Gli Amici del gatto del Cheshire
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Zen lento...

 

.... ha scritto il diario
di una nostra bella gita
nata per caso

Pennabilli è magica
e il nostro viaggio
si è trasformato in
una magia.

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In Viaggio con Alice (IIÎ)

 

"Come è buono qui il gelato …! Ma dov' è il bagno ?"

"In fondo a sinistra, come sempre. Mi sembrava strano che ancora non avessi fatto la tua solita 'visitina particolare all'ambiente ? …prima di andare ricordati di scrollarti di dosso la meringata dal gomito !"
Con gesto improvviso Alice si osserva il gomito e il cucchiaino ,già instabile sul piatto, parte con roteante parabola verso il bancone del bar… il gomito ora è lindo! La risata dei presenti è sonoro, quella della bimba cristallina, la mia è solo un brontolare di sconforto …

"Bene, ora cerchiamo l'albergo papà; dopo sistemiamo le nostre cose nella stanza, ci riposiamo un po' e poi riprendiamo la nostra visita.". E' un lungo battibecco su due importanti modi di vedere: trovare moderate e rassicuranti radici o usufruire subito delle poche ore di luce che ci rimangono? Per fortuna ogni tanto anche i poveri vecchi riescono ad avere la meglio sul bisogno di sicurezza dei piccoli e così, vagamente imbronciati per la discussione, risaliamo in macchina. Obbiettivo : visita alle frazioni di Pennabilli sparse lungo una ipotetica circonferenza, satelliti misteriosi che gravitano attorno al paese.

Primi quattro chilometri, scendendo: Maciano, quasi all'incrocio con la statale, ci promette un conventino del ''500. Irrimediabilmente chiuso. I frati minori hanno lasciato un'idea e un prato che Alice non vuole calpestare; mi manda in avanscoperta, ha già capito l'antifona, ma allunga la testa dietro il parabrezza per cogliere la semplicità delle forme della chiesa e del chiostro. M'illudo, forse è semplicemente una punizione per la leggera stizza che ancora manifesta. Non essere approdati subito all'Albergo le pare imperdonabile.

Altri cinque chilometri percorrendo a sinistra un ampio arco di fondovalle con vista insignificante. Strada senza traffico a fianco del Marecchia e vista riempita dalle sole note di Lucio Battisti che ci accompagna con le sue canzoni ininterrottamente dalla partenza. Si arriva a Ponte Messa: case nuove, costruzioni recenti. La Pieve romanica che cerchiamo è ben conservata. Ma è chiusa, ennesima chiesa chiusa.
Questa volta, forse grazie ad una tavoletta di cioccolata che tra una nota e l'altra delle canzoni preferite riempie e addolcisce il nostro pentagramma di vagabondi, la biondina è dispiaciuta, ma non imbronciata.

"Senti Alice, oggi è un sabato novembroso e in Italia è tutto chiuso. Proviamo con il Museo dell'Informatica, che ne dici ? Se proprio ci va male cambiamo strada. Non giriamo più per le frazioni, ma imbocchiamo una strada qualsiasi: la prima che ci ispiri qualcosa ."
"Potremmo anche cercare l'albergo…" insiste ". ..e poi vagabondare ancora per Pennabilli… però, magari lo troviamo senza cercarlo l'albergo!" , suggerisce conciliante.

Un chilometro di illusione, un chilometro per un viaggio d'istruzione moderna … Chiuso. Il Museo, posto sotto la moderna scuola materna statale di Ponte Messa, ci accoglie dopo un lungo e tetro scivolo da autorimessa. Separato da un solidissimo cancello a soffietto, sul cartello affisso alla porta a vetri leggo: "Aperto tutto l'anno solo su prenotazione per gruppi e scuole.",. "I vagabondi non prenotano" osservo fiero ad una Alice assai delusa. In realtà sono sconsolato. Novembre non è nell'anno e noi non siamo né un gruppo né una scuola.

Ripercorriamo, con Battisti che ha cambiato lato, la strada a ritroso, l' animo è incerto sul da farsi. Una indicazione seminascosta sul lato sinistro della strada, balugina un'idea a fianco di uno stretto lungo ed esile ponte sul Marecchia: Sant'Agata Feltria., indica.

"Giriamo ??…" , "… Giriamo !!".

Trecento metri di tormentose buche sull'asfalto non promettono nulla di buono.
Poi, all'improvviso, dopo un filare di latifoglie che ci impedisce la vista, si apre verso l'alto una dolce e ampia collina con casolari e cascine sparse ben tenute, circondate da alberi antichi come i roccoli della pianura padana. Vediamo numerose macchie di verde lungo le pieghe del monte dove scorrono i ruscelli. Come una sfumatura il verde accarezza i declivi ; una specie di sole si fa anche timidamente largo a ravvivare il giallo autunnale dei prati e il verde saturo delle oasi di alberi. Là , in alto, su una piccola rocca, ci appare un paesino di poche case cui un cartello lungo la strada affibbia un nome lungo e azzeccato: Petrella Guidi.

 

segue...