"Come
è buono qui il gelato
! Ma dov'
è il bagno ?"
"In
fondo a sinistra, come sempre. Mi sembrava
strano che ancora non avessi fatto la tua solita
'visitina particolare all'ambiente ?
prima
di andare ricordati di scrollarti di dosso la
meringata dal gomito !"
Con gesto improvviso Alice si osserva il gomito
e il cucchiaino ,già instabile sul
piatto, parte con roteante parabola verso il
bancone del bar
il gomito ora è
lindo! La risata dei presenti è sonoro,
quella della bimba cristallina, la mia è
solo un brontolare di sconforto
"Bene,
ora cerchiamo l'albergo papà; dopo
sistemiamo le nostre cose nella stanza, ci
riposiamo un po' e poi riprendiamo la nostra
visita.". E' un lungo battibecco su due
importanti modi di vedere: trovare moderate e
rassicuranti radici o usufruire subito delle
poche ore di luce che ci rimangono? Per fortuna
ogni tanto anche i poveri vecchi riescono ad
avere la meglio sul bisogno di sicurezza dei
piccoli e così, vagamente imbronciati per
la discussione, risaliamo in macchina.
Obbiettivo : visita alle frazioni di Pennabilli
sparse lungo una ipotetica circonferenza,
satelliti misteriosi che gravitano attorno al
paese.
Primi
quattro chilometri, scendendo: Maciano, quasi
all'incrocio con la statale, ci promette un
conventino del ''500. Irrimediabilmente chiuso.
I frati minori hanno lasciato un'idea e un prato
che Alice non vuole calpestare; mi manda in
avanscoperta, ha già capito l'antifona,
ma allunga la testa dietro il parabrezza per
cogliere la semplicità delle forme della
chiesa e del chiostro. M'illudo, forse è
semplicemente una punizione per la leggera
stizza che ancora manifesta. Non essere
approdati subito all'Albergo le pare
imperdonabile.
Altri
cinque chilometri percorrendo a sinistra un
ampio arco di fondovalle con vista
insignificante. Strada senza traffico a fianco
del Marecchia e vista riempita dalle sole note
di Lucio Battisti che ci accompagna con le sue
canzoni ininterrottamente dalla partenza. Si
arriva a Ponte Messa: case nuove, costruzioni
recenti. La Pieve romanica che cerchiamo
è ben conservata. Ma è chiusa,
ennesima chiesa chiusa.
Questa volta, forse grazie ad una tavoletta di
cioccolata che tra una nota e l'altra delle
canzoni preferite riempie e addolcisce il nostro
pentagramma di vagabondi, la biondina è
dispiaciuta, ma non imbronciata.
"Senti
Alice, oggi è un sabato novembroso e in
Italia è tutto chiuso. Proviamo con il
Museo dell'Informatica, che ne dici ? Se proprio
ci va male cambiamo strada. Non giriamo
più per le frazioni, ma imbocchiamo una
strada qualsiasi: la prima che ci ispiri
qualcosa ."
"Potremmo anche cercare l'albergo
" insiste
". ..e poi vagabondare ancora per
Pennabilli
però, magari lo troviamo
senza cercarlo l'albergo!" , suggerisce
conciliante.
Un
chilometro di illusione, un chilometro per un
viaggio d'istruzione moderna
Chiuso. Il
Museo, posto sotto la moderna scuola materna
statale di Ponte Messa, ci accoglie dopo un
lungo e tetro scivolo da autorimessa. Separato
da un solidissimo cancello a soffietto, sul
cartello affisso alla porta a vetri leggo:
"Aperto tutto l'anno solo su prenotazione per
gruppi e scuole.",. "I vagabondi non prenotano"
osservo fiero ad una Alice assai delusa. In
realtà sono sconsolato. Novembre non
è nell'anno e noi non siamo né un
gruppo né una scuola.
Ripercorriamo,
con Battisti che ha cambiato lato, la strada a
ritroso, l' animo è incerto sul da farsi.
Una indicazione seminascosta sul lato sinistro
della strada, balugina un'idea a fianco di uno
stretto lungo ed esile ponte sul Marecchia:
Sant'Agata Feltria., indica.
"Giriamo
??
" , "
Giriamo !!".
Trecento
metri di tormentose buche sull'asfalto non
promettono nulla di buono.
Poi, all'improvviso, dopo un filare di
latifoglie che ci impedisce la vista, si apre
verso l'alto una dolce e ampia collina con
casolari e cascine sparse ben tenute, circondate
da alberi antichi come i roccoli della pianura
padana. Vediamo numerose macchie di verde lungo
le pieghe del monte dove scorrono i ruscelli.
Come una sfumatura il verde accarezza i declivi
; una specie di sole si fa anche timidamente
largo a ravvivare il giallo autunnale dei prati
e il verde saturo delle oasi di alberi.
Là , in alto, su una piccola rocca, ci
appare un paesino di poche case cui un cartello
lungo la strada affibbia un nome lungo e
azzeccato: Petrella Guidi.
segue...