braccio e disse: "Doveva essere qualcosa di molto.... molto importante quello a cui stavi pensando, se non ti sei accorta di lui!"
"Ehi, ti dispiacerebbe lasciarmi il braccio? dobbiamo riprendere il cammino o non arriveremo mai nella terra degli Gnomi!" disse Lilith cercando di liberarsi.
"Non ti lascio andare, se prima non mi dici a cosa stavi pensando... e non usare la magia con me, sarebbe molto sleale!"
Lilith smise di divincolarsi e lo guardò: "Non ho intenzione di dirti proprio nulla!"
"Ezra ha ragione, sei proprio una zuccona! vedrò di aiutarti a trovare una risposta adeguata: forse stavi pensando che ti farebbe piacere se io restassi?"
"Niente affatto!" esclamò Lilith "voglio dire che se vuoi restare io non ho niente in contrario, ma non ho un particolare interesse nella cosa!"
Ghino le lasciò il braccio e rispose con aria triste: "Va bene, se è così, non appena vi avrò lasciati a destinazione, me ne tornerò indietro."

CAPITOLO XXXII

Arrivati in cima alla montagna, si fermarono a guardare la terra degli Gnomi che si stendeva ai loro piedi. "Siamo arrivati!" esclamò Ezra felice.
"Non proprio!" ribatté Lilith "dobbiamo fare ancora tutta la discesa!"
"Oh, ma quella sarà facile, ci metteremo pochissimo!" urlò Ezra cominciando a scendere veloce come il vento.
Lilith e gli altri lo seguirono.
Ezra entrò nel paese alle pendici del monte e cominciò ad urlare: "La statua di Re Asko è tornata! Gnomi venite tutti!"
Gli Gnomi cominciarono ad uscire dalle loro case guardando con sospetto il piccolo Elfo.
"Abbiamo la statua di Asko!" strillò ancora Ezra "Ve l'abbiamo riportata e tra poco arriveranno anche Grosko, Oki e tutti gli altri. Abbiamo dovuto combattere per riprenderla ma ora è qui!"
Uno Gnomo con l'aria importante si avvicinò ad Ezra e gli chiese: "Per favore, Elfo, vuoi spiegarti con calma? hai nominato la statua di Asko?"
"Si." disse Ezra cercando il modo di spiegarsi il più chiaramente possibile "Io mi chiamo Ezra e sono un Elfo della montagna, insieme ad Oki, Grosko, Geon ed altre persone, siamo andati nella terra degli Uomini per cercare Prudo e riprendere la statua di Asko. Abbiamo trovato Prudo e ci siamo ripresi la statua di Asko. Ci hanno aiutato anche degli uomini e delle donne. Vedete quelle persone che stanno arrivando? sono coloro che ci hanno aiutati nell'impresa, hanno con loro la statua di Asko."
Gli Gnomi si avviarono incontro a Lilith e agli altri aiutandoli a portare giù la statua. Poi si radunarono tutti in un'immensa sala per festeggiare i viaggiatori.
Ezra si avvicinò a Ghino che si teneva in disparte e gli chiese: "Allora, Ghino, hai deciso di chiedere a noi Elfi il permesso di vivere con noi? io ti aiuterò a convincere il collegio dei saggi."
"No, Ezra, non resterò. Aspetterò che arrivino gli altri, poi me ne andrò."
"Perché?" chiese Ezra.
"Perché non ho alcun motivo per rimanere."
Ezra scosse la testa e andò di filato da Lilith: "Ghino se ne andrà, cosa hai intenzione di fare per impedirglielo?"
"Proprio niente!" esclamò Lilith "E la cosa, in ogni caso, proprio non riguarda te!"
I festeggiamenti continuarono fino a notte fonda, poi gli Gnomi accompagnarono i viaggiatori in una stanza con dei letti e si accomiatarono.
Cara e Saro si distesero vicini, e tutti gli altri li imitarono. Solo Lilith e Ghino rimasero in piedi a guardarsi in cagnesco. "Ezra ha detto che stai per andartene." disse Lilith con voce ostile. "Aspetterò l'arrivo di Oki e degli altri, poi me ne andrò." rispose lui.
"Bene" disse Lilith sedendosi su un letto vuoto.
Ghino si sedette sul letto vicino e disse: "Bene."
Lilith si sdraiò e gli voltò le spalle.
Ghino rimase seduto tenendosi la testa tra le mani.
Lilith si girò verso di lui e gli chiese: "Hai bisogno di aiuto per la spalla?"
"Ti ringrazio, ma il dolore è sopportabile."
"Non avresti dovuto portare la statua." disse Lilith.
"Saro aveva voglia di stare un po' con Cara." rispose lui.
"Non c'è bisogno che ci comportiamo .... voglio dire che mi farebbe piacere alleviarti il dolore alla spalla."
"Se proprio ci tieni, va bene." disse Ghino.
Lilith trattenne la risposta pepata che gli era salita alla bocca e si sedette sul letto accanto a lui: "Se ti sdrai" gli disse "ti aiuterò anche ad addormentarti."
Ghino si sdraiò e Lilith cominciò a massaggiargli la spalla. Quando Lilith si accorse che Ghino aveva preso sonno, si stese accanto a lui e si addormentò.

