--Il Vedovo-------

Io, la giuria

Torre Velasca - 1- 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8

Ancora pippe? Reggiti. La Torre Velasca è un personaggio fra gli altri del Vedovo. Un po' silenzioso, ma come dire, ha la sua presenza. Se non avessi il problema di rileggere domani mattina e vergognarmi (o paura che mi chiamino a raitre) scriverei che è la Torre che ammazza Nardi, e lo _vuole_ ammazzare.
Perché la Torre è sana, e Nardi è malato. La Torre è sana fin dal progetto, se è vero che la prima versione acciaio-e-vetro venne rifiutata per i prezzi proibitivi del materiale, e si ricorse al più realista cemento armato. Nardi non bada a spese, almeno finché i soldi sono altrui, salvo poi doversi rivendere la pelliccia dell'amica.
La Torre si fonde con e valorizza le "preesistenze" milanesi, con la sua pietra grigiorosa e l'aspetto massiccio. Nardi non cià una preesistenza che è una, è un fuorisede a caccia di diciotto che corre sul vuoto dei suoi assegni.
La Torre è solida, con la sua destinazione mista, casa-e-bottega nello stesso edificio, con gli appartamenti nel capoccione aggettante, e nelle cucine pentoloni d'olio sempre sul fuoco, non si sa mai. Per non dire dei pilastri esterni che reggono le case e ti strillano - se non te ne fossi accorto - che il peso degli appartamenti chic lo regge la bottega. Nardi di solido ha la faccia di bronzo, e non ha un posto dove stare, dall'ufficio deve scappare per non beccarsi qualche chiavata inglese in testa, a casa sua (...) va a bussare a quattrini e a rubacchiare lacca da unghie, e chez Donna Italia è pesce di tre giorni.
La Torre infine, se si può mischiare il sacro col frivolo, l'ha progettata uno studio che dal '38 lavorava pochino (no, non erano diventati pigri all'improvviso), e che durante la guerra era "punto di coordinamento di Giustizia e Libertà" (voglia di partito d'azione? un caso?), e due dei cui soci sono stati mandati in villeggiatura a Mauthausen, e uno c'è rimasto. Può bastare come passione civile? Nardi vorrebbe partire volontario - a parole, se capiss - per "combattere ancora gli inglesi", e mentre mette le gambe sotto all'altrui tavola apparecchiata, issa fra i tre uomini più importanti della storia insieme a Dante e Napoleone "uno che nonostante i suoi collaboratori rimane sempre un grand'uomo". E Stucchi dietro, con gli uomini superiori. Mi spezzo ma non imparo.
Dice, è cascato dal diciannovesimo piano, non ti fa un po' di tenerezza? Troppo garantismo: dal ventisei, doveva cadere.