Due giorni dopo arrivò il resto della compagnia e ricominciarono i festeggiamenti.
Grosko chiese la parola e disse: "Credo che gli uomini e le donne che ci hanno aiutato a recuperare la statua di Asko abbiano diritto a conoscere tutta la storia. E questo mi accingo a fare: la statua del Re Asko fu scolpita nell'oro molti e molti anni fa da due Elfi, su commissione della Regina moglie di Asko, dopo la morte improvvisa di questi. La Regina chiese agli Elfi di scolpire una statua magica che proteggesse i suoi figli ed il suo popolo per sempre. Gli Elfi usarono l'oro e le pietre preziose delle nostre cave per scolpirla ed usarono anche la loro magia: fino a che la statua fosse stata nella terra degli Gnomi, nessuna malattia li avrebbe mai colpiti, ed infatti fino a che la statua non fu rubata da Ebar, gli Gnomi morirono solo di vecchiaia. Ma quando la statua fu portata via, gli Gnomi cominciarono a morire per malattie che non conoscevano; gli Elfi cercarono di aiutarli con le loro arti magiche e riuscirono anche a guarire alcune di queste malattie, ma da due anni a questa parte, nella terra degli Gnomi è comparsa una malattia che neanche gli Elfi possono curare; per questa malattia sono morti più Gnomi in due anni di quanti ne siano morti nei precedenti cinquecento anni. Se non fossimo riusciti a recuperare la statua, il popolo degli Gnomi non avrebbe avuto un futuro. Saremmo morti tutti in brevissimo tempo, se voi Uomini, Donne ed Elfi non ci aveste aiutati. Vi dobbiamo la vita e per questo siamo pronti a soddisfare ogni vostro desiderio. Il nostro paese vi accoglierà se vorrete vivere qui con noi, vi daremo immense ricchezze se è questo che vorrete, qualunque cosa voi ci chiederete vi sarà data." Grosko tacque ed uno degli uomini di Ghino disse: "Io voglio tante pietre preziose quante ne riuscirò a trasportare."
"Le avrai." rispose Grosko.
"Anche io!" gridò un altro degli uomini.
"Le avrai." rispose ancora Grosko.
"Io vorrei vivere qui o nella terra degli Elfi insieme alla donna che voglio diventi mia sposa." disse Saro.
"Credo di poter parlare anche per gli Elfi" disse Grosko guardando Oki "potrai vivere dove vorrai."
"Noi donne" disse Lilith "resteremo qui e cercheremo di esservi utili."
Grosko sorrise sapendo che le streghe avrebbero potuto essere davvero utili ai popoli degli Gnomi e degli Elfi.
Gli altri uomini di Ghino, si consultarono velocemente e comunicarono la loro decisione di non tornare nella loro terra.
"E tu Ghino? tu cosa vuoi in cambio dell'aiuto che ci hai dato?" chiese Grosko.
"Non voglio niente. Quello che ho visto ed imparato da voi è più che sufficiente a pagare l'aiuto che vi ho dato. Prendo commiato da voi con un po' di rimpianto, ma tornerò nella mia terra."
Ezra guardò Lilith con aria di disapprovazione e lei abbassò gli occhi.
Ghino salutò Oki, gli Gnomi, i suoi uomini che avevano deciso di rimanere, le donne e poi si avvicinò ad Ezra: "Addio, piccolo Elfo, spero che verrà il tempo in cui tu e tutti gli Elfi della montagna potrete sedere sulle spiagge sabbiose degli Uomini."
"Quel tempo verrà." rispose Ezra commosso stringendo la mano che l'uomo gli porgeva.
Ghino uscì dalla sala e raggiunse Lilith ai piedi del monte: "Addio, Lilith." le disse.
Lei allungò una mano e gli sfilò dalla cintura il coltello, poi con quello tagliò una ciocca dei suoi capelli rossi e gliela porse: "Questa ti darà calore e conforto fino alla fine del tuo viaggio."
"Grazie." disse Ghino prendendola "Io allora vado."
"Addio." disse Lilith con voce esitante.
Ghino guardò a lungo il suo viso come per imprimerselo nella memoria, poi si avviò su per la montagna.
Ezra raggiunse Lilith che era rimasta immobile a guardare Ghino che si allontanava e le disse furioso: "A quanto pare il possesso della magia non sempre è accompagnato dalla saggezza! lo hai lasciato andare, ben sapendo che senza di lui ti sentirai immensamente sola.... come puoi essere così stupida?!"
Lilith si voltò a guardarlo per un attimo, poi disse: "Sparisci, marmocchio, io ho da fare!"
Ezra sorrise, mentre Lilith correva verso Ghino.